Come Giorgio e Rino, pochissimi sapevano elaborare tanto magistralmente i motori Ducati: prima i monocilindrici, poi i bicilindrici. Scrupolo, precisione, raffinatezza, passione erano gli ingredienti, e i risultati erano clamorosi: vittorie in Italia, poi anche trionfi prestigiosi all?estero, tanto che la scuderia NCR era identificata spesso col reparto corse della Casa bolognese, e non era un accostamento azzardato, visto che in effetti la Ducati collaborava continuamente con la NCR, riconoscendone l?esperienza e le capacit?.
Giorgio era un tipo estroverso, mentre Rino era pi? riservato. Erano una coppia formidabile. Dopo essersi imposti in tante corse, culminate nella leggendaria vittoria di Hailwood al TT del 1978 su Ducati 900SS assistita dalla NCR, e nella conquista del titolo mondiale SBK nel 1991 con Doug Polen su Ducati 888 NCR, Giorgio e Rino alcuni anni fa avevano deciso di godersi un meritato riposo.
Giorgio per? continuava a mettere le mani nei suoi motori, e spesso si ritrovava con Franco Farn? e con Stefano Caracchi nei box dei circuiti del mondiale SBK per aiutare Farn? a sviluppare la Ducati del Team Caracchi. L?ultima grande soddisfazione se l?era concessa con la vittoria di Nannelli nel GP di Imola Supersport dell?anno scorso. Lui e Farn? erano raggianti, commossi, felici come se fosse la loro prima vittoria.
Giorgio era un grand?uomo. In pi? di trent?anni di professione giornalistica ho scritto tante volte di piloti e personaggi scomparsi che avevo conosciuto bene. L?episodio che pi? mi aveva colpito fino ad oggi era stata la morte di Otello Buscherini, un amico, un grande campione. Ma Buscherini mor? in corsa, al Mugello nel 1976. Giorgio e sua moglie sono invece morti per strada, incolpevoli, in un incredibile e assurdo appuntamento col destino. Giorgio aveva 70 anni e un grande amore per la vita. Amava gli scherzi e le battute ma aveva rispetto per tutto e per tutti; era generoso e modesto. Lo ripeto ancora: un grand?uomo. Ciao, Giorgione.
Giorgio era un tipo estroverso, mentre Rino era pi? riservato. Erano una coppia formidabile. Dopo essersi imposti in tante corse, culminate nella leggendaria vittoria di Hailwood al TT del 1978 su Ducati 900SS assistita dalla NCR, e nella conquista del titolo mondiale SBK nel 1991 con Doug Polen su Ducati 888 NCR, Giorgio e Rino alcuni anni fa avevano deciso di godersi un meritato riposo.
Giorgio per? continuava a mettere le mani nei suoi motori, e spesso si ritrovava con Franco Farn? e con Stefano Caracchi nei box dei circuiti del mondiale SBK per aiutare Farn? a sviluppare la Ducati del Team Caracchi. L?ultima grande soddisfazione se l?era concessa con la vittoria di Nannelli nel GP di Imola Supersport dell?anno scorso. Lui e Farn? erano raggianti, commossi, felici come se fosse la loro prima vittoria.
Giorgio era un grand?uomo. In pi? di trent?anni di professione giornalistica ho scritto tante volte di piloti e personaggi scomparsi che avevo conosciuto bene. L?episodio che pi? mi aveva colpito fino ad oggi era stata la morte di Otello Buscherini, un amico, un grande campione. Ma Buscherini mor? in corsa, al Mugello nel 1976. Giorgio e sua moglie sono invece morti per strada, incolpevoli, in un incredibile e assurdo appuntamento col destino. Giorgio aveva 70 anni e un grande amore per la vita. Amava gli scherzi e le battute ma aveva rispetto per tutto e per tutti; era generoso e modesto. Lo ripeto ancora: un grand?uomo. Ciao, Giorgione.
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