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Il Topic ufficiale del Calcio
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Smanettonazzo
- Nov 2014
- 32199
- 66
- Maschio
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- Bassa Romagna-RA-
- M.llo capo F.d.O in pensione
- Benelli Tornado Tre 1130 Extreme L.E.
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Dai club quotati in Borsa alle societ? appena arrivate dalla serie B.
Due anziane sorelle sono proprietarie di un club di calcio di serie A. Un dipendente delle Ferrovie quest?estate ha rilevato il 45% di un?altra squadra di A. Il cardinale sponsor. I 111 soci del Milan. I prestanome, le coperture societarie all?estero. E i club campioni di trasparenza. Andiamo a vedere fino in fondo ?chi controlla e come? le 20 societ? di serie A.
Juventus
Sono i tre club quotati in Borsa. Dunque con alti standard di trasparenza e comunicazione. A Torino la famiglia Agnelli governa tramite la holding quotata Exor che ha il 64% della Juve. Nick Train e Michael Lindsell, due londinesi gestori di fondi, hanno fatto insistenti acquisti in Borsa tanto da portarsi nella City il 5%, diventando i secondi soci.
roma
La propriet? della Roma (78%) ? invece di due societ? del Delaware, paradiso fiscale nel cuore degli Usa. Non sono giuridicamente di James Pallotta ma il numero uno della Roma ne ? il dominus.
LAZIO
La Lazio ha il 34% flottante in Borsa ma il resto ? nelle immobiliari e societ? di pulizia di Claudio Lotito. (morisse adesso :gaen
Chievo
Non si discute: il Chievo ? un fenomeno (duraturo) di lungimirante gestione e Luca Campedelli ne ? l?artefice. Tutti ritengono che il Chievo sia suo attraverso la Paluani di cui, a leggere le cronache e anche Wikipedia, lui ? ?il maggiore azionista?. In realt? le ?padrone? della Paluani, e quindi del Chievo, con un?ampia maggioranza, sono le sorelle Maria Adua (79 anni) e Berta Cardi (84). Cio? mamma e zia di Campedelli che dunque deve farsi approvare i bilanci da loro. Non solo: un?anziana e sconosciuta signora di Nogara (Vr), Giovanna Veronesi (78 anni), ha in mano un altro 16% della squadra.
Atalanta
Esplora il significato del termine: A Bergamo Antonio Percassi, ex difensore nerazzurro anni Settanta, custodisce l?80% dell?Atalanta (il resto ? suddiviso tra 150 soci) nella holding Odissea, insieme alla catena di prodotti cosmetici Kiko (653 negozi per 430 milioni di fatturato) che porta ricchi dividendi.A Bergamo Antonio Percassi, ex difensore nerazzurro anni Settanta, custodisce l?80% dell?Atalanta (il resto ? suddiviso tra 150 soci) nella holding Odissea, insieme alla catena di prodotti cosmetici Kiko (653 negozi per 430 milioni di fatturato) che porta ricchi dividendi.
Milan
Silvio Berlusconi controlla il Milan al 99,93% tramite la Fininvest. Tutto noto tranne che in quello 0,07% sono compresi ben 111 soci, dal giornalista Carlo Pellegatti all?ex n?1 dell?Eni Paolo Scaroni. Furono azioni distribuite come optional degli abbonamenti vip ai tempi della presidenza di Giussy Farina.
Frosinone
Qui siamo agli antipodi. Un piccolo club con budget limitato che compete al massimo livello. Il maggiore azionista, l?imprenditore Maurizio Stirpe (Prima spa, 2.200 dipendenti, componentistica per auto e moto) ? affiancato da un gruppo di manager della sua azienda, anch?essi soci rilevanti del Frosinone. A luglio il 45% del club messo in vendita da Arnaldo Zeppieri ? stato acquistato da Vittorio Ficchi, presidente del Basket Ferentino (A2). ?Manager e imprenditore?, riportavano le cronache ma in sostanza, sfrondato dell?auto marketing, dipendente delle Ferrovie. Ha firmato assegni per 2,4 milioni. La Banca Popolare del Frusinate l?ha finanziato. ?E io - dice - ho dato in pegno i risparmi di famiglia ma spero con il marketing di far fronte ai debiti e rientrare dell?investimento?.
Bologna
Joe & Joey hanno divorziato. Tacopina ? fuori, il canadese Saputo, figlio di un industriale dei formaggi da 7,3 miliardi di fatturato, comanda da solo. Ma ancora non ? chiaro qual ? la porta d?ingresso dei suoi soldi. Il Bologna fa capo alla lussemburghese Bfc 1909 Lux che ? totalmente controllata dalla connazionale Fastpad, costituita da un gruppo di avvocati. Saputo dove ? entrato? Il Bologna intanto langue in fondo alla classifica. E la Faac (cancelli automatici), il main sponsor di propriet? dell?arcidiocesi guidata dal cardinale Carlo Caffarra, prega per una rapida risalita.
Sampdoria
Massimo Ferrero canta, balla, dichiara, commenta e comanda. La Samp ? il suo palcoscenico. Per? a essere pignoli, Ferrero senior non ha nemmeno un?azione. La Samp ? della figlia Vanessa.
Verona
? davvero Maurizio Setti il proprietario del Verona? Il club ? controllato al 100% dalla HV7 di Carpi che finanzia la squadra con un prestito da 14 milioni (in parte restituito) al tasso del 6%. HV7 si ? indebitata a sua volta, al 5,5%, con la controllante lussemburghese Falco Investments. E la Falco ha raccolto i soldi piazzando un prestito obbligazionario da 20 milioni (il vero polmone finanziario dell?operazione Verona) a ignoti sottoscrittori. Sopra la Falco c?? un?altra holding, la Seven e infine, in cima alla catena, una fiduciaria, la Argos, che copre qualcuno. Dov?? Setti? E se ? il proprietario, perch? questa costruzione cos? ?carbonara??
Fonte corriere.it
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Inchiesta sui diritti tv, perquisite sedi di squadre di calcio di serie A e B.
La Guardia di Finanza anche nella sede di Lega Calcio. La procura di Milano ipotizza i reati di turbativa d?asta, turbata libert? degli incanti e ostacolo agli organi di vigilanza
La Guardia di Finanza ha perquisito le sedi di alcune societ? di calcio di serie A e B nell?ambito dell?indagine in cui la procura di Milano ipotizza i reati di turbativa d?asta, turbata libert? degli incanti e ostacolo all?attivit? degli organi di vigilanza, in relazione alla compravendita dei diritti televisivi. Le perquisizioni risalgono a venerd? scorso, quando le Fiamme Gialle si sono presentate anche nella sede milanese della Lega Calcio con un ordine di esibizione di documenti. Tra gli indagati la Infront, la societ? di Marco Bogarelli, advisor della Lega Calcio nella vendita dei diritti televisivi delle squadre di serie A e B per i campionati 2015/2017.
Il fiscalista
Intanto Andrea Baroni, il fiscalista arrestato lo scorso venerd? dalla Gdf nell?ambito di uno dei filoni dell?indagine della Procura di Milano che, in un altra tranche, sta effettuando accertamenti sull?assegnazione dei diritti tv del calcio avvenuta la scorsa primavera, interrogato luned? mattina dal gip Giuseppe Gennari, non ha risposto alle domande. Baroni, difeso dall?avvocato Roberta Guaineri, ? accusato di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio di denaro frutto di evasione fiscale di clienti italiani assieme ad altre persone essendo, per i pm, uno dei soci della Tax and Finance (T&F), societ? di consulenza fiscale con sede a Lugano e di diritto inglese con uffici in tutto il mondo. Societ? che tra i clienti, come risulta dall?ordinanza del gip, ha anche la Infront Italy srl di Marco Bogarelli.
Le perquisizioni
Contestualmente all?arresto venerd? scorso, nell?altro filone di indagine, le Fiamme Gialle si sono presentate nella sede milanese della Lega Calcio con un ordine di esibizione di documenti nel quale si ipotizza a carico di Infront, Bogarelli, alcuni manager della stessa societ? e due di Rti (gruppo Mediaset) i reati di turbativa d?asta e turbata libert? degli incanti, in relazione alla compravendita dei diritti tv. Altro reato contestato a vario titolo ? ostacolo all?attivit? degli organi di vigilanza, in particolare, come ? stato riferito in ambienti giudiziari milanesi, nei confronti della Commissione per la vigilanza e il controllo delle societ? di calcio, in relazione a presunti ritocchi al rialzo dei bilanci di alcune societ? calcistiche al fine di poter essere ammesse ai campionati.
Fonte corriere.it
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Rag?...mettetevi comodi,trovate qualche minuto per leggere st'articolo e se volete anche i link al suo interno,soprattutto il primo.
Poi potete tranquillamente andare a vomitare.
Lotito, Infront e la gestione del potere!
Domenica, la puntata di REPORT ha acceso nuovamente i riflettori su Infront, su chi governa il business del calcio in Italia e nel mondo, sui personaggi che da anni decidono i destini del calcio italiano, tra incontri segreti e pranzi o cene a cielo aperto a Taormina o in Versilia con rappresentanti di fondi di investimento utilizzati dalle societ? per fare mercato senza spendere soldi, prendendo di fatto in leasing i calciatori. Si sono svegliati in tanti dal sonno o dal torpore ora che i riflettori sono puntati su Infront, su Lotito, su Galliani e Mediaset, con inchieste che si allargano a macchia d?olio partendo dallo scandalo corruzione della FIFA che ha travolto Blatter e dall?inchiesta della Guardia di Finanzia sull?assegnazione dei diritti tv, che ha portato nell?ultimo week-end a perquisizioni nelle sedi del Bari e del Genoa, guarda caso due societ? nel mirino perch? controllate la prima da Infront e la seconda da Preziosi, uno degli ?frequentatori? delle cene con Galliani e Lotito (Pulvirenti, l?organizzatore del meeting di Taormina con Doyen, ? stato cacciato dal mondo del calcio perch? ha ?esagerato?) in cui si decidono i destini del calcio italiano, visto che Beretta e Tavecchio sono o sono visti come dei semplici ?esecutori di ordini?, due messi l? per avallare scelte di altri. E a conferma di questo, vi invito a rileggere con attenzione questa intervista a Bogarelli che abbiamo pubblicato il 15 dicembre del 2014?
Millenovecento 1
Nel servizio-inchiesta di REPORT, si ? parlato nuovamente della telefonata tra Lotito e Iodice, che ha ribadito le sue accuse, confermate anche dal presidente del Pavia, uno dei pochi che ha avuto il coraggio di uscire allo scoperto. Mentre tutti in quella telefonata si sono soffermati sulle battute su Carpi e Frosinone e sull?atteggiamento quasi da bullo di Lotito, c?? un passaggio in quel dialogo con Iodice che molti hanno sottovalutato, ma che alla luce di quello che sta emergendo da alcune inchieste in corso non pu? non far riflettere. ? quello in cui Lotito parla di soldi da trovare e di come trovarli per la Lega Pro: ?Ho un programma: in sei mesi incrementer? i ricavi, porter? uno sponsor al campionato e i soldi dello streaming. Ho parlato con quello che ha portato 1,2 miliardi alla Lega di A e 14 milioni in pi? di Rcs alla Figc?.
?Quello che ha portato? i soldi ? Infront, il colosso svizzero che del calcio italiano ha in mano quasi tutto: gestisce i diritti tv, ? advisor commerciale di Lega e Figc e controlla, attraverso la somma tra diritti tv e partnership commerciali, quasi l?intero fatturato di societ? come Milan, Inter, Genoa, Sampdoria, Udinese, Cagliari e Palermo. Ma soprattutto della Lazio, visto che su 110 milioni di euro di fatturato della stagione 2014-2015 circa 85 milioni arrivano dai diritti tv, ed altri 5,4 milioni sono legati alla pubblicit? all?Olimpico e alla cessione a Infront della gestione dell?area ospitalit?. Quindi, parliamo di oltre 90 milioni su 110, contro i 10 entrati grazie agli incassi di campionato e Coppa Italia. E, grazie alla sua influenza sulle societ?, Infront ha anche orientato le elezioni in Lega nel 2012 (con la bocciatura di Abodi portato dalla Juventus in favore della rielezione di Beretta sponsorizzato da Lotito, Galliani, Pulvirenti e Preziosi) e l?elezione di Tavecchio ad agosto del 2014, con gli stessi ?sponsor?.
Lotito dice di poter portare soldi in sei mesi perch? ha parlato con Infront, mostrando un rapporto diretto che era praticamente pubblico, ma non ancora esibito come prova muscolare. Lui ? il grande tessitore delle maggioranze in Lega e Figc, create proprio nel nome del denaro: ha con s? tutte le societ? pi? piccole e quelle che, a un certo punto, hanno aumentato la loro dipendenza da un?azienda esterna che porti soldi, essendosi trovate prive del salvadanaio del padrone o svuotate di management capace. Non ? un segreto che l?Inter, all?opposizione nella battaglia di Lotito per la presidenza della Lega, abbia cambiato versante ad agosto 2014 non per il passaggio tra Moratti e Thohir alla presidenza, ma per un accordo proprio con Infront, che garantir? un minimo di 80 milioni in quattro anni alla societ? nerazzurra, portando soldi necessari per il rilancio sportivo della societ?. Cos? la vera divisione di fondo Lotito l?ha creata tra chi prova a essere indipendente e chi senza l?aiuto economico di Infront affonderebbe. E grazie a questa dipendenza economica conserva il suo potere di controllo. Potere che ha scricchiolato con la caduta di Macalli e con la forzata uscita di scena di Pulvirenti, ma che ha ancora solide basi. Anche il Lega Pro, dove senza i soldi della Federcalcio si affonda, quindi bisogna essere amici di chi in quella telefonata dice di poter manovrare i soldi della Figc, perch? lui conosce chi paga, mostrando qual ? il metodo, gonfiando il petto perch? i diritti televisivi sono stati portati ?a 1,2 miliardi grazie alla mia bravura?. Lotito ora ? stato ?convinto? a tacere, ma per anni si ? schierato da solo in prima linea quando si parlava dei rapporti con Infront: perch? ? Infront e il rapporto con Bogarelli che gli ha dato il vero potere nella Lega di Serie A. E lo ha detto apertamente a Iodice in quella telefonata: ?ho 17-18 votiin lega, perch? la Fiorentina una volta si astiene, una volta vota a favore mio?. In quella Lega in cui Beretta fa il presidente per prendere il doppio stipendio (da aggiungere a quello di manager di Unicredit, che solo per ?caso? ? anche sponsor della Champions League gestita da Infront) ma non conta nulla o quasi, perch? a decidere sono Galliani e Lotito, che grazie a questo potere ha fatto la sua scalata anche ai vertici della Figc. Perch? Lotito, grazie al matrimonio con Infront, ? ?Quello che porta i soldi?: alla Lega Pro, dove stava un anno fa la sua Salernitana, ma anche alla Serie B dove c?era il Bari del nuovo ?amico? Paparesta, quello che molti sostengono sia in realt? una sorta di ?alter ego? di Beretta, quello che gestisce ufficialmente un Bari che in realt? sarebbe di propriet? di Infront, Media Partners & Silva (societa' irlandese di gestione diritti media sportivi legata a Infront) e di Lotito. Tesi mai smentita del tutto, anzi, confermata da molti operatori di mercato, Iodice in testa che in un?intervista ha detto: ?Posso dire che in sede di calciomercato, il presidente del Bari Paparesta, prima di concludere un?operazione, per avere il via libera ha chiamato il presidente della Lazio Claudio Lotito?.
In Italia manca un passaggio che resta fondamentale per comprendere la competitivit? di un ragazzo: la creazione delle squadre B, che non a caso in Spagna, Inghilterra, Germania e Francia funzionano (con regole diverse, ma tutte con il limite di non poter arrivare oltre a quella che da noi ? la Serie B) e sono il modo per far maturare i ragazzi e continuare a seguirli nei club, ma anche per far crescere gli allenatori, elevando l?agonismo dei campionati a cui si partecipa: in Spagna Zidane allena il Real Madrid Castilla, Guardiola e Luis Enrique hanno iniziato dal Barcellona B, mentre in Italia Inzaghi ? partito dal Milan e ? si bruciato. Ma manca la volont? di aprire alle squadre B, quindi meglio il declino e le multipropriet? usate per ampliare il potere. Il progetto di Lotito, appunto, quello che aggirando l?art. 16 bis (che vieta ad un unico soggetto di avere quote in pi? societ? professionistiche) gli consente di sventolare contemporaneamente due o tre bandiere, oppure di indossare pi? sciarpe. Perch? l?obiettivo non ? possedere pi? club per far maturare i giovani, ma possedere pi? societ? per poter essere interlocutori di pi? sindaci, di pi? presidenti regionali, per avere pi? potere e pi? piazze dove poter realizzare un business. Magari immobiliare. Questo ? lo scopo.
Il punto di forza di Lotito ? la sua grande abilit? (gli va riconosciuto) di lavorare a tempo pieno come dirigente calcistico e di sapersi rendere indispensabile anche a quelli a cui non piace: perch? quando si crea una qualsiasi falla lui arriva e si propone per ripararla e come salvatore viene quindi accettato obtorto collo. E in un sistema calcio italiano, pieno di falle, la dipendenza da Lotito ? palese, anche nelle dichiarazioni quando chi gestisce la Lazio rischia la defenestrazione dalla stanza dei bottoni, come ? successo in occasione della bufera-Iodice. Tranne Fiorentina, Roma e Juve, che hanno attaccato a testa bassa, le altre hanno fatto lunghissimi giri di parole per non dire niente oppure si sono schierate apertamente in difesa di Lotito. Quello che attacca Abodi e Nicchi, perch? punta al controllo assoluto. Perch? a Lotito non interessa controllare gli arbitri per mettere su un Moggi-bis e favorire la Lazio: no, a lui interessano i voti degli arbitri, quelli che ad esempio gli avevano negato la vice-presidenza della Federcalcio nel testa a testa (perso) con Albertini, quelli che hanno votato contro l?elezione di Tavecchio. Quella di Lotito ? una guerra contro Nicchi, perch? il presidente degli arbitri ha scelto di stare dall?altra parte della barricata. Lotito mira al potere totale e non si ?sporca le mani? come ha fatto Moggi sollevando di favoritismi da parte degli arbitri nei confronti della Lazio. La sua ? una battaglia politica, quindi Lotito, come se non fosse presidente della Lazio, ma usando la Lazio (e la Salernitana) per fare favori. Come quando un anno fa ha mandato Bollini a Lecce. Bollini stava per prendere in mano la Salernitana, poi ? stato dirottato a Lecce, alla guida di una societ? diretta concorrente nella corsa alla promozione in Serie B.
Perch? il proprietario di un club debba favorire una sua rivale diretta ? un mistero, ma di pulcinella: il Lecce era una delle societ? schierate per la defenestrazione di Macalli, quindi per ?convincerla? a cambiare fronte Lotito ha provato ad usare come arma Bollini. Inutilmente, perch? il Lecce ? rimasto fedele alla sua linea. E? anche per poter continuare a fare questo tipo di giochi di potere che Lotito si batte per le ?multipropriet??. Non per far crescere i giovani (quello ? lo specchietto per le allodole, usato anche per giustificare nel bilancio della Lazio gli 1,5 milioni trasferiti ogni anno nelle casse della Salernitana), ma perch? sono uno strumento importante per accrescere il suo potere e per giocare su pi? tavoli. Quando non pu? usare Infront come chiave.
Gi?, perch? oramai Infront ha messo le mani praticamente su tutto il calcio italiano. Con la gestione dei diritti di Serie A e B, a cui si sono aggiunti quelli della Nazionale, a Infront sono state consegnate le chiavi della Lega e della Figc. E ora anche quelle delle immagini.
Qui entra in scena Galliani, amico oltre che di Lotito di Bogarelli nato come manager all?interno di Mediaset e tuttora in amorevoli frequentazioni con il Milan (Infront si occupa anche della gestione marketing e sponsoring dei rossoneri e Bogarelli, ex dipendente di Berlusconi ai tempi in cui cre? Milan Channel, a giugno 2014 era ospite di Barbara Berlusconi nella Crociera Rossonera). Ma torniamo alle immagini. Ricordate Juventus-Milan e la polemica scatenata da Galliani sulla gestione delle immagini e dei replay da parte dei registi delle partite? Galliani accus? la Juventus di aver sostanzialmente truccato le immagini per non mostrare il fuorigioco di Tevez in occasione del gol ?Al contrario delle altre squadre di A, la produzione delle immagini delle gare della Juve sono gestite dalla societ? stessa. Che scientemente non fa rivedere il replay dell?azione del primo gol. Sollever? un putiferio nella prossima assemblea di Lega affinch? la Lega possa produrre tutte le gare senza concedere facolt? ad un solo club di gestire in proprio le immagini. Contesto il fatto che facciano vedere quello che vogliono?. Detto, fatto. Con il nuovo contratto dei diritti tv, ? Infront (per conto della Lega, che sta per creare la sua TV) a gestire la ?regia-unica? che gestisce le immagini di tutte le partite. E il coordinamento di questa regia unica ? stato affidato, casualmente, a Popi Bonnici, da sempre regista sportivo di punta di Mediaset? Quindi, ora ? Infront che decide cosa mandare in onda. Ad esempio, se alzare o abbassare l?audio per nascondere cori da parte dei tifosi contro un presidente ?amico?, oppure come se e come riprendere gli spalti: per camuffare vuoti, per nascondere contestazioni o censurare striscioni scomodi. In altri tempi e in altri paesi si sarebbe parlato di ?regime?, qui in Italia e in nome del *** denaro versato da Infront, neanche se ne parla?
Parlando di Infront e del suo potere, che adesso si ? esteso anche alla regia delle partite, parlare dell?acquisto della societ? svizzera da parte del colosso immobiliare Wanda Group, un?operazione da oltre un miliardo e 50 milioni di euro. Wanda Group, ? guidato da guidato da Wang Jialin il secondo uomo pi? ricco di Cina. Wang Jialin ha confermato Marco Bogarelli alla guida di Infront Italia e Phillippe Blatter alla guida di tutto il gruppo fino al 2020, ma non si ? fermato a questo. Il gruppo Wanda ha gi? acquistato il venti per cento delle quote dell?Atletico Madrid per 45 milioni di euro, ? stato accostato a novembre 2013 alla Roma, come possibile nuovo socio, poi ha allacciato rapporti con il Milan proponendosi come socio per la costruzione dello stadio. E se leggete con attenzione l?intervista a Bogarelli postata sopra, il gran capo di Infront Italia parla di stadi come elemento fondamentale per lo sviluppo e la rinascita del calcio italiano. E gli stadi potrebbero essere una sorta di ?cavallo di Troia? per entrare nella gestione diretta delle societ?. Oltre che per aggiungere business a business. E Bogarelli non ne fa mistero: ?E? possibile: ? la naturale evoluzione. La Wanda ha delle competenze che non si limitano a quelle abituali di Infront. Investe nell?immobiliare e nel cinema. Pu? offrire qualcosa di nuovo alle societ? italiane. E? un?opportunit? per molti club?. Wanda, in effetti, ? una potenza in campo immobiliare: Wanda Plazas ha nel suo portafoglio 71 alberghi (tra cui 68 hotel a cinque stelle), 6.600 cinema e 99 grandi magazzini, tutti in Cina. E ora ha deciso di espandersi in Occidente. E gli stadi sono la chiave giusta in un paese che ha impianti che cadono a pezzi, antiquati e non costruiti per il calcio.
Questo ? il quadro, con Coni e Governo che restano alla finestra o assistono impotenti, come in occasione della bufera per le?elezione di Tavecchio o quella scatenata dalla telefonata Lotito-Iodice, oppure del successivo scandalo-scommesse che ha spazzato via Pulvirenti ma ha danneggiato ulteriormente l?immagine del sistema-calcio in Italia. ?Se come presidente del Consiglio dicessi una parola su Tavecchio, l?Italia sarebbe squalificata dalle competizioni europee?, disse Renzi in occasione dell?infelice frase razzista che cost? al presidente della Federcalcio una squalifica da Uefa e Fifa ma l?assoluzione da parte di Palazzi, il don Abbondio del calcio italiano che fa da vaso di coccio tra i due vasi di ferro rappresentati da chi gestisce la Federcalcio da una parte e Il Coni e il Governo dall?altra. Un vaso destinato ad andare presto in frantumi, con l?uscita di scena di palazzi e l?arrivo di un nuovo procuratore federale. Indovinate chi? L?ex prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, il grande amico e difensore di Lotito. Quello che lo indicava come ?simbolo della lotta verso il tifo violento? in occasione della contestazione del 2013, di quel LIBERA LA LAZIO in cui non ci fu un solo atto violenza. Quello che? Non vado oltre, ma cliccando sui link postati qui sotto e leggendo quei due articoli capirete il perch? dell?amicizia tra Lotito e Pecoraro ma, soprattutto, chi appoggia in realt? Lotito e perch? ? cos? potente. Buona lettura?
Millenovecento 2
Millenovecento 3
Fonte sslaziofans.it
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Lo spray che scompare e la rivolta degli arbitri
La novit? introdotta in Italia dopo il Mondiale in Brasile del 2014 fa cilecca, accusano i fischietti, perch? ? cambiata la ditta produttrice
Arbitri in campo, fischietto in bocca contro la Figc. Motivo? Tutta colpa di una bomboletta spray che, da un anno, i direttori di gara portano attaccata alla divisa per segnare il confine oltre il quale una barriera non pu? andare. Perch?, oggi, la bomboletta ? oggetto del contendere? Perch? fa schifo, dicono dall?Associazione italiana arbitri. Farebbe schifo perch?, una volta tracciata la linea sul terreno da gioco, lo spray bianco scompare in un attimo e la confusione ? totale.
Ma, fra i motivi della rivolta arbitrale, c?? anche un supporto, proprio quello che dovrebbe rimane attaccata alla divisa, che si sgancia facendo cadere per terra la bomboletta ogni volta che il direttore di gara si sposta sul campo. La novit? introdotta in Italia, nei tre campionati professionistici di A, B e Lega Pro, subito dopo il Mondiale in Brasile del 2014 fa cilecca, accusano gli arbitri, perch? ? cambiata, per volont? della Figc di tagliare sulle spese, la ditta produttrice: prima c?era un?azienda, in linea con la produzione Fifa ed Uefa, che garantiva il servizio, adesso non pi?.
?La ditta vincitrice dell?appalto - fa sapere in una nota la Figc - ? stata indicata dall?Aia, che poi il 6 ottobre ci ha indicato i difetti dello strumento tecnico: abbiamo gi? fatto partire la contestazione formale...?. Il duello ? aperto: lo spray, per regolamento, dovrebbe rimanere ben visibile sul campo come minimo un minuto, invece, adesso, scompare subito senza lasciare traccia.
Fonte lastampa.it
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