A? rag? , se leggete bene fra le righe sembra proprio LUI!:gaen:
VIRILE , BRILLANTE , SEMPRE PRONTO A SFIDARE CON LO SGUARDO , TERRITORIALE , RAPIDO VIVACE E CORAGGIOSO!!!
Ma anche un p? TAMARRO.
Ma innanzitutto VERDEEEEEEEEEEE !!!!
Il ramarro
Il nome scientifico di questo animale ("lucertola verde" in latino) ben si adatta alla splendida colorazione tipica dei maschi: dorso verde brillante, ventre giallo, gola azzurra. La femmina ? di un verde leggermente pi? smorto, con due o quattro striature chiare bordate da macchioline nere, e non possiede la macchia azzurra sulla gola.
Questa macchia rappresenta per i ramarri un inequivocabile segnale di virilit? e la sua vista pu? scatenare violente aggressioni tra i maschi. I ramarri sono infatti animali territoriali, e, in particolare nel periodo riproduttivo, i maschi stabiliscono il possesso di determinate aree, i cui confini vengono regolati mediante lotte ritualizzate, in cui ciascun animale afferra l'altro per la mandibola, tirando poi con tutte le proprie forze; il pi? debole si rende presto conto della propria inferiorit? e lascia la presa, agitando le zampe anteriori in segno di sottomissione e ritornando rapidamente al proprio rifugio.
Il nido ? una piccola buca scavata dalla femmina nel terreno, in cui vengono deposte in genere una ventina di uova dal guscio membranoso. Non esistono cure parentali.
Il ramarro ? la pi? grossa lucertola italiana (pu? raggiungere i 40 cm, coda compresa), e bench? prevalentemente insettivoro, come tutte le lucertole, pu? nutrirsi anche di uova e nidiacei di piccoli uccelli, che riesce a predare grazie alla grande agilit? con cui si arrampica sui rami degli arbusti e degli alberi pi? bassi. A differenza della maggior parte delle lucertole, infatti, predilige ambienti non troppo scoperti: boschi radi, prati con erba alta, siepi, cespuglieti, bordi di campi. Non ama il caldo eccessivo, tanto che nelle regioni pi? meridionali lo si pu? trovare anche in zone umide o in alta montagna; tuttavia al mattino e al tramonto ? possibile vederlo su rocce e muretti esposti al sole per la termoregolazione.
Vivace e mobilissimo, in genere fugge con incredibile rapidit? all'avvicinarsi di un pericolo (pur possedendo una colorazione che potrebbe mimetizzarlo tra il fogliame), ma se messo alle strette si difende con grande energia, diventando decisamente aggressivo.
E' diffuso in buona parte dell'Europa centromeridionale e sudorientale, ma ? assente nella Penisola Iberica (dove ? sostituito dalla lucertola ocellata, Lacerta lepida), in Sardegna, in Corsica e nella maggior parte delle isole mediterranee (? presente solo ad Euboa, Thasos, Samotracia, Corf? ed Elba).
Proverbiale ? l'ostilit? di questo rettile nei confronti della vipera e dei serpenti in genere. In tutta Italia si crede che il ramarro, in presenza di serpenti velenosi, avvisi le persone minacciate con un fischio sibilante. Da qui il detto "Il ramarro tienilo alla tua destra - cio? vicino - perch? ti fischia nell'orecchio". E se capita di affrontarli, li assale senza timore, uscendone regolarmente vincitore. La forza del ramarro contro i serpenti, secondo la tradizione, deriva dal fatto che questo rettile non teme il veleno e, anche se morso, riesce sempre a salvarsi mangiando una misteriosa erba antiveleno.
Proverbiale nel ramarro ? anche la tenacia: "Tenace come un ramarro", si dice alle persone decise, tutte d'un pezzo, che non indietreggiano mai di fronte alle avversit? della vita. Questa nomea deriva dal fatto che le rare volte che il ramarro morde l'uomo, non molla la presa per nessun motivo, resistendo perfino al fuoco. Tanto che, scherzosamente, in Romagna, dicevano che "Il ramarro quando ha preso - con un morso una persona - non lascia pi? andare finch? non sente suonare le campane di Roma".
VIRILE , BRILLANTE , SEMPRE PRONTO A SFIDARE CON LO SGUARDO , TERRITORIALE , RAPIDO VIVACE E CORAGGIOSO!!!
Ma anche un p? TAMARRO.
Ma innanzitutto VERDEEEEEEEEEEE !!!!
Il ramarro
Il nome scientifico di questo animale ("lucertola verde" in latino) ben si adatta alla splendida colorazione tipica dei maschi: dorso verde brillante, ventre giallo, gola azzurra. La femmina ? di un verde leggermente pi? smorto, con due o quattro striature chiare bordate da macchioline nere, e non possiede la macchia azzurra sulla gola.
Questa macchia rappresenta per i ramarri un inequivocabile segnale di virilit? e la sua vista pu? scatenare violente aggressioni tra i maschi. I ramarri sono infatti animali territoriali, e, in particolare nel periodo riproduttivo, i maschi stabiliscono il possesso di determinate aree, i cui confini vengono regolati mediante lotte ritualizzate, in cui ciascun animale afferra l'altro per la mandibola, tirando poi con tutte le proprie forze; il pi? debole si rende presto conto della propria inferiorit? e lascia la presa, agitando le zampe anteriori in segno di sottomissione e ritornando rapidamente al proprio rifugio.
Il nido ? una piccola buca scavata dalla femmina nel terreno, in cui vengono deposte in genere una ventina di uova dal guscio membranoso. Non esistono cure parentali.
Il ramarro ? la pi? grossa lucertola italiana (pu? raggiungere i 40 cm, coda compresa), e bench? prevalentemente insettivoro, come tutte le lucertole, pu? nutrirsi anche di uova e nidiacei di piccoli uccelli, che riesce a predare grazie alla grande agilit? con cui si arrampica sui rami degli arbusti e degli alberi pi? bassi. A differenza della maggior parte delle lucertole, infatti, predilige ambienti non troppo scoperti: boschi radi, prati con erba alta, siepi, cespuglieti, bordi di campi. Non ama il caldo eccessivo, tanto che nelle regioni pi? meridionali lo si pu? trovare anche in zone umide o in alta montagna; tuttavia al mattino e al tramonto ? possibile vederlo su rocce e muretti esposti al sole per la termoregolazione.
Vivace e mobilissimo, in genere fugge con incredibile rapidit? all'avvicinarsi di un pericolo (pur possedendo una colorazione che potrebbe mimetizzarlo tra il fogliame), ma se messo alle strette si difende con grande energia, diventando decisamente aggressivo.
E' diffuso in buona parte dell'Europa centromeridionale e sudorientale, ma ? assente nella Penisola Iberica (dove ? sostituito dalla lucertola ocellata, Lacerta lepida), in Sardegna, in Corsica e nella maggior parte delle isole mediterranee (? presente solo ad Euboa, Thasos, Samotracia, Corf? ed Elba).
Proverbiale ? l'ostilit? di questo rettile nei confronti della vipera e dei serpenti in genere. In tutta Italia si crede che il ramarro, in presenza di serpenti velenosi, avvisi le persone minacciate con un fischio sibilante. Da qui il detto "Il ramarro tienilo alla tua destra - cio? vicino - perch? ti fischia nell'orecchio". E se capita di affrontarli, li assale senza timore, uscendone regolarmente vincitore. La forza del ramarro contro i serpenti, secondo la tradizione, deriva dal fatto che questo rettile non teme il veleno e, anche se morso, riesce sempre a salvarsi mangiando una misteriosa erba antiveleno.
Proverbiale nel ramarro ? anche la tenacia: "Tenace come un ramarro", si dice alle persone decise, tutte d'un pezzo, che non indietreggiano mai di fronte alle avversit? della vita. Questa nomea deriva dal fatto che le rare volte che il ramarro morde l'uomo, non molla la presa per nessun motivo, resistendo perfino al fuoco. Tanto che, scherzosamente, in Romagna, dicevano che "Il ramarro quando ha preso - con un morso una persona - non lascia pi? andare finch? non sente suonare le campane di Roma".
Comment