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    #61
    Vorrei prendermi cura della tua solitudine, sfiorarla, baciarla. Vorrei presentarti la mia. Sapere di cosa sei fatta quando nessuno ti vede, ti ascolta. Quando sparisci da tutto e da tutti.
    Lo so. È come dire: fammi entrare lì, dove cerchi rifugio ogni volta che la vita ti fa male.
    È un luogo, sacro. Intimo. Segreto.
    È una preghiera.
    Tu che lo sai, come me, che stare da soli non significa essere tristi. Semmai desiderio di appartenersi, di corteggiarsi, di curarsi dalle ferite dei ricordi e del tempo. Di prendersi una pausa dalle urla del mondo.
    Vorrei prendermi cura della tua solitudine, penso sia un modo bellissimo, di promettersi coraggio, poesia. Amore. Portami a conoscerla.
    Ti prometto che resterò in silenzio.
    Ti abbraccerò e insieme, ci danzeremo dentro.

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      #62
      Vorrei soltanto che ti ricordassi più spesso che sei bellissima così.
      Che vai benissimo così.
      Con tutte le duemila paranoie che ti ritrovi
      e mezza vita da risistemare.
      Tanto là fuori, sono bravi solo a giudicare
      e non va mai bene un cazzo.
      Se ti tatui troppo sei psicopatica.
      Se guardi troppe serie sei paranoica.
      Se ascolti troppa musica sei sociopatica.
      E poi?
      Poi ti ritrovi a dover esser forte, per forza.
      Perché la gente, ricordati
      quando ne hai bisogno
      è bravissima a sparire.
      A farsi in quattro per ciò che gli conviene.
      Non starli più a sentire.
      Sei viva. E allora vivi di tutto ciò
      che ti fa stare bene.
      Ama quando il cuore te lo chiede.
      Impara a fare ordine
      a perderti
      a fare cazzate.
      Cerca, se puoi, di non farti male.
      Impara a lasciare andare
      a lasciarti andare
      e non vergognarti
      se di fronte alla paura
      non ti sentirai pronta.
      Nessuno lo è.
      Le persone, solo quelle a cui senti di appartenere.
      Quelle che sanno, quando non dici.
      Solo quelle che non ti fanno sentire sola.
      ‘A me non succederà mai’
      Impara a non dirlo.
      Impara a non pensarlo.
      “Sei nata per essere felice. Non distrarti.”
      Anche quando il buio si fa forte.
      Nero. Nero come la pece.
      Ti diranno di non credere nei sogni.
      E tu sogna, invece.

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        #63
        Sono innamorato di quella parte di me
        sbagliata, testarda, fragile.
        Che non si lascia mai capire.
        Che non si lascia mai abbracciare.
        Di quella parte di me
        con cui combatto ogni giorno.
        Che ancora crede ai sogni
        e alle persone belle.
        Che se ne frega dei giudizi
        e della gente.
        Che se ti fa felice
        allora buttati e godi finché puoi.
        E fanculo se sarà una delusione.
        Sono innamorato di quella parte di me
        che non è gelosa mai di niente
        ma protegge tutto ciò che ama.
        Che sa restare in silenzio
        quando c’è bisogno di ascoltare.
        Che non sa dimenticare.
        Che vive di un caos tutto suo
        e di ansie
        e di paure
        e di dubbi
        ma tira fuori i denti
        quando c’è bisogno di lottare.
        Che mi porta a bere quando sono felice
        e ad ubriacarmi quando sono triste.
        Quella parte di me
        che non obbedisce mai a niente
        e a nessuno
        ma si arrende all’Amore.
        Che da quando sono al mondo
        mi ha causato solo guai.
        Sono innamorato
        di quella parte di me
        che mi fa sentire vivo.
        Che non si arrende mai.

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          #64
          Quando gli occhi non si chiudono non c’è modo di convicerli.
          Pazienza, è andata così.
          Non farti male coi pensieri.
          Ogni notte passa
          persino la paggiore
          persino la più lunga.
          Ogni notte passa.
          Anche questa.
          Non aver paura.

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            #65
            Amare a volte rende soli. Fragili. Infiniti.
            Veri.
            Un po’ si muore ma è il solo modo
            per rimanere vivi.
            Prendi quel dolore e bacialo.
            Mentre ripeti a te stessa
            che è per l’ultima volta.
            Non rimproverarti se è finita.
            Amare non è mai una colpa.

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              #66
              Eri bellissima la prima volta che abbiamo camminato insieme.
              Si vedeva che ci avevi messo tanto a prepararti.
              Piccoli dettagli che bisogna saper cogliere.
              Sapere osservare.
              E tu pensavi stessi ridendo di ciò che ci raccontavamo.
              Ma io ridevo di me.
              Perché mentre cercavamo di renderci
              perfetti ai nostri occhi
              come sempre accade al primo appuntamento
              io avrei voluto domandarti cose tipo:
              senti ma quando hai la febbre no?
              Quando torni distrutta dal lavoro
              quando piangi urli
              e hai gli occhi gonfi
              di tutte le lacrime del mondo
              quanto sei bella?
              Dove vai per cercare un po’ di pace
              quando non ce la fai più?
              E poi ti tocchi mai da sola?
              (Con quelle mani splendide che hai?)
              E posso essere l’abbraccio di cui hai bisogno
              quando vuoi che non ti sfiori nessuno?
              E da ubriaca ti addormenti
              o inizi a ridere come una pazza?
              E quante pizze devi mangiare
              prima di essere sazia?
              E al mare parli mai dei tuoi casini?
              Pensavo e ti osservavo.
              Mentre ero lì a raccontarti del mio lavoro
              e tu del tuo
              mi domandavo:
              ma perché quando ci si incontra
              si deve fingere a tutti i costi
              di essere normali?
              Perché la verità è che:
              Si dice “ resta altri cinque minuti “
              Ma si legge “ se vuoi prendo sei mesi di ferie, ma ti prego, non te ne andare “

              Perché la verità è che:
              Si dice “ queste calze ti stanno benissimo “
              Ma Si legge “ vorrei dedicarti un pensiero dolce, ma con quelle calze, faccio solo pensieri ignobili”

              Perché la verità è che:
              Si dice “ se vuoi restare a dormire ti lascio il mio letto, io dormo benissimo sul divano “
              Ma Si legge “ vorrei dormirti addosso, che domani nemmeno la scientifica ci riconoscerà “

              Perché la verità è che:
              Si dice “ sei bella quando sorridi “
              Ma si legge “ che dirti? Quando sorridi, tiri giù tutto: luna, stelle, bellezza. Poesia “

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                #67
                E ora sono qui. Seduto sul mio letto a fingere di non pensare.
                Di non pensarti.
                Questa notte maledetta che non vuol passare nemmeno a calci.
                Non ho la minima idea di dove tu sia in questo istante.
                Non ho mai smesso di fumare.
                Di credere che si possa volare agitando le braccia.
                Non ho mai smesso di scriverti poesie.
                La lontananza fa male se non sai dove finisce.

                Andrew Faber




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                  #68
                  C’è chi pensa che delle persone gentili sia facile approfittare.
                  Non lo sanno mica che la gentilezza
                  è quella forma astratta d'empatia
                  a metà strada tra pensiero ed eleganza
                  dove la bellezza abbraccia la rivoluzione
                  e conquista il coraggio.
                  Non lo sanno mica
                  che la gentilezza è un vanto.
                  Un guanto.
                  Un respiro.
                  Un modo, forse l’unico
                  per evadere dalla prigione
                  della rabbia.
                  Non lo sanno mica che la gentilezza
                  non chiede nulla in cambio.
                  Se non, di avere gentilezza.

                  Siate gentili e restatelo sempre.
                  Tutto il resto è tempo che non scorre.
                  Tutto il resto, credetemi
                  è soltanto tempo perso.


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                    #69
                    Buongiorno a te che sono tre minuti che sei sveglia
                    ma è già da un’ora che rifletti.
                    Che questa notte hai chiuso gli occhi
                    ma senza riposare.
                    Ed hai il caffè che fuma sopra il tavolo.
                    Buongiorno a te.
                    Che di motivi per fermarti
                    eccome se ne avresti.
                    E invece no.
                    Tu hai scelto di lottare.
                    Di non scappare.
                    Da questa vita che non ha risposte
                    e a volte ti fa male.
                    Buongiorno a te
                    che ti rimbocchi occhi e cuore.
                    E nonostante tutto.
                    Ti dedichi ogni giorno la tua dolcezza.
                    Il tuo coraggio.
                    Il tuo sorriso migliore.

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                      #70
                      Ho voglia di regalarmi un sogno. Ho voglia di me.
                      Del mio sorriso.
                      Ho voglia di una felicità che duri.
                      Ho voglia di buttarmi
                      e chissenefrega
                      se poi mi farò male.
                      Quest’armatura comincia a pesarmi.
                      Ho voglia di leggerezza.
                      Di fare tardi.
                      Di perdermi, di non tornare.
                      Ho voglia di persone come me
                      che quando ascoltano
                      la musica, il silenzio
                      o le parole dolci di un amico
                      chiudono gli occhi
                      perché non ce la fanno
                      a trattenere l’anima.
                      Ho voglia di sdraiarmi
                      davanti a un tramonto
                      di ubriacarmi di bellezza
                      di vento e poesia
                      e di tutto ciò
                      che non si può spiegare.

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                        #71
                        Arriva il momento in cui decidi di lasciare andare.
                        Le persone in cui avevi riposto
                        sogni e speranze.
                        Che facciano le loro scelte.
                        Che prendano la loro strada.

                        Arriva il momento
                        di accettare i propri sbagli
                        di incontrare i propri demoni.
                        Ascoltare cosa vogliono.
                        Che cosa chiedono.
                        Di cosa hanno bisogno
                        per andare via.
                        Per non tornare più.

                        Arriva il momento
                        di accettare il dolore
                        e di trasformarlo non in rabbia
                        non in sete di vendetta.
                        Ma in sola verità.
                        In puro desiderio di dolcezza.

                        Arriva il momento
                        in cui dichiari pace al tuo cuore.
                        In cui dichiari finita la tua guerra.
                        Che non vuol dire rassegnarsi.
                        Ma dedicarsi finalmente
                        quel po’ di libertà
                        quel po’ di leggerezza.

                        È un piccolo miracolo
                        che ci rende finalmente vivi.
                        Finalmente liberi.
                        E che porta il nome, di consapevolezza.

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                          #72
                          Vorrei prendermi cura della tua solitudine, sfiorarla, baciarla. Vorrei presentarti la mia. Sapere di cosa sei fatta quando nessuno ti vede, ti ascolta. Quando sparisci da tutto e da tutti.
                          Lo so. È come dire: fammi entrare lì, dove cerchi rifugio ogni volta che la vita ti fa male.
                          È un luogo, sacro. Intimo. Segreto.
                          È una preghiera.
                          Tu che lo sai, come me, che stare da soli non significa essere tristi. Semmai desiderio di appartenersi, di corteggiarsi, di curarsi dalle ferite dei ricordi e del tempo. Di prendersi una pausa dalle urla del mondo.
                          Vorrei prendermi cura della tua solitudine, penso sia un modo bellissimo, di promettersi coraggio, poesia. Amore. Portami a conoscerla.
                          Ti prometto che resterò in silenzio.
                          Ti abbraccerò e insieme, ci danzeremo dentro.

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                          • Font Size
                            #73
                            Eppure dovremmo ricordarglielo più spesso
                            alle persone speciali
                            quanto sono importanti
                            per noi.
                            Quei doni di luce
                            che la vita ha deciso
                            di metterci vicino.
                            Quelle persone
                            che la vita te la cambiano.
                            Dovremmo dirglielo più spesso
                            che è anche grazie a loro
                            se qua ogni giorno noi
                            non si smette di lottare.
                            Se quando non riusciamo
                            ad addormentarci
                            e gli occhi tremano
                            perché la paura ce li morde
                            pensiamo ai loro abbracci
                            alle loro mani
                            alla loro voce.
                            Dovremmo dirglielo più spesso
                            che quando non ci sono
                            la solitudine fa più male
                            e la felicità fa un rumore diverso.
                            Dovremmo dirglielo più spesso
                            che una parte di noi
                            è con loro
                            e li accompagna sempre.
                            Per questo quando si allontanano
                            ci sentiamo così “diversi”
                            così distanti da tutto e da tutti.
                            Ma soprattutto, lontani da noi stessi.
                            Dovremmo ricordarglielo più spesso
                            alle persone speciali
                            quanto sono importanti per noi.
                            Che anche se a volte sembriamo distratti
                            sappiamo bene che sono lì.
                            Che anche se abbiamo imparato
                            come si fa a farcela da soli
                            non impareremo mai
                            a starcene da soli
                            senza di loro.


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                              #74


                              Tagore

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                                #75
                                In un quartier della ville Lumiere Dove fa sempre buio e manca l’aria
                                E d’inverno come d’estate è sempre inverno
                                Lei era sulle scale
                                Lui accanto a lei e lei accanto a lui
                                Faceva notte
                                C’era un odore di zolfo
                                Perché nel pomeriggio avevano ucciso le cimici
                                E lei gli diceva
                                È buio qui
                                Manca l’aria
                                E d’inverno come d’estate è sempre inverno
                                Il sole del buon Dio non brilla da noi
                                Ha fin troppo lavoro nei quartieri ricchi
                                Stringimi tra le braccia
                                Baciami
                                Baciami a lungo
                                Baciami
                                Più tardi sarà troppo tardi
                                La nostra vita è ora
                                Qui si crepa di tutto
                                Dal caldo e dal freddo
                                Si gela si soffoca
                                Manca l’aria
                                Se tu smettessi di baciarmi
                                Credo che morirei soffocata
                                Hai quindici anni ne ho quindici anch’io
                                In due ne abbiamo trenta
                                A trent’anni non si è più ragazzi
                                Abbiamo l’età per lavorare
                                Avremo pure diritto di baciarci
                                Più tardi sarà troppo tardi
                                La nostra vita è ora
                                Baciami!

                                Prèvert

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