Ben 23 procure italiane sono coinvolte in un?inchiesta che mira a scovare chi sta gestendo il sistema del riciclaggio di denaro in Formula Uno, il campionato automobilistico pi? costoso e prestigioso al mondo. Tutto ? partito con la caccia dei primi 80 milioni di euro di fondi neri scoperti dalla procura di Monza, citt? per altro sede del GP d?Italia.
I finanzieri di Monza hanno negli ultimi mesi interrogato diverse persone e acquisito preziosi documenti di due societ? inglesi, Ara Service e Ad Evolution, che erano coinvolte in un giro di sponsorizzazioni gonfiate per i piloti che corrono in Formula 1. Dopo queste rivelazioni, l?indagine si ? allargata a livello internazionale. Faticosamente, perch? i tempi burocratici sono lunghi e c?? una grande resistenza alla collaborazione con i tribunali.
Tramite alcune rogatorie, gli inquirenti hanno tracciato un traffico di denaro che passa tra Gran Bretagna, Svizzera, Montecarlo e Dubai. Inseguendo il flusso di denaro gli investigatori hanno visto che il sistema ?gonfiato? ? diffuso capillarmente, al punto di arrivare all?ipotesi che tutto fosse gestito addirittura dalla Formula 1 stessa, attraverso gli uffici della Formula One Management (altres? conosciuta come FOM).
Seguendo alcune transazioni ?di peso? i finanzieri hanno individuato tra i principali movimentatori di conti alcune persone vicine a Bernie Ecclestone, fino al 2016 il padrone del Circus. Anche Ecclestone ? stato interrogato, ma il britannico ha respinto ogni accusa: gli sono stati contestati questi conti e il rapporto con la Sias, la societ? che gestisce l?autodromo di Monza.
Gli inquirenti si sono imbattuti, tra l?altro, in enormi fatture emesse a investitori internazionali, due in particolare: la Red Bull e la Puma. Poi altre di minore entit?, ma tutto si prestava a essere gonfiato. A tal proposito ? stato interrogato anche il figlio del presidente della Federazione Internazionale dell?Automobile, Nicholas Todt, che ha seguito la carriera di Felipe Massa e del compianto Jules Bianchi. In particolare questi due piloti portavano sul casco alcuni marchi le cui fatture erano sospettosamente troppo alte rispetto al valore di mercato del posizionamento della sponsorizzazione (per intenderci, un logo sul casco vale molto meno rispetto a uno sul musetto di una F1)
Gli investigatori di Monza hanno ricominciato da qualche settimana a tracciare il giro di altro denaro. Venerd? 20 aprile si sono presentati nel paddock dell?autodromo di Monza in occasione della ?Blancpain GT Series Endurance Cup? per interrogare una manciata di piloti e di manager alla ricerca delle nuove strutture, attivate dopo Ara Service e Ad Evolution si sono defilate. Pare che tutto sia tornato come prima, solo con altri prestanome.
Fonte it.sports.yahoo.com
Comment