Ora ? arrivata anche l'ufficialit?: Andrea Pirlo dice addio alla Juventus e giocher? nei New York City. Dopo quattro anni di successi (4 scudetti, una Coppa Italia e 2 Supercoppe) i bianconeri lo hanno salutato con un comunicato: " Grazie Maestro. Grazie, per quello che ci ha fatto vedere, vivere, vincere in questi quattro anni. Maestro, perch? tra tutti i suoi soprannomi ? sempre stato quello che ci ? piaciuto di pi?".
IL COMUNICATO DELLA JUVE
Grazie Maestro. Non pu? che iniziare con queste due parole il saluto, l'omaggio ad Andrea Pirlo al termine della sua avventura in bianconero.
Grazie, per quello che ci ha fatto vedere, vivere, vincere in questi quattro anni.
Maestro, perch? tra tutti i suoi soprannomi ? sempre stato quello che ci ? piaciuto di pi?. I compagni lo chiamano ?Professore? e in effetti, per loro, campioni affermati, trovarsi al fianco di Andrea ? come seguire una lectio magistralis. Per chi invece professionista non ?, conoscere la raffinata semplicit? del suo gioco ? una rivelazione continua, ? come scoprire l'essenza stessa del calcio. Ecco perch? per noi ?Maestro? ? pi? indicato. E poi ? l'appellativo degli artisti, siano essi pittori, registi del cinema, direttori d'orchestra.
Pirlo, in campo, ? tutto questo. ? carisma silenzioso, ? controllo di palla, ? la finta che spiazza uno, due, tre avversari in un colpo. ? l?apertura improvvisa, il pallonetto che scavalca la difesa.
? la testa in moto perpetuo, quando il gioco ? lontano. Uno sguardo a destra, uno al centro, uno a sinistra, per tenere d'occhio compagni e avversari. Per sapere prima di tutti cosa accadr?: non ? preveggenza, non ? istinto. ? pura e semplice intelligenza.
Una dote che, unita a due piedi delicati e precisi, ha plasmato un fuoriclasse inarrivabile. ? anche grazie a lui se la Juve, oggi, ? di nuovo ai vertici del calcio italiano ed europeo: con lui, con il suo arrivo, nell'estate 2011, ? partito il nostro esaltante cammino. Con un suo assist per Lichtsteiner, l'11 settembre di quell'anno, ? iniziata la dittatura dello Stadium, inaugurato appena tre giorni prima.
Qualche mese dopo segner? il suo primo gol in bianconero: ? il 18 febbraio 2012, Juve-Catania, calcio di punizione dal limite al 22' del primo tempo. Kosicky rimane fermo, pietrificato, a guardare il pallone infilarsi alla sua sinistra. Nei quattro anni successivi la scena si sarebbe ripetuta altre 14 volte: delle 19 reti segnate con la Juve in 164 presenze, 15 sono arrivate da calcio piazzato, spesso nei minuti finali. Come quella a Genova, il 16 marzo 2014, tassello fondamentale nello scudetto dei record. O quella, quattro giorni dopo, segnata a Firenze, in Europa League. O come il gol nel Derby dello scorso novembre, questo non su punizione, firmato a quattro secondi dal termine.
Con la sua capacit? di rimanere freddo e lucido nei momenti pi? delicati, con la sua imperturbabilit?, ci abbiamo anche scherzato, e lui si ? prestato volentieri al gioco. La campagna social #PirloIsNotImpressed ? subito diventata un tormentone e, lo confessiamo, ci siamo chiesti pi? volte come avremmo potuto concluderla. Anche questa volta Andrea ha anticipato tutti, decidendo di iniziare una nuova avventura a New York.
Tecnicamente, in questi casi, si parla di ?risoluzione consensuale? del contratto. A noi piace pi? pensare a questo momento come ad una stretta di mano, come ad una pacca sulla spalla tra amici che hanno condiviso esperienze straordinarie. E che serbano, l'uno nei confronti dell'altro, affetto, stima e profonda gratitudine. Per Andrea, giocare e vincere con la Juventus ? stata la logica, quasi inevitabile conseguenza di una carriera gi? costellata di successi, arricchita negli ultimi quattro anni, da altrettanti scudetti, da una Coppa Italia e due Supercoppe italiane. Per la Juventus e per i suoi tifosi, avere ammirato Andrea, avere condiviso con lui emozioni e vittorie ? stato un piacere e un privilegio.
E allora grazie Maestro e buona fortuna, ti seguiremo anche da una parte all'altra dell'oceano.
IL COMUNICATO DELLA JUVE
Grazie Maestro. Non pu? che iniziare con queste due parole il saluto, l'omaggio ad Andrea Pirlo al termine della sua avventura in bianconero.
Grazie, per quello che ci ha fatto vedere, vivere, vincere in questi quattro anni.
Maestro, perch? tra tutti i suoi soprannomi ? sempre stato quello che ci ? piaciuto di pi?. I compagni lo chiamano ?Professore? e in effetti, per loro, campioni affermati, trovarsi al fianco di Andrea ? come seguire una lectio magistralis. Per chi invece professionista non ?, conoscere la raffinata semplicit? del suo gioco ? una rivelazione continua, ? come scoprire l'essenza stessa del calcio. Ecco perch? per noi ?Maestro? ? pi? indicato. E poi ? l'appellativo degli artisti, siano essi pittori, registi del cinema, direttori d'orchestra.
Pirlo, in campo, ? tutto questo. ? carisma silenzioso, ? controllo di palla, ? la finta che spiazza uno, due, tre avversari in un colpo. ? l?apertura improvvisa, il pallonetto che scavalca la difesa.
? la testa in moto perpetuo, quando il gioco ? lontano. Uno sguardo a destra, uno al centro, uno a sinistra, per tenere d'occhio compagni e avversari. Per sapere prima di tutti cosa accadr?: non ? preveggenza, non ? istinto. ? pura e semplice intelligenza.
Una dote che, unita a due piedi delicati e precisi, ha plasmato un fuoriclasse inarrivabile. ? anche grazie a lui se la Juve, oggi, ? di nuovo ai vertici del calcio italiano ed europeo: con lui, con il suo arrivo, nell'estate 2011, ? partito il nostro esaltante cammino. Con un suo assist per Lichtsteiner, l'11 settembre di quell'anno, ? iniziata la dittatura dello Stadium, inaugurato appena tre giorni prima.
Qualche mese dopo segner? il suo primo gol in bianconero: ? il 18 febbraio 2012, Juve-Catania, calcio di punizione dal limite al 22' del primo tempo. Kosicky rimane fermo, pietrificato, a guardare il pallone infilarsi alla sua sinistra. Nei quattro anni successivi la scena si sarebbe ripetuta altre 14 volte: delle 19 reti segnate con la Juve in 164 presenze, 15 sono arrivate da calcio piazzato, spesso nei minuti finali. Come quella a Genova, il 16 marzo 2014, tassello fondamentale nello scudetto dei record. O quella, quattro giorni dopo, segnata a Firenze, in Europa League. O come il gol nel Derby dello scorso novembre, questo non su punizione, firmato a quattro secondi dal termine.
Con la sua capacit? di rimanere freddo e lucido nei momenti pi? delicati, con la sua imperturbabilit?, ci abbiamo anche scherzato, e lui si ? prestato volentieri al gioco. La campagna social #PirloIsNotImpressed ? subito diventata un tormentone e, lo confessiamo, ci siamo chiesti pi? volte come avremmo potuto concluderla. Anche questa volta Andrea ha anticipato tutti, decidendo di iniziare una nuova avventura a New York.
Tecnicamente, in questi casi, si parla di ?risoluzione consensuale? del contratto. A noi piace pi? pensare a questo momento come ad una stretta di mano, come ad una pacca sulla spalla tra amici che hanno condiviso esperienze straordinarie. E che serbano, l'uno nei confronti dell'altro, affetto, stima e profonda gratitudine. Per Andrea, giocare e vincere con la Juventus ? stata la logica, quasi inevitabile conseguenza di una carriera gi? costellata di successi, arricchita negli ultimi quattro anni, da altrettanti scudetti, da una Coppa Italia e due Supercoppe italiane. Per la Juventus e per i suoi tifosi, avere ammirato Andrea, avere condiviso con lui emozioni e vittorie ? stato un piacere e un privilegio.
E allora grazie Maestro e buona fortuna, ti seguiremo anche da una parte all'altra dell'oceano.
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