Torno a parlare di Omobono Tenni.
Lo faccio perch? da quando l'ho conosciuto attraverso quello che ? scritto su di lui, nutro una grande ammirazione per questo pilota fortissimo, sicuramente il pi? forte della sua era, ma sconosciuto alla maggioranza di noi.
Mi auguro che attraverso i post precedenti (e quelli che verranno!), si apprezzi di pi? questo motociclista straordinario...
Vi riporto qualche frammento dell'Omobono pensiero trovato nei siti dedicati.
Giusto per far capire di che periodo storico parliamo, Tenni partecipa alla sua prima corsa il 24 marzo del 1924 sul circuito trevigiano della strada di Postumia al fianco di nomi come Ghersi, Nuvolari (proprio lui), Mentasti, cio? i pi? grandi campioni del tempo. E vince.
Di lui l'Ing. Carcano dice:
"Chi ammiravo, pur non condividendone il modo di correre, era Tenni.
Tenni era un individuo stranissimo, se lo aveste conosciuto. Se fosse qui seduto con noi sarebbe calmo, come noi, proprio una persona normalissima. Come metteva il sedere sulla moto cambiava da cos? a cos? (fa il gesto con la mano).
Ricordo bene che, quando era sulla motocicletta, il suo scopo era andare forte.
Non vincere la gara, ma andare forte.
Un giorno mi ha detto:"Ma tu credi che il pubblico va a vedere le corse per vedere se arriva prima Gilera o se arriva prima Guzzi? No, va a vedere le corse perch? vuole vedere andare forte." Ad esempio Lorenzetti era un calcolatore: se era in testa staccava 20 metri prima. Tenni no, se era primo staccava 5 metri dopo. Diceva: "Mi sento di derubare il pubblico", era un concetto diametralmente opposto."
Tenni amava ripetere "Mi ritirer? solo quando avr? trovato uno pi? veloce di me".
Prende parte ad una gara che si disputa sul velocissimo tracciato di Monza e dopo una partenza fulminante al dodicesimo giro ? in testa ed ha superato tutti i pi? grandi campioni, ma rompe il pistone e si deve ritirare. Ed in quel momento esclama sconfortato:"No ghe xe machine par mi" (Non ci sono macchine per me).
Una vittoria che gli dar? grande soddisfazione la consegue nel 1933 quando partecipa alla gara di Rapallo sul circuito del Tigullio. A quella gara partecipa anche il pi? grande campione del tempo: Pietro Ghersi. Tenni lo stima e lo ammira come un idolo ed ? per questo che alla fine della gara confider? a Bianchin:"Non ho voluto sorpassarlo nei primi giri perch? mi dispiaceva... mi sembrava di fargli del male". Ma nell'ultimo mezzo giro Tenni affonda il gas e se lo lascia dietro senza piet?.
Tenni dava gas come un forsennato e fu accusato di eccessiva irruenza laddove non ci sarebbe stato nessun bisogno di "gettarsi a capofitto nelle curve e d'arrischiare com'egli ha arrischiato" (Motociclismo, 19/10/1933).
Tourist Trophy 1935.
Tenni su Guzzi 250 impone il suo ritmo gi? dalle prove facendo registrare un tempo record sul giro mai visto prima: 30'10''. Ma la gara verr? vinta dall'inglese Stanley Woods, anche lui su Guzzi. In gara Tenni cade al quinto giro a causa della nebbia che rende la visibilit? scarsissima e non gli fa vedere in tempo un corvo che si era piazzato davanti alla sua moto. Ma nonostante la vittoria in gara Woods non riesce a battere il tempo di Tenni facendo registrare il giro pi? veloce a "soli" 30'31'' cio? 21 secondi in pi?.
Tenni comincia a fare paura a tutti. La stampa inglese lo nota subito e lo marchia con l'appellativo di "The black devil" (il diavolo nero).
L'incidente in gara gli procura la frattura di due vertebre ma dopo due giorni Omobono vuole partecipare alla gara delle 500.
Dovranno intervenire i dirigenti italiani per impedirgli di correre e per trasportarlo in Italia dove si rimetter? dopo 20 giorni, pronto a risalire in sella nonostante i medici inglesi lo avessero dato per finito.
Nel marzo del 1937 accade il famoso incidente delle due dita. L'impatto fu tremendo e dal piede del pilota si staccarono due dita. Tenni non fece un lamento, prese le dita e le mise in tasca avvolte in un fazzoletto mormorando: "Chiss? che non le possano riattaccare".
Tourist Trophy 1937.
... al quarto giro Tenni riconquista la prima posizione e spinge cos? forte sul gas da staccare tutti gli avversari. Durante questo giro stabilisce il record assoluto del tracciato con un tempo pazzesco di 29 minuti e 8 secondi alla incredibile media di 77,72 miglia orarie. Ma ? il settimo giro, l'ultimo della gara, che riserva a Tenni una amara sorpresa che metter? a dura prova il suo sistema nervoso. La moto si ferma per colpa della candela. Tenni inizia l'operazione di sostituzione con le mani tremolanti per la tensione. In cuor suo sentiva la vittoria sfuggirgli, come confider? poi a Bianchin. Ma sostituita la candela si butta di nuovo a corpo perduto sulla pista. E' ancora primo seppur di poco e vede la vittoria a portata di mano. La folla impazzisce per l'impresa, i radiocronisti inglesi urlano ai microfoni con una enfasi tale da far perdere quasi il significato delle parole. In quei frangenti venne pronunciata alla radio la famosissima frase che fece il giro del mondo:
"Tenni curva con pazzo abbandono tanto da far dubitare circa il suo giungere al traguardo in un sol pezzo". In Italia moltissimi erano quelli che attendevano vicini alla radio l'ultima frase dei radiocronisti, la frase liberatoria:"TENNI HA VINTO!!".
Tenni era diventato una Star e distribuiva non meno di tremila autografi al giorno. "Me faceva mal la man"!
Tornato a Treviso fu festeggiato da amici ed ammiratori e confid? a Bianchin le sue impressioni:"Questa volta mi pareva di correre a casa mia e di avere un pubblico mio". Ero deciso a vincere ad ogni costo, costasse qualunque cosa: l'Italia doveva vincere il Tourist Trophy?".
Alla fine della guerra Tenni ? indeciso se riprendere o meno a correre anche perch? ha raggiunto i quaranta anni. Ma la filosofia di Tenni ? una sola:"Mi ritirer? solo quando avr? trovato uno pi? veloce di me! ". E cos? si ripresenta nel 1945 sui campi di gara. E' un susseguirsi di vittorie ininterrotte.
Nel 1948 partecipa per la terza volta al Tourist Trophy. Dopo aver segnato il giro pi? veloce, al quinto giro ? costretto a ritirarsi per problemi alla candela ed ai freni. Quegli stessi inglesi che lo avevano definito undici anni prima "il diavolo nero" ora lo chiamano "il pi? grande campione del mondo".
Lo faccio perch? da quando l'ho conosciuto attraverso quello che ? scritto su di lui, nutro una grande ammirazione per questo pilota fortissimo, sicuramente il pi? forte della sua era, ma sconosciuto alla maggioranza di noi.
Mi auguro che attraverso i post precedenti (e quelli che verranno!), si apprezzi di pi? questo motociclista straordinario...
Vi riporto qualche frammento dell'Omobono pensiero trovato nei siti dedicati.
Giusto per far capire di che periodo storico parliamo, Tenni partecipa alla sua prima corsa il 24 marzo del 1924 sul circuito trevigiano della strada di Postumia al fianco di nomi come Ghersi, Nuvolari (proprio lui), Mentasti, cio? i pi? grandi campioni del tempo. E vince.
Di lui l'Ing. Carcano dice:
"Chi ammiravo, pur non condividendone il modo di correre, era Tenni.
Tenni era un individuo stranissimo, se lo aveste conosciuto. Se fosse qui seduto con noi sarebbe calmo, come noi, proprio una persona normalissima. Come metteva il sedere sulla moto cambiava da cos? a cos? (fa il gesto con la mano).
Ricordo bene che, quando era sulla motocicletta, il suo scopo era andare forte.
Non vincere la gara, ma andare forte.
Un giorno mi ha detto:"Ma tu credi che il pubblico va a vedere le corse per vedere se arriva prima Gilera o se arriva prima Guzzi? No, va a vedere le corse perch? vuole vedere andare forte." Ad esempio Lorenzetti era un calcolatore: se era in testa staccava 20 metri prima. Tenni no, se era primo staccava 5 metri dopo. Diceva: "Mi sento di derubare il pubblico", era un concetto diametralmente opposto."
Tenni amava ripetere "Mi ritirer? solo quando avr? trovato uno pi? veloce di me".
Prende parte ad una gara che si disputa sul velocissimo tracciato di Monza e dopo una partenza fulminante al dodicesimo giro ? in testa ed ha superato tutti i pi? grandi campioni, ma rompe il pistone e si deve ritirare. Ed in quel momento esclama sconfortato:"No ghe xe machine par mi" (Non ci sono macchine per me).
Una vittoria che gli dar? grande soddisfazione la consegue nel 1933 quando partecipa alla gara di Rapallo sul circuito del Tigullio. A quella gara partecipa anche il pi? grande campione del tempo: Pietro Ghersi. Tenni lo stima e lo ammira come un idolo ed ? per questo che alla fine della gara confider? a Bianchin:"Non ho voluto sorpassarlo nei primi giri perch? mi dispiaceva... mi sembrava di fargli del male". Ma nell'ultimo mezzo giro Tenni affonda il gas e se lo lascia dietro senza piet?.
Tenni dava gas come un forsennato e fu accusato di eccessiva irruenza laddove non ci sarebbe stato nessun bisogno di "gettarsi a capofitto nelle curve e d'arrischiare com'egli ha arrischiato" (Motociclismo, 19/10/1933).
Tourist Trophy 1935.
Tenni su Guzzi 250 impone il suo ritmo gi? dalle prove facendo registrare un tempo record sul giro mai visto prima: 30'10''. Ma la gara verr? vinta dall'inglese Stanley Woods, anche lui su Guzzi. In gara Tenni cade al quinto giro a causa della nebbia che rende la visibilit? scarsissima e non gli fa vedere in tempo un corvo che si era piazzato davanti alla sua moto. Ma nonostante la vittoria in gara Woods non riesce a battere il tempo di Tenni facendo registrare il giro pi? veloce a "soli" 30'31'' cio? 21 secondi in pi?.
Tenni comincia a fare paura a tutti. La stampa inglese lo nota subito e lo marchia con l'appellativo di "The black devil" (il diavolo nero).
L'incidente in gara gli procura la frattura di due vertebre ma dopo due giorni Omobono vuole partecipare alla gara delle 500.
Dovranno intervenire i dirigenti italiani per impedirgli di correre e per trasportarlo in Italia dove si rimetter? dopo 20 giorni, pronto a risalire in sella nonostante i medici inglesi lo avessero dato per finito.
Nel marzo del 1937 accade il famoso incidente delle due dita. L'impatto fu tremendo e dal piede del pilota si staccarono due dita. Tenni non fece un lamento, prese le dita e le mise in tasca avvolte in un fazzoletto mormorando: "Chiss? che non le possano riattaccare".
Tourist Trophy 1937.
... al quarto giro Tenni riconquista la prima posizione e spinge cos? forte sul gas da staccare tutti gli avversari. Durante questo giro stabilisce il record assoluto del tracciato con un tempo pazzesco di 29 minuti e 8 secondi alla incredibile media di 77,72 miglia orarie. Ma ? il settimo giro, l'ultimo della gara, che riserva a Tenni una amara sorpresa che metter? a dura prova il suo sistema nervoso. La moto si ferma per colpa della candela. Tenni inizia l'operazione di sostituzione con le mani tremolanti per la tensione. In cuor suo sentiva la vittoria sfuggirgli, come confider? poi a Bianchin. Ma sostituita la candela si butta di nuovo a corpo perduto sulla pista. E' ancora primo seppur di poco e vede la vittoria a portata di mano. La folla impazzisce per l'impresa, i radiocronisti inglesi urlano ai microfoni con una enfasi tale da far perdere quasi il significato delle parole. In quei frangenti venne pronunciata alla radio la famosissima frase che fece il giro del mondo:
"Tenni curva con pazzo abbandono tanto da far dubitare circa il suo giungere al traguardo in un sol pezzo". In Italia moltissimi erano quelli che attendevano vicini alla radio l'ultima frase dei radiocronisti, la frase liberatoria:"TENNI HA VINTO!!".
Tenni era diventato una Star e distribuiva non meno di tremila autografi al giorno. "Me faceva mal la man"!
Tornato a Treviso fu festeggiato da amici ed ammiratori e confid? a Bianchin le sue impressioni:"Questa volta mi pareva di correre a casa mia e di avere un pubblico mio". Ero deciso a vincere ad ogni costo, costasse qualunque cosa: l'Italia doveva vincere il Tourist Trophy?".
Alla fine della guerra Tenni ? indeciso se riprendere o meno a correre anche perch? ha raggiunto i quaranta anni. Ma la filosofia di Tenni ? una sola:"Mi ritirer? solo quando avr? trovato uno pi? veloce di me! ". E cos? si ripresenta nel 1945 sui campi di gara. E' un susseguirsi di vittorie ininterrotte.
Nel 1948 partecipa per la terza volta al Tourist Trophy. Dopo aver segnato il giro pi? veloce, al quinto giro ? costretto a ritirarsi per problemi alla candela ed ai freni. Quegli stessi inglesi che lo avevano definito undici anni prima "il diavolo nero" ora lo chiamano "il pi? grande campione del mondo".
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