1952 Gibson Les Paul | ||||||
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Questo strumento rappresenta la vera e propria nascita della chitarra elettrica solid body Gibson! Se aveste mai avuto modo di suonare una di queste belle chitarre capireste perche hanno dato inizio al fascino e all’amore per la chitarra elettrica solid body! Se agli albori della chitarra elettrica Fender produceva chitarre con parti intercambiabili che commercializzava a prezzi relativamente bassi, per contro Gibson iniziò costruendo strumenti di più elevata qualità con caratteristiche di assemblaggio in pezzo unico e manico incollato al corpo che le rendevano un po’ più costose. | |||||
La prima versione di questo modello aveva due pickup P-90, quattro manopole (due volumi e due toni) per disporre di controlli individuali per ogni pickup e poter miscelare i toni usando il selettore a tre posizioni, nonché un grande attaccacorde metallico a trapezio in nickel non molto amato dai chitarristi (perché poteva muoversi se ci si appoggiava sopra il braccio), ma la cui resa sonora era incredibile! I legni usati erano selezionati fra le migliori qualità di mogano per il manico e il retro del corpo e di acero per i top. La scelta dei legni le conferì un suono unico e diverso con una qualità timbrica che non era mai stata sentita prime che non poté più essere duplicata da allora! Chitarristi come B.B. King, Chuck Berry, Carl Perkins, John Lee Hooker e tanti altri furono in grado di ottenere un suono più caldo usando questo nuovo modello di chitarra! A fine anni ’70 e negli anni ’80 si cominciò a vedere chitarristi rock usare questo modello di Les Paul per ottenere quel suono rock massiccio cui anche ora praticamente aspira ogni chitarrista. Nel corso degli anni ’90 fino a oggi sono diventati strumenti molto desiderati e di grande valenza collezionistica. |
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Gibson Les Paul, storia e aneddoti
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Gibson Les Paul, storia e aneddoti
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beh...
intanto si chiama les paul perchè l'ha "progettata" questo signore qui....
Lester William Polfuss
anche in tarda età... con due accordi riusciva ad affascinare
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le les paul originali tra il 56 ed il 59 a seconda delle condizioni possono essere vendute anche ad alcune centinaia di migliaia di dollari... e non stiamo parlando di chitarre appartenute a gente famosa...
quelle famose vengono più o meno così
Duane Allman’s 1957 Gibson Les Paul Played On “Layla” Sells For $1.25 Million At Auction
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Jimmy Page #1
Gibson Les Paul “Burst” 1958 detta Number One, strumento che credo condivida con la Billy Gibbons Pearly Gates e con la Peter Green Greenie/Magic il titolo di Burst più iconica di sempre.
Jimmy “Portafoglio” (soprannome che gli derivò per un maniacale attaccamento al denaro) durante la sua lunghissima carriera ha posseduto non meno di 1.500 chitarre ( come conferma lui stesso in un’intervista alla BBC del 2005)
Acquistò questa Les Paul ’58 nell’Aprile del 1969 a San Francisco dall’allora chitarrista della James Gang (e noto “spacciatore” di chitarre) Joe Walsh per circa 500 sterline o 1.200 dollari.
Arrivata in Inghilterra lo strumento fu pesantemente modificato. E’ stata prima di tutto sverniciata, poi è stato abbassato il body (intervenendo sulla parte in mogano) tanto che risulta più sottile di una normale Les Paul, e il manico, per renderlo più simile a un ’60, perdendo di conseguenza il serial number. Dopo averla utilizzate in alcuni concerti sostituì le meccaniche Kluson con delle Groover dorate, pratica abbastanza in uso in quel periodo, le Groover sicuramente rendevano l’accordatura più stabile, ma il problema più grosso era che nelle nuove Kluson la plastica tendeva a deteriorarsi rapidamente e quindi diventavano inutilizzabili.
Il potenziometro del Tono del PU al ponte fu sostituito con un push-pull per poterlo utilizzare in fase o controfase.
Durante una Tournèe australiana del 1972 il pickup inizò a funzionare male. Per questo al ritorno in patria fu sostituito con un T-top, che negli anni ’90 fu sostituito a sua volta da un Seymour Duncan Custom wound. Il PU al manico rimase quello fino al 2000 quando fu sostituito con un PAF 1960.
Le modifiche subite nel tempo e la conseguente mancanza di riferimenti rendono difficile datare lo strumento, tanto che alcuni recentemente sostengono che la chitarra fosse in realtà una ’59 e c’è una corrente di pensiero che ha preso abbastanza piede che parla addirittura di una inizio ’60.
Due aneddoti relativi a questo strumento: Jimmy Page perse la custodia originale, piena di adesivi di questa chitarra.
Un paio di anni fa un newyorkese acquistò la custodia e, guardando gli adesivi ha capito cosa fosse, restituendola a Page dopo 47 anni. Essendo un fan dei Led Zeppelin non ha voluto nulla, incontrare Page è stato un pagamento più che sufficiente.
Poco dopo l’uscita della Custom Shop Number One un collezionista si recò a Londra per incontrare Page e trattare l’acquisto della chitarra.
La richiesta fu di un milione di sterline ma la ritenne eccessiva per una chitarra già abbondantemente sfruttata a fini commerciali.
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Billy Gibbons acquistò la sua Pearly Gates, numero #9 1171, nel 1968. Come tutti era rimasto profondamente colpito dal suono di Eric Clapton nell'album Bluesbreakers ed era alla ricerca di una Les Paul come quella riprodotta sulla copertina del disco. Un amico, John Wilson, che suonava in una band di Houston chiamata Magic Ring, gli disse che il proprietario di un ranch fuori città, che suonava country music, ne aveva una, ma recentemente era più concentrato sull'allevamento di bovini che sulla musica. Le voci dicevano che teneva la chitarra inutilizzata sotto il letto.
Gibbons partì quindi alla volta di Houston (un’ora di macchina) per incontrare il ranchero. In tasca aveva 250$ che arrivavano da un'altra storia.
Insieme ad alcuni amici avevano fatto una colletta per comprare una vecchia Packard del '39 da dare a un'amica aspirante attrice che doveva andare a Hollywood per un provino. Pensando che l'auto non sarebbe riuscita ad arrivare oltre El Paso, per buon auspicio la avevano battezzata Pearly Gates (Porte del Paradiso).
Arrivata a LA, l'amica chiamò chiedendo cosa doveva fare dell'auto e gli dissero di venderla. Quindi i soldi erano la sua parte della vendita della Packard.
Gibbons arriva da “una specie di John Wayne” che tira fuori effettivamente la chitarra da sotto il letto. “Solo il fodero già emanava amore, la chitarra era in condizioni perfette, ancora con le corde Gibson flatwound originali più un'altro set di Black Diamond flatwound nel fodero. Chiusi subito la trattativa e mi portai a casa la chitarra alla quale trasferii il nome dell'auto, Pearly Gates”.
Lo strumento era praticamente nuovo, mentre oggi dopo tanti anni è pieno di “eruzioni cutanee” come le chiama Billy. “La prima cosa che rovinai fu il battipenna. Tenevo le unghie lunghe alla mano destra, come avevo visto fare a Segovia e a Clapton, ma non mi resi conto che le unghie rigavano il battipenna. Ho lasciato anche tanti segni di cintura sul retro”.
Pearly Gates è stata la sua chitarra principale dal ZZ Top’s First Album del 1971 fino alle ultime incisioni con il produttore Rick Rubin.
“Quando la acquistai era 100% mint, eppure recentemente un collezionista giapponese mi ha offerto 5 milioni di dollari, l'offerta era molto attraente ma ho rifiutato. Ho speso un sacco di soldi per mettere insieme la mia collezione di chitarre e cercarne una che suonasse meglio di Pearly, ma non è ancora successo”.
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Peter Green
Quando nel 1966 Eric Clapton lasciò i Bluesbreakers di John Mayall, fu prontamente rimpiazzato con un chitarrista emergente dell'area Londinese, Peter Green. Inutile dire che anche lui si presentò con una Les Paul del 1959, acquistata usata e destinata a diventare una delle più famose LP di sempre, chiamata Magic (dal famoso assolo di “Black Magic Woman”).
Particolare del suono di Green era l'utilizzo del pickup al ponte girato al contrario (configurazione utilizzata anche nella sua celeberrima ES 335 sempre del 1959).
Green lasciò presto, nel 1967, il gruppo di John Mayall per seguire il batterista Mick Fleetwood nel suo progetto Fleetwood Mac.
Sappiamo tutti dei crescenti problemi che il nostro ebbe: era affetto da schizofrenia, che lo portò ad abbandonare la musica e a trasferirsi in Svezia.
Nel 1972 Green offrì la chitarra, numero di serie #9 2208, a Snowy White, ma quest'ultimo aveva appena acquistato una Goldtop 1957 e non se la sentì di affrontare la spesa per entrambe, quindi la chitarra fu offerta all'emergente Gary Moore che la acquistò e la ribattezzò “Greenie”.
Alcuni anni dopo, mentre viaggiava all'interno di una flight case nel bagagliaio dell'auto di Moore, l'auto fu tamponata da un camion e si ruppero la paletta e il manico della chitarra, che fu riparata dal liutaio Charlie Chandler.
Gary Moore utilizzò la chitarra come strumento principale con i Thin Lizzy e durante la sua carriera solista per molti anni.
Nel 2005 si fratturò una mano, dovette rinunciare a una tournée e fu costretto a vendere la chitarra a Phil Winfield di Maverick Music. Il folklore su internet fece il resto e fu ipotizzato un prezzo tra i 500.000 e il milione e 200.000 dollari.
Nell'aprile 2013 Joe Bonamassa ricevette il permesso di suonare la chitarra alla Royal Albert Hall.
Nel giugno 2014 un membro di MyLesPaulForum ebbe la possibilità di provare e fotografare lo strumento sotto l'occhio vigile di un ispettore della compagnia di assicurazioni, stabilendo tra l'altro che il manico era un po' più sottile rispetto alla media, i pickup con un uscita leggermente più alta e le bobine erano double cream al manico e double black al ponte. I pickup non erano mai stati smontati, semplicemente era stato girato quello al ponte.
Nel luglio dello stesso anno la chitarra fu acquistata da Kirk Hammett dei Metallica. Anche qui si scatenò il putiferio internet con fantomatici prezzi che superavano i due milioni di dollari.
con tutto il "mojo" di chi l'ha imbracciata questa chitarra suona da sola anche appesa al muro
tra l'altro vedete il concetto di "burst" negli anni sulla stessa chitarra.... a parte i primi anni dove erano oro ( gold top ) in origine le chitarre erano tutte sunburst da rosso ciliegia a giallo al centro... il coloranti negli anni 50 erano quello che erano... e tutte con la luce del sole si sono "scolorite" o in alcuni casi addirittura girate al marrone / nero dove erano rosse....
le repliche di oggi cercano di ricreare quello che è l'invecchiamento naturale.... dal lemon burst... praticamente senza rosso.. fino al desert burst dove la parte rossa è diventata quasi nera.
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