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Regia: Gore Verbinski; soggetto: da un romanzo di K?ji Suzuki; sceneggiatura: Ehren Kruger; fotografia: Bojan Bazelli; montaggio: Craig Wood; musiche originali: Hans Zimmer; scenografia: Tom Duffield; costumi: Julie Weiss; interpreti: Naomi Watts (Rachel Keller), Martin Henderson (Noah), Brian Cox (Richard Morgan), David Dorfman (Aidan), Daveigh Chase (Samara); prodotto da: Walter F. Parkes, Laurie MacDonald; produzione: Amblin Entertainment, Asmik Ace Entertainment, BenderSpink, DreamWorks, Kuzui Enterprises, MacDonald-Parkes; distribuzione: Uip; durata: 110'
In principio fu un romanzo di K?ji Suzuki, uno scrittore di genere dalla scarsa fama che dopo questo libro divenne una sorta di Stephen King nazionale. Dall?inquietante trilogia scatur? una serie televisiva, Ring: Kanzen-ban (1995); ma il mondo della celluloide osservava attentamente e presto arriv? Ringu (1998), pellicola basata sul primo volume del ?trittico? che riscosse un immediato e strepitoso successo in tutto l?Oriente, e fu premiata in diversi festival internazionali. Uno sfortunato sequel (Rasen) fu presto sostituito da Ring 2 e da un prequel, Ring 0: Birthday. E non finisce qui: nel 1999 arriva un remake coreano del regista Kim Dong-bin, The Ring Virus, e in patria si realizzano parallelamente due serie distinte per la televisione: Ring: The Final Chapter e Rasen: The Series. Seguono un radiodramma, un videogame e l?immancabile manga. E, mentre l?insonne Sadako assume sempre di pi? i contorni di una sorta di babau nipponico, in America arriva l?eco di questo caso nazionale?
Il The Ring di Gore Verbinski di certo non vuole essere meno inquietante dei suoi predecessori, ma ? inevitabilmente riadattato a un pubblico occidentale e meno smaliziato, nonch? a una censura dai parametri diversi. Rispetto all?originale, la pellicola gioca su toni notevolmente smorzati, ma sfido chiunque a non spaventarsi e a non rimanere incollato alla poltrona.
Sadako diventa Samara, un nome che rievoca volontariamente esotismo e conseguente mistero, ma n? lo sguardo impenetrabile, n? la sua ambiguit? sono venute meno.
Naomi Watts, con i suoi capelli biondi e il volto solare, fa da contrappunto al mondo ostile, plumbeo e decolorato di Samara in cui le foglie rosse dell?acero, tipiche dell?autunno giapponese, spiccano come fiamme.
La contrapposizione tra la scettica realt? quotidiana e il triste passato della bambina non ? per? cos? netta: vari elementi contribuiscono a rendere fumoso il limite, oggetti quotidiani, apparentemente innocui, diventano improvvisamente fonte di turbamento, segnali di presenza di forze altre, misteriose e sconosciute, scaturite dalla mente umana in seguito alla sofferenza.
Naturalmente aiutato da un sapiente montaggio e dalle adrenaliniche musiche di Hans Zimmer, The Ring non ? un gore movie, non pretende di far saltare lo spettatore sulla poltrona o di farlo urlare; si insinua invece nella mente come un virus, mostrando come tutto quello che ci circonda possa essere strumento di morte. E gioca su due perni fondamentali: la videocassetta come quotidianit? solo apparentemente innocua e la teoria, gi? analizzata in precedenza da Jaume Balaguer? nel suo Darkness (2002) e, prima ancora e meglio, in Nameless (1999), secondo la quale tutti siamo, nostro malgrado, veicoli del male, sue pedine nonostante la nostra volont? o per necessit? di salvezza.
Il filmato che lascia solo una settimana di vita ? un ottimo, seppur accademico, esempio di montaggio surreale, non orrorifico, ma generante ugualmente alta tensione, solo apparentemente non narrativo. Non pu? non essere visto: il gusto del proibito lo impone. Cos? come non si pu? che amare e temere contemporaneamente Samara, una sorta di videogirl che esce dallo schermo con un?immagine un po? danneggiata come la Ai amatissima dai lettori di manga. Samara che nel passato occulta sofferenze e crudelt?, che non pu? fare a meno di essere se stessa, di espandere il suo spirito, che, come tutti i bambini, chiede solo un po? d?attenzione. E non vuole dormire mai.
Solo due avvertimenti: per carit?, ascoltate i bambini, non sia mai? e basta con i VHS, passate ai DVD, che ? pi? sicuro?
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