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[F1] 7 maggio 1967

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    [F1] 7 maggio 1967

    25? Gp di Monaco. Lorenzo Bandini, su Ferrari, parte fortissimo, ? in testa alla fine del primo giro. Il suo vantaggio sale di giro in giro ma ad un certo punto Jack Brabham rompe il motore e la Ferrari n? 18 di Bandini sbanda sull'olio perso da Brabham. Si ritrova terzo preceduto da Hulme e Stewart. A questo punto si scatena la rimonta di Lorenzo sui due in testa alla corsa. Intanto Stewart si ritira. Al 61? giro Bandini ha solo Hulme davanti a se ma fra i 2 ci sono 2 auto da doppiare. Il primo, Pedro Rodriguez, lascia strada facimente, il secondo si rivela pi? ostico del previsto. Il pilota che non lascia strada a Bandini ? Graham Hill. Fra i 2 c'? un p? di ruggine per episodi avvenuti anni prima. Hill continua a non lasciare strada ed il distacco da Hulme aumenta. Bandini riesce a passare hill ma la lotta lo ha stancato. All'82? giro Lorenzo affronta la chicane del porto per l'ennesima volta. Stavolta non l'affronta come al solito ma ad una velocit? molto pi? alta. La sua auto carambola da una parte all?altra della curvetta d?immissione sulla banchina, si dirige con il muso contro una bitta di ormeggio. E poi si solleva in aria per ricadere rovesciata con il pilota tra le lamiere, ormai avvolto dalle fiamme, e percorre impazzita trenta lunghissimi metri, con le ruote in aria. Sulla carcassa della vettura in fiamme intervengono con gli estintori i commissari di gara, convinti che il pilota sia stato sbalzato via nell'impatto. Dopo circa 3 minuti e mezzo dall'incidente l'incendio della Ferrari ? domato e si scopre l'orrenda verit?: Bandini ? privo di conoscenza e col volto sfigurato. I commissari di gara e due civili (il Principe di Borbone Parma e l?amico Giancarlo Baghetti) ribaltano la vettura ed estraggono Bandini ormai in fin di vita, sotto gli occhi attoniti della moglie Margherita. Viene trasportato al Nosocomio di Montecarlo, dove viene immediatamente operato per asportargli la milza e tentare di tamponare le gravissime lesioni: le lamiere gli hanno perforato il fianco sinistro, danneggiandogli la milza e il polmone sinistro; ma soprattutto l?intero corpo, per il 60%, ? coperto da ustioni gravissime. La situazione appare subito drammatica.
    Ogni tentativo dei medici risulta vano e Lorenzo Bandini muore, dopo settanta ore di agonia, il 10 maggio 1967.
    La monoposto viene trovata in 5? marcia quando avrebbe dovuto essere in 3?: la tesi pi? accreditata sar? quindi quella della stanchezza del pilota, che aveva dato il massimo e forse anche di pi?. Ma tutto ha congiurato per rendere pi? terribile l?incidente. Per esempio, la presenza, alla curva della chicane, di sbarre metalliche per l?attracco delle navi, che impediscono alla vettura di finire in mare. La presenza di balle di paglia ai lati della pista: sono le prime ad incendiarsi e ad alimentare le fiamme all?interno della vettura. L?olio sparso sull?asfalto dalla vettura di Brabham, che pu? aver favorito la perdita di controllo. L?attrezzatura degli addetti ai servizi antincendio, che non indossano le speciali tute in amianto, come ? invece diventer? obbligatorio di l? a poco in Inghilterra, e che perci? hanno impiegato pi? tempo per avvicinarsi alla vettura ad accorgersi del corpo del pilota ancora incastrato. Per tre minuti e mezzo Bandini rimane in balia delle fiamme, tanto che, esaurita la carica dei primi estintori, i vigili devono correre a prenderne degli altri pi? capaci, distanti qualche decina di metri: tutti preziosi istanti persi.
    Il GP di Monaco si teneva sulla distanza dei 100 giri ed era fisicamente molto duro. Dal 1968 venne accorciato a 78 giri.
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