Era il 24 gennaio del 1984 e, con queste parole, si apriva il comunicato stampa, preceduto da uno storico cortometraggio costato più di 750 mila dollari, diretto dal regista inglese Ridley Scott e andato in onda durante il Super Bowl, con cui Apple annunciava l'arrivo sul mercato del suo primo personal computer dotato di un'interfaccia utente grafica, il Macintosh
Sono passati 40 anni da quel giorno in cui un elegante Steve Jobs in giacca e papillon lo mostrò durante l'incontro annuale degli azionisti di Apple a Cupertino. Jobs tirò fuori il Macintosh da uno zaino, lo appoggiò su una colonnina, estrasse un floppy disk da una tasca, proprio come un prestigiatore, e lo inserì nel lettore. In sottofondo partì la musica di Vangelis, il Macintosh iniziò a parlare e la platea scoppiò in un applauso come ad un concerto.
Il Macintosh era un computer intuitivo, economico, facile da usare e dalle dimensioni contenute. Era dotato di un mouse, di un display da 9 pollici, di un processore Motorola MC68000, 64 KB di ROM, 128 KB di RAM e non aveva più un sistema operativo testuale ma un'interfaccia definita WIMP (windows, Icons, Mouse, Pointer) con un desktop e icone facili da capire, un sistema operativo che negli anni successivi avrebbe "ispirato" anche Windows. Il Macintosh veniva fornito in bundle con due applicazioni progettate proprio per valorizzare la sua interfaccia: MacWrite e MacPaint.
Il Macintosh era anche espandibile: alla macchina principale, infatti, potevano essere connesse anche altre periferiche, come il floppy disk, il modem e la stampante. Nei primi tre mesi, grazie anche alla campagna promozionale con cui vennero pubblicizzati, ne furono vendute 50.000 unità. Gran parte del suo successo fu proprio merito del marketing e dell'hype.
Ci vollero comunque diversi anni e varie iterazioni successive per eclissare definitivamente le vendite dell'Apple II, uscito nel lontano 1977. L'idea di Jobs vinse ma aprì la strada ad altre aziende che seppero monetizzare meglio.
Il Macintosh non fu un successo così grande come alcuni si aspettavano ma ha lasciato comunque un segno indelebile. Raramente, infatti, i prodotti di elettronica di consumo riuscivano ad affermarsi sul mercato basandosi solo sulla funzionalità. Il Macintosh diede inizio a quell’ossessione e ne dimostrò la centralità.
notizia da: hdblog.it
Sono passati 40 anni da quel giorno in cui un elegante Steve Jobs in giacca e papillon lo mostrò durante l'incontro annuale degli azionisti di Apple a Cupertino. Jobs tirò fuori il Macintosh da uno zaino, lo appoggiò su una colonnina, estrasse un floppy disk da una tasca, proprio come un prestigiatore, e lo inserì nel lettore. In sottofondo partì la musica di Vangelis, il Macintosh iniziò a parlare e la platea scoppiò in un applauso come ad un concerto.
Il Macintosh era un computer intuitivo, economico, facile da usare e dalle dimensioni contenute. Era dotato di un mouse, di un display da 9 pollici, di un processore Motorola MC68000, 64 KB di ROM, 128 KB di RAM e non aveva più un sistema operativo testuale ma un'interfaccia definita WIMP (windows, Icons, Mouse, Pointer) con un desktop e icone facili da capire, un sistema operativo che negli anni successivi avrebbe "ispirato" anche Windows. Il Macintosh veniva fornito in bundle con due applicazioni progettate proprio per valorizzare la sua interfaccia: MacWrite e MacPaint.
Il Macintosh era anche espandibile: alla macchina principale, infatti, potevano essere connesse anche altre periferiche, come il floppy disk, il modem e la stampante. Nei primi tre mesi, grazie anche alla campagna promozionale con cui vennero pubblicizzati, ne furono vendute 50.000 unità. Gran parte del suo successo fu proprio merito del marketing e dell'hype.
Ci vollero comunque diversi anni e varie iterazioni successive per eclissare definitivamente le vendite dell'Apple II, uscito nel lontano 1977. L'idea di Jobs vinse ma aprì la strada ad altre aziende che seppero monetizzare meglio.
Il Macintosh non fu un successo così grande come alcuni si aspettavano ma ha lasciato comunque un segno indelebile. Raramente, infatti, i prodotti di elettronica di consumo riuscivano ad affermarsi sul mercato basandosi solo sulla funzionalità. Il Macintosh diede inizio a quell’ossessione e ne dimostrò la centralità.
notizia da: hdblog.it