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Ma è sempre meglio partecipare no?
(in realt? la mia ha le strisce rosse, gli scarichi Lafranconi Riservato Competizioni, pedane arretrate Tarozzi, il motore portato a 850 con le teste lavorate... e tante altre cose che per? dal "di fuori" non si vedono, cos? sembra tutta originale. E tale pu? tornare in qualsiasi momento )
Qui un filmato... non troppo "speciale", una prova che ho fatto per vedere come veniva un onboard-cam... Per? all'inizio si vede bene la moto
Ragazzi!!!..siete 'na forza!! ..Mi avete riportato indietro di un botto d'anni con queste "sfide" da bar! senza offesa! ma mi sembra di sentire i discorsi che facevamo io ed i miei amici al bar di p.zza Mazzini ...con seguito "belliggerante" sulla Braccianese, la strada per Tolfa e simili!.....grazie!
X pantahveleno , provo a scaldare la discussione....
Secondo me ,
ma una bella aspes yuma , bene a punto , sul misto-stretto
avrebbe fatto sudare tutti sti' " cassettoni".
Freni potentissimi (per l'epoca) ,eccellenti sospensioni (marzocchi) , motore potente ( 22-24cv nell' ultima versione) , peso dichiarato 95kg , telaio superbo .........
che volete di piu' da una moto
Non so se ve ne siete accorti ,
ma sono per le moto piccole ma ignoranti
X pantahveleno , provo a scaldare la discussione....
Secondo me ,
ma una bella aspes yuma , bene a punto , sul misto-stretto
avrebbe fatto sudare tutti sti' " cassettoni".
Freni potentissimi (per l'epoca) ,eccellenti sospensioni (marzocchi) , motore potente ( 22-24cv nell' ultima versione) , peso dichiarato 95kg , telaio superbo .........
che volete di piu' da una moto
Non so se ve ne siete accorti ,
ma sono per le moto piccole ma ignoranti
Un ASPES non saprei, di certo ai tempi della 851 veniva con noi un ragazzino che aveva una Mito e non c'era certo bisogno di aspettarlo! In discesa poi...ancora meno!!!!
ho chiesto a babbo (classe 52 ) e senza il minimo dubbio mi ha risposto laverda!!!!
....ti ha risposto Laverda...in che senso?
Che era quella che gli piaceva di pi?, o che era quella che avrebbe vinto la sfida?
No, perch? se ? vero che i gusti non si discutono, i risultati delle competizioni lo sono molto meno.
Chiedi a tuo padre se si ricorda delle Ducati Spaggiari (qui con Uncini in sella) che spadroneggiavano senza rivali nella 750
....ti ha risposto Laverda...in che senso?
Che era quella che gli piaceva di pi?, o che era quella che avrebbe vinto la sfida?
No, perch? se ? vero che i gusti non si discutono, i risultati delle competizioni lo sono molto meno.
Chiedi a tuo padre se si ricorda delle Ducati Spaggiari (qui con Uncini in sella) che spadroneggiavano senza rivali nella 750
Mentre queste spadroneggiavano per strada....
Con tutto il rispetto...altro che Laverda!!!!!
DIMMI UNA COSA,ma era difficoltoso avviarla con la pedalina???
DIMMI UNA COSA,ma era difficoltoso avviarla con la pedalina???
Assolutamente no, bastava mettere in compressione il cilindro posteriore e spingere, anche lentamente e partiva subito.
Per? ? tutto relativo: Avevo un amico che aveva un 900 SS e lui faceva fatica a farlo partire ed io per farlo arrabbiare glielo facevo partire spingendo sulla leva con la mano sinistra. A mio avviso partiva benissimo, per? quello stesso mio amico riiusciva benissimo ad avviare la Morini 350 mentre io non ci sono mai riuscito....Mah!
A freddo bastava dare 3 sgassate, non di pi?, a motore fermo, per far schizzare benzina dalle pompe di ripresa dentro ai condotti e dare una pedalata; partiva subito.
Il bello venne con i PHM da 41 mm da corsa che misi sulla MHR NCR; quelli non avevano la pompa di ripresa, allora dovetti cambiare sistema: sfilavo il tubino della benzina e lo infilavo nella trombetta del cilindro orrizzontale, aprivo il rubinetto contando 1,2,3 in successione senza pause, chiudevo il rubinetto e ricollegavo il tubetto, lo riaprivo e mettevo in compressione il cilindro posteriore e spingevo sulla leva come al solito: partiva immediatamente. Quando informai il nuovo proprietario sulla procedura di avviamento a freddo, si mise a ridere prendendomi per "suonato", ma poi quando l'ho rivisto (andavamo in giro in moto assieme quasi tutti i sabati) mi disse che si era dovuto ricredere.
Tre moto che andavano forte, tre storie diversissime.
La Guzzi ha toccato il suo apice con il V7 sport e poi, in seguito con il Le Mans. da allora ? stato tutto uno scendere, ma quello che poteva darti un Le Mans ben sistemato (e magari pompato) era qualcosa di unico.
La Guzzi vinceva i mondiali a mani basse quando la Ducati faceva ancora i frigoriferi poi purtroppo ? diventata quello che ? diventata.
il V7 sport fu una moto talmente valida che seppe imporsi anche in un settore (lo "sport" appunto) che non avrebbe dovuto vederla nemmeno partecipare. Una moto nata con un motore ed una trasmissione opposti a quello che dovrebbe essere ua moto sportiva, eppure incastonato in quel fantastico telaio hanno saputo creare un unicum.
Andava capita, andava "rivista" (ma meno delle ducati) ma dava veramente tanto. Ma, come detto, adava capita. altrimenti l'amore si trasformava subito in odio.
Robusta, massiccia, muscolosa... l'antitesi di una moto sportiva eppure cos? agile a saperla portare.
La Ducati, tutto il contrario. "Fragile", capricciosa, difficoltosa... eppure perfetta per le gare fin dal primo metro. Perfetta, non c'? altro da dire, il bicilindrico da corsa per antonomasia.
Da montare chirurgicamente (rasamenti a gogo...), da carburare con modi da alchimista, da mettere a punto con precisione... eppure su pista non c'? storia, nasce per vincere e vince subito. Una moto che su strada va una domenica su quattro, ma che quando va ? una favola. E che, soprattutto, quando imbrocca la domenica giusta da dei ritardi agli avversari che non si misurano con il cronometro ma con la sveglia. Il DNA della campionessa. E la storia lo ha dimostrato.
Laverda... strana via di mezzo. A saperla tenere era robustissima. Semplice di meccanica eppure a suo modo geniale, quasi "agricola" nella sua essenzialit?. Eppure dentro tanto grande, un cuore generoso come nessun'altra.
Probabilmente nessuna moto dell'epoca era in grado di reggere le elaborazioni che poteva sopportare una SF o una SFC. Costruita senza badare ai pesi in movimento, poteva quasi raddoppiare i cavalli senza tropo soffrire in affidabilit?. Certo, era un'epoca dove un meccanico doveva essere un VERO meccanico. Ma le laverda bicilindriche (e anche a tre cilindri) avrebbero potuto fare e dire molto di pi? di quanto in effetti han fatto se la sorte fosse stata un po' diversa. Mancavano di sviluppo, soffrivano per la qualit? dei materiali di allora. Oggi quegli stessi motori, revisionati e sistemati con materiali pi? moderni (valvole, guide valvole, cuscinetti, pistoni, bielle etc etc) sono in grado di offrire delle prestazioni impensabili per l'epoca ed impressionanti pure per oggi. Dure, difficili, da uomni veri... eppure vi assicuro che io ho visto un SFC messo in grazia di *** (se volete vi posso dire di chi ?) che tira i 9.000 giri e su cui si potevano appoggiare, con la moto al minimo, le chiavi o le sigarette sul serbatoio senza che queste cadessero per terra.
Che dire? un bel match. io ovviamente sto dalla mia parte, ma potessi averle tutte e tre... e anche una RGS 1000 o una Jota, un Mike Hailwood Replica, un TT forumula... anche qualche jappa, dai!!!
X pantahveleno , provo a scaldare la discussione....
Secondo me ,
ma una bella aspes yuma , bene a punto , sul misto-stretto
avrebbe fatto sudare tutti sti' " cassettoni".
Freni potentissimi (per l'epoca) ,eccellenti sospensioni (marzocchi) , motore potente ( 22-24cv nell' ultima versione) , peso dichiarato 95kg , telaio superbo .........
che volete di piu' da una moto
Non so se ve ne siete accorti ,
ma sono per le moto piccole ma ignoranti
Tre moto che andavano forte, tre storie diversissime.
La Guzzi ha toccato il suo apice con il V7 sport e poi, in seguito con il Le Mans. da allora ? stato tutto uno scendere, ma quello che poteva darti un Le Mans ben sistemato (e magari pompato) era qualcosa di unico.
La Guzzi vinceva i mondiali a mani basse quando la Ducati faceva ancora i frigoriferi poi purtroppo ? diventata quello che ? diventata.
il V7 sport fu una moto talmente valida che seppe imporsi anche in un settore (lo "sport" appunto) che non avrebbe dovuto vederla nemmeno partecipare. Una moto nata con un motore ed una trasmissione opposti a quello che dovrebbe essere ua moto sportiva, eppure incastonato in quel fantastico telaio hanno saputo creare un unicum.
Andava capita, andava "rivista" (ma meno delle ducati) ma dava veramente tanto. Ma, come detto, adava capita. altrimenti l'amore si trasformava subito in odio.
Robusta, massiccia, muscolosa... l'antitesi di una moto sportiva eppure cos? agile a saperla portare.
La Ducati, tutto il contrario. "Fragile", capricciosa, difficoltosa... eppure perfetta per le gare fin dal primo metro. Perfetta, non c'? altro da dire, il bicilindrico da corsa per antonomasia.
Da montare chirurgicamente (rasamenti a gogo...), da carburare con modi da alchimista, da mettere a punto con precisione... eppure su pista non c'? storia, nasce per vincere e vince subito. Una moto che su strada va una domenica su quattro, ma che quando va ? una favola. E che, soprattutto, quando imbrocca la domenica giusta da dei ritardi agli avversari che non si misurano con il cronometro ma con la sveglia. Il DNA della campionessa. E la storia lo ha dimostrato.
Laverda... strana via di mezzo. A saperla tenere era robustissima. Semplice di meccanica eppure a suo modo geniale, quasi "agricola" nella sua essenzialit?. Eppure dentro tanto grande, un cuore generoso come nessun'altra.
Probabilmente nessuna moto dell'epoca era in grado di reggere le elaborazioni che poteva sopportare una SF o una SFC. Costruita senza badare ai pesi in movimento, poteva quasi raddoppiare i cavalli senza tropo soffrire in affidabilit?. Certo, era un'epoca dove un meccanico doveva essere un VERO meccanico. Ma le laverda bicilindriche (e anche a tre cilindri) avrebbero potuto fare e dire molto di pi? di quanto in effetti han fatto se la sorte fosse stata un po' diversa. Mancavano di sviluppo, soffrivano per la qualit? dei materiali di allora. Oggi quegli stessi motori, revisionati e sistemati con materiali pi? moderni (valvole, guide valvole, cuscinetti, pistoni, bielle etc etc) sono in grado di offrire delle prestazioni impensabili per l'epoca ed impressionanti pure per oggi. Dure, difficili, da uomni veri... eppure vi assicuro che io ho visto un SFC messo in grazia di *** (se volete vi posso dire di chi ?) che tira i 9.000 giri e su cui si potevano appoggiare, con la moto al minimo, le chiavi o le sigarette sul serbatoio senza che queste cadessero per terra.
Che dire? un bel match. io ovviamente sto dalla mia parte, ma potessi averle tutte e tre... e anche una RGS 1000 o una Jota, un Mike Hailwood Replica, un TT forumula... anche qualche jappa, dai!!!
LE VOGLIO TUTTE!!!
E per fortuna che avevi premesso un "scherzi a parte"!!!!! Ah, ah, ah!!!!!
Carina, analisi decisamente carina; eccessiva nella quantificazione dei pregi e dei difetti, ma con un fondamento di verit? seppur contaminata da luoghi comuni (d'altra parte sei troppo giovane per averle viste e/o guidate all'epoca):
Guzzi affidabile, Ducati delicata etc........... Io ho avuto due Ducati senza mai aver avuto problemi, un mio amico ha avuto due guzzi che si sono rotte entrambe (una distacco del cromo dai cilindri e l'altra problemi con le valvole..)...............
Comunque........divertente. Bravo!
E per fortuna che avevi premesso un "scherzi a parte"!!!!! Ah, ah, ah!!!!!
Carina, analisi decisamente carina; eccessiva nella quantificazione dei pregi e dei difetti, ma con un fondamento di verit? seppur contaminata da luoghi comuni (d'altra parte sei troppo giovane per averle viste e/o guidate all'epoca):
Guzzi affidabile, Ducati delicata etc........... Io ho avuto due Ducati senza mai aver avuto problemi, un mio amico ha avuto due guzzi che si sono rotte entrambe (una distacco del cromo dai cilindri e l'altra problemi con le valvole..)...............
Comunque........divertente. Bravo!
ho avuto l'enome fortuna d conoscere, poich? un signore con una grande collezone era un amico di mio padre ("era" nel senso che purtroppo pap? non c'? pi?, ma quel signore lo posso cntattare quando voglio).
Le aveva tutte, ora per motivi suoi ha preferito separarsi da parte della sua collezione.
Ducati SS 750 e 900, Laverda SFC, MV Agusta, honda, aermacchi Norton manx gilera saturno... tante, tantissme... ed anche Guzzi, la V7 sport.. e la mia 750 S3, proprio la mia, che ha venduto in condizioni praticamente perfette a mio padre gi? segnato dalla malattia ad un prezzo che non posso dire, ma che si pu? spiegare solo in virt? dell'amicizia che legava i due e, mi piace pensare, perch? sapeva che poi sarebbe venuta a me. E per questo mi ? doppiamente cara.
Hai ragione, sono giovane e sicuramente non ho potuto guidarle tutte e per il tempo che sarebbe necessario a conoscerle davvero...
"Purtroppo", aggiungo. Ma ho imparato a conoscerle, a smontarle, ad amarle ed avederne pregi e difetti (tanti in entrambi i casi).
Sicuramente non sar? un intenditore finissimo, ma fa niente, mi basta cos?.
Le ammiro tutte, ammiro la fantasia che le contraddistingue, la libert? progettuale che ha permesso di sperimentare tutto lo sperimentabile e che oggi, "appiattiti" in un mondo dove tutto sommato il 4 in linea sembra essere "il migliore dei motori possibili" (per dirla con Leibniz) ci samo "dimenticati" di quanto pu? essere bello un bicilindrico frontemarcia, di come gi? un "monoalbero in testa e bilanceri" possa comunque prendere 9000 giri, di come i "carburatori messi bene" possano riempire di sensazioni e non solo di benzina, di come due "stupide" puntine potessero accendere milioni di candele senza per forza essere schiavi della power commander, di come sia "facile" prendere i 200 all'ora con moto che viste con gli occhi di oggi sembrano archeologia...
Comunque le Guzzi si disfavano anche loro, lo so bene... pi? che i motori (strano...) in genere a sfasciarsi letteramente erano i giunti del cardano (coppia conica se mal lubrificata e giunto del cardano a 35/40.000 km) e poi a salire il cambio... E gli impianti elettrici. schifosi. I motori soffrivano un po' per la lubrificazione (specie quelli pompati). I probemi che dici li ho sentiti eccome, ma molto pi? raramente...
Di Ducati... onestamene ne ho visti pi? aperti che funzionanti. e credimi, er quanto possa sembrare strano ne ho visti veramente tanti. Solo che l? il problema non ? la moto, ma il padrone, perch? quelli che erano in mano al padrone "giusto" sono sempre andati bene. E "purtroppo" regolarmente pi? forte del Guzzi. Che "reggeva di pi?" il cliente meno attento, ma che a parit? di bravura del meccanico/cliente meccanico... non c'era storia. Infatti nelle garette di endurance d'epoca che facciamo se c'? un ducati in mano a gente capace... ricordo quella volta a cartagena... per prenderli abbiamo sudato sette camicie e li abbiamo ripresi in categoria solo perch? hanno fatto un errore ai box, altrimenti stavano davanti e ciccia.
Un altro team correva con un vecchio Pantah (se non ricordo male) ma li avevamo visti subito che non lo trattavano bene. Puntuale cme le tasse si sono ritirati con la moto che non voleva pi? saperne...
L'anno dopo ci siamo "mangiati" la gara perch? senza avvisare si ? disfata di colpo la coppia conica. per la serie "oggi a te domani a me..."
Quest'anno niente, sno stato poco bene. A settembre 2008, se *** vuole, ritentiamo la sorte...
P.S.
Non è vero che tutti i motori guzzi in genere non si rompevano.
Ma il V65 Lario non fa testo. Quello si autodistruggeva da solo, sul cavalletto dentro al concessionario
E l'Imola 350 era pure peggio.
Se la Guzzi è sopravvissuta al V65 Lario e all'Imola 4 valvole vuol dire che non fallirà mai.
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