Manx GP 2007:Tutto il fascino dell'Isola.....
Danny Garbin "Smeriglio" per gli amici del forum di Racergp.Com
Dopo due estenuanti giorni di viaggio, finalmente si arriva a Douglas, nella capitale mondiale delle Road Races. L?emozione ovviamente ? grandissima e non vedo l?ora di poter cominciare a girare sullo spettacolare tracciato del TT.
Dopo i primi briefing con il controllo delle licenze, assicurazione e altre scartoffie, ci vengono consegnati i pass, la pettorina arancione da ?Newcomer?, e una taghetta chiamata ?dog tag? ovvero ?targhetta del cane?. Nel briefing tecnico ci viene spiegato che la targhetta ? obbligatoria e deve venirci inciso sopra il nome, cognome e data di nascita, nel caso ci fosse un incidente grave i marshall sarebbero stati subito in grado di riconoscerci.
Tocca poi alle moto farsi verificare per bene, e devo dire che i commissari tecnici sono davvero scrupolosi. Alle volte sembrano forse fin troppo esagerati, ma lo fanno per la nostra sicurezza e con un sorriso e una pacca sulla spalla risolviamo sempre tutto.
Il primo giorno della manifestazione viene annullato per il maltempo, e la mia tensione sale. Il circuito del TT io l?ho visto solo in qualche on-board e non so esattamente cosa aspettarmi; mi vengono in mente i tempi di qualifica e comincio a preoccuparmi visto che devo fare 61km in meno di 25 minuti.
Arriva finalmente il fatidico giorno del mio primo giro: lo faremo dietro al marshall a velocit? controllata. L?emozione sale fino al momento della partenza poi, come mi accade di solito, cado in una specie di trance che mi fa passare tutto e mi fa concentrare solo sulla guida.
Il primo pensiero invece lo dedico al marshall stavolta, perch? ? partito a cannone e non accenna a ?controllare? la sua velocit?! In questo mio primo giro riesco solo a rendermi conto del fascino di quest?isola, e mi accorgo che si va forte solo andando con calma.
Io vengo da un?altra scuola, la pista, dove tutto ? tirato al limite e bisogna spremere la moto fino all?ultimo giro. Qui invece non serve a nulla far urlare il motore a 17mila giri, si pu? cambiare prima e far scorrere la moto all?interno delle curve in modo da tenere un certo margine di sicurezza.
Attraverso i posti mitici e mi emoziono tantissimo: Bray Hill, Quarter Bridge, Ballacraine, Glen Helen, Kirk Michael, Ballaugh Bridge, Parlament Square, Creg-ny-Baa, Governor?s. Non mi sembra vero di essere li a correre, un sogno che diventa realt?. Sono nel mito del motociclismo, il mio Nirvana. Il primo giro accompagnati dal marshall si conclude e con mia sorpresa scopro che abbiamo girato in poco pi? di 25 minuti!! Le mie preoccupazione se ne vanno, mi sento rilassato e ora so che tenendo un buon ritmo ci si qualifica tranquillamente. Per andare forte avr? tempo di preoccuparmi durante le prove ed in gara, l?importante ? qualificarsi.
Infatti al primo giro da solo giro subito sotto i 25 minuti limite, non ricordando praticamente nulla del tracciato e guidando pressoch? a vista. Anche i miei compagni di avventura, Simona Zaccardi e Roberto Airoldi, girano in tranquillit? su tempi buoni. Simona ? una delle pochissime donne al Manx, mente Roberto corre con un handicap non indifferente visto che ? senza la gamba destra da sopra il ginocchio a causa di un incidente da ragazzino; lo ammiro e lo stimo profondamente e dentro di me penso che lui ? davvero il migliore di noi. Un ragazzo semplice, che si diverte e che sa andare forte in moto anche menomato senza lamentarsi (al momento mi pare sia in testa all?italiano supermono, e comunque partecipa all?europeo supermono). Simona invece corre con 2 moto in due classi: newcomer con un CBR600 e Senior con Ducati 999. Col CBR non ha problemi, mentre la stazza del pompone la mette in difficolt?, ma lei non demorde e si qualifica con entrambe con dei tempi di tutto rispetto (22:54 col 999 mi pare).
Un meccanico mi nota, si chiama Stewart, e mi porta una gomma nuova anteriore in cambio di una bottiglia di vino!!! Io lo soprannomino Sanpei per il cappello di paglia che ha sempre in testa! Secondo lui avevo un anteriore troppo duro e mi ha portato un anteriore pi? tenero; mi da una mano col set-up e ci tiene compagnia mentre sorseggiamo del buon vino rosso. Incredibile l?aria che si respira in questo paddock, tutti si danno una mano, ti fanno i complimenti e vengono a cercarti con una foto ricordo per un autografo.
Dopo una settimana di prove ci si prepara per la gara?..un team mi consiglia di allungare i rapporti e mi presta una corona con tre denti in meno?.vabb??proviamo!
si parte
LA GARA
La mattina della gara sono teso come non mai, ma vedere le altre moto in fila per due che partono mi tranquillizza e mi fa concentrare. Fino alla fatidica botta sulla spalla del commissario che da il VIA! Parto bene senza strafare e mi lancio giu per Bray Hill che ormai ho imparato a fare in pieno, solo che col rapporto cosi lungo arrivo gi? un p? pi? forte e tiro una bella carenata per terra anche schivando la buca che di solito fa spanciare anche andando piano. Anche se abbiamo fatto pochi giri di qualifica per il maltempo e la nebbia, alcuni tratti veloci me li ricordo e riesco a tirare anche tutta la sesta. Mi preparo per il mio pezzo peggiore: il tratto da poco prima di Kirk Michael fino a Parlament Square ? di circa 9 miglia ed ha un asfalto incredibilmente irregolare. Siccome sono l?unico pilota sugli oltre 200 iscritti ad essere senza ammortizzatore di sterzo, quelle buche mi fanno impazzire. La moto sbacchetta terribilmente, non riesco a tenere aperto il gas e devo continuare a giocare con il polso destro per far galleggiare l?anteriore sui piccoli avvallamenti; ho corso tenendo alte le chiappe dalla sella come i fantini sui cavalli, ammortizzando io stesso per la moto tutte quelle buche; ? un lavoro che demolisce gambe e braccia, e mi fa prendere alcuni rischi.
Riesco ad arrivare a Sulby in pieno ad una velocit? mai raggiunta in prova, sono riuscito a stendere tutta la sesta e faccio una staccata di quelle da urlo con la moto che si intraversa in maniera spettacolare. A Parlament Square e mi preparo a salire per la montagna, gli ultimi spaventi con lo sterzo che sembra impazzito e poi via. Alla Joey?s sento per? il mio posteriore scivolare via e mi rendo conto che ? tutto bagnato e sta gocciolando in alcuni tratti. La tensione sale, ma finisco il primo giro con partenza da fermo e con la montagna bella umidiccia in 22:18 a quasi 102 miglia di media. Il secondo giro si rivela ancora pi? difficile: un concorrente partito appena dopo di me con un CBR600 mi raggiunge ed ingaggiamo un bel duello lungo due giri. Sulla montagna troviamo pure una fittissima nebbia che riduce la visibilit? a 30mt in alcuni tratti. Ci sorpassiamo pi? volte, lui sul veloce quando sbacchetto ed io sulla montagna nei tratti guidati; ero concentratissimo, ma sorridevo dal piacere che stavo provando in una sfida cosi ravvicinata ed onesta. Arriviamo insieme al pit-stop, io ho il rifornimento quasi in fondo alla pit-lane: i miei amici/meccanici sono sveltissimi ed il mio rifornimento dura solo 39 secondi tra ingresso-benzina-uscita.
Esco quindi praticamente affiancato al CBR, e mi accorgo che mi tappa un p? nella discesa di Bray Hill. ? troppo rischioso provare un sorpasso in quel punto, e lo affianco subito dopo la conca: non oso immaginare cosa pu? pensare uno del pubblico quando si vede due moto quasi affiancate uscire impennando da Ago?s Leap, e tenere linee parallele fino a Quarter Bridge. Ero in estasi?. Ma lo stress della corsa era aumentato perch? ormai tutto il tracciato era segnalato con le bandiere bianche con la X rossa in mezzo, ovvero era tutto bello umido. Nel 3? giro arrivo di nuovo in bagarre col CBR, ma a Parlament Square sbaglio marcia in scalata e metto la prima: la moto si intraversa e non ne vule sapere di fermarsi e arrivo un p? lungo. Con la coda dell?occhio vedo il CBR andarsene, provo a raggiungerlo ma ? troppo rischioso e quindi mi rimetto del mio passo. Ormai piove e nei salti la moto atterra derapando anche in sesta. L?ultimo giro ? stato meraviglioso e malinconico nello stesso tempo: era il mio ultimo giro al mountain, ed anche se ero stanco ci avrei girato ancora perch? ? meraviglioso. Il traguardo arriva, saluto l?uomo con la bandiera a scacchi come faccio di solito anche in pista, e rallento per entrare al parco chiuso. La gente mi saluta, mi applaude, mi cerca perch? si era sparsa la voce ?di quell?italiano matto senza ammortizzatore?. Portando la moto in parco chiuso mi accorgo che uno dei registri di fondo corsa dello sterzo sul telaio si ? spaccato dalla violenza delle sbanchettate, e la mia soddisfazione aumenta nel sapere di avercela fatta anche senza.
Dopo la gara abbiamo ricevuto l?invito dalla Joey Dunlop Foundation per una cena di gala, e ho avuto il piacere di cenare vicino Finnegan, Milky Quayle, Laugher, Nick Jeffries (lo zio del Gigante Buono) e altri miti del Manx e del TT. Insieme a me c??ra Bonetti, l?italiano pi? veloce al TT, ed ? davvero matto come un cavallo!!
Avevo sentito tante leggende sul TT, e come tali hanno un fondo di verit?. A chi mi chiede se il TT ? pericoloso io rispondo: ?dipende?.
Al Manx non ci sono stati incidenti gravi, qualche caduta e qualche osso rotto, ma niente di pi?. La pericolosit? dipende da come uno affronta il tracciato: ? lungo, ? difficile da ricordare, ? impegnativo pi? mentalmente che fisicamente e non permette distrazioni. Ma un pilota che affronta il Mountain deve portare rispetto alla strada sotto le sue ruote, perch? peccare d?arroganza e sicurezza porta a cadere o a dimenticare una curva. Certo, i nostri tempi sono distanti dai mostri sacri del TT e dallo stesso Bonetti, ma abbiamo avuto poco tempo per girare, ed in gara dove di solito i tempi scendono stavolta siamo tutti stati pi? prudenti. Avrei potuto girare sotto i 21 minuti con un ammortizzatore di sterzo e con una gara asciutta, ma viste le condizioni e non conoscendo bene il tracciato e i punti pi? viscidi ho preferito mettermi su un passo sicuro. Gli isolani e gli irlandesi sono andati forte comunque visto che loro sono abituati, ma io ho preferito arrivare alla fine.
Per me quindi il TT non ? stato pericoloso, anzi, lo ho visto pi? sicuro di alcune piste piccole in Italia. Il TT diventa pericoloso se uno il cervello non lo tiene connesso, e si lascia trasportare da un?esaltazione dannosa. Chi vince il TT non ? un matto incosciente che si lancia alla disperata, ma un professionista concentrato e ben connesso che sa quello che fa e calcola ogni minima cosa. Poi ovviamente l?incidente pu? non essere sempre causato da un errore di guida, e li ovviamente non essendoci molte vie di fuga ci si pu? fare male. Ma non per questo mi sento di sparare sentenze negative sul TT, anzi, ci torner? spero presto per continuare a sognare.
Vorrei ringraziare di cuore tutti i miei compagni di viaggio, ci siamo divertiti tantissimo e abbiamo formato un bel gruppo unito. Grazie quindi a: Diego, Stefano Codato, Manuela la mia ragazza, Simona Zaccardi, Manuela sorella di Simona, i genitori di Simona, Daniele Valenghi, Stefano Bonetti, Roberto Airoldi, Alessandro Mittino, Stuey chiamato Sanpei per l?aiuto, Mark Parrett, Chris Palmer, Chris Preston gli amici di Racergp.Com .
Che dire, ? stata la mia gara pi? bella, l?esperienza motociclistica pi? emozionante. Poco dopo vedo arrivare anche Simona e Roberto con un sorriso stampato in faccia, hanno anche loro capito quello che il TT voleva dirci: ENJOY!! Divertitevi! E noi lo abbiamo fatto!!
Danny Garbin "Smeriglio"
Per Racergp.Com
Danny Garbin "Smeriglio" per gli amici del forum di Racergp.Com
Dopo due estenuanti giorni di viaggio, finalmente si arriva a Douglas, nella capitale mondiale delle Road Races. L?emozione ovviamente ? grandissima e non vedo l?ora di poter cominciare a girare sullo spettacolare tracciato del TT.
Dopo i primi briefing con il controllo delle licenze, assicurazione e altre scartoffie, ci vengono consegnati i pass, la pettorina arancione da ?Newcomer?, e una taghetta chiamata ?dog tag? ovvero ?targhetta del cane?. Nel briefing tecnico ci viene spiegato che la targhetta ? obbligatoria e deve venirci inciso sopra il nome, cognome e data di nascita, nel caso ci fosse un incidente grave i marshall sarebbero stati subito in grado di riconoscerci.
Tocca poi alle moto farsi verificare per bene, e devo dire che i commissari tecnici sono davvero scrupolosi. Alle volte sembrano forse fin troppo esagerati, ma lo fanno per la nostra sicurezza e con un sorriso e una pacca sulla spalla risolviamo sempre tutto.
Il primo giorno della manifestazione viene annullato per il maltempo, e la mia tensione sale. Il circuito del TT io l?ho visto solo in qualche on-board e non so esattamente cosa aspettarmi; mi vengono in mente i tempi di qualifica e comincio a preoccuparmi visto che devo fare 61km in meno di 25 minuti.
Arriva finalmente il fatidico giorno del mio primo giro: lo faremo dietro al marshall a velocit? controllata. L?emozione sale fino al momento della partenza poi, come mi accade di solito, cado in una specie di trance che mi fa passare tutto e mi fa concentrare solo sulla guida.
Il primo pensiero invece lo dedico al marshall stavolta, perch? ? partito a cannone e non accenna a ?controllare? la sua velocit?! In questo mio primo giro riesco solo a rendermi conto del fascino di quest?isola, e mi accorgo che si va forte solo andando con calma.
Io vengo da un?altra scuola, la pista, dove tutto ? tirato al limite e bisogna spremere la moto fino all?ultimo giro. Qui invece non serve a nulla far urlare il motore a 17mila giri, si pu? cambiare prima e far scorrere la moto all?interno delle curve in modo da tenere un certo margine di sicurezza.
Attraverso i posti mitici e mi emoziono tantissimo: Bray Hill, Quarter Bridge, Ballacraine, Glen Helen, Kirk Michael, Ballaugh Bridge, Parlament Square, Creg-ny-Baa, Governor?s. Non mi sembra vero di essere li a correre, un sogno che diventa realt?. Sono nel mito del motociclismo, il mio Nirvana. Il primo giro accompagnati dal marshall si conclude e con mia sorpresa scopro che abbiamo girato in poco pi? di 25 minuti!! Le mie preoccupazione se ne vanno, mi sento rilassato e ora so che tenendo un buon ritmo ci si qualifica tranquillamente. Per andare forte avr? tempo di preoccuparmi durante le prove ed in gara, l?importante ? qualificarsi.
Infatti al primo giro da solo giro subito sotto i 25 minuti limite, non ricordando praticamente nulla del tracciato e guidando pressoch? a vista. Anche i miei compagni di avventura, Simona Zaccardi e Roberto Airoldi, girano in tranquillit? su tempi buoni. Simona ? una delle pochissime donne al Manx, mente Roberto corre con un handicap non indifferente visto che ? senza la gamba destra da sopra il ginocchio a causa di un incidente da ragazzino; lo ammiro e lo stimo profondamente e dentro di me penso che lui ? davvero il migliore di noi. Un ragazzo semplice, che si diverte e che sa andare forte in moto anche menomato senza lamentarsi (al momento mi pare sia in testa all?italiano supermono, e comunque partecipa all?europeo supermono). Simona invece corre con 2 moto in due classi: newcomer con un CBR600 e Senior con Ducati 999. Col CBR non ha problemi, mentre la stazza del pompone la mette in difficolt?, ma lei non demorde e si qualifica con entrambe con dei tempi di tutto rispetto (22:54 col 999 mi pare).
Un meccanico mi nota, si chiama Stewart, e mi porta una gomma nuova anteriore in cambio di una bottiglia di vino!!! Io lo soprannomino Sanpei per il cappello di paglia che ha sempre in testa! Secondo lui avevo un anteriore troppo duro e mi ha portato un anteriore pi? tenero; mi da una mano col set-up e ci tiene compagnia mentre sorseggiamo del buon vino rosso. Incredibile l?aria che si respira in questo paddock, tutti si danno una mano, ti fanno i complimenti e vengono a cercarti con una foto ricordo per un autografo.
Dopo una settimana di prove ci si prepara per la gara?..un team mi consiglia di allungare i rapporti e mi presta una corona con tre denti in meno?.vabb??proviamo!
si parte
LA GARA
La mattina della gara sono teso come non mai, ma vedere le altre moto in fila per due che partono mi tranquillizza e mi fa concentrare. Fino alla fatidica botta sulla spalla del commissario che da il VIA! Parto bene senza strafare e mi lancio giu per Bray Hill che ormai ho imparato a fare in pieno, solo che col rapporto cosi lungo arrivo gi? un p? pi? forte e tiro una bella carenata per terra anche schivando la buca che di solito fa spanciare anche andando piano. Anche se abbiamo fatto pochi giri di qualifica per il maltempo e la nebbia, alcuni tratti veloci me li ricordo e riesco a tirare anche tutta la sesta. Mi preparo per il mio pezzo peggiore: il tratto da poco prima di Kirk Michael fino a Parlament Square ? di circa 9 miglia ed ha un asfalto incredibilmente irregolare. Siccome sono l?unico pilota sugli oltre 200 iscritti ad essere senza ammortizzatore di sterzo, quelle buche mi fanno impazzire. La moto sbacchetta terribilmente, non riesco a tenere aperto il gas e devo continuare a giocare con il polso destro per far galleggiare l?anteriore sui piccoli avvallamenti; ho corso tenendo alte le chiappe dalla sella come i fantini sui cavalli, ammortizzando io stesso per la moto tutte quelle buche; ? un lavoro che demolisce gambe e braccia, e mi fa prendere alcuni rischi.
Riesco ad arrivare a Sulby in pieno ad una velocit? mai raggiunta in prova, sono riuscito a stendere tutta la sesta e faccio una staccata di quelle da urlo con la moto che si intraversa in maniera spettacolare. A Parlament Square e mi preparo a salire per la montagna, gli ultimi spaventi con lo sterzo che sembra impazzito e poi via. Alla Joey?s sento per? il mio posteriore scivolare via e mi rendo conto che ? tutto bagnato e sta gocciolando in alcuni tratti. La tensione sale, ma finisco il primo giro con partenza da fermo e con la montagna bella umidiccia in 22:18 a quasi 102 miglia di media. Il secondo giro si rivela ancora pi? difficile: un concorrente partito appena dopo di me con un CBR600 mi raggiunge ed ingaggiamo un bel duello lungo due giri. Sulla montagna troviamo pure una fittissima nebbia che riduce la visibilit? a 30mt in alcuni tratti. Ci sorpassiamo pi? volte, lui sul veloce quando sbacchetto ed io sulla montagna nei tratti guidati; ero concentratissimo, ma sorridevo dal piacere che stavo provando in una sfida cosi ravvicinata ed onesta. Arriviamo insieme al pit-stop, io ho il rifornimento quasi in fondo alla pit-lane: i miei amici/meccanici sono sveltissimi ed il mio rifornimento dura solo 39 secondi tra ingresso-benzina-uscita.
Esco quindi praticamente affiancato al CBR, e mi accorgo che mi tappa un p? nella discesa di Bray Hill. ? troppo rischioso provare un sorpasso in quel punto, e lo affianco subito dopo la conca: non oso immaginare cosa pu? pensare uno del pubblico quando si vede due moto quasi affiancate uscire impennando da Ago?s Leap, e tenere linee parallele fino a Quarter Bridge. Ero in estasi?. Ma lo stress della corsa era aumentato perch? ormai tutto il tracciato era segnalato con le bandiere bianche con la X rossa in mezzo, ovvero era tutto bello umido. Nel 3? giro arrivo di nuovo in bagarre col CBR, ma a Parlament Square sbaglio marcia in scalata e metto la prima: la moto si intraversa e non ne vule sapere di fermarsi e arrivo un p? lungo. Con la coda dell?occhio vedo il CBR andarsene, provo a raggiungerlo ma ? troppo rischioso e quindi mi rimetto del mio passo. Ormai piove e nei salti la moto atterra derapando anche in sesta. L?ultimo giro ? stato meraviglioso e malinconico nello stesso tempo: era il mio ultimo giro al mountain, ed anche se ero stanco ci avrei girato ancora perch? ? meraviglioso. Il traguardo arriva, saluto l?uomo con la bandiera a scacchi come faccio di solito anche in pista, e rallento per entrare al parco chiuso. La gente mi saluta, mi applaude, mi cerca perch? si era sparsa la voce ?di quell?italiano matto senza ammortizzatore?. Portando la moto in parco chiuso mi accorgo che uno dei registri di fondo corsa dello sterzo sul telaio si ? spaccato dalla violenza delle sbanchettate, e la mia soddisfazione aumenta nel sapere di avercela fatta anche senza.
Dopo la gara abbiamo ricevuto l?invito dalla Joey Dunlop Foundation per una cena di gala, e ho avuto il piacere di cenare vicino Finnegan, Milky Quayle, Laugher, Nick Jeffries (lo zio del Gigante Buono) e altri miti del Manx e del TT. Insieme a me c??ra Bonetti, l?italiano pi? veloce al TT, ed ? davvero matto come un cavallo!!
Avevo sentito tante leggende sul TT, e come tali hanno un fondo di verit?. A chi mi chiede se il TT ? pericoloso io rispondo: ?dipende?.
Al Manx non ci sono stati incidenti gravi, qualche caduta e qualche osso rotto, ma niente di pi?. La pericolosit? dipende da come uno affronta il tracciato: ? lungo, ? difficile da ricordare, ? impegnativo pi? mentalmente che fisicamente e non permette distrazioni. Ma un pilota che affronta il Mountain deve portare rispetto alla strada sotto le sue ruote, perch? peccare d?arroganza e sicurezza porta a cadere o a dimenticare una curva. Certo, i nostri tempi sono distanti dai mostri sacri del TT e dallo stesso Bonetti, ma abbiamo avuto poco tempo per girare, ed in gara dove di solito i tempi scendono stavolta siamo tutti stati pi? prudenti. Avrei potuto girare sotto i 21 minuti con un ammortizzatore di sterzo e con una gara asciutta, ma viste le condizioni e non conoscendo bene il tracciato e i punti pi? viscidi ho preferito mettermi su un passo sicuro. Gli isolani e gli irlandesi sono andati forte comunque visto che loro sono abituati, ma io ho preferito arrivare alla fine.
Per me quindi il TT non ? stato pericoloso, anzi, lo ho visto pi? sicuro di alcune piste piccole in Italia. Il TT diventa pericoloso se uno il cervello non lo tiene connesso, e si lascia trasportare da un?esaltazione dannosa. Chi vince il TT non ? un matto incosciente che si lancia alla disperata, ma un professionista concentrato e ben connesso che sa quello che fa e calcola ogni minima cosa. Poi ovviamente l?incidente pu? non essere sempre causato da un errore di guida, e li ovviamente non essendoci molte vie di fuga ci si pu? fare male. Ma non per questo mi sento di sparare sentenze negative sul TT, anzi, ci torner? spero presto per continuare a sognare.
Vorrei ringraziare di cuore tutti i miei compagni di viaggio, ci siamo divertiti tantissimo e abbiamo formato un bel gruppo unito. Grazie quindi a: Diego, Stefano Codato, Manuela la mia ragazza, Simona Zaccardi, Manuela sorella di Simona, i genitori di Simona, Daniele Valenghi, Stefano Bonetti, Roberto Airoldi, Alessandro Mittino, Stuey chiamato Sanpei per l?aiuto, Mark Parrett, Chris Palmer, Chris Preston gli amici di Racergp.Com .
Che dire, ? stata la mia gara pi? bella, l?esperienza motociclistica pi? emozionante. Poco dopo vedo arrivare anche Simona e Roberto con un sorriso stampato in faccia, hanno anche loro capito quello che il TT voleva dirci: ENJOY!! Divertitevi! E noi lo abbiamo fatto!!
Danny Garbin "Smeriglio"
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