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Joker: Folie à Deux – Alla ricerca di un senso perduto

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    Joker: Folie à Deux – Alla ricerca di un senso perduto

    Joker: Folie à Deux è il secondo capitolo firmato da Todd Phillips incentrato su uno dei personaggi più complessi e affascinanti nato dall’universo fumettistico DC. Presentato in anteprima alla 81ª Mostra del Cinema di Venezia, il film era molto atteso, ma, nonostante l’hype che ne ha accompagnato l’uscita, le nostre aspettative non sono state pienamente soddisfatte.


    In questa recensione, analizziamo i motivi per cui il film non ci ha pienamente convinto. Se volete godervi la visione senza alcun tipo di condizionamento, vi consigliamo di leggerla solo dopo averlo guardato.

    Dopo aver diretto nel 2019 un primo capitolo sorprendente e inquietante, diventato rapidamente un punto di riferimento nella cinematografia contemporanea, Joker: Folie à Deux purtroppo non riesce a mantenere lo stesso livello, rivelandosi una delusione.


    Le premesse erano davvero interessanti: Joker: Folie à Deux segue infatti la vita di Arthur Fleck/Joker durante la sua permanenza in carcere, a seguito degli eventi del primo film. Qui incontra Harley Quinn (Lady Gaga), una sua fervente ammiratrice che, alimentando il suo spirito anarchico, ridesta in lui la volontà di vivere. La loro coppia sembra destinata a fare scintille, con Quinn che infonde coraggio a Joker in un momento cruciale della sua vita: il processo che potrebbe culminare in una condanna alla sedia elettrica.

    Il loro legame si costruisce attraverso danze sotto la pioggia e continue sequenze cantate, richiamando lo schema di un musical che avrebbe potuto rappresentare una rilettura originale della narrazione. Questa scelta infatti sarebbe potuta essere vincente, infondendo ulteriore ritmo a un primo capitolo che aveva già reso la colonna sonora uno dei suoi punti di forza.


    Come dimenticare, infatti, l’iconica coreografia sulle scale accompagnata dalle note di Rock and Roll Part 2 di Gary Glitter?

    Peccato però che non sia andata così.

    L’elemento musical infatti che, come abbiamo detto precedentemente, avrebbe potuto infondere nuova vitalità al film, finisce per rivelarsi superficiale. Nessuna delle canzoni interpretate risulta memorabile, e anzi, risulta difficile distinguerle l’una dall’altra.​

    A malincuore, anche l’Harley Quinn di Lady Gaga è un’altra nota dolente. Il personaggio appare poco approfondito e privo di spessore, dando l’impressione che si sia puntato più su un fan service spietato che su una rappresentazione autentica e originale dell’iconica figura dei fumetti. Più che una nuova Harley Quinn, sembra di assistere a un concerto dell’artista.

    E nonostante alcune inquadrature e scene siano visivamente splendide, questo non basta a rendere Joker: Folie à Deux un sequel all’altezza delle aspettative, né tanto meno una pellicola indispensabile.

    Il film, infatti, non riesce ad aggiungere nulla di realmente innovativo o iconico come aveva fatto il capitolo precedente. La narrazione sembra stagnare e girare a vuoto, proprio come i ripetuti balli à deux tra Lady Gaga e Joaquin Phoenix che, seppur belli, si rivelano alla fine privi di un vero scopo narrativo.

    Indiscutibile la bravura di Joaquin Phoenix, attore versatile e poliedrico, che ancora una volta riesce a trasmettere inquietudine con la sua risata isterica e i suoi movimenti corporali e facciali. Tuttavia, la sua performance non aggiunge nulla di nuovo rispetto al primo film, dove il suo talento aveva già brillato al punto da valergli l’Oscar nel 2020. In Joker: Folie à Deux manca la forza anarchica, la rabbia e la follia che avevano reso il personaggio così enigmatico e sfaccettato.

    Qui, Joker non evolve mai veramente, dando l’impressione di regredire al periodo in cui Arthur Fleck non era ancora consapevole del proprio potenziale interiore.

    La narrazione sembra bloccata, focalizzandosi quasi esclusivamente sul processo di Arthur, senza mai raggiungere un vero sviluppo. Anche la dicotomia tra Arthur e Joker, elemento centrale del primo capitolo, è quasi impercettibile in questo sequel, con un Joker che fatica ad emergere.

    Un altro aspetto che poteva risultare interessante è il tema dell’idolatria verso una figura famosa e potente, che sottende la relazione tra Joker e Harley Quinn. Tuttavia, nonostante i presupposti per esplorare questa dinamica fossero presenti, il film non riesce mai ad approfondirla, lasciandola in superficie.

    In conclusione, Joker: Folie à Deux, pur regalando alcune scene memorabili e un’interpretazione sempre sopra le righe di Phoenix, si scontra con la grandezza del primo capitolo, senza mai riuscire a distinguersi o ad offrire una visione originale. Alla fine, ciò che rimane negli spettatori è una forte nostalgia per il film precedente, che aveva saputo emozionare in maniera molto più incisiva.

    notizia da:meganerd.it



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