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Auto veramente funzionanti ad acqua...?

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    Auto veramente funzionanti ad acqua...?

    Forse ci libereremo della dipendenza da chi ha i combustibili fossili?

    Leggete:

    Di Guido Romeo

    Acqua e sole per alimentare auto a idrogeno come se fossero piante. L?energia pulita che oggi sembra fantascienza potrebbe arrivare sul mercato tra meno di dieci anni, ma gli inventori parlano gi? di cinque. Un salto tecnologico cos? rivoluzionario, reso possibile da una generazione di catalizzatori che oggi sta prendendo forma nei laboratori e in grado di abbattere i costi di produzione dell?idrogeno a partire dall?acqua, fino a oggi il maggiore scoglio nella diffusione su grande scala delle celle a combustibile. E? ci? che sta succedendo nei laboratori dell?Mit di Boston, negli Usa, dove Daniel Nocera , insieme a Matthew W. Kanan, ha messo a punto un catalizzatore a base di cobalto e fosfati con un elettrodo a base di indio, capace di imitare quanto avviene nelle foglie dei vegetali durante la fotosintesi.

    Immergendo l?elettrodo in un semplice bicchiere d?acqua e sottoponendolo a una corrente elettrica, i ricercatori sono infatti riusciti a separare, a temperatura ambiente, l?idrogeno e l?ossigeno che formano le molecole del liquido. Sfruttando un pannello fotovoltaico ? cos? possibile stoccare l?energia del sole nell?idrogeno da riutilizzare in celle a combustibile per alimentare auto elettriche e case anche la notte o nei giorni con scarsa illuminazione.

    ?Il processo ? altamente efficiente- spiega Nocera, che nel 2005 ? stato insignito del premio Italgas per i suoi studi sulle rinnovabili ed ? co-direttore dell?Eni Solar Frontiers Center aperto dall?azienda italiana presso il Mit.
    Se collegato a un pannello solare, tutta l?energia prodotta viene utilizzata per spezzare molecole d?acqua. Il catalizzatore, inoltre, ha dimostrato gli stessi rendimenti dei sistemi industriali senza per? il bisogno di acqua ad alta temperatura e pressione o l?impiego di additivi?.

    I ricercatori avvertono che quello che hanno mostrato ieri sulle pagine della rivista specializzata ?Science? ? un prototipo il cui design completo deve essere ancora sviluppato, ma le premesse sono molto promettenti.
    ?I costi dei materiali di base del catalizzatore sono bassi ? spiega Nocera, che spera di vedere un prodotto nel mercato gi? tra cinque anni ? e le fonti energetiche praticamente infinite. In un solo giorno i raggi solari riversano sulla Terra abbastanza energia da soddisfare i consumi di tutto il Pianeta per un anno?.

    Le ricerche di Nocera sono state finanziate dalla National Sciences Foundation e dai fondi della Fondazione Chesonis, ma il prodotto commerciale dovrebbe arrivare sul mercato grazie a una spin-off nella quale sta investendo la Polaris del venture capitalist Bob Metcalfe. Il catalizzatore ideato da Nocera promette di fornire idrogeno in abbondanza e senza emissioni di CO2, ma richiede ancora l?impiego di platino, costosissimo, nelle celle a combustibile. Una soluzione arriva per? dalla Monash University, in Australia, dove l?equipe di Bjorn Winther-Jensen ? riuscito a sostituire il platino con una pellicola dello stesso Goretex utilizzato per gli indumenti sportivi, ricoperta da un elettrodo plastico spesso appena 0,4 micron (100 volte pi? sottile di un capello).

    Una svolta che si annuncia rivoluzionaria per il settore dell?auto perch? il costo del platino per le celle a combustibile di un motore elettrico da 100 Kw in gradi di spingere un utilitaria supera, da solo, quello di un intero motore a benzina da 100 Kw. Non solo, il novo elettrodo e plastica ha dimostrato di poter funzionare senza sosta per 1500 ore senza cali di efficienza causati da un accumulo di impurit? come avviene per il platino. Quello australiano si annuncia perci? come eccellente candidato a basso costo per sostituire il platino delle celle a combustibile, trasformandole finalmente in dispositivi appetibili per un uso di massa. La macchina ad acqua e sole ancora non c??, ma il suo sviluppo ? certamente sulla buona strada.

    Tratto da: Il Sole 24 Ore del 02/08/2008

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    #2
    C'è troppo interesse (SOLDI) dietro al consumo del cmbustibile fossile...

    Non ci sperare troppo.

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