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Tra quanto tempo avremo una squadra del nord america vincitrice della Coppa Intercontinentale..?
NEW YORK - La ricetta pare una formula scientifica esatta, ed ? una grandiosa, americanissima - "irresistibile", la chiamano da queste parti - operazione di marketing in calzettoni e pantaloncini. Prendi la citt? pi? cool di tutto il mondo e lo stadio pi? celebre dello sport a stelle e strisce, ridisegna aree di rigore e linea di centrocampo sull'erba che ha fatto la storia del baseball, e lega il tutto con pochi, fondamentali ingredienti scelti nel football della vecchia Europa: sceicchi facoltosi e campioni affamati di nuove esperienze e buoni contratti. Il risultato perfetto si chiama New York City FC, ? la nuova squadra della Major League Soccer - la serie A americana, la Nba del pallone - ed ? andato in scena per la prima volta domenica sera, con lo storico esordio casalingo sul diamante dello Yankee Stadium, nel Bronx. Un 2-0 sui New England Revolution, benedetto dal sindaco De Blasio e firmato dalla nuova stella del soccer d'oltreoceano: David Villa Sanchez, 33 anni, gi? bomber di Barcellona, Valencia e Nazionale spagnola e nuovo pioniere "di un torneo come pochi ce ne sono, - ha dichiarato - in giro per l'Europa".
Quattro punti, una vittoria e un pareggio (contro gli Orlando City di Kak?, nella prima giornata della MLS, domenica scorsa) in campionato, a fare impazzire di gioia i 43mila tifosi del NYCFC nello stadio che fu della leggenda Babe Ruth sono state le due magie dello spagnolo nella home opener della nuova storia calcistica della Grande Mela. La prima dopo neanche 20 minuti di partita, un triangolo in velocit? con cui Villa ha tagliato in due come burro la difesa dei New England - campioni in carica della Eastern Conference - e poi concluso in rete nell'angolino alla sinistra del portiere avversario. Un'oretta pi? tardi, a sei minuti dalla fine, una sgroppata sulla fascia sinistra in contropiede, finita in un assist al bacio e gol impossibile da sbagliare per il compagno Mullins, un ventitreenne di New Orleans che in sala stampa dichiarer? di essere rimasto impressionato "dalla fame di vincere" del suo nuovo, illustre capitano.
Soldi, stelle e stadio pieno: il New York Fc incanta gli americani
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Tra una magia e l'altra, in mezzo, prima, dopo e durante gli sprazzi di classe dell'ex Barcellona, per il resto la partita ? stata 90 minuti di trailer ideale per capire cosa sia diventato il primo campionato professionistico americano, a 20 anni dalla sua nascita. Una lega di livello tecnico medio-basso (pari alla nostra serie B, al netto dei campioni e campionissimi), fatta di rose di buoni mestieranti del calcio fisicamente molto preparati, 20 formazioni sparse per tutto il Nord America (da Toronto a Houston fino a Portland, Washington, e Kansas City) e - a parte quelli internazionali - pochi nomi noti (nel New York City, per dire, oltre a Villa si riconoscono solo il decano dei portieri MLS Saunders e Nemec, slovacco con passato in Bundesliga: per il resto tanti americani e un paio di sudamericani). Tutto intorno, la solita macchina perfetta del marketing all'americana: stadi tirati a lucido, box dagli sponsor faraonici, telecamere negli spogliatoi e pre (e post) partita lunghi una vita.
La Major League appena iniziata, per?, sar? "quella della svolta", sono convinti nella sede della Lega, al 420 di 5th Avenue, Manhattan. L'America del calcio non ? pi? quella dei mondiali del '94, grande festa i cui i tifosi di casa - a parte innamorarsi di Alexi Lalas - capirono ben poco del gioco, e forse neanche quella di David Beckham, ai Galaxy per cinque anni (2007-2012, con due puntate italiane al Milan). In giro per il Paese, per la gran parte degli americani, l'Italia del pallone ? ancora "Roberto Bagio", ma il soccer inizia a essere amato quanto gli altri sport. ? ormai la seconda attivit? sportiva praticata negli dai ragazzi tra i 12 e i 24 anni, sta salendo di livello ogni anno di pi? attirando campioni e buoni giocatori dall'Europa (passati Henry, Di Vaio, Nesta, quest'anno ci giocheranno anche Kak?, Giovinco, Martins, e da giugno pure Lampard e Gerrard), la formula in stile Nba funziona (campionato diviso tra Est e Ovest, playoff scudetto e nessuna retrocessione) e soprattutto inizia a riempire gli stadi. Erano in 65mila per il match d'apertura Orlando-NYC Fc (entrambe al via da quest'anno) e "a New York avremo tra i 35 e i 40 mila spettatori di media - ha spiegato ancora David Villa - Non ci sono molte squadre in Europa ad avere una simile affluenza di pubblico".
A dare lo spinta decisiva per fare della Major League uno dei primi campionati calcistici al mondo, nei piani della MLS Association, dovrebbe proprio essere il New York City Fc. La Grande Mela aveva di fatto gi? due squadre, i NYC Red Bulls (la squadra di Henry, fino all'anno scorso, che in realt? aveva sede in New Jersey), e gli storici Cosmos, la squadra che fu di Pel? e Chinaglia (che disputano la NASL, North American League Soccer, un altro torneo parallelo alla MLS da 11 squadre), ma il progetto City ? di tutt'altro livello. Lo dicono i numeri (o ancora meglio, i dollari). Stessa maglia e stesso sponsor (Etihad) del Manchester City, voluto e finanziato dallo sceicco Mansour (lo stesso del Manchester City e del Melbourne City) e dalla societ? di baseball dei New York Yankees, gli azzurri americani sono partiti ingaggiando Villa e Lampard (che arriver? negli States da giugno), ma soprattutto con l'ambizione di cambiare il soccer come ha (in parte) fatto il City in Inghilterra, con i primi 100 milioni di dollari investiti nell'operazione come solida, solidissima base. "Ognuno ha la sua opinione, ma stiamo parlando di un nuovo club con un nuovo progetto a cui hanno subito creduto alcuni del club pi? importanti a livello mondiale, e per di pi? a New York - ha spiegato Villa agli scettici durante la sua presentazione - E' una grande sfida, e un progetto irresistibile".
NEW YORK - La ricetta pare una formula scientifica esatta, ed ? una grandiosa, americanissima - "irresistibile", la chiamano da queste parti - operazione di marketing in calzettoni e pantaloncini. Prendi la citt? pi? cool di tutto il mondo e lo stadio pi? celebre dello sport a stelle e strisce, ridisegna aree di rigore e linea di centrocampo sull'erba che ha fatto la storia del baseball, e lega il tutto con pochi, fondamentali ingredienti scelti nel football della vecchia Europa: sceicchi facoltosi e campioni affamati di nuove esperienze e buoni contratti. Il risultato perfetto si chiama New York City FC, ? la nuova squadra della Major League Soccer - la serie A americana, la Nba del pallone - ed ? andato in scena per la prima volta domenica sera, con lo storico esordio casalingo sul diamante dello Yankee Stadium, nel Bronx. Un 2-0 sui New England Revolution, benedetto dal sindaco De Blasio e firmato dalla nuova stella del soccer d'oltreoceano: David Villa Sanchez, 33 anni, gi? bomber di Barcellona, Valencia e Nazionale spagnola e nuovo pioniere "di un torneo come pochi ce ne sono, - ha dichiarato - in giro per l'Europa".
Quattro punti, una vittoria e un pareggio (contro gli Orlando City di Kak?, nella prima giornata della MLS, domenica scorsa) in campionato, a fare impazzire di gioia i 43mila tifosi del NYCFC nello stadio che fu della leggenda Babe Ruth sono state le due magie dello spagnolo nella home opener della nuova storia calcistica della Grande Mela. La prima dopo neanche 20 minuti di partita, un triangolo in velocit? con cui Villa ha tagliato in due come burro la difesa dei New England - campioni in carica della Eastern Conference - e poi concluso in rete nell'angolino alla sinistra del portiere avversario. Un'oretta pi? tardi, a sei minuti dalla fine, una sgroppata sulla fascia sinistra in contropiede, finita in un assist al bacio e gol impossibile da sbagliare per il compagno Mullins, un ventitreenne di New Orleans che in sala stampa dichiarer? di essere rimasto impressionato "dalla fame di vincere" del suo nuovo, illustre capitano.
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Tra una magia e l'altra, in mezzo, prima, dopo e durante gli sprazzi di classe dell'ex Barcellona, per il resto la partita ? stata 90 minuti di trailer ideale per capire cosa sia diventato il primo campionato professionistico americano, a 20 anni dalla sua nascita. Una lega di livello tecnico medio-basso (pari alla nostra serie B, al netto dei campioni e campionissimi), fatta di rose di buoni mestieranti del calcio fisicamente molto preparati, 20 formazioni sparse per tutto il Nord America (da Toronto a Houston fino a Portland, Washington, e Kansas City) e - a parte quelli internazionali - pochi nomi noti (nel New York City, per dire, oltre a Villa si riconoscono solo il decano dei portieri MLS Saunders e Nemec, slovacco con passato in Bundesliga: per il resto tanti americani e un paio di sudamericani). Tutto intorno, la solita macchina perfetta del marketing all'americana: stadi tirati a lucido, box dagli sponsor faraonici, telecamere negli spogliatoi e pre (e post) partita lunghi una vita.
La Major League appena iniziata, per?, sar? "quella della svolta", sono convinti nella sede della Lega, al 420 di 5th Avenue, Manhattan. L'America del calcio non ? pi? quella dei mondiali del '94, grande festa i cui i tifosi di casa - a parte innamorarsi di Alexi Lalas - capirono ben poco del gioco, e forse neanche quella di David Beckham, ai Galaxy per cinque anni (2007-2012, con due puntate italiane al Milan). In giro per il Paese, per la gran parte degli americani, l'Italia del pallone ? ancora "Roberto Bagio", ma il soccer inizia a essere amato quanto gli altri sport. ? ormai la seconda attivit? sportiva praticata negli dai ragazzi tra i 12 e i 24 anni, sta salendo di livello ogni anno di pi? attirando campioni e buoni giocatori dall'Europa (passati Henry, Di Vaio, Nesta, quest'anno ci giocheranno anche Kak?, Giovinco, Martins, e da giugno pure Lampard e Gerrard), la formula in stile Nba funziona (campionato diviso tra Est e Ovest, playoff scudetto e nessuna retrocessione) e soprattutto inizia a riempire gli stadi. Erano in 65mila per il match d'apertura Orlando-NYC Fc (entrambe al via da quest'anno) e "a New York avremo tra i 35 e i 40 mila spettatori di media - ha spiegato ancora David Villa - Non ci sono molte squadre in Europa ad avere una simile affluenza di pubblico".
A dare lo spinta decisiva per fare della Major League uno dei primi campionati calcistici al mondo, nei piani della MLS Association, dovrebbe proprio essere il New York City Fc. La Grande Mela aveva di fatto gi? due squadre, i NYC Red Bulls (la squadra di Henry, fino all'anno scorso, che in realt? aveva sede in New Jersey), e gli storici Cosmos, la squadra che fu di Pel? e Chinaglia (che disputano la NASL, North American League Soccer, un altro torneo parallelo alla MLS da 11 squadre), ma il progetto City ? di tutt'altro livello. Lo dicono i numeri (o ancora meglio, i dollari). Stessa maglia e stesso sponsor (Etihad) del Manchester City, voluto e finanziato dallo sceicco Mansour (lo stesso del Manchester City e del Melbourne City) e dalla societ? di baseball dei New York Yankees, gli azzurri americani sono partiti ingaggiando Villa e Lampard (che arriver? negli States da giugno), ma soprattutto con l'ambizione di cambiare il soccer come ha (in parte) fatto il City in Inghilterra, con i primi 100 milioni di dollari investiti nell'operazione come solida, solidissima base. "Ognuno ha la sua opinione, ma stiamo parlando di un nuovo club con un nuovo progetto a cui hanno subito creduto alcuni del club pi? importanti a livello mondiale, e per di pi? a New York - ha spiegato Villa agli scettici durante la sua presentazione - E' una grande sfida, e un progetto irresistibile".
il menestrello ? il numero 1
ALE ALE ALE OH, ALE ALE ALE OH 
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