Dal sito di Quattroruote:
La KTM X-Bow - da pronunciare rigorosamente "Cross Bow" - è il risultato di un sogno che è diventato realtà grazie all'ottimo lavoro di KTM (nota Casa produttrice di moto), in collaborazione con Audi e Dallara. La Casa austriaca ha messo lo stile, quella tedesca la meccanica, mentre l'azienda italiana s'è occupata del comparto telaio-sospensioni-assetto e del set-up generale. Ne è venuto fuori un mostriciattolo che non passa certo inosservato, con un motore che pare infinito e una qualità di guida inarrivabile. Non è cosa di tutti i giorni, infatti, poter salire a bordo di un'auto con scocca di carbonio, equipaggiata con un volante estraibile e pieno di pulsanti come quello di una F.1.
Scordatevi controllo di trazione e di stabilità, e persino servosterzo, servofreno e Abs. Ciononostante, i comandi sono leggeri, fluidi, equilibrati negli sforzi richiesti per azionarli. Così, già in manovra, si ha la sensazione di guidare la X-Bow come se fosse la propria macchina da sempre. La roadster austriaca è sincera, comunicativa: a ogni minimo movimento del volante succede qualcosa, ma senza generare apprensione o paura. Quella te la fa venire il tachimetro, quando con la coda dell'occhio scopri di percorrere una curva a una velocità tale che nessun essere umano sano di mente oserebbe fare. Con la convinzione di poter andare ancora più forte, molto più forte.
E poi ci sono le sospensioni push rod, lì davanti, che lavorano ligie sotto i tuoi occhi: uno spettacolo! Alla KTM giurano che su strada la X-Bow sia ancora più appagante. Può darsi, anche se pare improbabile lanciarsi nel traffico cittadino spinti da un'accelerazione laterale di 1,5 g. Da guidare con il casco? Sì, anche se in Italia non sarà obbligatorio. Meglio, comunque, evitare di scoprire che rumore (e che dolore) fa un moscerino in faccia a 130 all'ora...
La KTM X-Bow - da pronunciare rigorosamente "Cross Bow" - è il risultato di un sogno che è diventato realtà grazie all'ottimo lavoro di KTM (nota Casa produttrice di moto), in collaborazione con Audi e Dallara. La Casa austriaca ha messo lo stile, quella tedesca la meccanica, mentre l'azienda italiana s'è occupata del comparto telaio-sospensioni-assetto e del set-up generale. Ne è venuto fuori un mostriciattolo che non passa certo inosservato, con un motore che pare infinito e una qualità di guida inarrivabile. Non è cosa di tutti i giorni, infatti, poter salire a bordo di un'auto con scocca di carbonio, equipaggiata con un volante estraibile e pieno di pulsanti come quello di una F.1.
Scordatevi controllo di trazione e di stabilità, e persino servosterzo, servofreno e Abs. Ciononostante, i comandi sono leggeri, fluidi, equilibrati negli sforzi richiesti per azionarli. Così, già in manovra, si ha la sensazione di guidare la X-Bow come se fosse la propria macchina da sempre. La roadster austriaca è sincera, comunicativa: a ogni minimo movimento del volante succede qualcosa, ma senza generare apprensione o paura. Quella te la fa venire il tachimetro, quando con la coda dell'occhio scopri di percorrere una curva a una velocità tale che nessun essere umano sano di mente oserebbe fare. Con la convinzione di poter andare ancora più forte, molto più forte.
E poi ci sono le sospensioni push rod, lì davanti, che lavorano ligie sotto i tuoi occhi: uno spettacolo! Alla KTM giurano che su strada la X-Bow sia ancora più appagante. Può darsi, anche se pare improbabile lanciarsi nel traffico cittadino spinti da un'accelerazione laterale di 1,5 g. Da guidare con il casco? Sì, anche se in Italia non sarà obbligatorio. Meglio, comunque, evitare di scoprire che rumore (e che dolore) fa un moscerino in faccia a 130 all'ora...
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