
“Adrian Newey, il Leonardo Da Vinci dei progettisti, ha ufficialmente debuttato nel suo nuovo ruolo al vertice di Aston Martin. Il brand che rimanda al mito di James Bond fin qui non ha toccato palla, sotto il tendone del Circo a quattro ruote. Zero vittorie e dubito sia tutta colpa del figlio di papà, all’anagrafe noto come Lance Stroll. Del resto pur un mostro sacro come Fernando Alonso è a sua volta a digiuno di successi dal 2013.
Serve altro? Ah, sì: ovviamente è strapagato come una Star e chi ha investito sul suo genio mai si è pentito. Mica per niente ci provarono ad ingaggiarlo per la Rossa. L’ultimo tentativo l’ha fatto John Elkann, un anno fa. Niente da fare. Forse il coinvolgimento processuale nella tragedia di Senna ha avuto un ruolo, trattandosi di bruttissima memoria. […] Può anche essere, aggiungo io, che a Maranello abbiano ragionato sul fatto che dal 2026 la F1 dovrebbe essere più motore e meno aerodinamica (ma questo è da vedere, eh). Di sicuro, Aston avrà Newey e l’esclusiva della power unit Honda e magari pure Verstappen.
E Cardile: papà Stroll gli ha moltiplicato lo stipendio pur di farne il più stretto collaboratore del magico Newey. Che lunedì in fabbrica non l’ha trovato. Perché la Ferrari, esercitando legittimamente la clausola di divieto di concorrenza, fino all’estate non è disposta a liberare il transfuga. Talvolta nemici non si nasce, ma si diventa. Resta da capire chi avrà ragione e chi torto, nelle scelte fatte e non fatte. La Ferrari? La Aston Martin? Oppure, più prosaicamente, la McLaren? Di questo, se ne riparla nel 2027”.
- Leo Turrini
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