spero che questo post sia pertinente...alla sezione...
Preambolo:
il mio nick ? strano... e va bene...
una parte ? il mio codice fiscale... un'altra vuole richiamare questa moto storica, soprattutto perch? mio pap? ? un amante delle moto Guzzi, e a dispetto dell'et? (67 anni) e della corporatura (1,70 x 120 kg), 2 anni fa si ? preso una Guzzi Nevada...
La Storia
La Moto Guzzi V7 Sport ? stata negli anni '70 il modello di motocicletta sportiva di punta della casa di Mandello, ed ? popolarmente nota con l'appellativo di "Bassotto".
La Moto Guzzi V7 Sport.Nel 1967, dopo un periodo di incertezza dovuto alla morte del fondatore Carlo Guzzi (avvenuta nel 1964), la gestione della Moto Guzzi fu assunta dalla SEIMM (Societ? Esercizio Industrie Moto Meccaniche), una societ? costituita dalle banche creditrici, che cerc? di indirizzare la produzione verso il mercato dei ciclomotori e verso le forniture istituzionali.
Nel 1968, mentre il mercato delle "maxi-moto" cominciava a subire la crescente affermazione delle case giapponesi, la SEIMM affid? a Lino Tonti lo sviluppo del motore a V, realizzato nel 1965 da Giulio Cesare Carcano, licenziato all'insediamento della SEIMM. L'intento della nuova dirigenza (gli "ingegneri", come venivano chiamati in Guzzi) sarebbe stato quello di riconquistare una immagine sportiva. Tonti, aiutato da Umberto Todero (storico "braccio destro" di Carcano), si mise al lavoro per potenziare il motore e costruire un telaio all'altezza della situazione.
Il "reparto corse" della casa di Mandello prepar? per il 1969 la nuova "V7", dotata di carenatura integrale ed accreditata di 65 Cv e 185 Kg di peso, presentata alla stampa sul circuito di Monza. In sole due sessioni di prove la nuova motocicletta batt? 19 record mondiali di velocit?.
Visti i risultati la Moto Guzzi mise in produzione una "750" per il turismo sportivo a largo raggio, affidandone la realizzazione agli stessi tecnici. Doveva essere un lavoro di limatura, ma Tonti e Todero modificarono completamente il telaio, ridisegnarono il carter e cambiarono sospensioni e freni. Ne discese la "V7 Sport", una moto molto bassa, con 70 Cv, cambio a 5 rapporti e trasmissione finale a cardano. Dotata di una buona tenuta di strada, era in grado di raggiungere una velocit? ben superiore ai 200 Km/h e di coprire i 400 metri con partenza da fermo in 13 secondi. Fu presentata nel 1971 e reclamizzata per stabilit?, velocit? e robustezza.
Lo stesso schema di telaio e motore fu utilizzato fino al termine degli anni ottanta per una serie di evoluzioni sportive ("750 S", "750 S3", "850 Le Mans") e turistiche ("V1000 I-Convert", "V1000 G5", "850 T3", "V1000 SP"), mentre rimane a tutt'oggi in produzione praticamente immutato rispetto all'origine per la celeberrima cruiser di Mandello, la Moto Guzzi California.
Nel periodo storico in questione le case giapponesi avevano cominciato ad ampliare la loro sfera d'influenza anche al mercato europeo presentando delle motociclette innovative, le prime delle quali dotate di motore a due tempi, al contrario della Moto Guzzi, che le rendevano diverse per quanto riguardava l'erogazione della potenza che, unita ad una diversa distribuzione dei pesi, consentiva l'effettuazione di impennate.
Nello stesso tempo anche la differenza nel tipo di emissioni sonore dello scarico, molto grave per la Guzzi e molto acuto per le giapponesi, contribuiva ad un'impressione di maggior sportivit? da parte, ad esempio, delle Kawasaki del periodo. In pratica, per?, in un test comparativo effettuato da una rivista del settore nel 1972, e comprendente i sei modelli di maxi-moto ritenuti i pi? rappresentativi del momento, in configurazione strettamente di serie, (Ducati 750 GT, Honda CB 750 Four, Kawasaki Mach IV 750, Laverda SF 750, Suzuki GT 750), la Moto Guzzi V 7 Sport ferm? i cronometri sul tempo di 2'02"47, infliggendo un distacco di quasi 12 secondi alla concorrente Kawasaki "750 Mach IV" sul giro di pista a Monza.
Sul mercato collezionistico la "V7 Sport" ha raggiunto valutazioni piuttosto elevate. I primi esemplari della serie, addirittura, spuntano quotazioni quasi doppie, rispetto ai successivi. Il telaio ed il motore della "V7 Sport" sono stati utilizzati come base per buona parte della produzione Moto Guzzi degli anni '70 e '80, ne segu? una relativa semplicit? estetica di falsificazione che espose questo modello a questo rischio, anche per la grande richiesta da parte di collezionisti italiani ed esteri.
Il modello "V7 Sport" fu prodotto dal 1972 al 1974 in 2.731 esemplari (nn. di serie da VK-11111 a VK-13842); compresi i famosi "telaio rosso", ovvero i primi 150 esemplari (nn. di serie da VK-11111 a VK-11261), assemblati direttamente dal reparto corse Moto Guzzi e che si distinguevano per avere il telaio tubolare dipinto di rosso anzich? di nero.
Preambolo:
il mio nick ? strano... e va bene...
una parte ? il mio codice fiscale... un'altra vuole richiamare questa moto storica, soprattutto perch? mio pap? ? un amante delle moto Guzzi, e a dispetto dell'et? (67 anni) e della corporatura (1,70 x 120 kg), 2 anni fa si ? preso una Guzzi Nevada...
La Storia
La Moto Guzzi V7 Sport ? stata negli anni '70 il modello di motocicletta sportiva di punta della casa di Mandello, ed ? popolarmente nota con l'appellativo di "Bassotto".
La Moto Guzzi V7 Sport.Nel 1967, dopo un periodo di incertezza dovuto alla morte del fondatore Carlo Guzzi (avvenuta nel 1964), la gestione della Moto Guzzi fu assunta dalla SEIMM (Societ? Esercizio Industrie Moto Meccaniche), una societ? costituita dalle banche creditrici, che cerc? di indirizzare la produzione verso il mercato dei ciclomotori e verso le forniture istituzionali.
Nel 1968, mentre il mercato delle "maxi-moto" cominciava a subire la crescente affermazione delle case giapponesi, la SEIMM affid? a Lino Tonti lo sviluppo del motore a V, realizzato nel 1965 da Giulio Cesare Carcano, licenziato all'insediamento della SEIMM. L'intento della nuova dirigenza (gli "ingegneri", come venivano chiamati in Guzzi) sarebbe stato quello di riconquistare una immagine sportiva. Tonti, aiutato da Umberto Todero (storico "braccio destro" di Carcano), si mise al lavoro per potenziare il motore e costruire un telaio all'altezza della situazione.
Il "reparto corse" della casa di Mandello prepar? per il 1969 la nuova "V7", dotata di carenatura integrale ed accreditata di 65 Cv e 185 Kg di peso, presentata alla stampa sul circuito di Monza. In sole due sessioni di prove la nuova motocicletta batt? 19 record mondiali di velocit?.
Visti i risultati la Moto Guzzi mise in produzione una "750" per il turismo sportivo a largo raggio, affidandone la realizzazione agli stessi tecnici. Doveva essere un lavoro di limatura, ma Tonti e Todero modificarono completamente il telaio, ridisegnarono il carter e cambiarono sospensioni e freni. Ne discese la "V7 Sport", una moto molto bassa, con 70 Cv, cambio a 5 rapporti e trasmissione finale a cardano. Dotata di una buona tenuta di strada, era in grado di raggiungere una velocit? ben superiore ai 200 Km/h e di coprire i 400 metri con partenza da fermo in 13 secondi. Fu presentata nel 1971 e reclamizzata per stabilit?, velocit? e robustezza.
Lo stesso schema di telaio e motore fu utilizzato fino al termine degli anni ottanta per una serie di evoluzioni sportive ("750 S", "750 S3", "850 Le Mans") e turistiche ("V1000 I-Convert", "V1000 G5", "850 T3", "V1000 SP"), mentre rimane a tutt'oggi in produzione praticamente immutato rispetto all'origine per la celeberrima cruiser di Mandello, la Moto Guzzi California.
Nel periodo storico in questione le case giapponesi avevano cominciato ad ampliare la loro sfera d'influenza anche al mercato europeo presentando delle motociclette innovative, le prime delle quali dotate di motore a due tempi, al contrario della Moto Guzzi, che le rendevano diverse per quanto riguardava l'erogazione della potenza che, unita ad una diversa distribuzione dei pesi, consentiva l'effettuazione di impennate.
Nello stesso tempo anche la differenza nel tipo di emissioni sonore dello scarico, molto grave per la Guzzi e molto acuto per le giapponesi, contribuiva ad un'impressione di maggior sportivit? da parte, ad esempio, delle Kawasaki del periodo. In pratica, per?, in un test comparativo effettuato da una rivista del settore nel 1972, e comprendente i sei modelli di maxi-moto ritenuti i pi? rappresentativi del momento, in configurazione strettamente di serie, (Ducati 750 GT, Honda CB 750 Four, Kawasaki Mach IV 750, Laverda SF 750, Suzuki GT 750), la Moto Guzzi V 7 Sport ferm? i cronometri sul tempo di 2'02"47, infliggendo un distacco di quasi 12 secondi alla concorrente Kawasaki "750 Mach IV" sul giro di pista a Monza.
Sul mercato collezionistico la "V7 Sport" ha raggiunto valutazioni piuttosto elevate. I primi esemplari della serie, addirittura, spuntano quotazioni quasi doppie, rispetto ai successivi. Il telaio ed il motore della "V7 Sport" sono stati utilizzati come base per buona parte della produzione Moto Guzzi degli anni '70 e '80, ne segu? una relativa semplicit? estetica di falsificazione che espose questo modello a questo rischio, anche per la grande richiesta da parte di collezionisti italiani ed esteri.
Il modello "V7 Sport" fu prodotto dal 1972 al 1974 in 2.731 esemplari (nn. di serie da VK-11111 a VK-13842); compresi i famosi "telaio rosso", ovvero i primi 150 esemplari (nn. di serie da VK-11111 a VK-11261), assemblati direttamente dal reparto corse Moto Guzzi e che si distinguevano per avere il telaio tubolare dipinto di rosso anzich? di nero.
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