Faccio seguito all?invito portatomi da Kaciaro in altro post inaugurandone uno sul grande Tetsuya Harada.
Tetsuya Harada nasce a Chiba, vicino a Tokio, il 14/06/1970.
I primi risultati agonistici di rilievo arrivano nel 1988 con la vittoria del Campionato giapponese Junior classe 125 cc.
Due anni pi? tardi su Yamaha 250 termina secondo nell?All Japan Championship, vera fucina di campioni che nel corso del decennio si sarebbero progressivamente affacciati sulla scena mondiale. Sempre nel ?90 il debutto nel Motomondiale, ovviamente in veste di wild card a Suzuka, dove conclude settimo al termine di una gara regolare: alla perniciosa foga, tipica dei colleghi compatrioti chiamati saltuariamente a farsi vedere da una platea mondiale (foga sovente destinata a tradursi in rovinose piroette, vedi ad es. Abe nel ?94 in 500..), privilegia una condotta di gara ragionata e concreta. E? gi? l?Harada che impareremo ad apprezzare.
Nel ?91 bissa il posto d?onore nel campionato casalingo, mentre a Suzuka in veste di wild card mondiale ? stavolta sesto (battuto in volata dagli hondisti Taguchi e, ben pi? noto, Nobuatsu Aoki).
Nel ?92 finalmente centra il titolo nazionale, vero e prorio ?passaporto? per il mondiale cui i vertici Yamaha l?hanno destinato, nell?ambizioso disegno di riportare ai vertici della quarto di litro la Casa dei tre diapason (Tetsuya ? oramai in tutto e per tutto un uomo-azienda, nella migliore tradizione nipponica, quella degli Shimizu e degli Okada, tanto per intenderci).
1993
Ed ? cos? che il timidissimo Tetsuya, appena ventireenne, viene ?sradicato? dal familiare ambiente di casa e destinato al Team Telkor capitanato da Alessandro Valesi ? struttura scelta dalla casa madre (che l?assister? ufficialmente) per la gestione delle sue moto nel mondiale 250 ?93; suo compagno di squadra ? Pierfrancesco Chili, reduce da una splendida stagione sull?Aprilia 250 ufficiale gestita dallo stesso Team e con malcelate ambizioni di vittoria finale del titolo.
Il resto ? storia: sin dai test invernali Harada (che ? fisicamente molto minuto e si trova assai meglio di Chili in sella al mezzo da lui peraltro sviluppato) surclassa nei tempi il povero Frankie ? destinato ad una delle stagioni pi? grige della sua carriera.
Contro ogni previsione, Harada si rivela sin dall?inizio tremendamente veloce ed efficace anche su piste a lui del tutto sconosciute: l?esordio col botto in Australia ad Eastern Creek (vittoria in volata davanti a Kocinski su Suzuki, dopo un emozionante testa a testa con l?americano) lascia tutti di stucco, specie i Soloni che avevano bollato come meramente sensazionalistici i risultati dei test invernali svolti dal giapponese, convinti che alla prima vera gara sarebbe stato incapace di tenere il ritmo dei favoriti e pi? quotati protagonisti ?annunciati? della stagione (i quali invece, da Capirossi a Romboni, da Biaggi a Reggiani allo stesso Chili, rimediano distacchi imbarazzanti o cadono).
In Malesia secondo GP e secondo posto sul podio dietro l?altro giapponese arrembante della stagione (quel Nobuatsu Aoki, veloce ma assai meno concreto di Harada, con il quale sino all?anno prima ha lottato in patria), nella gara caratterizzata dalle polemiche per la tardiva penalizzazione inflitta a Capirossi causa partenza anticipata (che costa subito il terzo posto, ed in prospettiva il titolo, a Loris).
A Suzuka nel terzo GP della stagione Harada lotta per tutta la gara con gli hondisti Okada e Capirossi (generosissimo), con quest?ultimo che cade a poche curve dal termine - quando era in testa - lasciando via libera al trionfo di Tetsuya ed infortunandosi abbastanza seriamente ad una mano (rimastagli sotto la moto).
All?esordio europeo sulla pista di Jerez, Tetsuya domina letteralmente prove e gara, ma il trionfo ? amaro: il giorno prima a causa di un incredibile incidente nella corsia box ha infatti perso la vita Noboyuki Wakai, pilota Suzuki 250 e amico d?infanzia di Harada. Le immagini di quest?ultimo sul gradino pi? alto del podio, distrutto dal dolore, restano tra le pi? toccanti del motociclismo degli ultimi 15 anni.
I primi quattro GP testimoniano di un pilota velocissimo, solido e costantemente ai vertici, preciso nella messa a punto, abile nello sfruttare l?ottima ciclistica della Yamaha, professionale e taciturno bench? molto educato, lontano anni luce dallo stereotipo allora diffuso dei giapponesi ?cascatori? e inconcludenti.
E? nata una stella, insomma.
In Austria, all?esordio sulle piste veloci (il terribile Salzburgring, nel ?93 ancora incredibilmente in calendario), iniziano le prime difficolt? per Tetsuya e per la sua non celerissima Tzm; tuttavia con grande lucidit? e mestiere il giapponese contiene i danni chiudendo sesto; altrattanto dicasi ad Hockenheim il mese successivo, dove finisce nella stessa posizione.
Ad Assen, pista pressocch? infernale per un esordiente, Harada coglie uno splendido secondo dietro all?ispirato Capirossi e davanti a Kocinski: l?americano viene ?fulminato? con un sorpasso da manuale all?ultimo giro e, dopo il traguardo, sfoga tutta la sua rabbia ferina dando gas in folle sino a far sbiellare il motore della propria Suzuki!!! (viene licenziato in tronco).
A Barcellona la prima battuta a vuoto, causa rottura del motore.
Al Mugello in una torrida giornata (chi scrive se lo ricorda bene perch? c?era) Harada fa terzo dietro Capirossi che a propria volta ?incula? il povero Reggiani in volata sul traguardo (dovete perdonare il termine, ma ? esattamente lo stesso usato nell?occasione da Loris ? con grandi levate di scudi da parte di Cereghini.. qualcuno si ricorda?).
A Donington il primo vero errore della stagione: cade al primo giro, viene investito e si frattura una scapola.
Tuttavia venti giorni dopo a Brno ? gi? in condizioni fisiche sufficenti a permettergli d?agguantare un importante sesto posto.
A Misano il 5 settembre, nel giorno dell?incidente di Rainey, Harada si gioca la vittoria con Ruggia per buona parte del GP, salvo cadere improvvisamente a causa di un crampo (e conseguente momentanea perdita di sensibilit? e di concentrazione) alla spalla infortunata; potrebbe ripartire ma i commissari di pista inspiegabilmente glielo impediscono, prendendo in consegna la moto e portandola via davanti ad un allibito Tetsuya? (all?episodio seguirono roventi polemiche, non sono pochi a pensare che quei commissari fossero tifosi di Loris!).
Gi?, Loris.
Capirossi nella fase mediana del campionato ha compiuto un prodigioso recupero in classifica su Harada e i due si trovano a questo punto praticamente appaiati (il destino mette qui per la prima volta di fronte Capirex ed Harada, un dualismo che raggiunger? pi? avanti negli anni ? come vedremo ? vette drammatiche), ed il finale di stagione ? di quelli memorabili.
A Laguna Seca Harada segna il passo e si vede per la prima volta superato in classifica dal rivale italiano su Honda.
Il sogno sembra svanire ma a Jarama, sede del Gran Premio F.I.M. ed ultimo appuntamento della stagione, Harada con una gara lucidissima mantiene la calma, contiene la sfuriata iniziale di Capirossi (autore della pole) e quando Loris va in crisi di gomme lo supera senza piet?, andando a vincere in scioltezza: il resto lo fanno i tre piloti (Reggiani, Biaggi e Puig) che si frappongono al traguardo tra i due rivali.
Harada ? cos? Campione del Mondo classe 250 1993, al primo tentativo, con un margine di soli 4 punti su Loris Capirossi (197 a 193): nessuno ci avrebbe scommesso una lira, prima dell?inizio di stagione.
Sembra l?inaugurazione di una lunga serie iridata ed invece, come talvolta accade agli esordienti prodigio, il prosieguo di carriera non riserver? pi? soddisfazioni altrettanto grandi.
1994
L?inatteso fallimento del Team Telkor fa dirottare Harada nel Team Yamaha Motor France, tra problemi organizzativi e gestionali di non poco conto; inoltre la Tzm 250 evoluzione del modello campione del mondo non brilla per particolare competitivit?.
Il cambio porta poca fortuna al giapponese, che nei test invernali si infortuna seriamente ed ? costretto a saltare i primi due GP stagionali in Australia e Malesia. L?inizio ad handicap fa subito intuire come la stagione ben difficilmente riserver? le soddisfazioni dell?esordio; in effetti il bilancio a fine anno ? decisamente deficitario, la classe del pilota emerge solo a sprazzi con solamente tre podi (Mugello, Laguna Seca e Baires) ed un settimo posto finale in classifica per una stagione priva di acuti, ed anzi obiettivamente anonima.
1995
Il 1995 dovrebbe rappresentare, nei programmi della Yamaha e di Harada, l?anno del riscatto, quello del ritorno ai trionfi nella classe 250 dopo un ?94 tutto da dimenticare.
La casa dei tre diapason non lascia nulla al caso, la moto ? affidata alla squadra di Rainey e seguita da tecnici esperti e motivati; la Marlboro garantisce inoltre un?adeguata copertura economica.
Purtroppo per il giapponese, in quegli anni c?? ben poco da fare contro l?imbattibile coppia Biaggi ? Aprilia ufficiale.
Di quanto precede non ci si rende subito conto: il secondo posto all?esordio in Australia (dietro la sorpresa Waldmann, che lo batte in volata), il posto d?onore parimenti ottenuto in Malesia (dietro al romano), il quarto sotto il diluvio di Suzuka (ove invece Max naufraga tra mille problemi elettrici alla moto), e finalmente il ritorno alla vittoria nell?amata Jerez illudono Tetsuya circa la concreta possibilit? di bissare l?iride ottenuto due anni prima.
In Germania si assiste per? al prepotente rientro del Corsaro Nero, che vince relegando Tetsuya al secondo posto, ripetendosi poi al Mugello (con Harada nuovamente al posto d?onore) e ad Assen, dove il nipponico perde contatto in classifica col rivale causa una caduta - durante le prove del venerd? - che gli impedisce di disputare la gara olandese.
A Le Mans Tetsuya ? quinto al termine di una gara piuttosto anonima; torna combattivo a Brno, dove per? ? nuovamente costretto a cedere di misura all?onnipresente Biaggi ? sempre pi? al comando della classifica.
A Donington Harada deve nuovamente inchinarsi a Biaggi che vince nonostante un infortunio patito durante le prove: il contraccolpo psicologico per Tetsuya ? pilota pi? sensibile di quanto la sua proverbiale riservatezza desse a vedere ? ? di quelli che lasciano il segno.
In Brasile Tetsuya non va oltre un opaco quinto posto e Biaggi si laurea campione con due gare d?anticipo.
Manlevato dall?obbligo di giocarsi un titolo ormai perso, Harada tenta comunque di concludere la stagione da vicecampione, con due risultati di prestigio; purtroppo l?orgoglio da solo non basta ed il giapponese si arrende al neo iridato, di misura in Argentina, con maggior distacco a Barcellona (allora una delle piste preferite di Max).
Il bilancio della stagione ?95 non ? tuttavia negativo: l?iride ? sfuggito (peraltro contro un avversario bravo e grintoso, ma altres? dotato di una moto quasi perfetta come l?Aprilia 250), d?altro canto si sono pienamente ritrovate competitivit? e voglia di confronto con gli avversari.
1996
Per il 1996 squadra (quasi) vincente non si cambia, ed Harada ? di nuovo al via del mondiale nelle file del Team Rainey con la nuova versione della Tzm, caratterizzata da un enorme, sproporzionato quanto bruttissimo codone ?areodinamico? che fa esclamare al titolare della squadra: ?sembra disegnato da Ray Charles??
La stagione parte bene: al primo GP in Malesia (allora si correva a Shah Alam) ? subito secondo dietro Biaggi, rallentato da problemi di carburazione agli alti regimi; la settimana successiva in Indonesia coglie una splendida vittoria che fa ben sperare in vista del prosieguo.
Invece a Suzuka, al furibondo inseguimento di Biaggi, cade rovinosamente al 4? giro nel tratto velocissimo dopo la curva del ?cucchiaio?, rimediando una microfattura alla mano destra.
A Jerez torna sul podio, secondo ma staccatissimo dal romano, mentre al Mugello problemi di gomme e di motore non gli permettono di far meglio di sesto.
A Le Mans giunge terzo ed inizia a capire che per il titolo sar? dura.
Purtroppo, nonostante i buoni propositi invernali e l?impegno profuso dal team, la Tzm ? ? pure quest?anno ? troppo inferiore all?Aprilia ufficiale del Corsaro Nero; Tetsuya tenta in questa fase di sopperire con la sua classe ed una determinazione ferrea, che tuttavia non possono produrre miracoli.
Ad Assen il baratro: nel tentativo di colmare il gap col materiale a disposizione, la squadra perde il bandolo della matassa ed Harada ? relagato da problemi di sospensioni al decimo posto.
Il resto della stagione ? un calvario: tra problemi tecnici (a Donington grippa nel giro di allineamento!), incomprensioni con la squadra e ritiri vari, una serie di ?zeri? interrotta solamente dal misero nono posto di Brno..
E? in questa seconda parte di stagione che Harada ? ormai completamente demotivato ed in rotta con la squadra ? viene avvicinato dall?Aprilia (a propria volta coinvolta in un?interminabile telenovela per il rinnovo contrattuale di Biaggi) in vista della stagione successiva.
A fine anno Harada ? solo ottavo in classifica, ma ha in tasca il contratto che lo lega alla Casa veneta per l?anno successivo, dopo il burrascoso divorzio da Biaggi.
E? la prima volta che un top rider nipponico, in questa classe, lascia la Casa che lo ha fatto crescere e debuttare nel mondiale, per un?Azienda estera.
segue...
Tetsuya Harada nasce a Chiba, vicino a Tokio, il 14/06/1970.
I primi risultati agonistici di rilievo arrivano nel 1988 con la vittoria del Campionato giapponese Junior classe 125 cc.
Due anni pi? tardi su Yamaha 250 termina secondo nell?All Japan Championship, vera fucina di campioni che nel corso del decennio si sarebbero progressivamente affacciati sulla scena mondiale. Sempre nel ?90 il debutto nel Motomondiale, ovviamente in veste di wild card a Suzuka, dove conclude settimo al termine di una gara regolare: alla perniciosa foga, tipica dei colleghi compatrioti chiamati saltuariamente a farsi vedere da una platea mondiale (foga sovente destinata a tradursi in rovinose piroette, vedi ad es. Abe nel ?94 in 500..), privilegia una condotta di gara ragionata e concreta. E? gi? l?Harada che impareremo ad apprezzare.
Nel ?91 bissa il posto d?onore nel campionato casalingo, mentre a Suzuka in veste di wild card mondiale ? stavolta sesto (battuto in volata dagli hondisti Taguchi e, ben pi? noto, Nobuatsu Aoki).
Nel ?92 finalmente centra il titolo nazionale, vero e prorio ?passaporto? per il mondiale cui i vertici Yamaha l?hanno destinato, nell?ambizioso disegno di riportare ai vertici della quarto di litro la Casa dei tre diapason (Tetsuya ? oramai in tutto e per tutto un uomo-azienda, nella migliore tradizione nipponica, quella degli Shimizu e degli Okada, tanto per intenderci).
1993
Ed ? cos? che il timidissimo Tetsuya, appena ventireenne, viene ?sradicato? dal familiare ambiente di casa e destinato al Team Telkor capitanato da Alessandro Valesi ? struttura scelta dalla casa madre (che l?assister? ufficialmente) per la gestione delle sue moto nel mondiale 250 ?93; suo compagno di squadra ? Pierfrancesco Chili, reduce da una splendida stagione sull?Aprilia 250 ufficiale gestita dallo stesso Team e con malcelate ambizioni di vittoria finale del titolo.
Il resto ? storia: sin dai test invernali Harada (che ? fisicamente molto minuto e si trova assai meglio di Chili in sella al mezzo da lui peraltro sviluppato) surclassa nei tempi il povero Frankie ? destinato ad una delle stagioni pi? grige della sua carriera.
Contro ogni previsione, Harada si rivela sin dall?inizio tremendamente veloce ed efficace anche su piste a lui del tutto sconosciute: l?esordio col botto in Australia ad Eastern Creek (vittoria in volata davanti a Kocinski su Suzuki, dopo un emozionante testa a testa con l?americano) lascia tutti di stucco, specie i Soloni che avevano bollato come meramente sensazionalistici i risultati dei test invernali svolti dal giapponese, convinti che alla prima vera gara sarebbe stato incapace di tenere il ritmo dei favoriti e pi? quotati protagonisti ?annunciati? della stagione (i quali invece, da Capirossi a Romboni, da Biaggi a Reggiani allo stesso Chili, rimediano distacchi imbarazzanti o cadono).
In Malesia secondo GP e secondo posto sul podio dietro l?altro giapponese arrembante della stagione (quel Nobuatsu Aoki, veloce ma assai meno concreto di Harada, con il quale sino all?anno prima ha lottato in patria), nella gara caratterizzata dalle polemiche per la tardiva penalizzazione inflitta a Capirossi causa partenza anticipata (che costa subito il terzo posto, ed in prospettiva il titolo, a Loris).
A Suzuka nel terzo GP della stagione Harada lotta per tutta la gara con gli hondisti Okada e Capirossi (generosissimo), con quest?ultimo che cade a poche curve dal termine - quando era in testa - lasciando via libera al trionfo di Tetsuya ed infortunandosi abbastanza seriamente ad una mano (rimastagli sotto la moto).
All?esordio europeo sulla pista di Jerez, Tetsuya domina letteralmente prove e gara, ma il trionfo ? amaro: il giorno prima a causa di un incredibile incidente nella corsia box ha infatti perso la vita Noboyuki Wakai, pilota Suzuki 250 e amico d?infanzia di Harada. Le immagini di quest?ultimo sul gradino pi? alto del podio, distrutto dal dolore, restano tra le pi? toccanti del motociclismo degli ultimi 15 anni.
I primi quattro GP testimoniano di un pilota velocissimo, solido e costantemente ai vertici, preciso nella messa a punto, abile nello sfruttare l?ottima ciclistica della Yamaha, professionale e taciturno bench? molto educato, lontano anni luce dallo stereotipo allora diffuso dei giapponesi ?cascatori? e inconcludenti.
E? nata una stella, insomma.
In Austria, all?esordio sulle piste veloci (il terribile Salzburgring, nel ?93 ancora incredibilmente in calendario), iniziano le prime difficolt? per Tetsuya e per la sua non celerissima Tzm; tuttavia con grande lucidit? e mestiere il giapponese contiene i danni chiudendo sesto; altrattanto dicasi ad Hockenheim il mese successivo, dove finisce nella stessa posizione.
Ad Assen, pista pressocch? infernale per un esordiente, Harada coglie uno splendido secondo dietro all?ispirato Capirossi e davanti a Kocinski: l?americano viene ?fulminato? con un sorpasso da manuale all?ultimo giro e, dopo il traguardo, sfoga tutta la sua rabbia ferina dando gas in folle sino a far sbiellare il motore della propria Suzuki!!! (viene licenziato in tronco).
A Barcellona la prima battuta a vuoto, causa rottura del motore.
Al Mugello in una torrida giornata (chi scrive se lo ricorda bene perch? c?era) Harada fa terzo dietro Capirossi che a propria volta ?incula? il povero Reggiani in volata sul traguardo (dovete perdonare il termine, ma ? esattamente lo stesso usato nell?occasione da Loris ? con grandi levate di scudi da parte di Cereghini.. qualcuno si ricorda?).
A Donington il primo vero errore della stagione: cade al primo giro, viene investito e si frattura una scapola.
Tuttavia venti giorni dopo a Brno ? gi? in condizioni fisiche sufficenti a permettergli d?agguantare un importante sesto posto.
A Misano il 5 settembre, nel giorno dell?incidente di Rainey, Harada si gioca la vittoria con Ruggia per buona parte del GP, salvo cadere improvvisamente a causa di un crampo (e conseguente momentanea perdita di sensibilit? e di concentrazione) alla spalla infortunata; potrebbe ripartire ma i commissari di pista inspiegabilmente glielo impediscono, prendendo in consegna la moto e portandola via davanti ad un allibito Tetsuya? (all?episodio seguirono roventi polemiche, non sono pochi a pensare che quei commissari fossero tifosi di Loris!).
Gi?, Loris.
Capirossi nella fase mediana del campionato ha compiuto un prodigioso recupero in classifica su Harada e i due si trovano a questo punto praticamente appaiati (il destino mette qui per la prima volta di fronte Capirex ed Harada, un dualismo che raggiunger? pi? avanti negli anni ? come vedremo ? vette drammatiche), ed il finale di stagione ? di quelli memorabili.
A Laguna Seca Harada segna il passo e si vede per la prima volta superato in classifica dal rivale italiano su Honda.
Il sogno sembra svanire ma a Jarama, sede del Gran Premio F.I.M. ed ultimo appuntamento della stagione, Harada con una gara lucidissima mantiene la calma, contiene la sfuriata iniziale di Capirossi (autore della pole) e quando Loris va in crisi di gomme lo supera senza piet?, andando a vincere in scioltezza: il resto lo fanno i tre piloti (Reggiani, Biaggi e Puig) che si frappongono al traguardo tra i due rivali.
Harada ? cos? Campione del Mondo classe 250 1993, al primo tentativo, con un margine di soli 4 punti su Loris Capirossi (197 a 193): nessuno ci avrebbe scommesso una lira, prima dell?inizio di stagione.
Sembra l?inaugurazione di una lunga serie iridata ed invece, come talvolta accade agli esordienti prodigio, il prosieguo di carriera non riserver? pi? soddisfazioni altrettanto grandi.
1994
L?inatteso fallimento del Team Telkor fa dirottare Harada nel Team Yamaha Motor France, tra problemi organizzativi e gestionali di non poco conto; inoltre la Tzm 250 evoluzione del modello campione del mondo non brilla per particolare competitivit?.
Il cambio porta poca fortuna al giapponese, che nei test invernali si infortuna seriamente ed ? costretto a saltare i primi due GP stagionali in Australia e Malesia. L?inizio ad handicap fa subito intuire come la stagione ben difficilmente riserver? le soddisfazioni dell?esordio; in effetti il bilancio a fine anno ? decisamente deficitario, la classe del pilota emerge solo a sprazzi con solamente tre podi (Mugello, Laguna Seca e Baires) ed un settimo posto finale in classifica per una stagione priva di acuti, ed anzi obiettivamente anonima.
1995
Il 1995 dovrebbe rappresentare, nei programmi della Yamaha e di Harada, l?anno del riscatto, quello del ritorno ai trionfi nella classe 250 dopo un ?94 tutto da dimenticare.
La casa dei tre diapason non lascia nulla al caso, la moto ? affidata alla squadra di Rainey e seguita da tecnici esperti e motivati; la Marlboro garantisce inoltre un?adeguata copertura economica.
Purtroppo per il giapponese, in quegli anni c?? ben poco da fare contro l?imbattibile coppia Biaggi ? Aprilia ufficiale.
Di quanto precede non ci si rende subito conto: il secondo posto all?esordio in Australia (dietro la sorpresa Waldmann, che lo batte in volata), il posto d?onore parimenti ottenuto in Malesia (dietro al romano), il quarto sotto il diluvio di Suzuka (ove invece Max naufraga tra mille problemi elettrici alla moto), e finalmente il ritorno alla vittoria nell?amata Jerez illudono Tetsuya circa la concreta possibilit? di bissare l?iride ottenuto due anni prima.
In Germania si assiste per? al prepotente rientro del Corsaro Nero, che vince relegando Tetsuya al secondo posto, ripetendosi poi al Mugello (con Harada nuovamente al posto d?onore) e ad Assen, dove il nipponico perde contatto in classifica col rivale causa una caduta - durante le prove del venerd? - che gli impedisce di disputare la gara olandese.
A Le Mans Tetsuya ? quinto al termine di una gara piuttosto anonima; torna combattivo a Brno, dove per? ? nuovamente costretto a cedere di misura all?onnipresente Biaggi ? sempre pi? al comando della classifica.
A Donington Harada deve nuovamente inchinarsi a Biaggi che vince nonostante un infortunio patito durante le prove: il contraccolpo psicologico per Tetsuya ? pilota pi? sensibile di quanto la sua proverbiale riservatezza desse a vedere ? ? di quelli che lasciano il segno.
In Brasile Tetsuya non va oltre un opaco quinto posto e Biaggi si laurea campione con due gare d?anticipo.
Manlevato dall?obbligo di giocarsi un titolo ormai perso, Harada tenta comunque di concludere la stagione da vicecampione, con due risultati di prestigio; purtroppo l?orgoglio da solo non basta ed il giapponese si arrende al neo iridato, di misura in Argentina, con maggior distacco a Barcellona (allora una delle piste preferite di Max).
Il bilancio della stagione ?95 non ? tuttavia negativo: l?iride ? sfuggito (peraltro contro un avversario bravo e grintoso, ma altres? dotato di una moto quasi perfetta come l?Aprilia 250), d?altro canto si sono pienamente ritrovate competitivit? e voglia di confronto con gli avversari.
1996
Per il 1996 squadra (quasi) vincente non si cambia, ed Harada ? di nuovo al via del mondiale nelle file del Team Rainey con la nuova versione della Tzm, caratterizzata da un enorme, sproporzionato quanto bruttissimo codone ?areodinamico? che fa esclamare al titolare della squadra: ?sembra disegnato da Ray Charles??
La stagione parte bene: al primo GP in Malesia (allora si correva a Shah Alam) ? subito secondo dietro Biaggi, rallentato da problemi di carburazione agli alti regimi; la settimana successiva in Indonesia coglie una splendida vittoria che fa ben sperare in vista del prosieguo.
Invece a Suzuka, al furibondo inseguimento di Biaggi, cade rovinosamente al 4? giro nel tratto velocissimo dopo la curva del ?cucchiaio?, rimediando una microfattura alla mano destra.
A Jerez torna sul podio, secondo ma staccatissimo dal romano, mentre al Mugello problemi di gomme e di motore non gli permettono di far meglio di sesto.
A Le Mans giunge terzo ed inizia a capire che per il titolo sar? dura.
Purtroppo, nonostante i buoni propositi invernali e l?impegno profuso dal team, la Tzm ? ? pure quest?anno ? troppo inferiore all?Aprilia ufficiale del Corsaro Nero; Tetsuya tenta in questa fase di sopperire con la sua classe ed una determinazione ferrea, che tuttavia non possono produrre miracoli.
Ad Assen il baratro: nel tentativo di colmare il gap col materiale a disposizione, la squadra perde il bandolo della matassa ed Harada ? relagato da problemi di sospensioni al decimo posto.
Il resto della stagione ? un calvario: tra problemi tecnici (a Donington grippa nel giro di allineamento!), incomprensioni con la squadra e ritiri vari, una serie di ?zeri? interrotta solamente dal misero nono posto di Brno..
E? in questa seconda parte di stagione che Harada ? ormai completamente demotivato ed in rotta con la squadra ? viene avvicinato dall?Aprilia (a propria volta coinvolta in un?interminabile telenovela per il rinnovo contrattuale di Biaggi) in vista della stagione successiva.
A fine anno Harada ? solo ottavo in classifica, ma ha in tasca il contratto che lo lega alla Casa veneta per l?anno successivo, dopo il burrascoso divorzio da Biaggi.
E? la prima volta che un top rider nipponico, in questa classe, lascia la Casa che lo ha fatto crescere e debuttare nel mondiale, per un?Azienda estera.
segue...
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