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Tesla alla resa dei conti?

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    #1

    Tesla alla resa dei conti?

    Tesla alla resa dei conti,?tecnici in fuga e una voragine nei bilanci - Auto.it

    Per Tesla ? il tempo della resa dei conti. Detto all'ottimista maniera di chi non smette di dare credito al vulcanico Elon Musk, oppure con il senso classico di quando la festa ? finita, gli azionisti pretendono risposte e lo staff tecnico di primo livello prepara la fuga. Il momento della verit? ormai ? fissato, nove mesi da ora senza deroghe: oltre le promesse non possono portare.

    L'ultima crepa alla casa di cristallo di una azienda che produce entusiasmo ? l'addio di Jon Wagner, il responsabile dello sviluppo degli accumulatori elettrici, ovvero in casa Tesla un personaggio chiave negli incroci tra prodotti in arrivo e novit? allo studio. Wagner abbandona con signorilit? nel momento peggiore, con la nuova Model 3 ferma al palo di 260 pezzi usciti dalle catene di montaggio in un mese, contro le 1.500 previste a settimana, lontani dall'obiettivo dei 20.000 veicoli ogni 30 giorni sbandierato agli azionisti come possibile entro il 2017, e ormai rimandato vagamente al 2018.

    Vetture montate a mano, un ?collo di bottiglia? nella produzione di batterie che ha portato ad un disarmante rallentamento dei processi industriali. Il caos che Elon Musk affronta ancora dall'alto di una azienda che vive di fama, giudicata visionaria e giustificabile in tutto, con le sue azioni in grado di crescere il 61% negli ultimi 12 mesi, il 900% negli ultimi cinque anni, del 1200% dal lancio nel 2010. Peccato siano i crudi conti economici a svegliare la finanza americana dal sogno d'aver trovato un nuovo Steve Jobs.

    Tecnicamente, Tesla ha venduto nel terzo trimestre di quest'anno 26.000 vetture tra Model S e Model X, dunque una crescita del 4,5% rispetto al terzo trimestre del 2016 e del 17,7% rispetto al secondo trimestre. Sarebbe tutto bello se l'azienda volesse limitarsi a raggiungere il dignitoso obiettivo 2017 di vendere e con molto profitto un totale di 100.000 auto. Finisse qui Tesla, ne parleremmo come di una caso al limite del clamoroso nell'aver coniugato con successo l'auto elettrica ad una immagine di lusso raffinato e quasi culturale, guadagnandoci anche bei soldi. Peccato per? che il sistema Tesla purtroppo vada oltre e vada peggio, nato com'? prestando il fianco alla speculazione finanziaria che ha portato le sue azioni a valere un totale attuale di ben 51,10 miliardi di euro, e distorto da una facilit? di finanziarsi, chiedendo capitali agli azionisti, che non ha precedenti nella storia finanziaria statunitense.
    Hyperloop, come funziona il sogno di Elon Musk


    Ennesimo colpo ad effetto, il 16 novembre Tesla sveler? il suo prototipo di camion elettrico, con Elon Musk intenzionato nonostante a dimostrarsi ancora capace di progettare e progredire. Gli analisti si domandano in questi giorni se per? sia mai stato in grado banalmente di contare. Come noto, Tesla ha chiuso il periodo luglio-settembre 2017 con una perdita drammatica di 619 milioni di dollari, e i fatti raccontano che l'azienda sia stata in grado di trovarsi in attivo soltanto in due trimestri sui 30 della sua vita. Dopo la tempesta, c'? il dramma.
    Negli ultimi 12 mesi l'azienda ha chiesto e ottenuto la cifra stratosferica di 3,15 miliardi di dollari come aumento di capitale da parte dei soci, ma il disordine tra investimenti e ritardi nella industrializzazione della compatta elettrica Model 3 avrebbero portato a svuotare cos? rapidamente le casse da garantire da oggi appena nove mesi di liquidit?. Tesla avrebbe bisogni di ricorrere a nuovi crediti entro la prima parte del 2018, ma non pu? perch? nessuno se la sente pi? di ignorare un dato terrificante, i 10 miliardi di dollari letteralmente bruciati dal momento della sua nascita, diventando la pi? grande compagnia quotata in borda della storia a non aver mai prodotto utili.

    E dunque l'ora dei bilanci ? arrivata, nonostante le premesse e le promesse di Elon Musk nel voler accelerare drasticamente la produzione della Model 3 per riportare in asse la compagnia. Il dramma sta nel piano industriale cos? limitato che era impossibile da non criticare, a patto di volersi solo occupare di speculazioni e non di strategia industriale. Tesla non ha mai approcciato la produzione di massa, il suo unico stabilimento di Fremont in California ha una capacit? produttiva che non potr? superare in nessun caso i 500 mila veicoli anno, guarda caso proprio l'obiettivo di vendite che lo stesso Musk aveva per la Model 3 dal prossimo anno.

    Le promesse sono conti che non possono tornare. Ancora lui ha annunciato la realizzazione di ulteriori 10 o 20 Gigafactory identiche all'impianto di Sparks in Nevada che attualmente neppure riesce a produrre in modo automatizzato le batterie per la nuova vettura. Si assembla a mano, in condizioni di lavoro tutt'altro che idilliache, mentre a Fremont 700 tra impiegati e operai sono stati licenziati senza una spiegazione, senza poter continuare a partecipare alla favola americana della genialit? che trasforma radicalmente l'industria e la societ?. Nel frattempo avanza la proposta del partito repubblicani al Congresso Usa di eliminare l'incentivo fiscale da 7.500 dollari per l'acquisto di una auto elettrica. Finora il prezzo fissato per la nuova Model 3 era rivoluzionario nello sfiorare la cifra quasi popolare di 35.000 dollari, lasciando comunque molti dubbi sul profitto che l'azienda riuscisse a ricavarne. Al momento della resa dei conti, di sicuro questo non potrebbe affatto tornare.


    in un post ci si chiede quando morir? il diesel, mi sa che l'elettrico di Musk muore prima

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    #2
    Mia sa che proprio Musk muore prima.



    Comunque non ? chiaro dove sia il baco, accennano a vetture montate a mano e a un collo di bottiglia nella produzione batterie.

    Ma tutti 'sti miliardi di finanziamento come minchia li ha impiegati sto genio?

    Coi soldi si fa tutto ma solo se si vuole...

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      #3
      Non ? che sta dietro ai progetti dei razzi vettori riutilizzabili?

      Anche perch? in effetti.... su certe cose... si fanno anche conti della serva.....

      Cmq. finch? i soci finanziano e ricapitalizzano! :1:

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        #4
        Al massimo salta , arriva un altro col grano e rileva tutto

        Non mi sembra robetta poco piazzabile quella

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          #5
          Infatti... vuoi che non arrivi qualche cinese o qualche fondo arabo a speculare?

          E Elon Musk resta con in saccoccia con qualche miliardo di dollari da investire su altro


          Che poi secondo me la gente geniale... si rompe dopo poco... quelli pensano.. mica fanno bilanci aziendali

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            #6
            Io in mente di cagate ne ho un'infinit? ma nessuno mi da miliardi per attuarle...








            ... se poi il mondo non progredisce chiedetevi perch?.

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              #7
              Prova a bussare a qualche riccone :gaen:

              Magari ti da il grano

              Con tutte le cagate che hai in testa ,cit , ti manca proprio quella pi? importante

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                #8
                Originally posted by MiKiFF View Post
                Io in mente di cagate ne ho un'infinit? ma nessuno mi da miliardi per attuarle...

                ... se poi il mondo non progredisce chiedetevi perch?.

                Per? magari tu non hai creato PAYPAL anni fa.

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                  #9
                  O space X :gaen:

                  A parte ste cagate i motivi legati al lento procedere della produzione dellle model3 ? tutto legato all automazione della produzione delle batterie

                  Inutile vi linko il pezzo tanto gli scettici restano scettici,e le cagate restano cagate

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                    #10
                    musk non ha propriamente fondato paypal
                    ? un ottimo businessman..
                    il suo miglior lavoro ? stato affittare una casa per studenti e trasformarla in un night club quando era al college..
                    comunque non ? da tutti..
                    diciamo che sarebbe come attribuire la nascita della tecnologia televisiva al berlusca.

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                      #11
                      Originally posted by arabykola View Post
                      O space X :gaen:

                      A parte ste cagate i motivi legati al lento procedere della produzione dellle model3 ? tutto legato all automazione della produzione delle batterie

                      Inutile vi linko il pezzo tanto gli scettici restano scettici,e le cagate restano cagate
                      Di certo il danno per gli acquirenti in tempi di consegne ? reale.

                      A me hanno consegnato la RS in ritardo di 3 mesi perch? ne producevano la met? del dovuto, con le dovute proporzioni molti vedranno la model 3 minimo con 1 anno di ritardo.

                      Anche perch? conoscere il problema (gi? accennato nell'articolo di apertura dunque il tuo prezioso link puoi tenertelo) non significa avere la soluzione.

                      A distanza di un annetto dagli applausi per l'idea di berlinetta elettrica per tutti direi che va cpnfermato che Musk ha di certo avuto il merito di aver mostrato quanto sia pronto il mondo alle auto elettriche e che conviene investirci subito e pesantemente.

                      Ma poi si ? rivelato essere un vero brodo nel realizzare i propri progetti come diceva il buon mano.

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                        #12
                        Sar?,ma ? comunque bello vedere gente contenta per un ritardo di produzione di una macchina

                        Fa capire molte cose

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                          #13
                          Originally posted by arabykola View Post
                          Sar?,ma ? comunque bello vedere gente contenta per un ritardo di produzione di una macchina

                          Fa capire molte cose
                          Pensa quelli che augurano la morte di cancro, a chi mangia carne.

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                            #14
                            Eh... ma quello ? niente
                            pensa chi nn conosce nemmeno l italiano

                            Tumori, il numero dei bimbi che si ammalano sale anche a causa dell’inquinamento

                            Patrizia Gentilini
                            Tumori, il numero dei bimbi che si ammalano sale anche a causa dell’inquinamento
                            Dal 30 ottobre al 5 novembre si sono svolti anche quest’anno, per la ventesima volta, i “Giorni della Ricerca” organizzati dall’Airc, volti a raccogliere fondi da destinare alla ricerca sul cancro. Grande visibilit? ? stata data su tutti i media all’iniziativa e dagli stadi alle universit?, dalle trasmissioni radiofoniche a quelle televisive, ? stata ricordata la necessit? di incrementare le donazioni e supportare i ricercatori impegnati su questo fronte.

                            Le piazze italiane, dopo essere state invase dai pi? svariati tipi di fiori e frutta offerti negli anni scorsi per stimolare le donazioni, hanno visto questa volta la comparsa dei “Cioccolatini per la Ricerca”. Nel comunicato stampa dell’Airc si fa riferimento al miglioramento della sopravvivenza a cinque anni che ? aumentata nel nostro paese, rispetto ai casi diagnosticati nel quinquennio precedente, sia per gli uomini (54% vs 51%) che per le donne (63% vs 60%) e che vede l’Italia al vertice delle statistiche europee. Nel comunicato si ricorda anche che nel 2030 il cancro sar? la principale causa di morte e saranno diagnosticati in tutto il mondo fino a 21,6 milioni di nuovi casi all’anno; traspare il concetto che tutto ci? sia attribuibile in massima parte all’invecchiamento della popolazione. Ma dovremmo forse augurarci di morire da giovani per sfuggire a questa sorte? Purtroppo no, visto che ? in aumento anche l’incidenza di cancro nell’infanzia e nell’adolescenza, problema del quale mi sono ripetutamente occupata e che rappresenta motivo di crescente preoccupazione e di inquietanti interrogativi per buona parte del mondo medico e scientifico, ma che non sembra interessare pi? di tanto il mondo accademico italiano.

                            Nel rapporto “I numeri del cancro in Italia” diffuso due mesi fa, leggiamo che nel 2017 sono stati diagnosticati nel nostro paese oltre 369.000 casi di cancro, rispetto ai 365.000 del 2016 e si attribuisce questo ulteriore incremento all’invecchiamento della popolazione, fenomeno senz’altro importante che caratterizza la nostra situazione demografica, ma nel medesimo testo, per quanto riguarda i tumori infantili, abbiamo trovato solo queste poche righe: “In et? infantile (0-14) si trova una quota molto limitata del totale dei tumori (meno dello 0,5% dei tumori). Nelle prime decadi della vita, la frequenza dei tumori ? infatti molto bassa, pari a qualche decina di casi ogni 100.000 bambini ogni anno”. E’ sconcertante che questa – apparentemente bassa – percentuale di tumori in et? infantile rispetto al totale dei tumori non venga in alcun modo commisurata alla drastica riduzione della popolazione infantile che si ? registra in Italia: nel censimento del 1971 i bambini da 0 a 14 anni rappresentavano il 25,4% della popolazione italiana mentre, ai giorni nostri rappresentano solo il 13,5%. Perch? invece di considerare la quota di tumori che si riscontra in et? infantile rispetto al totale dei casi di cancro, non ci si preoccupa piuttosto di calcolare come si ? modificata dagli anni 70 ad oggi la probabilit? dei bambini italiani di ammalarsi di tumore? Quale incidenza di cancro nelle prime et? della vita si deve attendere prima di prendere in seria considerazione il problema? Come ? possibile che sia passato sotto silenzio il recente lavoro della Iarc da cui emerge che la pi? elevata incidenza di cancro sia fra 0-14 anni che fra 15-19 si registra nel Sud Europa e che in 4 Registri italiani (Umbria, Modena, Parma e Romagna) l’incidenza supera addirittura i 200 casi fra 0-14 anni per milione di bambini/anno, rispetto ad una media globale di 140,6?

                            Eppure molto gi? si sa e – volendo – molto gi? si potrebbe fare per ridurre i rischi e migliorare la salute dei bambini e dei giovani: un articolo comparso su Pediatrics a novembre 2016 dal titolo emblematico: “Strategie ambientali ed economiche per la prevenzione primaria del cancro nelle prime fasi della vita” ha stimato che siano oltre 7.000 i casi di cancro infantile evitabili ogni anno negli Stati Uniti, riducendo le esposizioni ambientali nocive. Ridurre le esposizioni ambientali non ? una utopia, visto che, nel medesimo articolo, si porta l’esempio del Massachusetts in cui, dal 1990 al 2010, le misure ambientali adottate hanno portato ad una riduzione di oltre il 90% nelle emissioni di cancerogeni noti o sospetti quali cadmio, cromo, ftalati, etilene ossido, formaldeide, metilene, tricloroetilene, percloroetilene.

                            In Italia la situazione ambientale ? a dir poco drammatica, basti pensare ai livelli di polveri sottili presenti in queste settimane nelle nostre citt? o quanto si sta registrando in Veneto in cui si prevede l’utilizzo di plasmaferesi per abbassare i livelli di composti perfluoroalchilici (Pfoa, Pfas). Ed ? ormai noto che le sostanze estranee presenti nei nostri corpi passano dalla madre al feto, problema su cui si concentra sempre pi? l’attenzione dei professionisti che si dedicano alla salute riproduttiva. Una indagine condotta su 268 donne in stato di gravidanza negli Stati Uniti ha ricercato nelle loro urine o nel sangue la presenza di 168 diverse sostanze chimiche suddivise in 10 categorie: metalli pesanti (mercurio, piombo, cadmio), composti organici volatili, ritardanti di fiamma, policlorobifenili (PCB), idrocarburi policiclici aromatici (IPA), pesticidi organofosforici, pesticidi organoclorurati, ftalati, fenoli, composti perfluorinati, riscontrando che esse sono presenti in percentuali variabili dall’88% al 100% dei soggetti.

                            Credo che il mondo medico ed accademico nel nostro paese abbiano una responsabilit? non indifferente nel non affrontare con la necessaria decisione le questioni ambientali e che – ancora una volta – il prezzo pi? alto di questa voce troppo fievole, per non dire assente, lo paghi l’infanzia. Purtroppo non esistono vaccini contro l’inquinamento, ma vorrei che le voci che con tanta enfasi si sono ovunque levate per promuovere le pratiche vaccinali nei bambini, si levassero anche per difenderli dal cancro e dai rischi ambientali.

                            Brum brum ...

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                              #15
                              Originally posted by arabykola View Post
                              Eh... ma quello ? niente
                              pensa chi nn conosce nemmeno l italiano
                              Certo...

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