La fibra di carbonio è da sempre simbolo di leggerezza, resistenza e stile. Dai sedili ai cofani, passando per componenti invisibili ma cruciali, questo materiale è diventato una presenza fissa nei veicoli sportivi. Il Parlamento Europeo, però, ha proposto una normativa che dal 2029 vieterebbe l’utilizzo della fibra di carbonio nei Paesi dell’UE.
Secondo l’emendamento avanzato nell’ambito della revisione della direttiva “End of Life Vehicles”, il problema sarebbe legato alle microfibre di carbonio: se rilasciate nell’aria, potrebbero essere dannose al contatto con la pelle. La proposta punta quindi a inserire la fibra di carbonio nella lista di materiali pericolosi.
Per l’industria dell'auto si tratterebbe di un cambio di paradigma. I produttori europei e globali - tra cui nomi come BMW, Audi, Ferrari e Lamborghini - sono tra i principali utilizzatori di fibra di carbonio, un materiale che rappresenta circa il 20% del consumo globale nel settore automotive. BMW, per esempio, l’ha resa un elemento centrale della linea “M”, al punto che alcuni esperti ironizzano: “metà dell’utilizzo globale di fibra di carbonio viene da BMW M”.
Negli ultimi anni, la fibra di carbonio è diventata parte integrante del design anche nei modelli stradali. Questo materiale, infatti, è in grado di dare un tocco “racing” a cruscotti, sedili, specchietti, cerchi e piccole finiture.
Con la possibilità di una messa al bando entro quattro anni, i produttori dovranno accelerare la ricerca di materiali alternativi. Si parla già di compositi a base di alluminio, magnesio o fibre naturali, ma nessuno di questi è ancora in grado di offrire lo stesso equilibrio tra leggerezza, resistenza e appeal visivo del carbonio.
Nel frattempo, le aziende fornitrici e i partner dell’indotto rischiano di subire contraccolpi economici significativi. Non è escluso che alcune realtà industriali, per mantenerne l’uso, decidano di spostare parte della produzione fuori dall’UE.
Prima che il divieto diventi legge, la proposta dovrà attraversare un iter legislativo complesso ma quel che è certo, è che se il bando dovesse essere approvato, il mondo delle auto sportive dovrà reinventarsi profondamente.
Fonte pag. FB automoto.it
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Secondo l’emendamento avanzato nell’ambito della revisione della direttiva “End of Life Vehicles”, il problema sarebbe legato alle microfibre di carbonio: se rilasciate nell’aria, potrebbero essere dannose al contatto con la pelle. La proposta punta quindi a inserire la fibra di carbonio nella lista di materiali pericolosi.
Per l’industria dell'auto si tratterebbe di un cambio di paradigma. I produttori europei e globali - tra cui nomi come BMW, Audi, Ferrari e Lamborghini - sono tra i principali utilizzatori di fibra di carbonio, un materiale che rappresenta circa il 20% del consumo globale nel settore automotive. BMW, per esempio, l’ha resa un elemento centrale della linea “M”, al punto che alcuni esperti ironizzano: “metà dell’utilizzo globale di fibra di carbonio viene da BMW M”.
Negli ultimi anni, la fibra di carbonio è diventata parte integrante del design anche nei modelli stradali. Questo materiale, infatti, è in grado di dare un tocco “racing” a cruscotti, sedili, specchietti, cerchi e piccole finiture.
Con la possibilità di una messa al bando entro quattro anni, i produttori dovranno accelerare la ricerca di materiali alternativi. Si parla già di compositi a base di alluminio, magnesio o fibre naturali, ma nessuno di questi è ancora in grado di offrire lo stesso equilibrio tra leggerezza, resistenza e appeal visivo del carbonio.
Nel frattempo, le aziende fornitrici e i partner dell’indotto rischiano di subire contraccolpi economici significativi. Non è escluso che alcune realtà industriali, per mantenerne l’uso, decidano di spostare parte della produzione fuori dall’UE.
Prima che il divieto diventi legge, la proposta dovrà attraversare un iter legislativo complesso ma quel che è certo, è che se il bando dovesse essere approvato, il mondo delle auto sportive dovrà reinventarsi profondamente.
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