<img alt="\'Curva"><img alt="\'Partenza\"><img alt="\'Pianta"> Pensate un po\' il destino... nel clima effervescente della rievocazione storica, mi capita di sfogliare il fascicolo sulla seconda edizione, targata 1984. Riporto i contenuti sperando possano essere utili ai ragazzi che stanno lavorando per la mitica data: Per gentile concessione di Gino Migliardi Il Circuito di Ospedaletti Importante contributo alla ripresa dello sport automobilistico dopo la parentesi bellica a cura di CHRISTIAN SERRATI Come un po\' ovunque, anche in questo estremo lembo della Liguria l\'interesse e l\'entusiasmo per le esaltanti avventure proposte dalla neonata automobile avevano acceso, fin dai primi decenni del secolo, gli animi dei ?gentlemen? e degli sportivi in genere. La citt? di Sanremo organizz? gi? nel 1926 una corsa di regolarit? veloce per automobili denominata ?Gran Giro del Berigo? e ci riprov? con particolare successo nel 1937 quando volle il ?Circuito di Sanremo? riservato alla categoria ?Corsa? fino a 1500 cm3. Lo stesso preridente della sezione sanremese del R.A.C.I., dottor Francesco Panizzi. present? il 20 marzo 1937 all\' assemblea del Consiglio Direttivo la proposta di organizzare questa importante competizione e ottenne l\'immediata ed entusiastica approvazione di tutti i presenti. Il percorso si sviluppava nel centro cittadino con dimensioni che lo fecero definire ?un circuito che sta nel palmo di una mano? ed ebbe caratteristiche tecniche tali da mettere a dura prova uomini e motori e da concedere la vittoria soltanto ad un pilota di valore come Achille Varzi cui and? anche il merito del giro pi? veloce, alla media di oltre cento chilometri orari. Il seme era ormai gettato e non tard? a dare i suoi frutti non appena la tempesta degli eventi bellici si assop?, ridando speranza nel futuro e concedendo lo spazio a nuovi entusiasmi. I PRIMI PASSI L\'Automobile Club di Sanremo ritorn? alla ribalta delle com petizioni sportive per merito dei suoi dirigenti che, con grande passione, indissero le prime manifestazioni motoristiche gi? nell\'immediato dopoguerra. Il presidente, avv. Remo Pestarino, coadiuvato dal vice presidente dotto Luca Vismar e dal consigliere cap. Michele Allavena, affront? il problema ?alla grande? e volle qualcosa di speciale e di tecnicamente perfetto. La soluzione fu offerta dalla vicina cittadina di Ospedaletti che disponeva di un lungo e meraviglioso rettilineo raccordato ai suoi estremi da una invitante circonvallazione. Passare dalla teoria alla realt? fu un gesto indubbiamente coraggioso, dati i tempi, ma l\'A.C. Sanremo ci riusc?. La 2.a edizione del Circuito di Sanremo fu prevista per il 13 aprile del 1947. L\'esiguo tempo a disposizione impose di lavorare in fretta per rendere il tracciato sicuro e idoneo allo sfrecciare dei bolidi in corsa. Era ancora del 22 marzo la notizia che ?,.. sul percorso, di una suggestiva bellezza panoramica tra continue coltivazioni di rose e garofani, numerose squadre di operai lavorano con la massima alacrit? per allargare la strada, correggere le curve e apportare al fondo stradale tutti i possibili miglioramenti che garantiranno la massima regolarit? allo svolgimento dell\'interessante competizione ?. Fu scelto un tracciato di 2,621 Km da percorrere 25 volte in senso orario per un totale di 65,525 Km. Il traguardo fu posto davanti all\'Albergo Regina (attuale Centro Anziani Fiat),. per il pubblico furono sistemate opportune tribune (ingresso lire 100) e riservati i prati adiacenti (ingresso lire 50). La prova fu classificata come gara di velocit? per macchine della categoria Vetture Sport Internazionale, suddivise nelle categorie fino a 750 cm3 fino a 1100. cm3 e oltre 1100 cm3, anche con compressore. Le 64 iscrizioni raccolsero, in massima parte, le superstiti vetture sport d\'anteguerra e i piloti che tornavano a gareggiare dopo oltre sei anni di sosta forzata. Non mancarono comunque anche alome nuove leve dell\' automobilismo sportivo che contesero ai colleghi pi? esperti i ricchi premi che ammontava 110 in totale ad oltre 1.500.000 lire. Il regolamento prevedeva che tutti gli iscritti fossero convocati per le prove di qualificazione al venerd? e al sabato. Da queste usc?, in base ai tempi ottenuti nei giri pi? veloci, la rosa dei ventun partecipanti (sette per ogni categoria) che scesero in gara nella giornata di domenica. Prime partirono le piccole cilindrate e la Topolino sport di Sesto Leonardi vinse alla media di 65,625 Km/h, dopo aver condotto la gara con precisione cronometrica, mantenendo il pri1120 posto dall\'inizio alla fine. Nella categoria sino a 1100 cm3 era prevista la vittoria dell\' anziano Comirato che, infatti, fin dai primi giri inizi? a guidare il gruppo aumentando gradatamente il suo vantaggio. Una spettacolare rottura della distribuzione proprio davanti alle tribune poco dopo la met? della gara gli precluse tuttavia la vittoria, costringendo a cedere l\'alloro alla Fiat Volpini di Torelli. Il combattivo Scagliarini riusc? soltanto ad aggiudicarsi il primato del giro pi? veloce alla media di 76,209 Km/h. La gara pi? avvincente, ravvivata anche da un pizzico di internazionalit?, fu la gara della categoria superiore che vide in lotta tre insigni piloti del passato: Renato Balestrero sull\' anziana Alfa Romeo 2300 Monza, il francese Giraud Cabantous sulla sua azzurra Delahuye 3600 e Pietro Ghersi sull\'Alfa Romeo 2900. La folla segu?, con entusiasmo, l\'impari lotta tra la generosa ma ormai affaticata Alfa Romeo di Balestrero e la potente Delahaye di Giraud, sperando nell\'impossibile vittoria dei colori italiani. Arriv? primo il francese ad oltre 73 Km/h di media seguito da Balestrero e da Ghersi. ARRIVANO LE F 1 Nel 1948 giunse l\'agognato riconoscimento ufficiale: il circuito di Ospedaletti fu omologato per i G.P. di velocit? e avrebbe potuto ospitare le potenti vetture di F 1. Il tracciato era stato allungato a ponente con la costruzione di un grande viadotto e portato cos? a 3.380 metri, da percorrere 85 volte. La pista aveva una larghezza media di 10 metri e per la gara fu dotata di infrastrutture veramente degne dell\'importanza che la presenza delle F 1 le aveva ormai conferito. Il manto stradale, infine, fu rinnovato in modo da poter resistere alle sollecitazioni dei pneumatici: i lavori terminarono giusto in tempo per lo svolgimento della corsa. Il G. P. si svolse il 27 giugno e fu particolarmente avvincente per la lotta serrata tra le nuove Maserati 1500 pilotate da Giuseppe Farina, Gigi Villoresi e Alberto Ascari. Per il suo alternarsi di rettilinei e curve, per il susseguirsi di salite e per il ripetersi dei passaggi difficili, la pista rappresent? l\'ideale per queste nuove vetture i cui motori con quattro cilindri, sedici valvole e compressore a doppio stadio riuscivano a sviluppare quasi 300 HP. Quando al ventottesimo giro Farina dovette ritirarsi per un guasto al pedale dell\' acceleratore, la lotta continu? tra Ascari e Villoresi, per concludersi con la vittoria del primo. Ascari vinse sorretto dalla classe, dall\'audacia ma anche dalla fortuna. La macchina rispondeva con grinta ogni volta che il giovane pilota decideva di forzare, ma la buona sorte ebbe la sua parte: Ascari, infatti, non soffr? di alcuna noia meccanica mentre lo sfortunato Villoresi, fermatosi al box sul finire della gara per noie all\'accensione, cambi? una candela buona al posto di quella difettosa. Ci? lo costrinse a fermarsi di nuovo al giro successivo e a perdere cos? ogni speranza di riacciuffare la macchina di Alberto. Questo fatto, tuttavia, non tolse nulla al merito del vincitore poich?, pilota giovane e agli inizi, soltanto in seguito affin? lo stile e acquis? l\'esperienza di cui poterono disporre in gara quelle ?vecchie volpi? di Farina e Villoresi. Per Ascari questa fu la prima vittoria; la macchina che gli permise di conseguirla fu chiamata ?Maserati Sanremo?, a ricordo dell\' avvenimento. Il giro pi? veloce fu di Gigi Villoresi che con la media di 99,412 Km/h sfior? la soglia dei 100! IN BUONA PARTE STRANIERI! Il quarto G. P. di Sanremo fu disputato domenica 4 aprile 1949. In questa occasione l\'Italia si present? in condizioni di netta inferiorit? per la mancata partecipazione di molti piloti: l\'assenza dei pi? noti campioni italiani quali Ascari, Villoresi, Farina e Biondetti, aveva un po\' allentato l\'interesse per la gara, lasciando gli spettatori alquanto delusi e distaccati. Fu questione di pochi giri: ben presto la bravura e l\'impegno dei piloti stranieri presenti, validamente contrastati dalla Ferrari di Bonetto, e l\'ammirevole condotta di guida dell\' argentino Fangio accesero gli animi del pubblico che prese a seguire con passione e partecipazione le interessanti vicende della corsa. La gara fu suddivisa in due prove, ciascuna di 45 giri. La classifica finale fu compilata in base alla somma dei tempi ottenuti nelle singole prove. Fangio seppe sfruttare appieno le possibilit? della sua Maserati 1500 a doppio compressore e si impose fin dall\'inizio in entrambe le prove, aggiudicandosi il Gran Premio. Particolarmente seguita dagli spettatori fu la corsa del principe Bira, ?piccolo principe siamese?, che in entrambe le prove si esib? con alcuni vertiginosi ed entusiasmanti giri ad altissima velocit?. Nella prima prova, infatti, rimont? fino al terzo posto in meno di otto giri per rimediare a un grave ritardo nella partenza; il ritiro per noie meccaniche di Sommer gli permise poi di assicurarsi e mantenere fino alla fine il secondo posto. Nella seconda prova il pubblico pot? invece godere per ben 15 giri della lotta tra il principe Bira e l\'argentino Campos. Essa si svolse con alterne vicende: gi? al secondo giro il pilota siamese, impegnato a raggiungere il suo pi? diretto rivale, stabil?il nuovo primato della pista transitando \"alla media di 104,896 Km/h. ARRIVA L\' ALFA Il 1950 fu un anno di particolare prestigio per il G.P. di Sanremo poich? vide la partecipazione dei ?pi? famosi e audaci piloti? del momento. Il circuito, gi? perfezionato negli impianti e nelle attrezzature nel\' 48 e nel \'49, present? altre importanti e necessarie innovazioni. Furono erette ?pratiche ed eleganti tribune in ferro, coperte con lastre in alluminio cromato, con una capienza di 3.800 posti a sedere?. Cronometristi, radiocronisti e giornalisti sportivi avrebbero trovato posto in una torre in tubi di ferro, costruita in modo da non impedire la visuale dell\'anello stradale al pubblico delle tribune. Due passerelle avrebbero permesso agli spettatori, anche durante la corsa, di accedere liberamente alle tribune e di trasferirsi dalla parte interna del circuito a quella superiore esterna in modo da poter raggiungere senza difficolt? i punti pi? spettacolari ed emozionanti. Un sottopassaggio per i pedoni e le macchine avrebbe raccordato inoltre il tratto a mare dell\' Aurelia con la nuova piazza adibita a parcheggio. Modifiche furono poi apportate ai box per agevolare le segnalazioni delle Case ai propri corridori in gara. Tutti gli ingredienti, insomma, per una manifestazione di altissimo livello, degna delle macchine e dei piloti che si sarebbero confrontati domenica 16 aprile. Il 1950 fu l\'unico anno in cui l\'Alfa Romeo scese in campo ad Ospedaletti nella F 1. La brillante affermazione dell\' Alfetta 158, pilotata dall\'ormai esperto J. Manuel Fangio, ben ripag? la Casa del Portello, soprattutto nel confronto con le altre macchine concorrenti che non erano davvero dappoco! Con la partecipazione dell\'Alfa, al 5? Gran Premio di Sanremo furono presenti ben 15 vetture a doppio compressore: le tre Ferrari di Ascari, Villoresi e Sommer; l\'Alfa Romeo di Fangio e le undici Maserati. A queste si aggiungano ancora quattro Ferrari e una SVA a un compressore e due Talbot con motore non sovralimentato e si pu? facilmente immaginare quale splendida ed emozionante ?diavoleria? sia stato il G.P. di Sanremo del 1950. La supremazia dell\'Alfa ed i meriti di Fangio sono ben messi in evidenza da una cronaca dell\' epoca. ?L\'ultimo giorno di prove del 5? Gran Premio automobilistico aveva promesso con i suoi risultati una accanita battaglia tra i due italiani Ascari e Villoresi, della Ferrari, e Fangio con Alfa 158. In gara, invece, le Ferrari hanni dimostrato di non poter resistere per tutta la durata allo sforzo cui le avevano sottoposte i piloti nelle prove per pochi giri. Infatti, dopo un inizio brillantissimo, prima Villoresi e poi Ascari seppure in modo diverso, ma per la stessa ragione (surriscaldamento della testata del motore) sono scomparsi dalla lotta lasciando via libera al cronometrico incedere dall\' ottimo pilota argentino. Villoresi ha continuato a lottare con la tenacia che lo distingue; ha riportato il miglior tempo sul giro e si ? onorevolmente piazzato al secondo posto riducendo in modo sensibile il distacco dovuto alla fermata ai box al 15? giro, ma ha fatto tutto questo perch? Fangio, intelligentemente guidato dai tecnici dell\' Alfa Romeo, ha mantenuto una prudenza estrema ed ha continuato a girare dopo la 30.a tornata in 2\'5\" - 2\'7\", anche quando la pista era completamente asciugata. Dominio incontrastato dell\'Alfa Romeo, perfetta esecuzione di un piano prestabilito e continuamente curato dai tecnici della Casa, da parte di un pilota cui non mancano coraggio, calma e stile?.
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Ii Rievocazione Storica Del Circuito Di Ospedaletti
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