“C'è una leggenda 'metropolitana' che vorrebbe la tecnologia LCD immune allo stampaggio dei pannelli con zone dell'immagine ad elevata luminanza e alto contrasto. Gli addetti ai lavori sanno che la verità è ben diversa e problemi per alcuni appassionati sono sempre dietro l'angolo”
Negli anni siete stati terrorizzati, a ragione, sullo 'stampaggio' dei TV; prima per quelli a tubo catodico, ancora di più per quelli al plasma e più recentemente per quelli con tecnologia OLED. Ed è purtroppo tutto vero. Nei primi due casi, ovvero nei TV a tubo catodico e al plasma, sono i fosfori a 'consumarsi' e il risultato è la perdita di luminanza delle zone più sfruttate, come quelle dei loghi delle emittenti e che una volta erano fin troppo luminosi. Vi ricordo che per per queste due tecnologie sono i fosfori con i colori RGB ad essere illuminati, da un fascio di elettroni nel primo caso e da fotoni, quasi tutti nello spettro ultravioletto, nel caso dei plasma. I fosfori non sono eterni e si consumano, più rapidamente se vengono costantemente illuminati ad elevata potenza. Il problema dello 'stampaggio' diventa più evidente se la zona è limitata e ben delineata.
![](https://i.postimg.cc/bw7sSv9z/Schermata-2023-05-31-alle-17-36-58.png)
Le contromisure, arrivate soprattutto con i TV al plasma, sono di due tipi: la prima si chiamava all'inizio 'pixel-orbiter' e prevedeva la traslazione del quadro di alcuni pixel nelle quattro direzioni, quasi a descrivere un'orbita circolare. Questo consentiva di 'ammorbidire' i contorni della zona meno luminosa, quella con i fosfori più consumati. La seconda contromisura prevedeva il 'lavaggio' dello schermo con una immagine che in realtà serviva a 'consumare' più velocemente e in modo uniforme, tutto lo schermo: di solito una barra verticale sottile di una manciata di pixel, con il massimo livello di luminanza, che spazzolava lentamente lo schermo da un lato all'altro lasciata anche per mezz'ora.
![](https://i.postimg.cc/zfk8DDd2/Schermata-2023-05-31-alle-17-37-43.png)
Nell'immagine qui in alto potete osservare lo schermo del mio glorioso Panasonic ZT60, dopo tanti anni di onorato servizio, di cui gli ultimi in mano a mia madre e poi a mia sorella, evidentemente telespettatrici costanti di un paio di canali della TV di Stato. Si tratta di un display al plasma e in questo caso le zone 'bruciate' sono quelle più scure poiché i fosfori sono più consumati in alcune zone piuttosto che in altre. Nei TV con tecnologia OLED è lo strato di materia 'organica' che si consuma più o meno rapidamente e anche in questo caso valgono le stesse indicazioni per i TV con tecnologia a tubo catodico e al plasma, con una differenza sostanziale: l'evoluzione della tecnologia OLED ha permesso di costruire pannelli sempre più resistenti allo 'stampaggio', senza mai eliminare il problema completamente. In questo articolo trovate una analisi interessante sul burn-in degli OLED su rtings.com.
![](https://i.postimg.cc/BnBnbCbC/Schermata-2023-05-31-alle-17-38-22.png)
C'è però una leggenda 'metropolitana' che vorrebbe la tecnologia LCD immune a questo tipo di problema. Gli addetti ai lavori sanno che la verità è ben diversa. Ebbene sì: anche i TV con tecnologia LCD rischiano di stamparsi, esattamente come i TV OLED anche se in modo completamente diverso e anche piuttosto raramente. Ne negli OLED lo stampaggio si traduce in perdita di luminanza (l'area interessata diventa più scura), negli LCD in molti casi succede l'opposto e il difetto si traduce spesso in una perdita di contrasto e di un eccesso di luminanza visibile di più nelle zone più scure. In questo caso non è possibile generalizzare. L'invecchiamento dei pannelli LCD è legato alle diverse declinazioni della tecnologia, diversa ad esempio per i pannelli TN (Twisted Nematic), per quelli IPS (In Plane Switching) e ancora per quelli VA (Vertical Alignment).
![](https://i.postimg.cc/xCzrJ0gS/Schermata-2023-05-31-alle-17-39-08.png)
Nelle immagini qui alto potete osservare un display con diagonale di 75 pollici di un noto costruttore orientale con appena 5 anni di vita (pagato allora più di 5.000 Euro), che mostra evidenti segni di 'invecchiamento' e di 'stampaggio', ben visibili se si spegne il 'local dimming' (ovvero la retroilluminazione a zone) e se si alza la potenza della retroilluminazione al massimo.
![](https://i.postimg.cc/7hnW0b2j/Schermata-2023-05-31-alle-17-39-47.png)
Le foto le ho scattate personalmente e non sono una esagerazione e si riferiscono alla seconda puntata della serie 'Tenebre ed Ossa' su Netflix che uso spesso come test per l'analisi della gamma dinamica e della ricchezza di sfumature sulle basse luci con APL molto contenuto. In queste prime due immagini, il 'local dimming' è spento e la retroilluminazione è al massimo.
![](https://i.postimg.cc/jSp4qtWf/Schermata-2023-05-31-alle-17-40-31.png)
Attivando il 'local dimming' il difetto si attenua poiché nelle zone più scure la retroilluminazione viene attenuata. Ma il problema rimane, è quasi invisibile ed è molto più difficile catturarlo con una fotocamera. Quando nelle zone 'stampate' il local-dimming aumenta la potenza di retro-illuminazione, il problema si nota di più.
![](https://i.postimg.cc/Bb72r09X/Schermata-2023-05-31-alle-17-41-07.png)
Con immagini luminose e il local dimming attivato, il problema diviene praticamente invisibile. Questo è un caso limite su sui il povero appassionato secondo me ha elementi piuttosto concreti per sollecitare un intervento da parte del costruttore, anche al di fuori della garanzia. Staremo a vedere. Nella stragrande maggioranza dei casi, i TV con tecnologia LCD sono decisamente più resistenti allo 'stampaggio' rispetto alla controparte OLED ma ricordate: non ne sono immuni totalmente.
notizia da: avmagazine.it
Negli anni siete stati terrorizzati, a ragione, sullo 'stampaggio' dei TV; prima per quelli a tubo catodico, ancora di più per quelli al plasma e più recentemente per quelli con tecnologia OLED. Ed è purtroppo tutto vero. Nei primi due casi, ovvero nei TV a tubo catodico e al plasma, sono i fosfori a 'consumarsi' e il risultato è la perdita di luminanza delle zone più sfruttate, come quelle dei loghi delle emittenti e che una volta erano fin troppo luminosi. Vi ricordo che per per queste due tecnologie sono i fosfori con i colori RGB ad essere illuminati, da un fascio di elettroni nel primo caso e da fotoni, quasi tutti nello spettro ultravioletto, nel caso dei plasma. I fosfori non sono eterni e si consumano, più rapidamente se vengono costantemente illuminati ad elevata potenza. Il problema dello 'stampaggio' diventa più evidente se la zona è limitata e ben delineata.
![](https://i.postimg.cc/bw7sSv9z/Schermata-2023-05-31-alle-17-36-58.png)
Le contromisure, arrivate soprattutto con i TV al plasma, sono di due tipi: la prima si chiamava all'inizio 'pixel-orbiter' e prevedeva la traslazione del quadro di alcuni pixel nelle quattro direzioni, quasi a descrivere un'orbita circolare. Questo consentiva di 'ammorbidire' i contorni della zona meno luminosa, quella con i fosfori più consumati. La seconda contromisura prevedeva il 'lavaggio' dello schermo con una immagine che in realtà serviva a 'consumare' più velocemente e in modo uniforme, tutto lo schermo: di solito una barra verticale sottile di una manciata di pixel, con il massimo livello di luminanza, che spazzolava lentamente lo schermo da un lato all'altro lasciata anche per mezz'ora.
![](https://i.postimg.cc/zfk8DDd2/Schermata-2023-05-31-alle-17-37-43.png)
Nell'immagine qui in alto potete osservare lo schermo del mio glorioso Panasonic ZT60, dopo tanti anni di onorato servizio, di cui gli ultimi in mano a mia madre e poi a mia sorella, evidentemente telespettatrici costanti di un paio di canali della TV di Stato. Si tratta di un display al plasma e in questo caso le zone 'bruciate' sono quelle più scure poiché i fosfori sono più consumati in alcune zone piuttosto che in altre. Nei TV con tecnologia OLED è lo strato di materia 'organica' che si consuma più o meno rapidamente e anche in questo caso valgono le stesse indicazioni per i TV con tecnologia a tubo catodico e al plasma, con una differenza sostanziale: l'evoluzione della tecnologia OLED ha permesso di costruire pannelli sempre più resistenti allo 'stampaggio', senza mai eliminare il problema completamente. In questo articolo trovate una analisi interessante sul burn-in degli OLED su rtings.com.
![](https://i.postimg.cc/BnBnbCbC/Schermata-2023-05-31-alle-17-38-22.png)
C'è però una leggenda 'metropolitana' che vorrebbe la tecnologia LCD immune a questo tipo di problema. Gli addetti ai lavori sanno che la verità è ben diversa. Ebbene sì: anche i TV con tecnologia LCD rischiano di stamparsi, esattamente come i TV OLED anche se in modo completamente diverso e anche piuttosto raramente. Ne negli OLED lo stampaggio si traduce in perdita di luminanza (l'area interessata diventa più scura), negli LCD in molti casi succede l'opposto e il difetto si traduce spesso in una perdita di contrasto e di un eccesso di luminanza visibile di più nelle zone più scure. In questo caso non è possibile generalizzare. L'invecchiamento dei pannelli LCD è legato alle diverse declinazioni della tecnologia, diversa ad esempio per i pannelli TN (Twisted Nematic), per quelli IPS (In Plane Switching) e ancora per quelli VA (Vertical Alignment).
![](https://i.postimg.cc/xCzrJ0gS/Schermata-2023-05-31-alle-17-39-08.png)
Nelle immagini qui alto potete osservare un display con diagonale di 75 pollici di un noto costruttore orientale con appena 5 anni di vita (pagato allora più di 5.000 Euro), che mostra evidenti segni di 'invecchiamento' e di 'stampaggio', ben visibili se si spegne il 'local dimming' (ovvero la retroilluminazione a zone) e se si alza la potenza della retroilluminazione al massimo.
![](https://i.postimg.cc/7hnW0b2j/Schermata-2023-05-31-alle-17-39-47.png)
Le foto le ho scattate personalmente e non sono una esagerazione e si riferiscono alla seconda puntata della serie 'Tenebre ed Ossa' su Netflix che uso spesso come test per l'analisi della gamma dinamica e della ricchezza di sfumature sulle basse luci con APL molto contenuto. In queste prime due immagini, il 'local dimming' è spento e la retroilluminazione è al massimo.
![](https://i.postimg.cc/jSp4qtWf/Schermata-2023-05-31-alle-17-40-31.png)
Attivando il 'local dimming' il difetto si attenua poiché nelle zone più scure la retroilluminazione viene attenuata. Ma il problema rimane, è quasi invisibile ed è molto più difficile catturarlo con una fotocamera. Quando nelle zone 'stampate' il local-dimming aumenta la potenza di retro-illuminazione, il problema si nota di più.
![](https://i.postimg.cc/Bb72r09X/Schermata-2023-05-31-alle-17-41-07.png)
Con immagini luminose e il local dimming attivato, il problema diviene praticamente invisibile. Questo è un caso limite su sui il povero appassionato secondo me ha elementi piuttosto concreti per sollecitare un intervento da parte del costruttore, anche al di fuori della garanzia. Staremo a vedere. Nella stragrande maggioranza dei casi, i TV con tecnologia LCD sono decisamente più resistenti allo 'stampaggio' rispetto alla controparte OLED ma ricordate: non ne sono immuni totalmente.
notizia da: avmagazine.it