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Roberto Patrignani ci ha lasciato

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    #1

    Roberto Patrignani ci ha lasciato

    Da motonline...articolo di Luigi Rivola


    Roberto Patrignani ha chiuso silenziosamente l'ultimo capitolo della sua vita e nella prima mattinata del 22 gennaio ha lasciato questo mondo, che aveva girato in lungo e in largo in motocicletta, in scooter e in ciclomotore, per andare a conoscerne un altro che non potr? purtroppo pi? descriverci con la sua prosa appassionata.
    Tocca a me scrivere queste righe di cordoglio per la sua scomparsa. A me che divoravo i suoi articoli negli Anni '60, quando Patrignani provava in esclusiva i bolidi da Gran Premio dei campioni del momento, lui che era stato pilota e che, diventato giornalista specializzato ? per me il pi? specializzato di tutti ? saltava da una moto all'altra, da un Paese all'altro, riuscendo a trasmettere la sua passione a chi sognava di imitarlo. Alcuni dei tanti libri che ha scritto nella sua lunga carriera sono conservati religiosamente nelle biblioteche dei motociclisti e sono ancora fonte di ispirazione nelle discussioni sui forum di internet, in particolare "Ti porter? a Bray Hill" dove l'autore confessa e racconta la sua infatuazione per il Tourist Trophy, "Torno subito" dove narra esperienze e avventure in moto, "In Vespa da Milano a Tokyo", un libro in cui rivive il suo raid in scooter per presenziare alle Olimpiadi del 1964.
    Tra le sue innumerevoli esperienze professionali, tutte comunque legate alla moto e al suo mondo, Roberto Patrignani poteva vantare la direzione delle pubbliche relazioni di importanti marche italiane: dapprima la Moto Guzzi, poi la Brembo, la Nolan e la Cagiva, infine la Garelli. ? stato anche direttore sportivo della Suzuki-Italia e della Garelli.
    Nato il 21 novembre 1935 a Firenze, si ? spento a Mandello del Lario, dove abitava a poche centinaia di metri dallo stabilimento della Moto Guzzi. La scomparsa di Roberto Patrignani ? una grave perdita per tutto il motociclismo italiano.

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    #2
    voglio ricordarlo cos?



    Andare in moto e raggiungere il Nirvana

    Questi appunti li avevo scritti anni f?, quando l?autunno era l?autunno. Prima insomma che il mutamento del clima aggrovigliasse tutto.
    Si trattava di un ingenuo modo di concepire l?andare in motocicletta: spensierato, leggiadro, quasi autoipnotico per illudersi che il meraviglioso fenomeno dell?equilibrio e dell?avanzare fosse il prodotto del tuo stesso essere piuttosto che la spinta di un motore a scoppio. Provo a riprodurre la formuletta a dispetto degli indurimenti degli animi, perch? in questo periodo la stagione sarebbe ideale per ritentare l?illusione. Rilassiamoci, socchiudiamo gli occhi e pensiamo soltanto al volo rasoterra, elegante ma pieno di dinamismo, della rondine prima di un temporale. Bisognerebbe ogni tanto riuscire a guidare la moto nello stesso modo, lasciandosi andare cos?, liberi e fiduciosi da convincerci che anche il corpo non ha pi? peso, anzi che i suoi umori, la sua molle meccanica, le sue complesse centrali, sono per una volta a riposo, con le sole spie accese a segnalare che il contatto vitale ? inserito. Eliminato il corpo, la fase successiva consiste nel fare altrettanto con la motocicletta, sino ad illudersi che ? soltanto lo spirito a librarsi nell?aria tiepida di una radiosa mattina, leggero e felice di esistere sulla palla di terra che abitiamo. Per arrivare alle soglie di questo Nirvana che schiude le porte verso il vagare al di fuori del tempo, occorre una predisposizione d?animo, uno stato di grazia che ? possibile ricreare disponendo degli elementi adatti. L?inizio pu? essere banale: un qualsiasi viaggio solitario. Pi? importanti gli altri ingedienti della formula. Occorre una meta finale che evochi qualcosa di gradevole, una giornata piena di sole, un abbigliamento non costrittivo, una strada alberata con scarsissimo traffico che si percorre per la prima volta. In quanto alla moto deve essere silenziosa, facile; anche uno scooter od un ciclomotore. Create le premesse, arriva la fase pi? difficile: stabilire una specie di autoipnosi che crei il miraggio di galleggiare nell?aria come un fuoco fatuo, senza escludere del tutto i sensi perch? possano captare i profumi dell?aria, percepire il tepore, vedere i colori della boscaglia e dei campi, udire la voce amica e sommessa della motocicletta che, responsabile ed intelligente, si orienta istintivamente, senza fatica, lungo la traccia che si srotola dinnanzi alle ruote. Talvolta si sente il bisogno di un ?ritiro spirituale?. Per? rimanere completamente soli con se stessi, nel silenzio, nel pi? assoluto isolamento, ? una disciplina che pochi hanno la forza morale di affrontare e sopportare. E? sicuramente pi? digeribile un ritiro dinamico, senza spezzare il legame con la vita d?azione, le persone, le necessit? della vita quotidiana. Vagando in motocicletta senza problemi, si ottiene il miracoloso risultato di estraniarsi dalla maggior parte delle cose che ci affliggono, senza subire quel cumulo di apprensioni che il vero isolamento porta con s?, poich? sappiamo che, per interrompere il nostro ?digiuno nel deserto?, baster? chiudere il gas e mettere i piedi a terra. La libert? ? li che ci attende ad un filo di gas. E libert? vuol dire un grosso serbatoio per fermarsi poche volte e rifornirlo, vuol dire anche mangiare al sacco o sostare in una quieta osteria lungo la strada, vuol dire sdraiarsi in un prato all?ombra quando si ? stanchi, o esplorare territori mai visti senza curarsi di dove si andr? a finire. Libert? vuol dire anche fare improvvisamente rotta verso casa se tutto questo romanticismo ci ha stufato. Rileggendo oggi questo surreale elogio del dolce far niente, abusando del buon carattere che ogni motocilcetta dimostra su richiesta del compagno, devo aggiungere un appunto. Deliziatevi di questo svago solo raramente, altrimenti vi rammollirete, voi e la moto. La cura ? semplice. Una bella tirata liberatoria nel posto adatto. Ma non dite che l'ho scritto io.

    Roberto Patrignani.




    ciao Bob

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      #3


      ciao Roberto

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        #4
        Ho appena letto la notizia...
        ci lascia un grande, ciao roberto.

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          #5
          Esprimo tutta la mia stima nei confronti di Roberto Patrignani,pilota prima e giornalista poi,di indubbia capacit? e seriet?.
          Tutti coloro che hanno letto i suoi articoli,che hanno sognato di fronte al famoso libro "Ti porter? a Bray Hill",splendido racconto della sua avventura al TT,non potranno dimenticarlo!
          Io lo conobbi assieme a mi padre,diversi anni fa,al giro d'Italia.
          Era alla guida di una Rumi,che per la verit? di Rumi aveva ben poco,nel senso che riusciva a tenere medie notevolissime!!! Si dimostr? una persona estremamente affabile e cordiale,e con una preparazione storica veramente notevole.
          Lo ricordo con le sue parole,scritte a chi sostiene che Valentino Rossi sia il migliore di tutti i tempi:
          Dedicato a Mike "the bike" Hailwood
          Secondo me,chi consuma le suole degli stivali girando a oltre 200 di media con gommine a pera e telai instabili,cercando di sopperire alle carenze della moto con la propria classe, cacciando la paga a tutti, e tornando vincente al TT dopo anni di assenza dalle gare motociclistiche...beh...non ? secondo a nessuno.
          Queste pressapoco furono le parole di Patrignani,in risposta a Mario Lega,che nella Gazzetta di qualche anno fa elesse Rossi com il migliore di tutti i tempi...

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            #6
            Gli avevo parlato una volta al telefono....una persone d'altri tempi.

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              #7
              l'ho letto ora su motonline.....
              mi mancheranno tanto i suoi scritti....
              un saluto Patrignani.....

              mamo

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                #8
                Addio Roberto, ti ricorderò stasera leggendo alcuni capitoli del tuo libro " Ti porterò a Bray Hill".

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                  #9
                  Non e' quantificabile quello che Roberto Patrignani ha dato al Motociclismo , sempre vivendo con affetto e con signorilita' la MOTO ed il Motociclismo inteso nel senso piu' esteso piu' globale della parola. In questo momento ricordo i suoi articoli ,le sue interviste le sue esperienze, tutti i km percorsi in tutto il mondo e con qualsiasi moto , la sua voglia di vivere per la sua passione LA MOTO . Grande Roberto sarai per sempre nei nostri cuori

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                    #10
                    poco tempo fa aveva svelato ai lettori nelle sue righe su motosprint della sua malattia.... poi piu' nulla.....
                    io compravo MS solo per Lui, Masetti e Rivola.....
                    lascia un immenso vuoto e dispiacere ai suoi lettori, motociclisti romantici.............

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                      #11
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                        #12

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                          #13
                          ...........

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                          • Font Size
                            #14
                            noooooooooooooooo !!!
                            da non crederci, leggevo il suo "resti tra noi" di M.S. da pi? di 20 anni .....ne sentir? la mancanca

                            un lampeggio a Roberto

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                              #15
                              ogni tanto mi viene in mente un Suo Articolo, letto su in moto, nel quale parlava della Sua rc30 e di come si rese conto che era giunto il momento di separarsi dalla Sua amata.

                              un saggio di vera passione e amore per la moto, ed in particolare per la Sua rc30! UN GRANDE!

                              addio!

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