Il noto quotidiano Americano il Wall Street Journal ha pubblicato un articolo dove accusa esplicitamente Google di aver spiato gli utenti apple che utilizzano il browser Safari anche per la versione mobile, sempre allo stesso fine che e' quello di Google di carpire le nostre abitudini per spararci pubblicita' mirata.
Nell'articolo del WSJ si legge che Google aggirava le impostazioni di Safari attenendo accesso ai dati sulla navigazione online degli utenti.
Come sappiamo Safari, il browser fornito dalla Apple, di default impedisce ai siti internet di avere accesso alla coronologia ed all'installazione di cookie sui proprio dispositivi. Nell'articolo del WSJ si legge che Google ha posizionato nelle pagine del 'codice' con lo scopo di aggirare queste impostazioni del browser.
Pertanto questa porzione di codice serviva a far credere a Safari che l'utente stesse compilando un modulo cosi' da fargli installare un cookie sul suo dispositivo o mac, il coookie era temporaneo , della durata di 12-14 ore ma in quella fase poteva monitorare i comportamenti e le abitudini degli utenti.
Il codice notato dapprima da Jonathan Mayer, un ricercatore dell'universita' di Stanford, poi subito confermato e denunciato da Ashkan Soltani un consulente del WSJ.
Google dal canto suo ha accusato il giornale di aver equivocato, in quanto gli effetti di quel codice avevano effetto solo per gli utenti loggati con il loro acocunt di Google ed ha aggiunto:' Nei cookie non sono salvate informazioni personali'.
Nonostante queste affermzioni, dopo l'accusa, Google ha rimosso quella porzione di codice!
Nell'articolo del WSJ si legge che Google aggirava le impostazioni di Safari attenendo accesso ai dati sulla navigazione online degli utenti.
Come sappiamo Safari, il browser fornito dalla Apple, di default impedisce ai siti internet di avere accesso alla coronologia ed all'installazione di cookie sui proprio dispositivi. Nell'articolo del WSJ si legge che Google ha posizionato nelle pagine del 'codice' con lo scopo di aggirare queste impostazioni del browser.
Pertanto questa porzione di codice serviva a far credere a Safari che l'utente stesse compilando un modulo cosi' da fargli installare un cookie sul suo dispositivo o mac, il coookie era temporaneo , della durata di 12-14 ore ma in quella fase poteva monitorare i comportamenti e le abitudini degli utenti.
Il codice notato dapprima da Jonathan Mayer, un ricercatore dell'universita' di Stanford, poi subito confermato e denunciato da Ashkan Soltani un consulente del WSJ.
Google dal canto suo ha accusato il giornale di aver equivocato, in quanto gli effetti di quel codice avevano effetto solo per gli utenti loggati con il loro acocunt di Google ed ha aggiunto:' Nei cookie non sono salvate informazioni personali'.
Nonostante queste affermzioni, dopo l'accusa, Google ha rimosso quella porzione di codice!