nooooooooooooooo...........mi dispiace da morire...un grandissimo, mi sembra di aver perso un amico.Addio grande Roberto...da sempre le prime righe che leggevo di motosprint...come dissero di Nuvolari, correrai ancora più forte tra le vie del cielo...
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Roberto Patrignani ci ha lasciato
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Smanettonazzo
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CAVOLO, che brutta notizia,piu' di una volta avevo provato a parlagli, e ci sono riuscito solo a Rimini nel 2005, chissa' pero' come sara' felice di ritrovare i suoi amici
MIKE, RENZO, JARNO , BILL
GRAZIE ROBERTO
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Originally posted by kaciaro View PostCAVOLO, che brutta notizia,piu' di una volta avevo provato a parlagli, e ci sono riuscito solo a Rimini nel 2005, chissa' pero' come sara' felice di ritrovare i suoi amici
MIKE, RENZO, JARNO , BILL
GRAZIE ROBERTO
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Originally posted by corner_worker View Postvoglio ricordarlo cos?
Andare in moto e raggiungere il Nirvana
Questi appunti li avevo scritti anni f?, quando l?autunno era l?autunno. Prima insomma che il mutamento del clima aggrovigliasse tutto.
Si trattava di un ingenuo modo di concepire l?andare in motocicletta: spensierato, leggiadro, quasi autoipnotico per illudersi che il meraviglioso fenomeno dell?equilibrio e dell?avanzare fosse il prodotto del tuo stesso essere piuttosto che la spinta di un motore a scoppio. Provo a riprodurre la formuletta a dispetto degli indurimenti degli animi, perch? in questo periodo la stagione sarebbe ideale per ritentare l?illusione. Rilassiamoci, socchiudiamo gli occhi e pensiamo soltanto al volo rasoterra, elegante ma pieno di dinamismo, della rondine prima di un temporale. Bisognerebbe ogni tanto riuscire a guidare la moto nello stesso modo, lasciandosi andare cos?, liberi e fiduciosi da convincerci che anche il corpo non ha pi? peso, anzi che i suoi umori, la sua molle meccanica, le sue complesse centrali, sono per una volta a riposo, con le sole spie accese a segnalare che il contatto vitale ? inserito. Eliminato il corpo, la fase successiva consiste nel fare altrettanto con la motocicletta, sino ad illudersi che ? soltanto lo spirito a librarsi nell?aria tiepida di una radiosa mattina, leggero e felice di esistere sulla palla di terra che abitiamo. Per arrivare alle soglie di questo Nirvana che schiude le porte verso il vagare al di fuori del tempo, occorre una predisposizione d?animo, uno stato di grazia che ? possibile ricreare disponendo degli elementi adatti. L?inizio pu? essere banale: un qualsiasi viaggio solitario. Pi? importanti gli altri ingedienti della formula. Occorre una meta finale che evochi qualcosa di gradevole, una giornata piena di sole, un abbigliamento non costrittivo, una strada alberata con scarsissimo traffico che si percorre per la prima volta. In quanto alla moto deve essere silenziosa, facile; anche uno scooter od un ciclomotore. Create le premesse, arriva la fase pi? difficile: stabilire una specie di autoipnosi che crei il miraggio di galleggiare nell?aria come un fuoco fatuo, senza escludere del tutto i sensi perch? possano captare i profumi dell?aria, percepire il tepore, vedere i colori della boscaglia e dei campi, udire la voce amica e sommessa della motocicletta che, responsabile ed intelligente, si orienta istintivamente, senza fatica, lungo la traccia che si srotola dinnanzi alle ruote. Talvolta si sente il bisogno di un ?ritiro spirituale?. Per? rimanere completamente soli con se stessi, nel silenzio, nel pi? assoluto isolamento, ? una disciplina che pochi hanno la forza morale di affrontare e sopportare. E? sicuramente pi? digeribile un ritiro dinamico, senza spezzare il legame con la vita d?azione, le persone, le necessit? della vita quotidiana. Vagando in motocicletta senza problemi, si ottiene il miracoloso risultato di estraniarsi dalla maggior parte delle cose che ci affliggono, senza subire quel cumulo di apprensioni che il vero isolamento porta con s?, poich? sappiamo che, per interrompere il nostro ?digiuno nel deserto?, baster? chiudere il gas e mettere i piedi a terra. La libert? ? li che ci attende ad un filo di gas. E libert? vuol dire un grosso serbatoio per fermarsi poche volte e rifornirlo, vuol dire anche mangiare al sacco o sostare in una quieta osteria lungo la strada, vuol dire sdraiarsi in un prato all?ombra quando si ? stanchi, o esplorare territori mai visti senza curarsi di dove si andr? a finire. Libert? vuol dire anche fare improvvisamente rotta verso casa se tutto questo romanticismo ci ha stufato. Rileggendo oggi questo surreale elogio del dolce far niente, abusando del buon carattere che ogni motocilcetta dimostra su richiesta del compagno, devo aggiungere un appunto. Deliziatevi di questo svago solo raramente, altrimenti vi rammollirete, voi e la moto. La cura ? semplice. Una bella tirata liberatoria nel posto adatto. Ma non dite che l'ho scritto io.
Roberto Patrignani.
ciao Bob
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e ora come far? senza la sua rubrica su motosprint........
qualche tempo fa sulla sua rubrica aveva accennato della sua malattia dicendo che aveva provato a guidare una vecchia gloria di moto in un'occsione particolare...............purtroppo senza riuscirci.
dalle sue parole si capiva che il peggio stava per accadere.
e gi?............. lui scrivendo ti faceva capire tante cose.............
un uomo che stimavo molto, un amico che non ho mai conosciuto ma che sentivo molto vicino per le comuni passioni..........le moto............il TT..........
una sera ha cenato con la sua RC 30, ora come far? senza ?
ciao Roberto e da lass? se puoi mettici una mano sulla spalla quando la passione ci annebbia la ragione
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un esempio......purtroppo nella vita si muore......ma uno come lui rimane immortale con la sua bravura nel fare il suo lavoro, con i suoi scritti ed i suoi articoli....un esempio per un aspirante giornalista appassionato come me....
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