Essendo umbro ed avendo la maggior parte dei parenti a Terni,? stato impossibile non sentire il nome di un certo Libero Liberati.
Purtroppo oggi pochi sanno veramente chi era Libero,la maggior parte di loro credano sia un calciatore,dato che lo stadio di terni porti il suo nome,ma invece no…
La passione per le moto di liberati nasce nel 1937 all’et? di 11 anni.
Lui libero,appena bambino passa pomeriggi interi a guardarle davanti alla vetrina del negozio del signor Giulio allegretti,sognando ad occhi aperti,finche un giorno in quel negozio inizia a lavorarci.
La prima volta che libero sale su una moto ha 15 anni ? pu? contare sui consigli dello stesso allegretti e di Gildo gatti.
L’esordio nell’agonismo potrebbe arrivare con la gara”ponte san giovanni-perugia”,alla quale vorrebbe tanto partecipare,quindi prende una vecchia norton 500 cerca di sistemarla,ma quando ? il suo turno di partenza affonda un fendente su una gomma,che irrimediabilmente si sgonfia.
La delusione per? non scoraggia libero e la sua voglia di correre cresce sempre di pi?.
Poi, Gildo gatti gli affida una guzzi condor 500 ricevuta in prestito,per correre la “fontiveggie-perugia”gara che liberati vince stabilendo il miglior tempo. Dopo una serie di vittorie in piccole gare, i successi pi? importanti arrivano a Spoleto e nel “circuito delle ferrire”che , all’epoca fu il primo circuito cittadino di terni.
Le giornate di liberati non sono certo giornate qualunque,oltre a vincere le gare a cui partecipa deve combinare infatti la passione per le corse con il lavoro in acciaieria.
A terni,comunque libero deve tutto,perch? ? proprio dopo la vittoria della seconda edizione del “circuito delle ferriere” e dopo altri successi a chieti e frosinone,che nel 1947,riceve in dono una guzzi dondolino,un regalo dei suoi compagni di lavoro e di tanti concittadini,consapevoli del grande talento di liberati.
Nel 1948 vede l’esordio assoluto del “circuito dell’acciaio”,gara motociclistica che richiama in citt? tanto campioni che correvano lungo l’anello che circondava terni per circa 10 km,considerato da subito uno fra i circuiti pi? impegnativi tra quelli italiani.
La prima edizione e gran parte delle successive vedono come vincitore il “ternano volante”,come iniziano a chiamarlo i suoi tifosi.
Nel 1949,un ulteriore salto di qualit? alla guzzi dondolino,liberati sostituisce la gilera saturno,con la quale vince una serie di vittorie al campionato italiano e il suo nome inizia a farsi conoscere anche nel motociclismo internazionale.
Anche la casa produttrice della moto con cui il campione compie le sue imprese,la Gilera,inizia a notarlo e si interessa a lui colpita dal suo talento,dalla sua audacia e anche dalla sua immagine che ? riuscito a costruirsi.
Ecco che sar? la gilera a proporgli di testare la sua 4 cilindri in pista a monza.per liberati ? una gioia immensa,da quando passava i pomeriggi davanti alla vetrina a sognare di guidare quelle moto sono ormai passati 13 anni e lui ora ha un contratto in tasca.
Con la casa milanese corre per 6 anni nei campionati minori fino a farlo approdare al mondiale,dove andr? ad affiancare Geoffrey Duke,”il duca di ferro”.
Al circuito di ospedaletti i due danno vita a uno spettacolo pieno di sorpassi,velocit? e bravura,ma duke cade e liberati vince.
Ed ? cosi che inizia una grande rivalit? agonistica,i due si ritroveranno a monza,per dare ancora spettacolo nel “gran premio delle nazioni”del 1956,scenario di una sfida rimasta negli annali.
Dopo aver vinto la gara delle 350,liberato si prepara per correre la gara delle 500 e gi? sente il profumo della competizione.
Liberati scatta subito in avanti,rimanendoci per tutta la durata della gara con alle spalle il suo compagno di squadra,ma al termine del penultimo giro dal box gli dicono di far passare davanti duke e il pilota ternano sottost? all’ordine.
Risultato finale duke primo,secondo liberati. Ma per l’Italia liberati era arrivato primo ed era lui il vero vincitore ed ? per questo che gli viene attribuito il titolo di “cavaliere d’acciaio”,proprio per sottolineare la sua provenienza da terni e la sua rivalit? con il “Duca”.
L’anno successivo,il 1957,? l’anno della consacrazione a campione mondiale assoluto di motociclismo della classe 500cc.
Liberati vince le gare di hockenheim nel gp di germania sia in 350 che in 500 compiendo un’altra impresa storica.
Sotto una pioggia violenta infatti,libero cade a bordo della 350 a pochi chilometri dal traguardo e si fa male ad una caviglia,ma riuscir? a rialzarsi e a concludere la gara al primo posto.
A quel punto si teme che libero non ce la facci a correre la 500 subito dopo,ma il campione ternano stupisce tutti ancora una volta e si presenta alla gara della 500 con una fasciatura rigida alla caviglia.
Prende il via,nonostante le preoccupazioni dei medici e stringendo i denti dal dolore,vince contro ogni previsione. Liberati infiamma la folla,che lo acclama come il campione dei campioni.
Il resto del campionato ? un susseguirsi di successi:tra la 350 e la 500 liberati vince ad assen,franco champs,monza,Belfast,Siracusa,imola,Ravenna e Buenos aires,collezionando nel frattempo anche una valanga di podi oltre che di vittorie.
Sempre nel 1957,l’unione stampa sportiva italiana dichiara ,e gli conferisce il premio come “migliore atleta”. ma iniziano anche i primi problemi,infatti ? l’anno in cui scatta il “patto di astensione”firmato da gilera,moto guzzi e mondial.
Le tre case escono dal campionato e Libero si trova senza scuderia. Al campione del mondo vengono avanzate molte offerte tra cui quella delle MV,ma il pilota declina ogni proposta dichiarando che vuole restare fedele alla gilera,la moto che gli ha fatto vincere il mondiale.
Come sempre liberati non si scoraggia e allestisce una sua scuderia privata con una moto prodotta da lui,ma il divari tecnico ed economico con i mezzi da gara e le disponibilit? delle altre scuderie si fa sentire.
Dopo una piccola parentesi con la Moto Morini nella classe 250 nel 1959,liberati decide di continuare con la sua gilera saturno,che la sua bravura di meccanico oltre che di pilota e l’aiuto del suo inseparabile meccanico di Spoleto,Pirro loreti,porta a buoni livelli di competitivit?.
Gli anni dal ’59 al ’61 sono pieno di delusioni per il campione,che riesce a conquistare solo qualche podio nel campionato italiano.
Liberati tiene duro,perch? spera ancora nel rientro alle competizioni della gilera.
Nel 1962 ,finalmente la sua scuderia rientra nel mondiale.
Sono ormai passati cinque anni dall’uscita dalle gare della casa milanese,ma liberati nel frattempo si ? tenuto in allenamento per farsi trovate pronto al grande ritorno. Il 5 marzo del 1962 per? proprio durante un allenamento sulla statale valnerina,in sella alla sua saturno il campione incrocia il destino,la strada bagnata questa volta lo tradisce e lo fa scivolare all’altezza della curva cervara (ora chiamata “la curva di liberati” dai motociclisti) e sbatte contro la parete rocciosa.
Inutili i tentativi di salvargli la vita.
Si conclude cosi la gloriosa storia del “ternano volante”,”del nostro cavaliere d’acciaio”.
“tu,l’ardito cavaliere del nostro tempo-queste le parole dell’allora sindaco di terni in occasione dei funerali,a cui prese parte l’intera citt?,commossa per la perdita del suo eroe- ci indichi una meta lontana:l’approdo glorioso di una vita fortemente e seriamente impegnata…”
la canzone che gli "altoforno"un gruppo ternano che ha dedicato a lui! YouTube - Liberati - ALTOFORNO
Purtroppo oggi pochi sanno veramente chi era Libero,la maggior parte di loro credano sia un calciatore,dato che lo stadio di terni porti il suo nome,ma invece no…
La passione per le moto di liberati nasce nel 1937 all’et? di 11 anni.
Lui libero,appena bambino passa pomeriggi interi a guardarle davanti alla vetrina del negozio del signor Giulio allegretti,sognando ad occhi aperti,finche un giorno in quel negozio inizia a lavorarci.
La prima volta che libero sale su una moto ha 15 anni ? pu? contare sui consigli dello stesso allegretti e di Gildo gatti.
L’esordio nell’agonismo potrebbe arrivare con la gara”ponte san giovanni-perugia”,alla quale vorrebbe tanto partecipare,quindi prende una vecchia norton 500 cerca di sistemarla,ma quando ? il suo turno di partenza affonda un fendente su una gomma,che irrimediabilmente si sgonfia.
La delusione per? non scoraggia libero e la sua voglia di correre cresce sempre di pi?.
Poi, Gildo gatti gli affida una guzzi condor 500 ricevuta in prestito,per correre la “fontiveggie-perugia”gara che liberati vince stabilendo il miglior tempo. Dopo una serie di vittorie in piccole gare, i successi pi? importanti arrivano a Spoleto e nel “circuito delle ferrire”che , all’epoca fu il primo circuito cittadino di terni.
Le giornate di liberati non sono certo giornate qualunque,oltre a vincere le gare a cui partecipa deve combinare infatti la passione per le corse con il lavoro in acciaieria.
A terni,comunque libero deve tutto,perch? ? proprio dopo la vittoria della seconda edizione del “circuito delle ferriere” e dopo altri successi a chieti e frosinone,che nel 1947,riceve in dono una guzzi dondolino,un regalo dei suoi compagni di lavoro e di tanti concittadini,consapevoli del grande talento di liberati.
Nel 1948 vede l’esordio assoluto del “circuito dell’acciaio”,gara motociclistica che richiama in citt? tanto campioni che correvano lungo l’anello che circondava terni per circa 10 km,considerato da subito uno fra i circuiti pi? impegnativi tra quelli italiani.
La prima edizione e gran parte delle successive vedono come vincitore il “ternano volante”,come iniziano a chiamarlo i suoi tifosi.
Nel 1949,un ulteriore salto di qualit? alla guzzi dondolino,liberati sostituisce la gilera saturno,con la quale vince una serie di vittorie al campionato italiano e il suo nome inizia a farsi conoscere anche nel motociclismo internazionale.
Anche la casa produttrice della moto con cui il campione compie le sue imprese,la Gilera,inizia a notarlo e si interessa a lui colpita dal suo talento,dalla sua audacia e anche dalla sua immagine che ? riuscito a costruirsi.
Ecco che sar? la gilera a proporgli di testare la sua 4 cilindri in pista a monza.per liberati ? una gioia immensa,da quando passava i pomeriggi davanti alla vetrina a sognare di guidare quelle moto sono ormai passati 13 anni e lui ora ha un contratto in tasca.
Con la casa milanese corre per 6 anni nei campionati minori fino a farlo approdare al mondiale,dove andr? ad affiancare Geoffrey Duke,”il duca di ferro”.
Al circuito di ospedaletti i due danno vita a uno spettacolo pieno di sorpassi,velocit? e bravura,ma duke cade e liberati vince.
Ed ? cosi che inizia una grande rivalit? agonistica,i due si ritroveranno a monza,per dare ancora spettacolo nel “gran premio delle nazioni”del 1956,scenario di una sfida rimasta negli annali.
Dopo aver vinto la gara delle 350,liberato si prepara per correre la gara delle 500 e gi? sente il profumo della competizione.
Liberati scatta subito in avanti,rimanendoci per tutta la durata della gara con alle spalle il suo compagno di squadra,ma al termine del penultimo giro dal box gli dicono di far passare davanti duke e il pilota ternano sottost? all’ordine.
Risultato finale duke primo,secondo liberati. Ma per l’Italia liberati era arrivato primo ed era lui il vero vincitore ed ? per questo che gli viene attribuito il titolo di “cavaliere d’acciaio”,proprio per sottolineare la sua provenienza da terni e la sua rivalit? con il “Duca”.
L’anno successivo,il 1957,? l’anno della consacrazione a campione mondiale assoluto di motociclismo della classe 500cc.
Liberati vince le gare di hockenheim nel gp di germania sia in 350 che in 500 compiendo un’altra impresa storica.
Sotto una pioggia violenta infatti,libero cade a bordo della 350 a pochi chilometri dal traguardo e si fa male ad una caviglia,ma riuscir? a rialzarsi e a concludere la gara al primo posto.
A quel punto si teme che libero non ce la facci a correre la 500 subito dopo,ma il campione ternano stupisce tutti ancora una volta e si presenta alla gara della 500 con una fasciatura rigida alla caviglia.
Prende il via,nonostante le preoccupazioni dei medici e stringendo i denti dal dolore,vince contro ogni previsione. Liberati infiamma la folla,che lo acclama come il campione dei campioni.
Il resto del campionato ? un susseguirsi di successi:tra la 350 e la 500 liberati vince ad assen,franco champs,monza,Belfast,Siracusa,imola,Ravenna e Buenos aires,collezionando nel frattempo anche una valanga di podi oltre che di vittorie.
Sempre nel 1957,l’unione stampa sportiva italiana dichiara ,e gli conferisce il premio come “migliore atleta”. ma iniziano anche i primi problemi,infatti ? l’anno in cui scatta il “patto di astensione”firmato da gilera,moto guzzi e mondial.
Le tre case escono dal campionato e Libero si trova senza scuderia. Al campione del mondo vengono avanzate molte offerte tra cui quella delle MV,ma il pilota declina ogni proposta dichiarando che vuole restare fedele alla gilera,la moto che gli ha fatto vincere il mondiale.
Come sempre liberati non si scoraggia e allestisce una sua scuderia privata con una moto prodotta da lui,ma il divari tecnico ed economico con i mezzi da gara e le disponibilit? delle altre scuderie si fa sentire.
Dopo una piccola parentesi con la Moto Morini nella classe 250 nel 1959,liberati decide di continuare con la sua gilera saturno,che la sua bravura di meccanico oltre che di pilota e l’aiuto del suo inseparabile meccanico di Spoleto,Pirro loreti,porta a buoni livelli di competitivit?.
Gli anni dal ’59 al ’61 sono pieno di delusioni per il campione,che riesce a conquistare solo qualche podio nel campionato italiano.
Liberati tiene duro,perch? spera ancora nel rientro alle competizioni della gilera.
Nel 1962 ,finalmente la sua scuderia rientra nel mondiale.
Sono ormai passati cinque anni dall’uscita dalle gare della casa milanese,ma liberati nel frattempo si ? tenuto in allenamento per farsi trovate pronto al grande ritorno. Il 5 marzo del 1962 per? proprio durante un allenamento sulla statale valnerina,in sella alla sua saturno il campione incrocia il destino,la strada bagnata questa volta lo tradisce e lo fa scivolare all’altezza della curva cervara (ora chiamata “la curva di liberati” dai motociclisti) e sbatte contro la parete rocciosa.
Inutili i tentativi di salvargli la vita.
Si conclude cosi la gloriosa storia del “ternano volante”,”del nostro cavaliere d’acciaio”.
“tu,l’ardito cavaliere del nostro tempo-queste le parole dell’allora sindaco di terni in occasione dei funerali,a cui prese parte l’intera citt?,commossa per la perdita del suo eroe- ci indichi una meta lontana:l’approdo glorioso di una vita fortemente e seriamente impegnata…”
la canzone che gli "altoforno"un gruppo ternano che ha dedicato a lui! YouTube - Liberati - ALTOFORNO
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