Originally posted by virgilio
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Angelo bergamonti
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Centoventicinque
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Originally posted by kaciaro View PostLucio, mi dai una mano a reperire questo???
conosci l'autore per caso???fammi sapere
di lui ho qualche immagine personale questa e scattata a Monza nel settembre 1970 nelle prove del Gp alla curva parabolica , l'immagine e' molto lontana ma e Angelo davanti a giacomo.
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L'ultima Gara Di Angelo Bergamonti
sempre grazie a kamikawa, ho preparato questo video sull'indimenticato angelo bergamonti, grande manico a cui la fortuna ha voltato le spalle!
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Originally posted by philread View Postsempre grazie a kamikawa, ho preparato questo video sull'indimenticato angelo bergamonti, grande manico a cui la fortuna ha voltato le spalle!
http://www.youtube.com/watch?v=r2CFb...e=channel_page
grande ANGELO
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tragica perdita a riccione nel 72'
Cmq io so solo una cosa, tutti questi mostri guidavano con il nudo e grezzo istinto di correre e sopratutto con il mega cuore di uomini isostituibili...
Sono i nostri ricordi
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Angelo Bergamonti
Questa volta Kaciaro non ha dovuto ?insistere?, perch? scrivere un ricordo su Angelo Bergamonti ? un piacere, mio. La prima cosa che mi viene da scrivere ? un?espressione Emiliana: soccia che sfiga! Si perch? Angelo, come molti altri bravi piloti, non ? riuscito a quantificare sul campo, quei risultati che avrebbe meritato. Noi eravamo di generazioni diverse una decina di anni ci separavano, e quando io mi affacciai ai circuiti delle categorie Juniores lui era gi? un ?grande?, faceva parte di quei piloti che noi esordienti spiavamo per catturare i trucchi del mestiere, le movenze, le manie. Poi Lui pass? tra i Seniores, entrambi impegnati nelle proprie avventure. Fino a quel giorno che ci fotografammo sul circuito di Modena per sottolineare l?evento. La pista di Modena, era ricavata dentro ad un aeroporto, aperto quasi tutta la settimana per i test, che venivano spesso interrotti dalla Ferrari. Quando arrivavano? loro?, tutti fuori! Per fortuna non si trattenevano mai a lungo, noi usavamo il tempo per fare le nostre riparazioni e modifiche, guardando Cris Amond e Jackie Ixs con le 12 cilindri dal rombo terrificante, che fortificava lo spirito, e nello stesso tempo eravamo dentro la storia. Quel giorno arriv? un furgoncino FIAT 238 rosso e anonimo, pensammo fosse un altro peones come noi. Ma quando scesero le tre e le quattro cilindri di Cascina Costa, rimanemmo sbalorditi. Come mai non avevano il solito camion con scritte e sponsor? Poco dopo la risposta fu palese: non c?era Agostini, bens? il buon Angelo Bergamonti. Io corsi subito da lui e con un sorriso da orecchio a orecchio gli chiesi: te le danno a te? Lui si scherni, per ora le provo?disse, e via a girare ?insieme?. Bergamonti era un pilota esperto e determinato, e in quel momento aveva la chance della vita, finalmente poteva dimostrare il suo valore al mondo intero e nel contempo ridimensionare Ago, che fino ad allora aveva avuto vita facile, soprattutto in Italia. Come tutti quelli hai quali ? data una possibilit?, avanti negli anni, non poteva fallire, infatti gi? dalle prime gare divise le vittorie con il campionissimo, alternando le categorie (allora se ne facevano abitualmente due). Ago non ci stava a perdere con il novizio, ma ? pur vero che il suo impegno era mirato pi? alle gare di campionato del mondo, che sulle gare del pesce (noi le chiamavamo cos? perch? univamo l?utile al dilettevole, cio? gare e scorpacciate di grigliate e fritti). Angelo costrinse Ago a rimboccarsi (malvolentieri) le maniche, e vuoi per partenze non azzeccate, (ricordo agli appassionati che allora si partiva a motore spento, e che l?alchimia di una buona partenza era data da componenti di forza, tecnica e cu.o) vuoi perch? tutte le gare hanno una loro storia, il verdetto era pi? o meno in parit?. Impresa comunque notevole! Ma arriviamo alla disgrazia: io sono convinto che i circuiti della riviera Romagnola non fossero cos? pericolosi, se si guardano le medie sono ridicole, e in certe curve si andava pianissimo (50kmh), il problema era il regolamento che diceva testualesi corre con qualsiasi condizione atmosferica?. Questo ? il vero errore! Sui toboga Romagnoli con strisce pedonali, buche, tombini, e marciapiedi, NON SI DOVEVA CORRERE se pioveva. L?altra componente, appunto la voglia esagerata di Bergamonti di ricavarsi uno spazio agli occhi dell?opinione pubblica, alle spese di Agostini che per molti era sottostimato, per via delle facili vittorie. Angelo, in questa sua rincorsa, ha preteso troppo in un giorno non adatto alle imprese, che non gli avrebbe comunque dato il lustro al quale ambiva. Perch? ?sfiga? allora ? Perch? si pu? cadere a 160 all?ora e non uccidersi, magari rimanere sulla pista, scivolare lungo il rettilineo, come successe in condizioni simili a Milano Marittima, dove moltissimi piloti caddero senza farsi nulla, sarebbe servito di monito, per Angelo, e non ci avrebbe privato di un pilota ?cuor di leone?. L?agitazione che pervadeva l?Agostini di quei momenti, la dice lunga sul valore di Bergamonti (un pilota sa sempre se un avversario ? forte) i rapporti tra loro, si dice, non fossero idilliaci, ognuno arroccato nella propria torre.
Per me tre furono le cause: l?obbligata ostinazione di Bergamonti di mettersi in subito luce, l?inadeguatezza del circuito in quelle condizioni, e quella dose di sfortuna che chiss? perch?, si accanisce spesso con chi rincorre un sogno: Gilberto Parlotti condividerebbe questa mia ultima tesi.
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