Spesso le persone che soffrono di sindrome del colon irritabile (IBS) o comunque di mal di pancia o di eccessivo meteorismo affermano che mangiando a casa propria tutto va bene, ma che quando capita di mangiare al ristorante sentono dei peggioramenti.
In genere i pazienti dicono: “chissà cosa c'era dentro?”, ipotizzando che qualche alimento non considerato sia entrato comunque nella composizione del piatto. A volte succede anche questo, ma una ricerca ricerca pubblicata sul Journal of Allergy and Clinical Immunology nel dicembre del 2022 ha evidenziato in modo inequivocabile che la giusta domanda potrebbe essere: “Chissà cosa c'era sopra?", riferendosi a eventuali contaminanti presenti sopra al piatto o al bicchiere; puliti e brillanti ma potenzialmente irritanti per l'intestino.
La ricerca, guidata da Cezmi Akdis (immunologo svizzero di altissimo standing e Past President della EAACI), ha valutato in vitro quanto potessero essere coinvolti i diversi componenti di differenti detersivi usati nel lavaggio industriale (ristoranti, alberghi) di piatti e bicchieri.
Alla fine è emerso che solo i brillantanti erano in grado di creare alterazioni sulla mucosa intestinale, arrivando a farlo anche a concentrazioni molto deboli, come 1 parte su 20.000.
È comunque ovvio che in una situazione di possibile fragilità della mucosa intestinale (ad esempio a seguito di un lungo periodo di infiammazione intestinale o in carenza di enzimi digestivi adatti o ancora quando le IgA siano carenti) l'intervento di un irritante aggiuntivo, come l'alcol etossilato presente nei brillantanti industriali e eventualmente residuato su piatti e bicchieri possa determinare un peggioramento della situazione clinica.
I ricercatori hanno documentato che i residui di alcol etossilato sono in grado di interferire sulle giunzioni cellulari della mucosa intestinale (tight junctions), creando una forte azione tossica locale e determinando un effetto di danno alla barriera intestinale.
Nello studio si è anche evidenziato che dei residui di brillantante restavano comunque adesi alle pareti e ai cestelli della lavapiatti anche alla fine del ciclo di lavaggio.
Si tratta di un dato che forse è più rilevante di quella che parrebbe una semplice curiosità ed è bene che chi soffre di colite o di colon irritabile tenga ben da conto di poter trarre godimento dal piatto extra-lucido e dai bicchieri super-brillanti pagando qualche scotto in termini di mal di pancia aggiuntivo...
notizia da:eurosalus.com
In genere i pazienti dicono: “chissà cosa c'era dentro?”, ipotizzando che qualche alimento non considerato sia entrato comunque nella composizione del piatto. A volte succede anche questo, ma una ricerca ricerca pubblicata sul Journal of Allergy and Clinical Immunology nel dicembre del 2022 ha evidenziato in modo inequivocabile che la giusta domanda potrebbe essere: “Chissà cosa c'era sopra?", riferendosi a eventuali contaminanti presenti sopra al piatto o al bicchiere; puliti e brillanti ma potenzialmente irritanti per l'intestino.
La ricerca, guidata da Cezmi Akdis (immunologo svizzero di altissimo standing e Past President della EAACI), ha valutato in vitro quanto potessero essere coinvolti i diversi componenti di differenti detersivi usati nel lavaggio industriale (ristoranti, alberghi) di piatti e bicchieri.
Alla fine è emerso che solo i brillantanti erano in grado di creare alterazioni sulla mucosa intestinale, arrivando a farlo anche a concentrazioni molto deboli, come 1 parte su 20.000.
È comunque ovvio che in una situazione di possibile fragilità della mucosa intestinale (ad esempio a seguito di un lungo periodo di infiammazione intestinale o in carenza di enzimi digestivi adatti o ancora quando le IgA siano carenti) l'intervento di un irritante aggiuntivo, come l'alcol etossilato presente nei brillantanti industriali e eventualmente residuato su piatti e bicchieri possa determinare un peggioramento della situazione clinica.
I ricercatori hanno documentato che i residui di alcol etossilato sono in grado di interferire sulle giunzioni cellulari della mucosa intestinale (tight junctions), creando una forte azione tossica locale e determinando un effetto di danno alla barriera intestinale.
Nello studio si è anche evidenziato che dei residui di brillantante restavano comunque adesi alle pareti e ai cestelli della lavapiatti anche alla fine del ciclo di lavaggio.
Si tratta di un dato che forse è più rilevante di quella che parrebbe una semplice curiosità ed è bene che chi soffre di colite o di colon irritabile tenga ben da conto di poter trarre godimento dal piatto extra-lucido e dai bicchieri super-brillanti pagando qualche scotto in termini di mal di pancia aggiuntivo...
notizia da:eurosalus.com
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