IL CIRCUITO
Che i camerinesi si faccian prendere "la febbre" ? cosa rara, pressoche annuale, da diciannove anni a questa parte, bench? gli organizzatori siano cambiati, quasi a ciclo: quando viene luglio e agosto, qualche volta maggio, dal 1950, quasi tutti simettono al lavoro, in piena concordia ed unita di intenti, per preparare il circuito motocicli?stico.
Febbre di cronisti, febbre di sportivi. E' l'unica febbre che i camerti, cosi maturi e com?passati, freddi e stagionati, si permettono, una volta l'anno.
Gli enti, i commercianti, i cantonieri della provincia e dell'Anas, gli operai del comune. .. si rimboccano le maniche; sotto la guida del moto club e dei suoi presidenti:
Bonelli il primo, Cardona il piu resistente e gli attivissimi Tonnarelli, Passini, Bogataj.
La provincia ormai ha una vera specializzazione motocrossistica: Sanseverino e Cingoli, Esanatoglia ed Apiro.
Ma nella velocita solo Camerino: non solo per la provincia, rna per la regione e l'ltalia centrale.
L'onore ? grande. Come grandi sono gli ostacoli tecnici ed organizzativi, grandi respon?sabilita e il costo della manifestazione. Dieci anni fa ci si salvo per pura energia e
volonta vitale dalla strage di chiusure imposte dalla commissione interministeriale per ragioni di sicurezza.
Camerino presentava e presenta eccezionali condizioni di sicurezza. Il caso di coscienza sorto agli organizzatori di quel tempo e positivamente risolto ha data continuita al circuito.
Se si fosse interrotto per una sola volta, la concessione sarebbe stata perduta irri?mediabilmente. Invece continuita, presso la lega, i centauri, i cittadini, i tifosi.
Sulla conti?nuita vive il circuito.
Il percorso ha una forma ad anello; lungo 2130 metri, presenta solo due rettifili, il tratto in pianura e di modesta lunghezza, letteralmente strozzato da una curva all'inizio
e da una volta strettissima a sinistra, alla fine. Forse i punti piu belli e peculiari si trovano sul lata ovest: la prima interminabile curva dopo il rettilineo del traguardo,
tutta visibile da una tri?buna, compiuta dai centauri con spericolatezza, fino a togliere il fiato, a cento all'ora, prima sul margine destro e poi buttati sull"altro lembo,
a sinistra, acrobati in cerca di stile e di posi?zione per il rettilineo. Il tratto in salita impegna i corridori a sfruttare al massimo le doti di ripresa e di prontezza dei loro mezzi.
Certa somiglianza topografica ha fatto pensare al cir?cuito inglese "Tourist trouphi".
I centauri non avranno la possibilita di guardare, rna gli spettatori alzeranno pur gli occhi alla cornice maestosa dei Sibillini e godranno la quiete e la primavera agostana
di questa inimitabile Camerino nella quale si colloca la corsa.
Il fatto che il circuito riscuota ogni anno la significativa adesione di case costruttrici e di atleti laureati o di grande promessa dimostra chiaramente che il fascino della corsa
? fuori del tempo e riesce a conservare, in virtu dell'impegnativo percorso, il misterioso sapore che gustarono i pionieri.
In occasione della celebrazione del decennio, nel 1961, Mario Cardona, coglieva l'epica visione della gara: "I motori rombano, i cuori battono all'unisono.
Accanto all'imperiosa pos?sente voce del progresso, ? il palpito del cuore umano che ha aiutato l'ingegno e la volonta nella conquista di tutte le mete.
E' lo stesso cuore che ha sorretto i pionieri nei cimenti piu pericolosi; che ha dato alla scienza, attraverso l'audacia, l'orgoglio della lotta e del trionfo.
Pulsante, il motore sembra il cuore di un autentico centauro che solo una volonta superiore pu? dominare nella corsa vertiginosa: il pilota, il Cavaliere che doma e lancia
dove egli vuole il cavallo da lui catturato".
La prosa di Cardona scorre trionfale; in altri anni ? stato Bora a precisare con esattezza geo?metrica, e Fedeli a registrare dati tecnici.
"L'Appennino Camerte" possiede gli articoli della cronaca, anno per anno, e della storia del circuito (ad es. quelli del 12 agosto 1961 e del 4 agosto 1962).
Il moto club terra in scrigno le sue glorie. Appena "archiviata" la gara del '69, perche non cominciare a pensare al ven?tennio, ad una pubblicazione, con la storia e la cronaca.
E, piu, noi suggeriremmo, un bel concorso giornalistico sul nostro circuito. E' una maniera poco costosa per farsi propagan?da.
Angelo Antonio Bittarelli
CHI HA RICORDI SU QUESTA GARA??

Massimo Falcioni
Come appassionato e giornalista ho visto 6 edizioni del circuito di Camerino: mix fra TT, Abbazia, Ospedaletti. Che roba, ragazzi!
MOLTE BELLE FOTO QUA
Volti e moto del XX secolo
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