E' rimasta negli annali del motociclismo la leggendaria vittoria di Mike "The Bike" Hailwood al TT del 1978, ma la sua partecipazione l'anno successivo ? molto meno nota ma decisamente particolare ed affascinante come il personaggio che era.
La riporto qui di seguito (cos? come l'ho trovata in rete), da una testimonianza di Steve Wynne, il preparatore di Hailwood.
Il TT del 1979 di Hailwood con la Ducati
testimonianza di Steve Wynne
La NCR costru?, per conto della Ducati, due moto perch? Hailwood corresse il TT dell'Isola di Man del 1979. Mike and? a provarle a Misano due settimane prima delle prove per il TT. Nonostante ci fossero istruzioni precise, qualcuno aveva sistemato il cambio al contrario , cos? Hailwood inser? la seconda (che lui pensava fosse la prima), acceler? sul rettilineo dei box, inser? quella che lui pensava fosse la seconda (che era in realt? la prima) e la moto lo scaravent? a terra. Risultato: frattura di diverse costole, moto distrutta, impossibilit? di provare quella di riserva.
Hailwood avrebbe corso comunque, sebbene non al 100% della forma, con le costole rotte e senza aver sfruttato tutte le prove prima della corsa. Una sola Ducati era pronta per il TT F1, anche se un?altra moto sarebbe stata resa disponibile per la classe Senior, che per? era sottoposta a regole diverse. Pensavo che le cose non sarebbero potute andare peggio. Migliaia di fan accorsero per vedere Hailwood vincere un altro TT. Era la gara in cui Hailwood sperava di potersi sistemare economicamente per il resto della sua vita. Decine di piccole aziende, dalle T-shirt agli adesivi, e di multinazionali petrolifere, puntarono su Hailwood al TT. Ma a quanto pare mi sbagliavo: le cose POTEVANO andare peggio! Pochi giorni prima della gara, telefonarono dalla Ducati dicendo che qualcuno del management a Roma aveva letto sul giornale che Hailwood aveva avuto un incidente a Misano e che si era infortunato. Era assicurata l?azienda contro gli infortuni di Hailwood al TT? La risposta fu no!! Chi avrebbe assicurato un tale rischio? Venni informato che la Ducati non avrebbe mandato alcuna moto all'Isola di Man. Trovai una soluzione all?empasse: comprare la moto dalla Ducati e in caso di incidente assumermi la responsabilit? al posto della Ducati. La casa bolognese accett? a condizione che se non ci fossero stati incidenti e se avessimo vinto la gara, avrei dovuto rivendergli la moto. Un classico caso di testa o croce. C?? una sorta di legge di vita collegata agli effetti a catena quando le cose vanno male: succede che invariabilmente vanno peggio. Speravamo che dopo tutto quello che avevamo passato, almeno le moto fossero competitive... Il motore aveva 15 cv di potenza in meno (soltanto?) della moto dell?anno prima, che era maneggevole da sogno, mentre quella nuova era incontrollabile come un cavallo imbizzarrito! Se questo succedeva in un circuito breve, cosa sarebbe successo al TT? La risposta era ovviamente: peggio. Alla fine del nostro unico giorno di prova ad Oulton Park, la settimana precedente al TT, la moto era ancora lenta, ma dopo aver spostato tutto quello che potevo spostare era diventata un po? pi? maneggevole. A pensarci adesso, credo semplicemente che Mike si fosse abituato alla moto. La settimana di prova del TT rivel? problemi in ogni settore, incluso il motore, che perse una valvola; al che il meccanico vi sistem? un motore di riserva che era ancora pi? lento! I team avversari pensavano che Mike facesse qualche gioco tattico accumulando giri lenti, ma alla fine della settimana era chiaro a tutti noi che la situazione era disastrosa.
Bastava fare un confronto con i tempi sul giro del 1978, quando dopo aver fatto il miglior tempo a 111 miglia/h di media, Hailwood era saltato gi? dalla moto freddo e calmo pensando di aver fatto 105 mph. Nel 1979 invece fece un tentativo disperato per ottenere un buon tempo durante le prove, ma arriv? con i freni roventi, graffi su ciascun lato della carenatura fatti sui muri del circuito e grondante di sudore. Pensava di aver fatto 115mph ma, ahim?, erano solo 106. Cosa fare a questo punto? Un solo giorno ci separava dalla gara.
Mi hanno chiesto pi? di una volta perch? non abbiamo usato la moto che aveva vinto il TT l?anno prima. Il fatto ? che l?avevo venduta in Giappone per recuperare un po? delle mie spese e in ogni caso l?omologazione era cambiata e il motore non era pi? regolamentare.
Tuttavia la moto sorella, che aveva guidato Roger Nichols, era in esposizione nella vetrina di un negozio.
Se fossimo riusciti a prenderla e portarla all?Isola di Man, avremmo forse potuto saccheggiare qualche pezzo per migliorare la guidabilit?. La moto arriv? il venerd? sera, la gara era sabato mattina. Ci mettemmo subito al lavoro, ma non c?era niente che combaciasse perfettamente. A quel tempo non sapevo molto di design di telai, ma ne sapevo comunque di pi? dell?uomo che aveva fatto quello che avevamo! Alle 3.00 del mattino decisi che avremmo dovuto tagliare e saldare il telaio, ma non avevamo la saldatrice. Incaricammo un amico di trovarne una e questi torn? presto con ci? che ci serviva (Dio solo sa quale ne fosse la provenienza..). Saccheggiammo l?hotel di qualche sedia di metallo, segammo le gambe e le incorporammo nel telaio della Ducati ?79.
La gara fu un disastro come prevedibile. La marcia pi? alta si ruppe al secondo giro e Hailwood non riusciva a tenere la moto in curva; il motore, privo della marcia pi? alta, urlava in rettilineo e ci aspettavamo che la ruota si bloccasse non appena i pezzi degli ingranaggi fossero rimasti imprigionati nel resto del cambio. Per fortuna questo non avvenne. La piastra della batteria si stacc? all?ultimo giro (niente a che vedere con le gambe della sedia!). Mike si piazz? comunque al quinto posto. Per me questo episodio consacra Mike Hailwood come il pi? grande, molto pi? della sua vittoria nel 1978. Poteva legittimamente ritirarsi al secondo giro sottraendosi ai rischi e a una sconfitta umiliante. Invece si ? dimostrato un campione, per non deludere i fan e il team. Posso affermare con assoluta convinzione che a prescindere dalla moto, Hailwood sapeva correre pi? veloce di qualsiasi altro pilota, passato o presente. Ci sono molti piloti che dovrebbero imparare che quando la bandierina si abbassa si smette di lamentarsi e si corre pi? forte che si pu?. Hailwood ha fatto esattamente questo. Che successe dopo quel TT? So solo che non ho mai ricevuto dalla Ducati la quota che mi spettava per il contratto di Hailwood, n? altro denaro che mi doveva e ho perso una piccola fortuna. Era anche l?anno in cui venne lanciata la "Mike Hailwood Replica? come modello di serie. N? a Mike n? a me vennero pagati i diritti, anche se secondo me l?azienda a quel tempo era sull?orlo della bancarotta e il successo di questo modello fu tale da salvare l?azienda.
Un anno o due pi? tardi mi trovavo a camminare per strada con la responsabile marketing e pubblicit? della Ducati, quando lei individu? una Mike Hailwood Replica sull?altro lato della strada: ?Guarda - mi disse con grande soddisfazione - una delle nostre promozioni pi? riuscite, specialmente la combinazione di colori della bandiera italiana?. ?No, non ? cos? - riuscii a dirle - Ho fatto il disegno io stesso da una tanica di benzina Castrol, perch? la Castrol era uno degli sponsor di Hailwood. Il bianco rosso e verde sono solo una coincidenza.? Non riuscii a convincerla, pensava ancora che l?avesse fatta la Ducati!
La riporto qui di seguito (cos? come l'ho trovata in rete), da una testimonianza di Steve Wynne, il preparatore di Hailwood.
Il TT del 1979 di Hailwood con la Ducati
testimonianza di Steve Wynne
La NCR costru?, per conto della Ducati, due moto perch? Hailwood corresse il TT dell'Isola di Man del 1979. Mike and? a provarle a Misano due settimane prima delle prove per il TT. Nonostante ci fossero istruzioni precise, qualcuno aveva sistemato il cambio al contrario , cos? Hailwood inser? la seconda (che lui pensava fosse la prima), acceler? sul rettilineo dei box, inser? quella che lui pensava fosse la seconda (che era in realt? la prima) e la moto lo scaravent? a terra. Risultato: frattura di diverse costole, moto distrutta, impossibilit? di provare quella di riserva.
Hailwood avrebbe corso comunque, sebbene non al 100% della forma, con le costole rotte e senza aver sfruttato tutte le prove prima della corsa. Una sola Ducati era pronta per il TT F1, anche se un?altra moto sarebbe stata resa disponibile per la classe Senior, che per? era sottoposta a regole diverse. Pensavo che le cose non sarebbero potute andare peggio. Migliaia di fan accorsero per vedere Hailwood vincere un altro TT. Era la gara in cui Hailwood sperava di potersi sistemare economicamente per il resto della sua vita. Decine di piccole aziende, dalle T-shirt agli adesivi, e di multinazionali petrolifere, puntarono su Hailwood al TT. Ma a quanto pare mi sbagliavo: le cose POTEVANO andare peggio! Pochi giorni prima della gara, telefonarono dalla Ducati dicendo che qualcuno del management a Roma aveva letto sul giornale che Hailwood aveva avuto un incidente a Misano e che si era infortunato. Era assicurata l?azienda contro gli infortuni di Hailwood al TT? La risposta fu no!! Chi avrebbe assicurato un tale rischio? Venni informato che la Ducati non avrebbe mandato alcuna moto all'Isola di Man. Trovai una soluzione all?empasse: comprare la moto dalla Ducati e in caso di incidente assumermi la responsabilit? al posto della Ducati. La casa bolognese accett? a condizione che se non ci fossero stati incidenti e se avessimo vinto la gara, avrei dovuto rivendergli la moto. Un classico caso di testa o croce. C?? una sorta di legge di vita collegata agli effetti a catena quando le cose vanno male: succede che invariabilmente vanno peggio. Speravamo che dopo tutto quello che avevamo passato, almeno le moto fossero competitive... Il motore aveva 15 cv di potenza in meno (soltanto?) della moto dell?anno prima, che era maneggevole da sogno, mentre quella nuova era incontrollabile come un cavallo imbizzarrito! Se questo succedeva in un circuito breve, cosa sarebbe successo al TT? La risposta era ovviamente: peggio. Alla fine del nostro unico giorno di prova ad Oulton Park, la settimana precedente al TT, la moto era ancora lenta, ma dopo aver spostato tutto quello che potevo spostare era diventata un po? pi? maneggevole. A pensarci adesso, credo semplicemente che Mike si fosse abituato alla moto. La settimana di prova del TT rivel? problemi in ogni settore, incluso il motore, che perse una valvola; al che il meccanico vi sistem? un motore di riserva che era ancora pi? lento! I team avversari pensavano che Mike facesse qualche gioco tattico accumulando giri lenti, ma alla fine della settimana era chiaro a tutti noi che la situazione era disastrosa.
Bastava fare un confronto con i tempi sul giro del 1978, quando dopo aver fatto il miglior tempo a 111 miglia/h di media, Hailwood era saltato gi? dalla moto freddo e calmo pensando di aver fatto 105 mph. Nel 1979 invece fece un tentativo disperato per ottenere un buon tempo durante le prove, ma arriv? con i freni roventi, graffi su ciascun lato della carenatura fatti sui muri del circuito e grondante di sudore. Pensava di aver fatto 115mph ma, ahim?, erano solo 106. Cosa fare a questo punto? Un solo giorno ci separava dalla gara.
Mi hanno chiesto pi? di una volta perch? non abbiamo usato la moto che aveva vinto il TT l?anno prima. Il fatto ? che l?avevo venduta in Giappone per recuperare un po? delle mie spese e in ogni caso l?omologazione era cambiata e il motore non era pi? regolamentare.
Tuttavia la moto sorella, che aveva guidato Roger Nichols, era in esposizione nella vetrina di un negozio.
Se fossimo riusciti a prenderla e portarla all?Isola di Man, avremmo forse potuto saccheggiare qualche pezzo per migliorare la guidabilit?. La moto arriv? il venerd? sera, la gara era sabato mattina. Ci mettemmo subito al lavoro, ma non c?era niente che combaciasse perfettamente. A quel tempo non sapevo molto di design di telai, ma ne sapevo comunque di pi? dell?uomo che aveva fatto quello che avevamo! Alle 3.00 del mattino decisi che avremmo dovuto tagliare e saldare il telaio, ma non avevamo la saldatrice. Incaricammo un amico di trovarne una e questi torn? presto con ci? che ci serviva (Dio solo sa quale ne fosse la provenienza..). Saccheggiammo l?hotel di qualche sedia di metallo, segammo le gambe e le incorporammo nel telaio della Ducati ?79.
La gara fu un disastro come prevedibile. La marcia pi? alta si ruppe al secondo giro e Hailwood non riusciva a tenere la moto in curva; il motore, privo della marcia pi? alta, urlava in rettilineo e ci aspettavamo che la ruota si bloccasse non appena i pezzi degli ingranaggi fossero rimasti imprigionati nel resto del cambio. Per fortuna questo non avvenne. La piastra della batteria si stacc? all?ultimo giro (niente a che vedere con le gambe della sedia!). Mike si piazz? comunque al quinto posto. Per me questo episodio consacra Mike Hailwood come il pi? grande, molto pi? della sua vittoria nel 1978. Poteva legittimamente ritirarsi al secondo giro sottraendosi ai rischi e a una sconfitta umiliante. Invece si ? dimostrato un campione, per non deludere i fan e il team. Posso affermare con assoluta convinzione che a prescindere dalla moto, Hailwood sapeva correre pi? veloce di qualsiasi altro pilota, passato o presente. Ci sono molti piloti che dovrebbero imparare che quando la bandierina si abbassa si smette di lamentarsi e si corre pi? forte che si pu?. Hailwood ha fatto esattamente questo. Che successe dopo quel TT? So solo che non ho mai ricevuto dalla Ducati la quota che mi spettava per il contratto di Hailwood, n? altro denaro che mi doveva e ho perso una piccola fortuna. Era anche l?anno in cui venne lanciata la "Mike Hailwood Replica? come modello di serie. N? a Mike n? a me vennero pagati i diritti, anche se secondo me l?azienda a quel tempo era sull?orlo della bancarotta e il successo di questo modello fu tale da salvare l?azienda.
Un anno o due pi? tardi mi trovavo a camminare per strada con la responsabile marketing e pubblicit? della Ducati, quando lei individu? una Mike Hailwood Replica sull?altro lato della strada: ?Guarda - mi disse con grande soddisfazione - una delle nostre promozioni pi? riuscite, specialmente la combinazione di colori della bandiera italiana?. ?No, non ? cos? - riuscii a dirle - Ho fatto il disegno io stesso da una tanica di benzina Castrol, perch? la Castrol era uno degli sponsor di Hailwood. Il bianco rosso e verde sono solo una coincidenza.? Non riuscii a convincerla, pensava ancora che l?avesse fatta la Ducati!
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