"Ricordati che oggi hai un compito preciso" gli ha detto Kenny prima della gara. Gi?. Ma come si fa ad eseguire tale compito se hai appena ottenuto la pole, corri in casa ed il compito in questione consiste nel far vincere il tuo compagno di squadra?
Nonostante questo, il pivello ? un professionista; non per niente ha gi? vinto tre titoli mondiali nelle classi inferiori; ed appena il mese scorso ha lasciato di stucco il suo team, andando a vincere la sua prima gara in 500 davanti al suo caposquadra: nessuno gli aveva detto di non farlo, forse non avevano nemmeno considerato che ne avesse le capacit?... Un emiliano che indossa il numero 7 e due titoli nella 250, con un cognome atipico da farlo passare per spagnolo dai vertici Yamaha, Luca Cadalora.
Ora che se ne sono accorti, l'ordine ? tassativo, e lui lo rispetter?.
Da parte sua il Campione non ? del tutto tranquillo; sa riconoscere i cavalli di razza e quel tipo sfrontato va un po' troppo forte per i suoi gusti. Un comprimario non avrebbe mai osato fare quel che il pivello ha fatto a Donington, sapendo che c'era il titolo in ballo. Gli onesti lavoratori, gli onesti sportivi.
Per il Campione questo ? un problema: ha vinto tre titoli consecutivi, mettendoci sempre un po' di suo in pi?. La Casa madre sembra non volerne sapere: "Ma se vinci, perch? ti lamenti?" gli dicono. Non sanno di quanto sia difficile sopperire ogni volta alla lacune tecniche della moto col coraggio e la determinazione. Avranno una decina di anni per ricredersi e per riflettere su questa situazione iniqua, fra un cavallo indomabile e l'uomo che supera il suo nervoso scalpitare, tenendolo per le briglie. E per quet'uomo un nuovo avversario da battere, per di pi? interno, ? proprio l'ultima cosa che ci vuole.
Le moto sono schierate sulla linea di partenza; solo 21 millesimi di secondo separano il pivello dal Campione; ma sono millesimi a favore del pivello. Su una pista che ? come la rampa del garage di casa Cadalora.
La coppia biancorossa si porta immediatamente in testa. Kevin insegue in terza posizione; un sorprendente John ? quarto, col casco piumato, sulla moto rossa. Mick ? indietro.
Ma il pivello ? sempre li.
Il fiato sul collo.
Un Campione ? un Campione, non pu? accettare di non essere il pi? veloce.
"Non pensare alla moto, guida sui problemi" pensa tra se; lui ? fatto cos?. Non si arrende mai, non molla mai, anche se non c'? speranza, anche se ? scritto che non ce la puoi fare. Perch? lui ? un Campione, sa di esserlo. E nessuno pu? guidare una Yamaha come lui. E' cos? che ha vinto tre titoli consecutivi, contro ogni pronostico e contro ogni speranza.
Contro la sua stessa moto.
Il pivello ? ancora li.
Inizia il decimo giro.
Forse sotto il casco un sorriso sta affiorando sulle labbra del Campione. Ce la sta facendo. Per la quarta volta consecutiva.
Ancora una volta ? stato pi? forte di tutti, pi? forte degli avversari, pi? forte della moto, pi? forte del destino.
Ancora quel pivello alle spalle...
All'improvviso il mondo impazzisce.
Il pivello vede la bestia selvaggia che si scatena davanti a lui e disarciona il domatore.
Nessuna piet?, nessuna compassione, nessun rimorso.
Il mostro meccanico libera la sua rabbia prima di una variante calma come un fiume dell'Ade, il Campione ? una bambola di pezza: inerme scivola via, sul trionfo, per l'asfalto e i cordoli velenosi del Santamonica.
Dolore.
Lancinante, profondo, insopportabile.
Si continua...
L'uomo resta sul prato. Qualcosa nella bambola si ? spezzato. Il mago dei giocattoli accorre subito. Lo fa sempre; lui sa come riparare quei fragili esseri, quelle meravigliose creature fatte di nervi, coraggio, forza e volont?. Ma stavolta la sua faccia ? di pietra. La bambola non potr? pi? camminare.
Il pivello libera tutta la sua gioia.
Il caldo pubblico italiano lo porta in trionfo.
Un'euforia incontenibile lo esalta, lo pervade, lo ubriaca mentre sale sul gradino pi? alto del podio.
Ancora non sa del dolore.
Ancora non sa del filo spezzato.
Ancora non sa della bambola.
Misano, 5 settembre 1993.
Luca Cadalora vince il suo secondo gran premio in 500.
Wayne Rainey entra nell'olimpo degli eroi, ma non camminer? pi?.
Kevin Schwantz ? campione del mondo.
Nonostante questo, il pivello ? un professionista; non per niente ha gi? vinto tre titoli mondiali nelle classi inferiori; ed appena il mese scorso ha lasciato di stucco il suo team, andando a vincere la sua prima gara in 500 davanti al suo caposquadra: nessuno gli aveva detto di non farlo, forse non avevano nemmeno considerato che ne avesse le capacit?... Un emiliano che indossa il numero 7 e due titoli nella 250, con un cognome atipico da farlo passare per spagnolo dai vertici Yamaha, Luca Cadalora.
Ora che se ne sono accorti, l'ordine ? tassativo, e lui lo rispetter?.
Da parte sua il Campione non ? del tutto tranquillo; sa riconoscere i cavalli di razza e quel tipo sfrontato va un po' troppo forte per i suoi gusti. Un comprimario non avrebbe mai osato fare quel che il pivello ha fatto a Donington, sapendo che c'era il titolo in ballo. Gli onesti lavoratori, gli onesti sportivi.
Per il Campione questo ? un problema: ha vinto tre titoli consecutivi, mettendoci sempre un po' di suo in pi?. La Casa madre sembra non volerne sapere: "Ma se vinci, perch? ti lamenti?" gli dicono. Non sanno di quanto sia difficile sopperire ogni volta alla lacune tecniche della moto col coraggio e la determinazione. Avranno una decina di anni per ricredersi e per riflettere su questa situazione iniqua, fra un cavallo indomabile e l'uomo che supera il suo nervoso scalpitare, tenendolo per le briglie. E per quet'uomo un nuovo avversario da battere, per di pi? interno, ? proprio l'ultima cosa che ci vuole.
Le moto sono schierate sulla linea di partenza; solo 21 millesimi di secondo separano il pivello dal Campione; ma sono millesimi a favore del pivello. Su una pista che ? come la rampa del garage di casa Cadalora.
La coppia biancorossa si porta immediatamente in testa. Kevin insegue in terza posizione; un sorprendente John ? quarto, col casco piumato, sulla moto rossa. Mick ? indietro.
Ma il pivello ? sempre li.
Il fiato sul collo.
Un Campione ? un Campione, non pu? accettare di non essere il pi? veloce.
"Non pensare alla moto, guida sui problemi" pensa tra se; lui ? fatto cos?. Non si arrende mai, non molla mai, anche se non c'? speranza, anche se ? scritto che non ce la puoi fare. Perch? lui ? un Campione, sa di esserlo. E nessuno pu? guidare una Yamaha come lui. E' cos? che ha vinto tre titoli consecutivi, contro ogni pronostico e contro ogni speranza.
Contro la sua stessa moto.
Il pivello ? ancora li.
Inizia il decimo giro.
Forse sotto il casco un sorriso sta affiorando sulle labbra del Campione. Ce la sta facendo. Per la quarta volta consecutiva.
Ancora una volta ? stato pi? forte di tutti, pi? forte degli avversari, pi? forte della moto, pi? forte del destino.
Ancora quel pivello alle spalle...
All'improvviso il mondo impazzisce.
Il pivello vede la bestia selvaggia che si scatena davanti a lui e disarciona il domatore.
Nessuna piet?, nessuna compassione, nessun rimorso.
Il mostro meccanico libera la sua rabbia prima di una variante calma come un fiume dell'Ade, il Campione ? una bambola di pezza: inerme scivola via, sul trionfo, per l'asfalto e i cordoli velenosi del Santamonica.
Dolore.
Lancinante, profondo, insopportabile.
Si continua...
L'uomo resta sul prato. Qualcosa nella bambola si ? spezzato. Il mago dei giocattoli accorre subito. Lo fa sempre; lui sa come riparare quei fragili esseri, quelle meravigliose creature fatte di nervi, coraggio, forza e volont?. Ma stavolta la sua faccia ? di pietra. La bambola non potr? pi? camminare.
Il pivello libera tutta la sua gioia.
Il caldo pubblico italiano lo porta in trionfo.
Un'euforia incontenibile lo esalta, lo pervade, lo ubriaca mentre sale sul gradino pi? alto del podio.
Ancora non sa del dolore.
Ancora non sa del filo spezzato.
Ancora non sa della bambola.
Misano, 5 settembre 1993.
Luca Cadalora vince il suo secondo gran premio in 500.
Wayne Rainey entra nell'olimpo degli eroi, ma non camminer? pi?.
Kevin Schwantz ? campione del mondo.
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