...no, non è la modella Naomi Campbell e nemmeno l'attrice Naomi Watts, si tratta invece del pilota giapponese Naomi Taniguchi, il primo a guidare una Honda in una gara del Mondiale.
50 anni fa Taniguchi faceva parte della spedizione Honda che partecipò al TT del 1959.
Il team che sbarcò sull' Isola di Man era composto da quattro piloti, Taniguchi, Giichi Suzuki e Jenzo Suzuki.
Il quarto, Kunuhiko Akiyama purtroppo rimase vittima di un incidente mortale quando finì contro un camion durante le riprese di un film pubblicitario della Honda girato poco prima della partenza per l'Europa.
Venne sostituito con Teisuka Tanaka, anche lui collaudatore della Honda.
Le moto erano delle 125 bicilindriche modello RC142 e - a dispetto dello scetticismo della stampa inglese e degli spettatori nei confronti di quei piloti che indossavano un casco simile a quello dei piloti dei jet americani - in una gara (disputata sul Clypse Circuit) dominata dalla MV di Tarquinio Provini, che regolava nell'ordine Luigi Taveri su MZ (i due avevano fatto una gara fantastica infatti al 10° giro erano ancora appaiati, poi la MZ aveva avuto un calo di potenza) e Mike Hailwood su Ducati, Taniguchi finiva ad un onorevole 6° posto ad una media complessiva di 109.87 Km/h (contro i 119.16 di Provini), Giichi Suzuki era 7°, Tanaka 8° e Jenzo Suzuki 11° ( e doppiato).
Sentite al riguardo il parere di un noto giornalista ( citato da Ezio Pirazzini nel suo "Storia dei Motomondiali"):
"Effettivamente il modo di guidare dei giapponesi con quelle inclinazioni paurose e le pedane che strisciano per terra, rasenta l'incredibile. Ma in quanto a capacità di guida gli asiatici hanno ancora da imparare dai loro colleghi europei. I centauri giapponesi guidano con uno stile che potremmo definire di scuola nord-americana: infatti Taniguchi, Suzuki,Tanaka e gli altri sui rettifili non piegano la schiena e non si mettono al riparo della carenatura a formare un blocco unico e aerodinamico con la motocicletta, come insegnano le più elementari norme di guida. Perdono così terreno prezioso che, anche rischiando al massimo in curva, non sempre riescono a recuperare".
Alla Honda venne assegnato il Trofeo per il miglior risultato di squadra e quest'anno Taniguchi è tornato a ricordare e a rendere onore a quella pionieristica partecipazione avendo anche la soddisfazione di vedersi raffigurato in una serie di francobolli coniata in occasione del cinquantenario Honda al TT.
50 anni fa Taniguchi faceva parte della spedizione Honda che partecipò al TT del 1959.
Il team che sbarcò sull' Isola di Man era composto da quattro piloti, Taniguchi, Giichi Suzuki e Jenzo Suzuki.
Il quarto, Kunuhiko Akiyama purtroppo rimase vittima di un incidente mortale quando finì contro un camion durante le riprese di un film pubblicitario della Honda girato poco prima della partenza per l'Europa.
Venne sostituito con Teisuka Tanaka, anche lui collaudatore della Honda.
Le moto erano delle 125 bicilindriche modello RC142 e - a dispetto dello scetticismo della stampa inglese e degli spettatori nei confronti di quei piloti che indossavano un casco simile a quello dei piloti dei jet americani - in una gara (disputata sul Clypse Circuit) dominata dalla MV di Tarquinio Provini, che regolava nell'ordine Luigi Taveri su MZ (i due avevano fatto una gara fantastica infatti al 10° giro erano ancora appaiati, poi la MZ aveva avuto un calo di potenza) e Mike Hailwood su Ducati, Taniguchi finiva ad un onorevole 6° posto ad una media complessiva di 109.87 Km/h (contro i 119.16 di Provini), Giichi Suzuki era 7°, Tanaka 8° e Jenzo Suzuki 11° ( e doppiato).
Sentite al riguardo il parere di un noto giornalista ( citato da Ezio Pirazzini nel suo "Storia dei Motomondiali"):
"Effettivamente il modo di guidare dei giapponesi con quelle inclinazioni paurose e le pedane che strisciano per terra, rasenta l'incredibile. Ma in quanto a capacità di guida gli asiatici hanno ancora da imparare dai loro colleghi europei. I centauri giapponesi guidano con uno stile che potremmo definire di scuola nord-americana: infatti Taniguchi, Suzuki,Tanaka e gli altri sui rettifili non piegano la schiena e non si mettono al riparo della carenatura a formare un blocco unico e aerodinamico con la motocicletta, come insegnano le più elementari norme di guida. Perdono così terreno prezioso che, anche rischiando al massimo in curva, non sempre riescono a recuperare".
Alla Honda venne assegnato il Trofeo per il miglior risultato di squadra e quest'anno Taniguchi è tornato a ricordare e a rendere onore a quella pionieristica partecipazione avendo anche la soddisfazione di vedersi raffigurato in una serie di francobolli coniata in occasione del cinquantenario Honda al TT.
Comment