Forse un post diverso dal solito, ma a volte il modo migliore per ricordare un grande pilota ? quello di scrivere poche righe e di affidarne la memoria al racconto e alle testimonianze di altri piloti.
Secondo una storiella che circolava nei paddock, all’epoca, Barry Sheene avrebbe perso la verginit? a 14 anni, sul panno di un tavolo da biliardo, a St. Martin in the Fileds, Londra.
Aveva poche linee guida. Poche, ma chiare. Nelle corse, il suo motto era “Stare avanti ed uscirne vivo”, nella vita amava vivere pericolosamente anche fuori della pista. Con James Hunt – Campione di F1 nel 1976, formava una formidabile coppia di play boy e compagni di avventura.
Si ? spento in Australia Barry Sheene, a cui recentemente era stato diagnosticato un tumore alla trachea ed allo stomaco.
Nato a Londra l'11/09/1950 il due volte campione del mondo della 500 (1976-77) ? stato, probabilmente, il talento pi? naturale prodotto dall'Inghilterra.
All'apice della sua carriera, infatti, Barry dimostr? di essere un pilota estremamente creativo, per non parlare della competenza tecnica che faceva di lui un eccellente collaudatore. Fin da quando inizi? a gareggiare, alla fine degli anni '60, con una 125, cattur? l'attenzione degli appassionati e della stampa. Giovane, ironico, di bell'aspetto, si presentava con una tuta bianca nel periodo in cui sembrava obbligatorio indossarne una nera.
E poi il colpo di genio: l'immagine di Paperino assurta na suo simbolo, dipinta sul casco: "perch? nessuno si aspetterebbe questa scelta da un vincente".
A causa di due terribili cadute sofferte una a Daytona alla met? degli anni '70 e l'altra a Silverstone nei primi anni '80, Sheene, durante la sua carriera fu, per tutti, "l'uomo bionico". Quello che faceva suonare tutti i metal detector in tutti gli aeroporti del mondo. In realt? Barry era il prototipo del motociclista senza paura.
Beveva (Brandy), fumava (Gauloises), aveva al fianco una bellissima donna (l'ex modella di Playboy Stephanie McLean) ed in un periodo in cui in pochi guadagnavano con le corse, si presentava in circuito con una Rolls Roice targata BS7. Pi? tardi sarebbe arrivato in elicottero. Giunto nel mondiale alla guida di una piccola 125 Suzuki sal? ben presto di cilindrata. I suoi anni d'oro furono la fine dei ruggenti '70, quando vinse due titoli iridati con la Suzuki, battendo piloti come Lansivuori, Pat Hennen, Marco Lucchinelli, Steve Baker, ma anche Agostini e Cecotto. Dal '78 in poi si scontr? con il grande Kenny Roberts. Corse sino al 1984.
Hanno detto di lui:
GIACOMO AGOSTINI: “Sto ripendando alla finale di Assen, nel 1975, quando arrivammo con lo stesso tempo ma il fotofinish gli assegn? la vittoria. Allora ero dispiaciutissimo. Oggi sono contento che sia andata cos?………. Ricordo che quando parlai con barry della malattia era perfettamente cosciente della gravit?, mi disse LA COSA E’ BREVE………Ci siamo trovati tante volte fuori a cena. Oltre ad essere un bravissimo pilota era molto aperto, socievole, sempre pronto alla battuta. Una persona a modo”.
FRANCO UNCINI: “Se ne ? andato un amico, un grande personaggio, un pilota eccezionale, una persona splendida e mata da tutti, soprattutto dai suoi colleghi”. Franco Uncini – Campione del mondo della 500 nel 1982 con la Suzuky, era un grande amico di Barry Sheene. Ci ha messo un po’ a riprendersi dallo choc, poi racconta i suoi aneddoti. “Ero molto affezionato a Barry. Ho vissuto gli anni della mia carriera nel Motomondiale con lui, ho smesso poco dopo il suo ritiro. Abbiamo passato anni stupoendi insieme. Anche le nostre famiglie si conoscevano, siamo stati tante volte ospiti nella sua casa in Inghilterra, uno splendido castello. Ricordo anche quando eravamo insieme al Nuerburgring, nel 1985. Condividevamo tante passioni insieme, come ad esempio quella per gli aerei e per il volo. Col passare del tempo Sheene si interess? anche agli elicotteri e ne compr? uno. Un giorno arriv? a Donington in elicottero e facemmo un giro insieme.
MARCO LUCCHINELLI: “Il giorno della scomparsa di Barry, mi hanno chiamato dall’Australia, non ci potevo credere. Mi hanno detto che doveva andare a Melbourne per vedere il GP, poi ha rinunciato perch? non stava bene. Ma nessuno pensava che se ne sarebbe andato per sempre. Appena saputa la notizia sono uscito di casa, da solo, e sono andato al mare. Ancora adesso, su quella spiaggia penso a lui, al grande Barry, al mio amico Barry. L’aneddoto pi? bello, quello che mi porter? sempre dentro. Riguarda il giorno in cui disputammo la gara ad Imola nel 1981, stagione in cui vinsi il mondiale. Prima della gara Barry mi sugger? di cambiare le gomme. Mancavano pochi minuti all’inizio della corsa. Mi affrettai a tornbare ai box per montare le slick e lui fece di tutto per far ritardare la partenza: mise la sua Yamaha di traverso sulla linea di partenza, poi fece portare la sua moto ai box fingendo di avere problemi meccanici. Io riuscii a cambiare le gomme. Fu una gara stupenda, dopo qualche girto in testa, lui mi super? e, come faceva spesso per irridere gli avversari, mi mostr? il dito medio con la mano destra. Dopo qualche tornata lo sorpassai e gli feci lo stesso gesto. La gente pensava che c’erano polemiche tra noi, in realt? eravamo grandi amici e scherzavamo sempre. Vinsi la gara e lui fu il primo ad abbracciarmi e a farmi i complimenti. Per anni abbiamo trascorso le vacanze insieme in Venezuela, spesso mi ospitava da lui o veniva da me a Ravenna. Se ne va il pilota che fece conoscere il motomondiale a tutte l’Inghilterra, se ne va una parte della mia vita”.
DOTT. FRANCO COSTA: “ Lo conobbi nel 1972, ero a Imola per la prima volta in veste di medico. Allora c’era l’abitudine di visitare i piloti prima di ogni gara. Lui era ragazzino, vene dentro spavaldo e mi disse che era offensivo fargli una visita perch?, disse, IO SONO FANTASTICO. Rimasi affascinato, lo misi in guardia sui pericoli di Imola e gli chiesi solo il gruppo sanguigno, lui rispose DOTTORE MI SEI SIMPATICO, TI FACCIO VEDERE CHE ENTRO E FACCIO IL RECORD. Allora chiamai i medici del Tamburello, avvertendoli che un inglese con il numero 7 sarebbe caduto di l? a poco. Ma lui pass? indenne. Mi chiamarono e mi dissero che mi ero sbagliato. Poi arriv? accompagnato dai medici della Piratella con una flebo e una clavicola rotta. Era la curva successiva. Tornando al posto medico mi sorrise e disse NON SONO POI COSI’ FANTASTICO. Nel marzo del 1975 cadde a Daytona a 300 km all’ora. Lo soccorsi io, Fu operato al femore. Rimasi con lui in ospedale per tre giorni e alla fine smettemmo di contare le fratture. Quaranta giorni dopo torn? in moto a Salisburgo, ma allora si partiva a spinta e lui aveva il femore non ancora a posto. Chiese di partire per ultimo con la spinta di un meccanico. Glielo vietarono. Fu allora che capii che gli uomini con le loro leggi non comprendono la grandezza dei motociclisti”.
La carriera:
1968 inizia 125cc
1969 campionato Britannico 750cc
1970 campione britannico 750cc
1970 debutto iridato nella 125 (Suzuki) 12? assoluto
1971 2? nel mondiale 125 (Suzuki) 3 vittorie
1972 13? nel mondiale 250 (Yamaha)
1973 campione europeo 750cc
1974 6? nel mondiale 500 (Suzuki)
1975 6? nel mondiale 500 (Suzuki)
1976 iridato nella 500 cc (SUZUKI)
1977 iridato nella 500 (SUZUKI)
1978 2? nel mondiale 500 (Suzuki)
1978 gli ? assegnato l'MBE (Member of the British Empire)
1979 3? nel mondiale 500 (Suzuki)
1980 15? mondiale 500 (Yamaha)
1981 4? nel mondiale 500 (Yamaha)
1982 5? nel mondiale 500 (Yamaha)
1983 14? nel mondiale 500 (Suzuki)
1984 6? nel mondiale 500 (Suzuki) 23 vittorie in Gran Premio
imatra
podio con Roberts e Hennen
la bellissima moglie
Imola
Secondo una storiella che circolava nei paddock, all’epoca, Barry Sheene avrebbe perso la verginit? a 14 anni, sul panno di un tavolo da biliardo, a St. Martin in the Fileds, Londra.
Aveva poche linee guida. Poche, ma chiare. Nelle corse, il suo motto era “Stare avanti ed uscirne vivo”, nella vita amava vivere pericolosamente anche fuori della pista. Con James Hunt – Campione di F1 nel 1976, formava una formidabile coppia di play boy e compagni di avventura.
Si ? spento in Australia Barry Sheene, a cui recentemente era stato diagnosticato un tumore alla trachea ed allo stomaco.
Nato a Londra l'11/09/1950 il due volte campione del mondo della 500 (1976-77) ? stato, probabilmente, il talento pi? naturale prodotto dall'Inghilterra.
All'apice della sua carriera, infatti, Barry dimostr? di essere un pilota estremamente creativo, per non parlare della competenza tecnica che faceva di lui un eccellente collaudatore. Fin da quando inizi? a gareggiare, alla fine degli anni '60, con una 125, cattur? l'attenzione degli appassionati e della stampa. Giovane, ironico, di bell'aspetto, si presentava con una tuta bianca nel periodo in cui sembrava obbligatorio indossarne una nera.
E poi il colpo di genio: l'immagine di Paperino assurta na suo simbolo, dipinta sul casco: "perch? nessuno si aspetterebbe questa scelta da un vincente".
A causa di due terribili cadute sofferte una a Daytona alla met? degli anni '70 e l'altra a Silverstone nei primi anni '80, Sheene, durante la sua carriera fu, per tutti, "l'uomo bionico". Quello che faceva suonare tutti i metal detector in tutti gli aeroporti del mondo. In realt? Barry era il prototipo del motociclista senza paura.
Beveva (Brandy), fumava (Gauloises), aveva al fianco una bellissima donna (l'ex modella di Playboy Stephanie McLean) ed in un periodo in cui in pochi guadagnavano con le corse, si presentava in circuito con una Rolls Roice targata BS7. Pi? tardi sarebbe arrivato in elicottero. Giunto nel mondiale alla guida di una piccola 125 Suzuki sal? ben presto di cilindrata. I suoi anni d'oro furono la fine dei ruggenti '70, quando vinse due titoli iridati con la Suzuki, battendo piloti come Lansivuori, Pat Hennen, Marco Lucchinelli, Steve Baker, ma anche Agostini e Cecotto. Dal '78 in poi si scontr? con il grande Kenny Roberts. Corse sino al 1984.
Hanno detto di lui:
GIACOMO AGOSTINI: “Sto ripendando alla finale di Assen, nel 1975, quando arrivammo con lo stesso tempo ma il fotofinish gli assegn? la vittoria. Allora ero dispiaciutissimo. Oggi sono contento che sia andata cos?………. Ricordo che quando parlai con barry della malattia era perfettamente cosciente della gravit?, mi disse LA COSA E’ BREVE………Ci siamo trovati tante volte fuori a cena. Oltre ad essere un bravissimo pilota era molto aperto, socievole, sempre pronto alla battuta. Una persona a modo”.
FRANCO UNCINI: “Se ne ? andato un amico, un grande personaggio, un pilota eccezionale, una persona splendida e mata da tutti, soprattutto dai suoi colleghi”. Franco Uncini – Campione del mondo della 500 nel 1982 con la Suzuky, era un grande amico di Barry Sheene. Ci ha messo un po’ a riprendersi dallo choc, poi racconta i suoi aneddoti. “Ero molto affezionato a Barry. Ho vissuto gli anni della mia carriera nel Motomondiale con lui, ho smesso poco dopo il suo ritiro. Abbiamo passato anni stupoendi insieme. Anche le nostre famiglie si conoscevano, siamo stati tante volte ospiti nella sua casa in Inghilterra, uno splendido castello. Ricordo anche quando eravamo insieme al Nuerburgring, nel 1985. Condividevamo tante passioni insieme, come ad esempio quella per gli aerei e per il volo. Col passare del tempo Sheene si interess? anche agli elicotteri e ne compr? uno. Un giorno arriv? a Donington in elicottero e facemmo un giro insieme.
MARCO LUCCHINELLI: “Il giorno della scomparsa di Barry, mi hanno chiamato dall’Australia, non ci potevo credere. Mi hanno detto che doveva andare a Melbourne per vedere il GP, poi ha rinunciato perch? non stava bene. Ma nessuno pensava che se ne sarebbe andato per sempre. Appena saputa la notizia sono uscito di casa, da solo, e sono andato al mare. Ancora adesso, su quella spiaggia penso a lui, al grande Barry, al mio amico Barry. L’aneddoto pi? bello, quello che mi porter? sempre dentro. Riguarda il giorno in cui disputammo la gara ad Imola nel 1981, stagione in cui vinsi il mondiale. Prima della gara Barry mi sugger? di cambiare le gomme. Mancavano pochi minuti all’inizio della corsa. Mi affrettai a tornbare ai box per montare le slick e lui fece di tutto per far ritardare la partenza: mise la sua Yamaha di traverso sulla linea di partenza, poi fece portare la sua moto ai box fingendo di avere problemi meccanici. Io riuscii a cambiare le gomme. Fu una gara stupenda, dopo qualche girto in testa, lui mi super? e, come faceva spesso per irridere gli avversari, mi mostr? il dito medio con la mano destra. Dopo qualche tornata lo sorpassai e gli feci lo stesso gesto. La gente pensava che c’erano polemiche tra noi, in realt? eravamo grandi amici e scherzavamo sempre. Vinsi la gara e lui fu il primo ad abbracciarmi e a farmi i complimenti. Per anni abbiamo trascorso le vacanze insieme in Venezuela, spesso mi ospitava da lui o veniva da me a Ravenna. Se ne va il pilota che fece conoscere il motomondiale a tutte l’Inghilterra, se ne va una parte della mia vita”.
DOTT. FRANCO COSTA: “ Lo conobbi nel 1972, ero a Imola per la prima volta in veste di medico. Allora c’era l’abitudine di visitare i piloti prima di ogni gara. Lui era ragazzino, vene dentro spavaldo e mi disse che era offensivo fargli una visita perch?, disse, IO SONO FANTASTICO. Rimasi affascinato, lo misi in guardia sui pericoli di Imola e gli chiesi solo il gruppo sanguigno, lui rispose DOTTORE MI SEI SIMPATICO, TI FACCIO VEDERE CHE ENTRO E FACCIO IL RECORD. Allora chiamai i medici del Tamburello, avvertendoli che un inglese con il numero 7 sarebbe caduto di l? a poco. Ma lui pass? indenne. Mi chiamarono e mi dissero che mi ero sbagliato. Poi arriv? accompagnato dai medici della Piratella con una flebo e una clavicola rotta. Era la curva successiva. Tornando al posto medico mi sorrise e disse NON SONO POI COSI’ FANTASTICO. Nel marzo del 1975 cadde a Daytona a 300 km all’ora. Lo soccorsi io, Fu operato al femore. Rimasi con lui in ospedale per tre giorni e alla fine smettemmo di contare le fratture. Quaranta giorni dopo torn? in moto a Salisburgo, ma allora si partiva a spinta e lui aveva il femore non ancora a posto. Chiese di partire per ultimo con la spinta di un meccanico. Glielo vietarono. Fu allora che capii che gli uomini con le loro leggi non comprendono la grandezza dei motociclisti”.
La carriera:
1968 inizia 125cc
1969 campionato Britannico 750cc
1970 campione britannico 750cc
1970 debutto iridato nella 125 (Suzuki) 12? assoluto
1971 2? nel mondiale 125 (Suzuki) 3 vittorie
1972 13? nel mondiale 250 (Yamaha)
1973 campione europeo 750cc
1974 6? nel mondiale 500 (Suzuki)
1975 6? nel mondiale 500 (Suzuki)
1976 iridato nella 500 cc (SUZUKI)
1977 iridato nella 500 (SUZUKI)
1978 2? nel mondiale 500 (Suzuki)
1978 gli ? assegnato l'MBE (Member of the British Empire)
1979 3? nel mondiale 500 (Suzuki)
1980 15? mondiale 500 (Yamaha)
1981 4? nel mondiale 500 (Yamaha)
1982 5? nel mondiale 500 (Yamaha)
1983 14? nel mondiale 500 (Suzuki)
1984 6? nel mondiale 500 (Suzuki) 23 vittorie in Gran Premio
imatra
podio con Roberts e Hennen
la bellissima moglie
Imola
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