Ho preso spunto da una frase letta di recente su Superbike Italia ed attribuita ad un pilota poco conosciuto degli anni '50: Ray Amm.
"... se entrando in curva non provo l'agghiacciante sensazione di cadere, significa che sono entrato piano..."
Traduco qualche riga a lui dedicata su un sito in inglese.
Ray Amm arriv? in Europa dalla Rodesia del Sud nel 1951 con delle Norton ed una forte ambizione di guadagnarsi un posto nella famosa squadra ufficiale Norton.
Con un furgone enorme, solitamente guidato dalla moglie Jill, si un? al circus continentale e gareggi? in tutta Europa.
Fu presto notato da Joe Craig della Norton e nel 1952 fece vero il suo sogno di correre per la squadra ufficiale. Quando Geoff Duke lasci? la squadra inglese per la Gilera, divenne pilota di punta.
Era un pilota estremamente determinato: ci? che gli mancava in talento, lo produceva sotto forma di determinazione e coraggio puro (i tedeschi lo chiamavano "Angelo della Morte").
Il suo assalto al TT in quel primo anno da caposquadra fu memorabile e gli frutt? la vittoria nella Junior e nella Senior, solo quinto pilota ad ottenere questa doppietta nello stesso anno.
Ignorando quasi totalmente la sua sicurezza personale, si lanci? all'inseguimento della Gilera di Duke nella Senior TT; lo raggiunse e pass? sulla montagna, infrangendo record mentre volava verso la vittoria.
Nella Junior TT fu davanti dall'inizio alla fine.
Alcune buone prestazioni in Olanda e Belgio lo portarono al terzo posto del Mondiale 350 cc.
L'anno seguente al TT, riusc? quasi a ripetere la doppietta del '53.
Nella Junior pilotava la Norton "proboscide", cos? chiamata per la forma della sua carenatura: fu in testa fino all'ultimo giro quando il motore si ammutol? privandolo di una sicura vittoria.
Nella Senior (gara estremamente bagnata) rimase anche l? in testa fino alla sospensione della corsa dopo 151 miglia.
Ray Amm era estremamente patriottico e per questo motivo rifiut? a lungo gli ingaggi delle Case Italiane, preferendo correre con moto Inglesi.
Per un paio di stagioni fu l'unico pilota Norton a contrastare la superiorit? del suo ex compagno di squadra Geoff Duke sulle veloci Gilera pluricilindriche e riusc? quasi incredibilmente ad arrivare secondo nei mondiali 350 e 500 del '54.
Quando le Norton mono furono irrimediabilmente surclassate, con riluttanza firm? per la MV Agusta, ma la sua carriera stava per concludersi tragicamente.
Era la sua prima gara con la MV, il luned? di Pasquetta del '55 ad Imola; in una curva da seconda la sua 350 scivol? e Ray perse la vita a soli 29 anni.
Il Dottor Costa lo ricorda cos?:
"... quando Ray Amm, al debutto sull?MV, mor? dopo essere uscito di pista alla Rivazza al 20? giro, mentre inseguiva Ken Kavanagh, su Guzzi, che vinse poi la gara.
Nei giorni precedenti, ospite a cena a casa mia, avevo compreso che nonostante la sua fama di pilota eroico, sprezzante del pericolo, era un uomo gentile ed un colto appassionato di musica operistica.
Affascinato da questa ambivalenza e dal suo sguardo tenero, mi sentii morire con lui in quel giorno e desiderai nel mio dolore di possedere l?onnipotenza di resuscitarlo. "
Foto Clinca Mobile
Ray Amm, 11 Aprile 1955, poche curve prima di incontrare il suo destino
Ray Amm e Claudio Costa bambino (aprile 1955)
"... se entrando in curva non provo l'agghiacciante sensazione di cadere, significa che sono entrato piano..."
Traduco qualche riga a lui dedicata su un sito in inglese.
Ray Amm arriv? in Europa dalla Rodesia del Sud nel 1951 con delle Norton ed una forte ambizione di guadagnarsi un posto nella famosa squadra ufficiale Norton.
Con un furgone enorme, solitamente guidato dalla moglie Jill, si un? al circus continentale e gareggi? in tutta Europa.
Fu presto notato da Joe Craig della Norton e nel 1952 fece vero il suo sogno di correre per la squadra ufficiale. Quando Geoff Duke lasci? la squadra inglese per la Gilera, divenne pilota di punta.
Era un pilota estremamente determinato: ci? che gli mancava in talento, lo produceva sotto forma di determinazione e coraggio puro (i tedeschi lo chiamavano "Angelo della Morte").
Il suo assalto al TT in quel primo anno da caposquadra fu memorabile e gli frutt? la vittoria nella Junior e nella Senior, solo quinto pilota ad ottenere questa doppietta nello stesso anno.
Ignorando quasi totalmente la sua sicurezza personale, si lanci? all'inseguimento della Gilera di Duke nella Senior TT; lo raggiunse e pass? sulla montagna, infrangendo record mentre volava verso la vittoria.
Nella Junior TT fu davanti dall'inizio alla fine.
Alcune buone prestazioni in Olanda e Belgio lo portarono al terzo posto del Mondiale 350 cc.
L'anno seguente al TT, riusc? quasi a ripetere la doppietta del '53.
Nella Junior pilotava la Norton "proboscide", cos? chiamata per la forma della sua carenatura: fu in testa fino all'ultimo giro quando il motore si ammutol? privandolo di una sicura vittoria.
Nella Senior (gara estremamente bagnata) rimase anche l? in testa fino alla sospensione della corsa dopo 151 miglia.
Ray Amm era estremamente patriottico e per questo motivo rifiut? a lungo gli ingaggi delle Case Italiane, preferendo correre con moto Inglesi.
Per un paio di stagioni fu l'unico pilota Norton a contrastare la superiorit? del suo ex compagno di squadra Geoff Duke sulle veloci Gilera pluricilindriche e riusc? quasi incredibilmente ad arrivare secondo nei mondiali 350 e 500 del '54.
Quando le Norton mono furono irrimediabilmente surclassate, con riluttanza firm? per la MV Agusta, ma la sua carriera stava per concludersi tragicamente.
Era la sua prima gara con la MV, il luned? di Pasquetta del '55 ad Imola; in una curva da seconda la sua 350 scivol? e Ray perse la vita a soli 29 anni.
Il Dottor Costa lo ricorda cos?:
"... quando Ray Amm, al debutto sull?MV, mor? dopo essere uscito di pista alla Rivazza al 20? giro, mentre inseguiva Ken Kavanagh, su Guzzi, che vinse poi la gara.
Nei giorni precedenti, ospite a cena a casa mia, avevo compreso che nonostante la sua fama di pilota eroico, sprezzante del pericolo, era un uomo gentile ed un colto appassionato di musica operistica.
Affascinato da questa ambivalenza e dal suo sguardo tenero, mi sentii morire con lui in quel giorno e desiderai nel mio dolore di possedere l?onnipotenza di resuscitarlo. "
Foto Clinca Mobile
Ray Amm, 11 Aprile 1955, poche curve prima di incontrare il suo destino
Ray Amm e Claudio Costa bambino (aprile 1955)
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