Forse ? pi? conosciuto come campionissimo delle 4 ruote che delle 2.Eccovi la biografia completa di Tazio Nuvolari eroe leggendario di qualsiasi cosa terrestre che avesse un motore.
Tazio Nuvolari nasce a Casteldario (Mantova) il 16 Novembre 1892. Il padre Arturo e lo zio Giuseppe sono stati campioni di ciclismo: il primo ottiene ottimi risultati a livello dilettantistico, il secondo invece conquista addirittura il titolo di campione Italiano di mezzofondo su pista, a livello professionistico. Tazio non diventer? ciclista: sceglie, fin da bambino, i motori e la velocit?.
A 12 anni prova per la prima volta l'ebbrezza dei motori: guida con lo zio una Bianchi.
Nel 1915, a 22 anni, parte per la Grande Guerra e dimostra la sua propensione per la guida, come conducente di ambulanze. Trasporta notte e giorno i feriti dal campo di battaglia agli ospedali nelle retrovie. Guida l'ambulanza su strade sconnesse, tra i colpi di cannone, di giorno e di notte senza fari... e il suo mezzo ? sempre il pi? veloce! Una volta carica un ufficiale in visita ai feriti, guida alla sua maniera, si rompe lo sterzo, sbanda e finisce in un fosso. Deve quindi subire i rimproveri del superiore: "...dai retta a me, i feriti portali a piedi. Guidare l'auto non ? il tuo mestiere...!!".
Il debutto nelle competizioni
Terminata la guerra si sposa con la fidanzata Carolina Perina, che conosce da anni. Poi, nel 1920, prende la licenza di pilota moto e nello stesso anno debutta nel mondo delle corse (Circuito di Cremona) ma senza grande fortuna: ? costretto al ritiro. La prima gara in auto invece ? il 20 Marzo dell'anno successivo, dove ottiene la prima vittoria.
Inizia a mettersi in evidenza con il secondo posto sul tortuoso circuito del Garda, a bordo della sua Ansaldo 2000, nel 1921. L'anno successivo coglie altri buoni risultati: sar? ancora secondo al circuito del Garda e i giornalisti iniziano a notarlo. Di lui scrivono: "Questo giovane campione ha veramente impressionato per il brio, il coraggio e la decisione. Ci ha dato il brivido nelle curve acrobaticamente affrontate e superate....".
In Novembre vince la prima gara in moto su Harley-Davidson 1000. Poi sfiora pi? volte la vittoria in numerose gare motociclistiche, dovendo spesso ritirarsi per guai meccanici, quando si trova al comando, ma la sua fama cresce e viene ormai considerato come uno dei piloti pi? promettenti.
La voglia di affermarsi e la sua passione non conoscono ostacoli: ricorda la moglie Carolina che "Tazio era molto sicuro del proprio avvenire. Sapeva di essere forte, anche all'inizio della sua carriera. Era sicuro di sfondare, prima o poi. Aveva un meccanico che era un amico, Telemaco Vareschi. Erano sempre insieme, in uno stanzone della nostra casa trasformato in officina, ad armeggiare attorno alle auto e alle moto...".
Le prime affermazioni
Il 20 Maggio 1923 finalmente ottiene la prima, vera, importante affermazione della carriera in campo nazionale: vince il 1? circuito di Parma su una Garelli 350. Per Nuvolari iniziano ad arrivare le prime soddisfazioni ed i primi... assegni.
Un'altra svolta importante ? il passaggio alla squadra ufficiale della Indian in agosto di quello stesso anno. Con la casa americana consegue importanti successi e si afferma definitivamente nel mondo delle corse motociclistiche. Il mantovano riesce finalmente ad ottenere anche un'auto competitiva: conosce Deo Chiribiri, costruttore, che gli affida per il '23 le sue nuove macchine da competizione. Alla prima gara con la Chiribiri, a Stiges, si mette subito in evidenza. In quello stesso anno si fa notare pi? volte per le straordinarie imprese in gara, che diventeranno subito leggendarie..... (vedi la sezione del sito "Il mito").
Tazio si divide quindi tra auto e moto: se in auto passer? alla storia per la guida spettacolare e temeraria, sulla moto dimostrer? grande compostezza e "bello stile". Ecco un commento del giornalista Giovanni Canestrini: "...fuso con la sua moto in un blocco unico, armonioso nelle movenze, Nuvolari sul nastro stradale sembrava muoversi lieve e fulmineo, come sospeso ad un nastro aereo..... dominava le leggi della meccanica come uno strumento sensibilissimo, con una eleganza che solo i suoi grandi avversari Achille Varzi e Pietro Ghersi riuscivano ad imitare....".
Il campionissimo delle due ruote
Nel 1924 conquista il titolo di campione Italiano delle 500 e continua ad alternare il volante al manubrio. I successi iniziano ad essere numerosi, sia su due che su quattro ruote e le imprese di "Nivola" divengono popolari. In Giugno il commendator Tomaselli, direttore della Bianchi, stabilito che ? Nuvolari il miglior pilota motociclistico in circolazione, lo invita ad entrare nella sua squadra, offrendogli la nuova 350 con distribuzione bialbero chiamata "Freccia Celeste", creata per battere le moto Inglesi che dominavano da sempre la categoria. Nuvolari accetta. Collauda a lungo la moto prima di portarla alle competizioni e dichiara poi che si tratta di un mezzo eccezionale.
Con la "Freccia Celeste" entra definitivamente nella leggenda! Vince numerosissime gare e accende le fantasie degli sportivi.
Tra i successi pi? belli ricordiamo quelli ottenuti sul difficilissimo circuito del Lario (paragonabile ad un GP mondiale di oggi, per importanza), di cui sar? grandissimo "specialista", vincendolo nel 1925-26-27-29-30.
In questo periodo inizia anche a trovarsi di fronte quello che sar? il suo avversario classico: Achille Varzi. I tifosi di tutta Italia si dividono in due: da una parte Nuvolari, che corre anche ingessato o prosegue la gara con la macchina a pezzi, dall'altra Varzi, perfetto stilista e calcolatore, costante e regolare come nessuno.
Nel 1925, '26 e '27 i successi di Tazio sono ancora pi? numerosi e il binomio Bianchi-Nuvolari diventa imbattibile. A Monza, nel 1925, sbaraglia i piloti e le marche Inglesi che fino ad allora avevano dominato la scena internazionale, con una prestazione leggendaria (vedi "Il mito"). Tazio ? gi? una leggenda vivente. Da ricordare che nel 1927 partecipa, sempre con la Bianchi (in quel periodo poteva correre solo con quella casa per contratto) alla prima edizione di quella che diventer? la corsa pi? famosa e pi? bella del mondo: la Mille Miglia. Si classifica quinto nella categoria 3000 cc, su una Bianchi tipo 20, in coppia con Pastore.
Nel 1928 corre principalmente in auto e fonda una propria scuderia, la "scuderia Nuvolari", comprando 4 Bugatti Grand Prix e vendendone una a Varzi e una a Pastore. Alla Mille Miglia conclude sesto nella categoria 3000 e 13? assoluto su Bugatti 2000 in coppia con Bignami. Lo stesso anno ? al via anche in un'altra corsa "mitica", la pi? dura corsa d'auto del mondo, la Targa Florio, dove ? per? costretto al ritiro. Ottiene importanti successi in auto (tra cui il GP di Tripoli) e vince tutte le gare di moto a cui prende parte con la Bianchi, dimostrando di essere ormai imbattibile sulla sua "Freccia Celeste".
Nel 1929 giunge, in coppia con Greggio, undicesimo assoluto su O.M. 2000 alla Mille Miglia e si comporta bene in numerose altre gare automobilistiche (pur senza ottenere successi) e viene ormai considerato un grande talento anche dell'automobilismo; ? chiaro a questo punto che Tazio propende per le quattro ruote, alla ricerca di grandi risultati che inizier? a raccogliere gi? dall'anno successivo. Sempre nel '29 partecipa ad undici gare motociclistiche con la sua Bianchi, vincendone sette.
Nuvolari tra i grandi dell'automobilismo
La prima grandissima affermazione che proietta Nuvolari alla ribalta e lo fa entrare definitivamente tra i grandi nomi dell'automobilismo ? la vittoria nel 1930 alla Mille Miglia su un'Alfa Romeo 1750 (in coppia con Guidotti), primo pilota a vincere la mitica gara Italiana abbattendo il muro dei 100 km/h di media (primato che sar? migliorato solo dopo molte edizioni). La corsa ? un esaltante testa a testa tra lui e Varzi, che tiene col fiato sospeso tutta l'Italia. Questo successo inoltre gli apre le porte dell'Alfa Romeo poich? il direttore del reparto corse e progettista delle macchine da competizione, Vittorio Jano, si convince delle grandi qualit? del mantovano e lo prende in squadra, anche per sostituire Gastone Brilli-Peri, morto tragicamente in corsa a marzo. Jano in precedenza considerava Nuvolari un pilota troppo spericolato, poco affidabile (specialmente dopo che, nel 1925, in un test Tazio aveva avuto un incidente distruggendo un'Alfa) ma le tre Mille Miglia a cui "Nivola" aveva partecipato, tutte concluse, avevano dimostrato che era capace di portare a termine corse molto lunghe e dure e che era in grado di guidare anche "coscienziosamente".
In quel periodo l'Alfa Romeo ? l'auto migliore del mondo. Imbattibile. E dispone di una grande squadra di cui fa parte dal 1929 anche Achille Varzi, vecchio antagonista di Nuvolari sulle moto: la rivalit? si andr? ingigantendo sempre pi? e accender? l'entusiasmo degli sportivi che si esalteranno nel vedere confrontarsi i due pi? grandi talenti dell'automobilismo, in totale antitesi sia nello stile di guida che nella vita.
Tra i due la convivenza in squadra dura poco: Varzi lascia l'Alfa e continua a correre con altre auto confrontandosi con il mantovano nelle pi? importanti corse del mondo dando vita a duelli memorabili.
Nel 1930 al trionfo nella Mille Miglia si sommano altre brillanti vittorie (tra cui ricordiamo il trionfo al TT di Belfast), le ultime con la moto, e le prime di una lunghissima serie con l'auto, di cui Nuvolari ? ormai riconosciuto "maestro", grandissimo interprete e idolo delle folle. I vecchi campioni del volante sono ormai al tramonto e il mantovano ? pronto a sostituirli.
Nel Giugno di quello stesso anno viene "dirottato" nella neonata scuderia Ferrari, che dispone sempre delle Alfa ufficiali, e vince subito alla prima gara, la Trieste-Opicina.
La tecnica di guida
Il Nuvolari motociclista, composto e "stilista", lascier? il posto al Nuvolari automobilista che adotta, fin dalle prime uscite negli anni '20, uno stile di guida unico ed inimitabile, estremamente spettacolare, che unisce al controllo del mezzo e alla sensibilit? formidabile, un grande coraggio. Era in questo stile di guida il segreto delle sue vittorie, della sua superiorit? sugli avversari, e spesso vinceva anche con un mezzo decisamente inferiore. Enzo Ferrari ce lo descrive in un famoso episodio: "Anch'io, dopo le prime gare combattute con lui, cominciai a chiedermi cosa avesse di speciale quell'ometto smilzo e serio, il cui valore si rivelava di regola tanto pi? alto quanto maggiore era il numero di curve di un percorso. Cos? un giorno gli chiesi di portarmi a fare una prova con lui sull'Alfa 1750 che la mia scuderia gli aveva dato (al circuito delle Tre Provincie di Porretta nel 1931). Alla prima curva ebbi la sensazione precisa che Tazio l'avesse sbagliata e che saremmo finiti nel fosso. Mi sentii irrigidire nell'attesa dell'urto. Invece ci ritrovammo all'imbocco del rettilineo successivo con la macchina in linea. Lo guardai: il suo volto scavato era sereno, normale, non di chi ? fortunosamente scampato ad un testa-coda. Allla seconda e terza curva l'impressione si ripet?. Alla quarta o alla quinta cominciai a capire. Intanto, con l'occhio di traverso, avevo notato che per tutta la parabola Tazio non sollevava il piede dall'acceleratore, anzi lo teneva a tavoletta. E di curva in curva capii il suo segreto. Nuvolari abbordava le curve alquanto prima di quello che l'istinto di pilota mi suggeriva. Ma l'abbordava in una maniera inconsueta, puntando d'un colpo il muso della macchina contro il margine interno, proprio nel punto dove la curva aveva inizio. Con l'acceleratore affondato e la giusta marcia inserita prima di quella spaventevole "puntata", faceva partire la macchina in derapage sulle quattro ruote, sfruttando la spinta della forza centrifuga, e contrastandola con la trazione delle ruote motrici. Per l'intero arco della curva il muso della macchina "sbarbava" la cordonatura interna. Quando per? la curva terminava e si apriva il rettifilo, la macchina si trovava gi? in posizione normale per proseguire diritta la corsa, senza necessit? di correzioni e alla massima velocit? possibile! Ricordo che mi ero abituato a questo esercizio, vedendoglielo fare con tanta regolarit?, ma ogni volta mi pareva di precipitare nel vagoncino di un ottovolante...." "Quella manovra in curva era possibile, allora, per due ragioni principali: le ruote non erano, come adesso, indipendenti, e le gomme erano gonfiate a pressioni molto alte. L'incredibile derapata poteva venire cos? determinata con una sola, calcolata sterzata iniziale. Nessuno, ad ogni modo, riusc? ad imitare le curve di Tazio Nuvolari. Molti si avvicinavano, provando e riprovando, ma nelle curve pi? dure finivano comunque per sollevare il piede dall'acceleratore. Nessuno, ripeto, osava la tavoletta come lui.". Con il progresso tecnico la sua manovra perse in parte di efficacia. "Pi? tardi, quando le sospensioni si fecero indipendenti e i pneumatici si gonfiarono a pressioni medie, anche Nuvolari non pot? pi? derapare in modo tanto acrobatico. Tuttavia continu? a puntare l'interno della curva con la decisione di sempre, questa volta correggendo la traiettoria con pochi colpi decisi di volante e non schiacciando pi? "a tavoletta". La sua tecnica rimase comunque fino all'ultimo un prodigio di istinto ai limiti delle possibilit? umane e delle leggi fisiche!".
Nuvolari domina le competizioni
Nel 1931 corre principalmente con l'Alfa conquistando importanti successi e lottando spesso in modo molto spettacolare con Varzi. Da ricordare soprattutto i successi alla Targa Florio, alla Coppa Ciano e al GP d'Italia.
Il 1932 ? il suo anno d'oro: vince la maggior parte delle corse a cui partecipa (GP di Monaco, Coppa Ciano a Livorno, Targa Florio, GP Italia a Monza, Coppa Acerbo, GP di Francia ecc...), la sua popolarit? ? vastissima, guadagna molto, la vita familiare procede bene (ha due figli, Giorgio e Alberto). Vince le gare pi? importanti della stagione e dimostra una superiorit? evidente nei confronti degli avversari. Scrivono i giornali "Chi volete che stia pi? davanti a quest'uomo che non teme di nulla, che ha un'esperienza ormai ventennale di gare e di motori e che, soprattutto, corre oggi con passione triplicata? Tutti i record cadono polverizzati, con facilit? irrisoria, con sicurezza sbalorditiva". E' amico di Gabriele D'Annunzio, suo dichiarato tifoso, gli fa visita al Vittoriale. Persino Mussolini lo accoglie a Villa Torlonia.
Il 1933 ? ancora un anno di grosse soddisfazioni: numerosissime le vittorie, tra cui spiccano quella alla 24 ore di Le Mans, all'Eifelrennen e al GP di Tunisi, oltre all'importante affermazione alla Mille Miglia, su Alfa Romeo, in coppia con Decimo Compagnoni. A met? stagione lascia l'Alfa e inizia a correre con la Maserati continuando a vincere numerose corse sia nazionali che internazionali. Tazio vuole mettersi insieme a Ferrari e dare i loro due nomi alla scuderia: sono entrambi caratteri forti, Ferrari non acconsente e il divorzio ? inevitabile.
"Nivola" contro le auto tedesche
Nel 1934 entrano in vigore le nuove regole tecniche per le auto Grand Prix: le vetture da competizione, prive dei pneumatici e con serbatoio vuoto, non devono pesare pi? di 750 chili, senza limitazioni di cilindrata. I tedeschi colgono l'occasione per poter estromettere l'Alfa Romeo ed imporre la loro forza nelle competizioni: non potendo battere gli italiani sulla meccanica tradizionale puntano sulle proprie superiori capacit? tecnologiche. Utilizzando avanzate conoscenze metallurgiche, puntano su nuove leghe speciali: impiegano i cosidetti acciai bianchi, acciai speciali molto leggeri che, limitando il peso dell'auto, consentono di montare motori di elevata cilindrata e frazionamento. La "concorrenza" non potendo puntare su queste innovazioni rimane con motori di minor cilindrata e potenze decisamente pi? basse. La neonata Auto Union e la Mercedes-Benz preparano i loro bolidi, finanziati pesantemente da Hitler che vuole imporre il prestigio, la potenza e la capacit? tecnologica della "nuova Germania".
Nel 1934 Nuvolari cambia spesso auto e ottiene scarsi risultati: appena due vittorie e un secondo posto alla Mille Miglia dietro Varzi che torna alla scuderia Ferrari. Le auto tedesche iniziano a dominare la scena.
Nel 1935 le soddisfazioni di Tazio sono maggiori. Varzi, il rivale di sempre, passa clamorosamente all'Auto Union che cerca un pilota straniero di primissimo piano e Nuvolari ritorna sulle Alfa Romeo della scuderia Ferrari. Vince agevolmente numerose gare dove le auto tedesche non sono presenti mentre dove Mercedes e Auto Union gareggiano, per le Alfa non c'? nulla da fare, ? troppo netto il divario prestazionale. Ma ? in questi anni di dominio germanico che Nuvolari su Alfa, pur partendo con una macchina nettamente inferiore, dimostra di saper guidare al massimo e spesso riesce a colmare con la sua guida l'inferiorit? meccanica e compie alcune tra le sue gare pi? belle. E' Nuvolari ormai l'unica "arma" vincente a disposizione dell'Alfa.
Ferrari, che ormai rappresenta ufficialmente le Alfa nelle competizioni, tenta, per opporsi ai tedeschi, una nuova carta: realizza un'auto "bimotore". Vengono utilizzati due motori Alfa montati sullo stesso telaio, uno anteriore ed uno posteriore, con il pilota in mezzo. Ne vengono costruite due: la prima con due motori di 3167 cc e 540 cavalli (usata da Nuvolari sia in gara che per i tentativi di record) e la seconda con due motori di 2900 e 510 cavalli (utlizzata in gara da Chiron). Due mostri del peso di oltre 1300 chili che non potranno quindi gareggiare nelle gare a formula unica per le quali il peso massimo ? 750 chili.
Con la "bimotore" Nuvolari realizza per? due bei record mondiali di velocit? e partecipa alle corse dove non viene imposto il limite di peso (gare a formula libera). In gara i risultati sono deludenti, nonostante la guida prodigiosa del mantovano: l'auto pesa troppo, ? difficile da guidare e consuma eccessivamente le gomme (nel GP di Tripoli del '35 Nuvolari dove sostare ripetutamente per il cambio gomme: a fine gara ne avr? sostituite 18!).
La "bimotore" viene accantonata e con la vecchia P3 contro le auto tedesche non c'? nulla da fare. Caracciola, Varzi, Rosemeyer, Fagioli dominano le competizioni.
Arriva il GP di Germania al Nurburgring: si prepara una parata trionfale per i bolidi germanici e per il regime di Hitler. La gara sar? ricordata come una delle corse indimenticabili della storia dello sport e dell'automobilismo in particolare: Nuvolari su Alfa precede tutti i piloti di Mercedes e Auto Union e vince in casa loro, lasciando ammutolita la folla tedesca. E' la sua vittoria pi? bella! (vedere in dettaglio nella sezione "il mito").
Nel 1936 ? finalmente pronta la nuova Grand Prix Alfa: una 12 cilindri di 4064 cc e 370 cv. Ma le macchine tedesche progrediscono ancora (l'Auto Union con Rosemeyer domina la stagione) e la nuova auto non si rivela all'altezza. Nuvolari con la sua classe straordinaria riesce nei circuiti pi? tormentati a colmare l'enorme divario dalle tedesche ed ottiene qualche vittoria. Il bilancio complessivo per gli Italiani ? assai deludente, escludendo il solo Nuvolari, sempre pi? sorprendente, che alterna la vecchia 8 cilindri e la 12. Da incorniciare nel '36 ? la trasferta negli Stati Uniti dove il mantovano vince con facilit? la Coppa Vanderbilt sul circuito di Roosvelt Field: Tazio incanta gli americani che finalmente lo possono vedere in azione. Raggiunge anche nel Nuovo Continente i vertici della popolarit? e viene festeggiato come un eroe. Diventa anche lui l'eroe dei due mondi....
Nonostante l'inferiorit? del mezzo "il mantovano volante" nel biennio '35-'36 ha ottenuto grandissimi risultati ed il suo mito ha continuato a brillare e a crescere. E' ancora il numero uno del mondo.
1937: l'anno pi? nero
E' ormai evidente che l'Alfa non riesce pi? a tenere il confronto con le macchine tedesche e il 1937 si prospetta come un anno poco felice. La Mercedes specialmente domina la scena con la nuova "mostruosa" W125: per l'Alfa Romeo ? un susseguirsi disastroso di sconfitte, l'anno pi? nero della sua storia. Il gap dalle auto tedesche, che continuano la scalata a potenze sempre pi? elevate per primeggiare l'una sull'altra, ? sempre pi? evidente. Nuvolari vince solo al circuito di Milano. Poi arriva la prima disgrazia: il figlio maggiore Giorgio, diciottenne, viene colpito da miocardite nel collegio Svizzero in cui studia. Tazio lo riporta a casa, a Mantova, gli sta vicino e anche se capisce che per lui ? finita spera sempre di salvarlo. Tre mesi dopo, mentre Nuvolari attraversa l'oceano per partecipare alla Coppa Vanderbilt, Giorgio muore. Carolina racconter? "...era la prima volta che Tazio piangeva. Quando seppe che Giorgio poco prima della morte lo aveva cercato, si chiuse nel suo studio e per molto tempo non volle pi? vedere nessuno".
Alla fine della stagione Nuvolari prova per una gara l'Auto Union, classificandosi 5? al GP di Berna. Finisce poi la stagione con l'Alfa e la scuderia Ferrari.
Il ritiro?
Nel 1938 l'Alfa annuncia il suo ritorno in veste ufficiale nelle competizioni per reagire alla supremazia tedesca: la scuderia Ferrari chiude ed Enzo Ferrari viene chiamato a dirigere la nuova "Alfa-Corse", Jano ? costretto a dimettersi.
Durante le prove della gara di apertura l'auto di Nuvolari si incendia ad oltre 150 km/h per una perdita di benzina: il mantovano si salva buttandosi gi? dalla macchina con la tuta in fiamme. Resta ustionato e contuso, ma si salva. Dal suo ospedale di Pau Tazio Nuvolari comunica la decisione di ritirarsi. Il mondo delle corse ? stupito e attonito, l'Italia incredula. Dichiara: "Il fuoco mi ha terrorizzato. E' un nemico che non ti da scampo e dal quale non puoi difenderti. Non me la sento pi? di correre, questo ? tutto. La notte ? un incubo, sogno sempre il fuoco. E' finita davvero, sono vecchio e sono stanco." Tutti parlano della clamorosa decisione del mantovano. Ma la decisione di Nuvolari appare sensata: ? ancora il miglior pilota del mondo, ? ricco e famoso, ha ormai 46 anni, una carriera quasi ventennale alle spalle, ha vinto tutto, sia in moto che in auto! Ha avuto una vita agonistica molto intensa, come nessun altro pilota. Inoltre da qualche tempo ha problemi di salute, ha i bronchi malati a causa delle esalazioni dei gas di scarico delle auto, accumulati in tanti anni. E' morto da poco il figlio Giorgio. Ha tutte le ragioni per ritirarsi.
Ma dopo un periodo di cura e di riposo e una vacanza in America, Tazio appare ristabilito e... ritorna alle corse! Scriver? ancora altre pagine indimenticabili.
Nuvolari e l'Auto Union
Nel 1938 compare clamorosamente al volante dell'Auto Union al GP di Germania in Luglio e finisce quarto. L'Auto Union voleva un campione dell'esperienza e abilit? di Nuvolari per sostituire lo scomparso Rosemeyer e per perfezionare il suo bolide (la nuova "tipo D" a 12 cilindri), per poter battere la Mercedes che aveva dominato la stagione precedente. Nuvolari si dimostra all'altezza: fornisce consigli fondamentali alla squadra, migliora la vettura e dopo tre gare vince il GP d'Italia a Monza e poi si ripete in Inghilterra a Donington, davanti ai suoi compagni di squadra e alle Mercedes. Compie sempre gare bellissime e combattute. Una prestazione eccezionale sia per il lavoro di messa a punto che per l'abilit? ad adattare il suo stile di guida alla nuova auto, potente e difficile da condurre, totalmente diversa da quelle da lui guidate in precedenza, essendo a motore posteriore. Con la vittoria di Donington Nuvolari viene esaltato anche dagli Inglesi che restano impressionati dalla sua prova. E' ancora il numero uno, continua a dimostrarlo e combatte come se avesse appena iniziato a correre. L'Alfa intanto non vince pi?, ? precipitata in una crisi totale.
Nel 1939 persino Adolf Hitler, nel corso del Salone dell'auto di Berlino, si congratula con il mantovano. In quell'anno Nuvolari, alla sua "seconda giovinezza", corre sempre con l'auto tedesca e disputa gare bellissime contro le Mercedes e, anche se vince solo il GP di Belgrado, la sua ? una stagione molto positiva: ? l'unico pilota a tenere testa ai bolidi di Stoccarda! La vittoria di Belgrado (ultimo GP disputato prima del conflitto) ? l'ultima grande vittoria di Nuvolari: la guerra ? alle porte e con il sigillo del mantovano si conclude un ciclo mitico e indimenticabile nella storia delle competizioni motoristiche internazionali.
Il dopoguerra
Dopo il conflitto, nel 1946, Nuvolari si ripresenta, a cinquantaquattro anni, al volante di un'auto da corsa. Ha ancora la classe e il coraggio di sempre ma il suo fisico ? malato. Deve spesso abbandonare le gare, ha attacchi acuti di tosse ed ? costretto a correre con una mascherina per proteggere i polmoni dai gas di scarico. In Maggio Alberto, l'altro figlio di Tazio, viene colpito da nefrite. Tazio e Carolina gli stanno vicino ma anche per lui il destino ? segnato. Muore a diciotto anni, come il fratello Giorgio. Carolina racconta: "Non ci sar? pi? un Nuvolari che correr? per le strade del mondo, dopo Tazio. Tazio fu buono e generoso con me.... mi nascose la sua disperazione.... Voleva che lo seguissi in ogni corsa. Stavo nel box con le mogli degli altri corridori. 'Salvatemelo' dicevo pregando i miei figli". Molti autori scrivono che Nuvolari in questi ultimi anni di gare cercasse la morte al volante della propria auto ma pi? probabilmente per lui le corse erano diventate una "droga" per dimenticare le proprie disgrazie, una necessit? per vivere.
I risultati del 1946 non sono particolarmente soddisfacenti. Si ritira spesso ma corre anche belle gare dove, pur senza vincere, si distingue per la guida spettacolare e realizza spesso il giro pi? veloce. A settembre nel GP di Torino ritrova il suo grande amico-rivale Varzi: i due accendono un bellissimo duello e il pubblico torna ad appassionarsi alle loro gesta come ai vecchi tempi. Vince Varzi, che sta vivendo una seconda giovinezza, mentre Tazio si deve ritirare dopo un'ottima gara. Nell'anno complessivamente vince due gare correndo su Maserati, Cisitalia e Fiat.
La Mille Miglia del '47
Nel 1947 partecipa solamente a sei gare (vincendone tre) ed ? protagonista di un'altra impresa leggendaria, sul teatro della Mille Miglia nella prima edizione del dopoguerra. Si iscrive alla gara con una piccola Cisitalia 1100 ma ? determinato, vuole vincere, si sente ringiovanito. Pochi gli danno credito.
Tazio parte guardingo ma poi da Pesaro a Roma guida come un folle e recupera prodigiosamente terreno nei confronti dell'Alfa 2900 di Biondetti, passando addirittura al comando della gara. Tutta l'Italia ? con lui, il paese si esalta nel vedere il vecchio campione compiere l'ennesima impresa impossibile. 60 cavalli contro 140. Fino a Modena Nuvolari incrementa fino ad oltre 8 minuti il suo vantaggio. Sul tratto finale per? si scatena la tempesta, la Cisitalia (una spider senza cappotta) si riempie d'acqua, si bagna lo spinterogeno e il mantovano perde dieci minuti e viene superato dall'Alfa (chiusa). "...la sua Cisitalia sembra un giocattolo fra le insidie della natura..." scrivono i giornali. Arriva secondo assoluto, dietro Biondetti, primo della sua categoria. Ma ? lui il vincitore morale e viene portato in trionfo.
Nel resto della stagione, su una Ferrari, vince anche al circuito di Parma e a quello di Forl?.
L'ultima avventura
La malattia si aggrava sempre di pi? ma Nuvolari non vuole neppure pensare al ritiro. Nel 1948 con una Ferrari, ancora alla Mille Miglia, scrive l'ultimo capitolo, glorioso, ma sfortunato, della sua leggendaria carriera. Si presenta alla partenza di Brescia solo per salutare i colleghi. Gli viene offerta una macchina da Ferrari. Lui accetta subito. Ha 56 anni, ? malato, sono mesi che non corre, non ha allenamento, non conosce la macchina (mai guidata prima), non si aspettava di dover partecipare alla massacrante gara (1600 km!). Ma parte per vincere. Tutti i tifosi sono con lui, la folla lo acclama, ? ancora il mito dell'automobilismo. Nella prima parte della gara resta sempre nelle prime posizioni e poi scatena l'offensiva sugli Appennini facendo valere la sua classe. Arriva a Roma con un largo vantaggio. Poco dopo Roma si rompe il gancio che tiene chiuso il cofano: Tazio elimina il cofano e prosegue a motore scoperto. Dopo Livorno sbanda ed esce di strada: il sedile del meccanico si danneggia nell'urto. Allora toglie anche il sedile e prosegue, nonostante una balestra in avaria. Finch? le ruote girano continua e accresce il suo vantaggio! A Firenze ha un margine sul secondo che supera la mezz'ora: un abisso. Poi perde anche un parafango. Pezzi della sua auto sono sparsi per l'Italia ma lui procede verso la vittoria che sembra vicina. Ma non vincer?. Scampato il pericolo della pioggia (non aveva pi? il cofano...) si rompe il perno della balestra gi? danneggiata e si deve ritirare a Villa Ospizio, vicino a Reggio Emilia. Tutta l'Italia ammutolisce, l'entusiasmo scompare di colpo. "Coraggio Tazio, sar? per il prossimo anno" gli dice Enzo Ferrari per consolarlo. Nuvolari risponde: "Ferrari, giornate come questa, alla nostra et?, non ne tornano molte....".
Nel 1948 non vince pi? corse e corre una sola gara nel '49: dopo la Mille Miglia era crollato e la malattia si era molto aggravata.
Le ultime gare
Ricompare nel 1950: compie due gare in Aprile, vincendo l'ultima (una gara in salita a Palermo, il giorno 10) entrambe su Cisitalia-Abarth. Capisce che ? arrivato il momento di smettere: meglio finire ancora vincente che correre gare nelle retrovie. Tuttavia non annuncer? mai ufficialmente il proprio ritiro.
Negli anni successivi fa poche uscite in pubblico e nel 1953 le sue condizioni precipitano: da Gardone, nella sua villa, chiede di tornare a Mantova. Qui muore l' 11 Agosto, a 61 anni. Il pilota pi? temerario, che aveva rischiato la vita ad ogni corsa e avuto molti incidenti, muore nel proprio letto; Varzi, Campari, Borzacchini, Materassi, Brilli-Peri, Arcangeli, Bordino, Rosemeyer, Seaman: tutti erano morti in gara. Il destino si beffa anche di Carolina: il 5 Gennaio 1981, ad 86 anni, muore investita da un'auto mentre passeggia a Gardone. Travolta da un'auto dopo una vita dedicata alle automobili....!
Il funerale di Nuvolari ha luogo il 13 Agosto 1953 a Mantova: l'Italia e il mondo intero delle competizioni motociclistiche e automobilistiche ? in lutto, partecipa una folla vastissima. Oltre alla gente, ai tifosi e ai piloti del passato e del presente c'? naturalmente Enzo Ferrari. Ci racconta: "...non appena mi giunse notizia della sua fine partii per Mantova. Nella fretta mi persi in un dedalo di strade sconosciute della citt?. Scesi di macchina, chiesi ad un negozio di stagnino la via per villa Nuvolari. Ne usc? un anziano operaio, che prima di rispondermi fece un giro intorno alla macchina, per leggere la targa. Cap?, mi prese una mano e la strinse con calore. 'Grazie di essere venuto' bisbigli? commosso 'Come quello l? non ne nasceranno pi?".
Tazio Nuvolari nasce a Casteldario (Mantova) il 16 Novembre 1892. Il padre Arturo e lo zio Giuseppe sono stati campioni di ciclismo: il primo ottiene ottimi risultati a livello dilettantistico, il secondo invece conquista addirittura il titolo di campione Italiano di mezzofondo su pista, a livello professionistico. Tazio non diventer? ciclista: sceglie, fin da bambino, i motori e la velocit?.
A 12 anni prova per la prima volta l'ebbrezza dei motori: guida con lo zio una Bianchi.
Nel 1915, a 22 anni, parte per la Grande Guerra e dimostra la sua propensione per la guida, come conducente di ambulanze. Trasporta notte e giorno i feriti dal campo di battaglia agli ospedali nelle retrovie. Guida l'ambulanza su strade sconnesse, tra i colpi di cannone, di giorno e di notte senza fari... e il suo mezzo ? sempre il pi? veloce! Una volta carica un ufficiale in visita ai feriti, guida alla sua maniera, si rompe lo sterzo, sbanda e finisce in un fosso. Deve quindi subire i rimproveri del superiore: "...dai retta a me, i feriti portali a piedi. Guidare l'auto non ? il tuo mestiere...!!".
Il debutto nelle competizioni
Terminata la guerra si sposa con la fidanzata Carolina Perina, che conosce da anni. Poi, nel 1920, prende la licenza di pilota moto e nello stesso anno debutta nel mondo delle corse (Circuito di Cremona) ma senza grande fortuna: ? costretto al ritiro. La prima gara in auto invece ? il 20 Marzo dell'anno successivo, dove ottiene la prima vittoria.
Inizia a mettersi in evidenza con il secondo posto sul tortuoso circuito del Garda, a bordo della sua Ansaldo 2000, nel 1921. L'anno successivo coglie altri buoni risultati: sar? ancora secondo al circuito del Garda e i giornalisti iniziano a notarlo. Di lui scrivono: "Questo giovane campione ha veramente impressionato per il brio, il coraggio e la decisione. Ci ha dato il brivido nelle curve acrobaticamente affrontate e superate....".
In Novembre vince la prima gara in moto su Harley-Davidson 1000. Poi sfiora pi? volte la vittoria in numerose gare motociclistiche, dovendo spesso ritirarsi per guai meccanici, quando si trova al comando, ma la sua fama cresce e viene ormai considerato come uno dei piloti pi? promettenti.
La voglia di affermarsi e la sua passione non conoscono ostacoli: ricorda la moglie Carolina che "Tazio era molto sicuro del proprio avvenire. Sapeva di essere forte, anche all'inizio della sua carriera. Era sicuro di sfondare, prima o poi. Aveva un meccanico che era un amico, Telemaco Vareschi. Erano sempre insieme, in uno stanzone della nostra casa trasformato in officina, ad armeggiare attorno alle auto e alle moto...".
Le prime affermazioni
Il 20 Maggio 1923 finalmente ottiene la prima, vera, importante affermazione della carriera in campo nazionale: vince il 1? circuito di Parma su una Garelli 350. Per Nuvolari iniziano ad arrivare le prime soddisfazioni ed i primi... assegni.
Un'altra svolta importante ? il passaggio alla squadra ufficiale della Indian in agosto di quello stesso anno. Con la casa americana consegue importanti successi e si afferma definitivamente nel mondo delle corse motociclistiche. Il mantovano riesce finalmente ad ottenere anche un'auto competitiva: conosce Deo Chiribiri, costruttore, che gli affida per il '23 le sue nuove macchine da competizione. Alla prima gara con la Chiribiri, a Stiges, si mette subito in evidenza. In quello stesso anno si fa notare pi? volte per le straordinarie imprese in gara, che diventeranno subito leggendarie..... (vedi la sezione del sito "Il mito").
Tazio si divide quindi tra auto e moto: se in auto passer? alla storia per la guida spettacolare e temeraria, sulla moto dimostrer? grande compostezza e "bello stile". Ecco un commento del giornalista Giovanni Canestrini: "...fuso con la sua moto in un blocco unico, armonioso nelle movenze, Nuvolari sul nastro stradale sembrava muoversi lieve e fulmineo, come sospeso ad un nastro aereo..... dominava le leggi della meccanica come uno strumento sensibilissimo, con una eleganza che solo i suoi grandi avversari Achille Varzi e Pietro Ghersi riuscivano ad imitare....".
Il campionissimo delle due ruote
Nel 1924 conquista il titolo di campione Italiano delle 500 e continua ad alternare il volante al manubrio. I successi iniziano ad essere numerosi, sia su due che su quattro ruote e le imprese di "Nivola" divengono popolari. In Giugno il commendator Tomaselli, direttore della Bianchi, stabilito che ? Nuvolari il miglior pilota motociclistico in circolazione, lo invita ad entrare nella sua squadra, offrendogli la nuova 350 con distribuzione bialbero chiamata "Freccia Celeste", creata per battere le moto Inglesi che dominavano da sempre la categoria. Nuvolari accetta. Collauda a lungo la moto prima di portarla alle competizioni e dichiara poi che si tratta di un mezzo eccezionale.
Con la "Freccia Celeste" entra definitivamente nella leggenda! Vince numerosissime gare e accende le fantasie degli sportivi.
Tra i successi pi? belli ricordiamo quelli ottenuti sul difficilissimo circuito del Lario (paragonabile ad un GP mondiale di oggi, per importanza), di cui sar? grandissimo "specialista", vincendolo nel 1925-26-27-29-30.
In questo periodo inizia anche a trovarsi di fronte quello che sar? il suo avversario classico: Achille Varzi. I tifosi di tutta Italia si dividono in due: da una parte Nuvolari, che corre anche ingessato o prosegue la gara con la macchina a pezzi, dall'altra Varzi, perfetto stilista e calcolatore, costante e regolare come nessuno.
Nel 1925, '26 e '27 i successi di Tazio sono ancora pi? numerosi e il binomio Bianchi-Nuvolari diventa imbattibile. A Monza, nel 1925, sbaraglia i piloti e le marche Inglesi che fino ad allora avevano dominato la scena internazionale, con una prestazione leggendaria (vedi "Il mito"). Tazio ? gi? una leggenda vivente. Da ricordare che nel 1927 partecipa, sempre con la Bianchi (in quel periodo poteva correre solo con quella casa per contratto) alla prima edizione di quella che diventer? la corsa pi? famosa e pi? bella del mondo: la Mille Miglia. Si classifica quinto nella categoria 3000 cc, su una Bianchi tipo 20, in coppia con Pastore.
Nel 1928 corre principalmente in auto e fonda una propria scuderia, la "scuderia Nuvolari", comprando 4 Bugatti Grand Prix e vendendone una a Varzi e una a Pastore. Alla Mille Miglia conclude sesto nella categoria 3000 e 13? assoluto su Bugatti 2000 in coppia con Bignami. Lo stesso anno ? al via anche in un'altra corsa "mitica", la pi? dura corsa d'auto del mondo, la Targa Florio, dove ? per? costretto al ritiro. Ottiene importanti successi in auto (tra cui il GP di Tripoli) e vince tutte le gare di moto a cui prende parte con la Bianchi, dimostrando di essere ormai imbattibile sulla sua "Freccia Celeste".
Nel 1929 giunge, in coppia con Greggio, undicesimo assoluto su O.M. 2000 alla Mille Miglia e si comporta bene in numerose altre gare automobilistiche (pur senza ottenere successi) e viene ormai considerato un grande talento anche dell'automobilismo; ? chiaro a questo punto che Tazio propende per le quattro ruote, alla ricerca di grandi risultati che inizier? a raccogliere gi? dall'anno successivo. Sempre nel '29 partecipa ad undici gare motociclistiche con la sua Bianchi, vincendone sette.
Nuvolari tra i grandi dell'automobilismo
La prima grandissima affermazione che proietta Nuvolari alla ribalta e lo fa entrare definitivamente tra i grandi nomi dell'automobilismo ? la vittoria nel 1930 alla Mille Miglia su un'Alfa Romeo 1750 (in coppia con Guidotti), primo pilota a vincere la mitica gara Italiana abbattendo il muro dei 100 km/h di media (primato che sar? migliorato solo dopo molte edizioni). La corsa ? un esaltante testa a testa tra lui e Varzi, che tiene col fiato sospeso tutta l'Italia. Questo successo inoltre gli apre le porte dell'Alfa Romeo poich? il direttore del reparto corse e progettista delle macchine da competizione, Vittorio Jano, si convince delle grandi qualit? del mantovano e lo prende in squadra, anche per sostituire Gastone Brilli-Peri, morto tragicamente in corsa a marzo. Jano in precedenza considerava Nuvolari un pilota troppo spericolato, poco affidabile (specialmente dopo che, nel 1925, in un test Tazio aveva avuto un incidente distruggendo un'Alfa) ma le tre Mille Miglia a cui "Nivola" aveva partecipato, tutte concluse, avevano dimostrato che era capace di portare a termine corse molto lunghe e dure e che era in grado di guidare anche "coscienziosamente".
In quel periodo l'Alfa Romeo ? l'auto migliore del mondo. Imbattibile. E dispone di una grande squadra di cui fa parte dal 1929 anche Achille Varzi, vecchio antagonista di Nuvolari sulle moto: la rivalit? si andr? ingigantendo sempre pi? e accender? l'entusiasmo degli sportivi che si esalteranno nel vedere confrontarsi i due pi? grandi talenti dell'automobilismo, in totale antitesi sia nello stile di guida che nella vita.
Tra i due la convivenza in squadra dura poco: Varzi lascia l'Alfa e continua a correre con altre auto confrontandosi con il mantovano nelle pi? importanti corse del mondo dando vita a duelli memorabili.
Nel 1930 al trionfo nella Mille Miglia si sommano altre brillanti vittorie (tra cui ricordiamo il trionfo al TT di Belfast), le ultime con la moto, e le prime di una lunghissima serie con l'auto, di cui Nuvolari ? ormai riconosciuto "maestro", grandissimo interprete e idolo delle folle. I vecchi campioni del volante sono ormai al tramonto e il mantovano ? pronto a sostituirli.
Nel Giugno di quello stesso anno viene "dirottato" nella neonata scuderia Ferrari, che dispone sempre delle Alfa ufficiali, e vince subito alla prima gara, la Trieste-Opicina.
La tecnica di guida
Il Nuvolari motociclista, composto e "stilista", lascier? il posto al Nuvolari automobilista che adotta, fin dalle prime uscite negli anni '20, uno stile di guida unico ed inimitabile, estremamente spettacolare, che unisce al controllo del mezzo e alla sensibilit? formidabile, un grande coraggio. Era in questo stile di guida il segreto delle sue vittorie, della sua superiorit? sugli avversari, e spesso vinceva anche con un mezzo decisamente inferiore. Enzo Ferrari ce lo descrive in un famoso episodio: "Anch'io, dopo le prime gare combattute con lui, cominciai a chiedermi cosa avesse di speciale quell'ometto smilzo e serio, il cui valore si rivelava di regola tanto pi? alto quanto maggiore era il numero di curve di un percorso. Cos? un giorno gli chiesi di portarmi a fare una prova con lui sull'Alfa 1750 che la mia scuderia gli aveva dato (al circuito delle Tre Provincie di Porretta nel 1931). Alla prima curva ebbi la sensazione precisa che Tazio l'avesse sbagliata e che saremmo finiti nel fosso. Mi sentii irrigidire nell'attesa dell'urto. Invece ci ritrovammo all'imbocco del rettilineo successivo con la macchina in linea. Lo guardai: il suo volto scavato era sereno, normale, non di chi ? fortunosamente scampato ad un testa-coda. Allla seconda e terza curva l'impressione si ripet?. Alla quarta o alla quinta cominciai a capire. Intanto, con l'occhio di traverso, avevo notato che per tutta la parabola Tazio non sollevava il piede dall'acceleratore, anzi lo teneva a tavoletta. E di curva in curva capii il suo segreto. Nuvolari abbordava le curve alquanto prima di quello che l'istinto di pilota mi suggeriva. Ma l'abbordava in una maniera inconsueta, puntando d'un colpo il muso della macchina contro il margine interno, proprio nel punto dove la curva aveva inizio. Con l'acceleratore affondato e la giusta marcia inserita prima di quella spaventevole "puntata", faceva partire la macchina in derapage sulle quattro ruote, sfruttando la spinta della forza centrifuga, e contrastandola con la trazione delle ruote motrici. Per l'intero arco della curva il muso della macchina "sbarbava" la cordonatura interna. Quando per? la curva terminava e si apriva il rettifilo, la macchina si trovava gi? in posizione normale per proseguire diritta la corsa, senza necessit? di correzioni e alla massima velocit? possibile! Ricordo che mi ero abituato a questo esercizio, vedendoglielo fare con tanta regolarit?, ma ogni volta mi pareva di precipitare nel vagoncino di un ottovolante...." "Quella manovra in curva era possibile, allora, per due ragioni principali: le ruote non erano, come adesso, indipendenti, e le gomme erano gonfiate a pressioni molto alte. L'incredibile derapata poteva venire cos? determinata con una sola, calcolata sterzata iniziale. Nessuno, ad ogni modo, riusc? ad imitare le curve di Tazio Nuvolari. Molti si avvicinavano, provando e riprovando, ma nelle curve pi? dure finivano comunque per sollevare il piede dall'acceleratore. Nessuno, ripeto, osava la tavoletta come lui.". Con il progresso tecnico la sua manovra perse in parte di efficacia. "Pi? tardi, quando le sospensioni si fecero indipendenti e i pneumatici si gonfiarono a pressioni medie, anche Nuvolari non pot? pi? derapare in modo tanto acrobatico. Tuttavia continu? a puntare l'interno della curva con la decisione di sempre, questa volta correggendo la traiettoria con pochi colpi decisi di volante e non schiacciando pi? "a tavoletta". La sua tecnica rimase comunque fino all'ultimo un prodigio di istinto ai limiti delle possibilit? umane e delle leggi fisiche!".
Nuvolari domina le competizioni
Nel 1931 corre principalmente con l'Alfa conquistando importanti successi e lottando spesso in modo molto spettacolare con Varzi. Da ricordare soprattutto i successi alla Targa Florio, alla Coppa Ciano e al GP d'Italia.
Il 1932 ? il suo anno d'oro: vince la maggior parte delle corse a cui partecipa (GP di Monaco, Coppa Ciano a Livorno, Targa Florio, GP Italia a Monza, Coppa Acerbo, GP di Francia ecc...), la sua popolarit? ? vastissima, guadagna molto, la vita familiare procede bene (ha due figli, Giorgio e Alberto). Vince le gare pi? importanti della stagione e dimostra una superiorit? evidente nei confronti degli avversari. Scrivono i giornali "Chi volete che stia pi? davanti a quest'uomo che non teme di nulla, che ha un'esperienza ormai ventennale di gare e di motori e che, soprattutto, corre oggi con passione triplicata? Tutti i record cadono polverizzati, con facilit? irrisoria, con sicurezza sbalorditiva". E' amico di Gabriele D'Annunzio, suo dichiarato tifoso, gli fa visita al Vittoriale. Persino Mussolini lo accoglie a Villa Torlonia.
Il 1933 ? ancora un anno di grosse soddisfazioni: numerosissime le vittorie, tra cui spiccano quella alla 24 ore di Le Mans, all'Eifelrennen e al GP di Tunisi, oltre all'importante affermazione alla Mille Miglia, su Alfa Romeo, in coppia con Decimo Compagnoni. A met? stagione lascia l'Alfa e inizia a correre con la Maserati continuando a vincere numerose corse sia nazionali che internazionali. Tazio vuole mettersi insieme a Ferrari e dare i loro due nomi alla scuderia: sono entrambi caratteri forti, Ferrari non acconsente e il divorzio ? inevitabile.
"Nivola" contro le auto tedesche
Nel 1934 entrano in vigore le nuove regole tecniche per le auto Grand Prix: le vetture da competizione, prive dei pneumatici e con serbatoio vuoto, non devono pesare pi? di 750 chili, senza limitazioni di cilindrata. I tedeschi colgono l'occasione per poter estromettere l'Alfa Romeo ed imporre la loro forza nelle competizioni: non potendo battere gli italiani sulla meccanica tradizionale puntano sulle proprie superiori capacit? tecnologiche. Utilizzando avanzate conoscenze metallurgiche, puntano su nuove leghe speciali: impiegano i cosidetti acciai bianchi, acciai speciali molto leggeri che, limitando il peso dell'auto, consentono di montare motori di elevata cilindrata e frazionamento. La "concorrenza" non potendo puntare su queste innovazioni rimane con motori di minor cilindrata e potenze decisamente pi? basse. La neonata Auto Union e la Mercedes-Benz preparano i loro bolidi, finanziati pesantemente da Hitler che vuole imporre il prestigio, la potenza e la capacit? tecnologica della "nuova Germania".
Nel 1934 Nuvolari cambia spesso auto e ottiene scarsi risultati: appena due vittorie e un secondo posto alla Mille Miglia dietro Varzi che torna alla scuderia Ferrari. Le auto tedesche iniziano a dominare la scena.
Nel 1935 le soddisfazioni di Tazio sono maggiori. Varzi, il rivale di sempre, passa clamorosamente all'Auto Union che cerca un pilota straniero di primissimo piano e Nuvolari ritorna sulle Alfa Romeo della scuderia Ferrari. Vince agevolmente numerose gare dove le auto tedesche non sono presenti mentre dove Mercedes e Auto Union gareggiano, per le Alfa non c'? nulla da fare, ? troppo netto il divario prestazionale. Ma ? in questi anni di dominio germanico che Nuvolari su Alfa, pur partendo con una macchina nettamente inferiore, dimostra di saper guidare al massimo e spesso riesce a colmare con la sua guida l'inferiorit? meccanica e compie alcune tra le sue gare pi? belle. E' Nuvolari ormai l'unica "arma" vincente a disposizione dell'Alfa.
Ferrari, che ormai rappresenta ufficialmente le Alfa nelle competizioni, tenta, per opporsi ai tedeschi, una nuova carta: realizza un'auto "bimotore". Vengono utilizzati due motori Alfa montati sullo stesso telaio, uno anteriore ed uno posteriore, con il pilota in mezzo. Ne vengono costruite due: la prima con due motori di 3167 cc e 540 cavalli (usata da Nuvolari sia in gara che per i tentativi di record) e la seconda con due motori di 2900 e 510 cavalli (utlizzata in gara da Chiron). Due mostri del peso di oltre 1300 chili che non potranno quindi gareggiare nelle gare a formula unica per le quali il peso massimo ? 750 chili.
Con la "bimotore" Nuvolari realizza per? due bei record mondiali di velocit? e partecipa alle corse dove non viene imposto il limite di peso (gare a formula libera). In gara i risultati sono deludenti, nonostante la guida prodigiosa del mantovano: l'auto pesa troppo, ? difficile da guidare e consuma eccessivamente le gomme (nel GP di Tripoli del '35 Nuvolari dove sostare ripetutamente per il cambio gomme: a fine gara ne avr? sostituite 18!).
La "bimotore" viene accantonata e con la vecchia P3 contro le auto tedesche non c'? nulla da fare. Caracciola, Varzi, Rosemeyer, Fagioli dominano le competizioni.
Arriva il GP di Germania al Nurburgring: si prepara una parata trionfale per i bolidi germanici e per il regime di Hitler. La gara sar? ricordata come una delle corse indimenticabili della storia dello sport e dell'automobilismo in particolare: Nuvolari su Alfa precede tutti i piloti di Mercedes e Auto Union e vince in casa loro, lasciando ammutolita la folla tedesca. E' la sua vittoria pi? bella! (vedere in dettaglio nella sezione "il mito").
Nel 1936 ? finalmente pronta la nuova Grand Prix Alfa: una 12 cilindri di 4064 cc e 370 cv. Ma le macchine tedesche progrediscono ancora (l'Auto Union con Rosemeyer domina la stagione) e la nuova auto non si rivela all'altezza. Nuvolari con la sua classe straordinaria riesce nei circuiti pi? tormentati a colmare l'enorme divario dalle tedesche ed ottiene qualche vittoria. Il bilancio complessivo per gli Italiani ? assai deludente, escludendo il solo Nuvolari, sempre pi? sorprendente, che alterna la vecchia 8 cilindri e la 12. Da incorniciare nel '36 ? la trasferta negli Stati Uniti dove il mantovano vince con facilit? la Coppa Vanderbilt sul circuito di Roosvelt Field: Tazio incanta gli americani che finalmente lo possono vedere in azione. Raggiunge anche nel Nuovo Continente i vertici della popolarit? e viene festeggiato come un eroe. Diventa anche lui l'eroe dei due mondi....
Nonostante l'inferiorit? del mezzo "il mantovano volante" nel biennio '35-'36 ha ottenuto grandissimi risultati ed il suo mito ha continuato a brillare e a crescere. E' ancora il numero uno del mondo.
1937: l'anno pi? nero
E' ormai evidente che l'Alfa non riesce pi? a tenere il confronto con le macchine tedesche e il 1937 si prospetta come un anno poco felice. La Mercedes specialmente domina la scena con la nuova "mostruosa" W125: per l'Alfa Romeo ? un susseguirsi disastroso di sconfitte, l'anno pi? nero della sua storia. Il gap dalle auto tedesche, che continuano la scalata a potenze sempre pi? elevate per primeggiare l'una sull'altra, ? sempre pi? evidente. Nuvolari vince solo al circuito di Milano. Poi arriva la prima disgrazia: il figlio maggiore Giorgio, diciottenne, viene colpito da miocardite nel collegio Svizzero in cui studia. Tazio lo riporta a casa, a Mantova, gli sta vicino e anche se capisce che per lui ? finita spera sempre di salvarlo. Tre mesi dopo, mentre Nuvolari attraversa l'oceano per partecipare alla Coppa Vanderbilt, Giorgio muore. Carolina racconter? "...era la prima volta che Tazio piangeva. Quando seppe che Giorgio poco prima della morte lo aveva cercato, si chiuse nel suo studio e per molto tempo non volle pi? vedere nessuno".
Alla fine della stagione Nuvolari prova per una gara l'Auto Union, classificandosi 5? al GP di Berna. Finisce poi la stagione con l'Alfa e la scuderia Ferrari.
Il ritiro?
Nel 1938 l'Alfa annuncia il suo ritorno in veste ufficiale nelle competizioni per reagire alla supremazia tedesca: la scuderia Ferrari chiude ed Enzo Ferrari viene chiamato a dirigere la nuova "Alfa-Corse", Jano ? costretto a dimettersi.
Durante le prove della gara di apertura l'auto di Nuvolari si incendia ad oltre 150 km/h per una perdita di benzina: il mantovano si salva buttandosi gi? dalla macchina con la tuta in fiamme. Resta ustionato e contuso, ma si salva. Dal suo ospedale di Pau Tazio Nuvolari comunica la decisione di ritirarsi. Il mondo delle corse ? stupito e attonito, l'Italia incredula. Dichiara: "Il fuoco mi ha terrorizzato. E' un nemico che non ti da scampo e dal quale non puoi difenderti. Non me la sento pi? di correre, questo ? tutto. La notte ? un incubo, sogno sempre il fuoco. E' finita davvero, sono vecchio e sono stanco." Tutti parlano della clamorosa decisione del mantovano. Ma la decisione di Nuvolari appare sensata: ? ancora il miglior pilota del mondo, ? ricco e famoso, ha ormai 46 anni, una carriera quasi ventennale alle spalle, ha vinto tutto, sia in moto che in auto! Ha avuto una vita agonistica molto intensa, come nessun altro pilota. Inoltre da qualche tempo ha problemi di salute, ha i bronchi malati a causa delle esalazioni dei gas di scarico delle auto, accumulati in tanti anni. E' morto da poco il figlio Giorgio. Ha tutte le ragioni per ritirarsi.
Ma dopo un periodo di cura e di riposo e una vacanza in America, Tazio appare ristabilito e... ritorna alle corse! Scriver? ancora altre pagine indimenticabili.
Nuvolari e l'Auto Union
Nel 1938 compare clamorosamente al volante dell'Auto Union al GP di Germania in Luglio e finisce quarto. L'Auto Union voleva un campione dell'esperienza e abilit? di Nuvolari per sostituire lo scomparso Rosemeyer e per perfezionare il suo bolide (la nuova "tipo D" a 12 cilindri), per poter battere la Mercedes che aveva dominato la stagione precedente. Nuvolari si dimostra all'altezza: fornisce consigli fondamentali alla squadra, migliora la vettura e dopo tre gare vince il GP d'Italia a Monza e poi si ripete in Inghilterra a Donington, davanti ai suoi compagni di squadra e alle Mercedes. Compie sempre gare bellissime e combattute. Una prestazione eccezionale sia per il lavoro di messa a punto che per l'abilit? ad adattare il suo stile di guida alla nuova auto, potente e difficile da condurre, totalmente diversa da quelle da lui guidate in precedenza, essendo a motore posteriore. Con la vittoria di Donington Nuvolari viene esaltato anche dagli Inglesi che restano impressionati dalla sua prova. E' ancora il numero uno, continua a dimostrarlo e combatte come se avesse appena iniziato a correre. L'Alfa intanto non vince pi?, ? precipitata in una crisi totale.
Nel 1939 persino Adolf Hitler, nel corso del Salone dell'auto di Berlino, si congratula con il mantovano. In quell'anno Nuvolari, alla sua "seconda giovinezza", corre sempre con l'auto tedesca e disputa gare bellissime contro le Mercedes e, anche se vince solo il GP di Belgrado, la sua ? una stagione molto positiva: ? l'unico pilota a tenere testa ai bolidi di Stoccarda! La vittoria di Belgrado (ultimo GP disputato prima del conflitto) ? l'ultima grande vittoria di Nuvolari: la guerra ? alle porte e con il sigillo del mantovano si conclude un ciclo mitico e indimenticabile nella storia delle competizioni motoristiche internazionali.
Il dopoguerra
Dopo il conflitto, nel 1946, Nuvolari si ripresenta, a cinquantaquattro anni, al volante di un'auto da corsa. Ha ancora la classe e il coraggio di sempre ma il suo fisico ? malato. Deve spesso abbandonare le gare, ha attacchi acuti di tosse ed ? costretto a correre con una mascherina per proteggere i polmoni dai gas di scarico. In Maggio Alberto, l'altro figlio di Tazio, viene colpito da nefrite. Tazio e Carolina gli stanno vicino ma anche per lui il destino ? segnato. Muore a diciotto anni, come il fratello Giorgio. Carolina racconta: "Non ci sar? pi? un Nuvolari che correr? per le strade del mondo, dopo Tazio. Tazio fu buono e generoso con me.... mi nascose la sua disperazione.... Voleva che lo seguissi in ogni corsa. Stavo nel box con le mogli degli altri corridori. 'Salvatemelo' dicevo pregando i miei figli". Molti autori scrivono che Nuvolari in questi ultimi anni di gare cercasse la morte al volante della propria auto ma pi? probabilmente per lui le corse erano diventate una "droga" per dimenticare le proprie disgrazie, una necessit? per vivere.
I risultati del 1946 non sono particolarmente soddisfacenti. Si ritira spesso ma corre anche belle gare dove, pur senza vincere, si distingue per la guida spettacolare e realizza spesso il giro pi? veloce. A settembre nel GP di Torino ritrova il suo grande amico-rivale Varzi: i due accendono un bellissimo duello e il pubblico torna ad appassionarsi alle loro gesta come ai vecchi tempi. Vince Varzi, che sta vivendo una seconda giovinezza, mentre Tazio si deve ritirare dopo un'ottima gara. Nell'anno complessivamente vince due gare correndo su Maserati, Cisitalia e Fiat.
La Mille Miglia del '47
Nel 1947 partecipa solamente a sei gare (vincendone tre) ed ? protagonista di un'altra impresa leggendaria, sul teatro della Mille Miglia nella prima edizione del dopoguerra. Si iscrive alla gara con una piccola Cisitalia 1100 ma ? determinato, vuole vincere, si sente ringiovanito. Pochi gli danno credito.
Tazio parte guardingo ma poi da Pesaro a Roma guida come un folle e recupera prodigiosamente terreno nei confronti dell'Alfa 2900 di Biondetti, passando addirittura al comando della gara. Tutta l'Italia ? con lui, il paese si esalta nel vedere il vecchio campione compiere l'ennesima impresa impossibile. 60 cavalli contro 140. Fino a Modena Nuvolari incrementa fino ad oltre 8 minuti il suo vantaggio. Sul tratto finale per? si scatena la tempesta, la Cisitalia (una spider senza cappotta) si riempie d'acqua, si bagna lo spinterogeno e il mantovano perde dieci minuti e viene superato dall'Alfa (chiusa). "...la sua Cisitalia sembra un giocattolo fra le insidie della natura..." scrivono i giornali. Arriva secondo assoluto, dietro Biondetti, primo della sua categoria. Ma ? lui il vincitore morale e viene portato in trionfo.
Nel resto della stagione, su una Ferrari, vince anche al circuito di Parma e a quello di Forl?.
L'ultima avventura
La malattia si aggrava sempre di pi? ma Nuvolari non vuole neppure pensare al ritiro. Nel 1948 con una Ferrari, ancora alla Mille Miglia, scrive l'ultimo capitolo, glorioso, ma sfortunato, della sua leggendaria carriera. Si presenta alla partenza di Brescia solo per salutare i colleghi. Gli viene offerta una macchina da Ferrari. Lui accetta subito. Ha 56 anni, ? malato, sono mesi che non corre, non ha allenamento, non conosce la macchina (mai guidata prima), non si aspettava di dover partecipare alla massacrante gara (1600 km!). Ma parte per vincere. Tutti i tifosi sono con lui, la folla lo acclama, ? ancora il mito dell'automobilismo. Nella prima parte della gara resta sempre nelle prime posizioni e poi scatena l'offensiva sugli Appennini facendo valere la sua classe. Arriva a Roma con un largo vantaggio. Poco dopo Roma si rompe il gancio che tiene chiuso il cofano: Tazio elimina il cofano e prosegue a motore scoperto. Dopo Livorno sbanda ed esce di strada: il sedile del meccanico si danneggia nell'urto. Allora toglie anche il sedile e prosegue, nonostante una balestra in avaria. Finch? le ruote girano continua e accresce il suo vantaggio! A Firenze ha un margine sul secondo che supera la mezz'ora: un abisso. Poi perde anche un parafango. Pezzi della sua auto sono sparsi per l'Italia ma lui procede verso la vittoria che sembra vicina. Ma non vincer?. Scampato il pericolo della pioggia (non aveva pi? il cofano...) si rompe il perno della balestra gi? danneggiata e si deve ritirare a Villa Ospizio, vicino a Reggio Emilia. Tutta l'Italia ammutolisce, l'entusiasmo scompare di colpo. "Coraggio Tazio, sar? per il prossimo anno" gli dice Enzo Ferrari per consolarlo. Nuvolari risponde: "Ferrari, giornate come questa, alla nostra et?, non ne tornano molte....".
Nel 1948 non vince pi? corse e corre una sola gara nel '49: dopo la Mille Miglia era crollato e la malattia si era molto aggravata.
Le ultime gare
Ricompare nel 1950: compie due gare in Aprile, vincendo l'ultima (una gara in salita a Palermo, il giorno 10) entrambe su Cisitalia-Abarth. Capisce che ? arrivato il momento di smettere: meglio finire ancora vincente che correre gare nelle retrovie. Tuttavia non annuncer? mai ufficialmente il proprio ritiro.
Negli anni successivi fa poche uscite in pubblico e nel 1953 le sue condizioni precipitano: da Gardone, nella sua villa, chiede di tornare a Mantova. Qui muore l' 11 Agosto, a 61 anni. Il pilota pi? temerario, che aveva rischiato la vita ad ogni corsa e avuto molti incidenti, muore nel proprio letto; Varzi, Campari, Borzacchini, Materassi, Brilli-Peri, Arcangeli, Bordino, Rosemeyer, Seaman: tutti erano morti in gara. Il destino si beffa anche di Carolina: il 5 Gennaio 1981, ad 86 anni, muore investita da un'auto mentre passeggia a Gardone. Travolta da un'auto dopo una vita dedicata alle automobili....!
Il funerale di Nuvolari ha luogo il 13 Agosto 1953 a Mantova: l'Italia e il mondo intero delle competizioni motociclistiche e automobilistiche ? in lutto, partecipa una folla vastissima. Oltre alla gente, ai tifosi e ai piloti del passato e del presente c'? naturalmente Enzo Ferrari. Ci racconta: "...non appena mi giunse notizia della sua fine partii per Mantova. Nella fretta mi persi in un dedalo di strade sconosciute della citt?. Scesi di macchina, chiesi ad un negozio di stagnino la via per villa Nuvolari. Ne usc? un anziano operaio, che prima di rispondermi fece un giro intorno alla macchina, per leggere la targa. Cap?, mi prese una mano e la strinse con calore. 'Grazie di essere venuto' bisbigli? commosso 'Come quello l? non ne nasceranno pi?".
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