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Parliamo di musica

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    #121
    LOOP

    Gruppo inglese formato nel 1986 a Londra dal chitarrista e cantante Robert Hampson, palesemente ispirato alle atmosfere feedback di Jesus and Mary Chain e Spacemen Three; con Hampson, il batterista Bex e Glen Ray (basso). Il debutto dei Loop ? datato 1987, il singolo "16 dreams", l'unica registrazione della formazione iniziale. La batteria finisce nelle mani di John Wills e il basso tra le dita di Neil MacKay ed ? questa la line-up del debutto su album, "Heaven's end" (1987, Mute Records). Dopo il passaggio alla Rough Trade, ? la volta di "Fade out", l'album del 1988 pubblicato dopo un paio di EP e del titolo "World in your eyes", un'antologia della Mute che raccoglie inediti e brani apparsi su singolo. Dopo un altro passaggio di etichetta, la Situation Two e l'aggiunta di un secondo chitarrista, Scott Dawson, i Loop pubblicano nel 1990 il loro canto del cigno, "A gilded eternity". Con una versione di "Cinnamon girl", i Loop, nel 1989, partecipano alla raccolta-tributo "The bridge", dedicata all'arte di Neil Young.

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      #122
      LOVE and ROCKETS

      I Love and Rockets (moniker ricavato da un fumetto di Jaime e Gilbert Hernandez, al quale fu cambiato nome in "Love and Rockets X" dopo la nascita di diverse band che lo usarono) si formarono dopo lo scioglimento dei Bauhaus e il disinteresse del cantante e leader Peter Murphy in una loro riunione (Peter Murphy, in quello stesso periodo, dar? vita ai Dali's Car, in coppia con Mick Karn dei Japan). Con il dissolversi dei Bauhaus, alla fine del 1983 (o inizio 1984), Daniel Ash (chitarra, sassofono e voce) e Kevin Haskins (batteria e sintetizzatori) diedero vita ai Tones On Tail e poi, nel 1985, con l'altro ex-Bauhaus David J (basso e voce), formarono i Love and Rockets. Il gruppo esord? con una cover di un classico Motown, scritto da Berry Gordy e inciso dai Temptations nel 1970, "Ball or confusion" (Beggars Banquet, come quasi tutta la loro produzione, 1985), alla quale segu? dopo poco tempo il primo album, "Seventh dream of teenage heaven" (1985).

      Al primo album seguirono, in successione, "Express" (1986), "Earth, Sun, Moon" (1987) e "Love and Rockets" (1989), album dal quale fu tratto il singolo "So alive", un sorprendente successo da terzo posto negli Stati Uniti. Impegnati in tour continui in giro per il mondo, i Love and Rockets tornarono nei negozi nel 1994, con l'album "Hot trip to heaven", dopo che l'etichetta statunitense del gruppo, la RCA, aveva sciolto il contratto (l'album fu pubblicato dall'American Recordings di Rick Rubin). Gli ultimi due album furono "Sweet F.A." (1996) e "Lift" (Red Ant 1998) e dopo quest'ultimo il trio si sciolse.

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        #123
        Erano i primi anni '80 quando in Inghilterra alcuni musicisti diedero vita alla rinascita del prog, forse non sapevano che le loro gesta avrebbero avuto una cos? ampia eco, ma sta di fatto che oggi, con tutta probabilit?, non ci sarebbe ancora cos? tanto interesse per il prog senza di loro, anche se ? sempre difficile attribuire dei nessi certi di causa ed effetto.

        Questa tesi per? trova vigore nel fatto che i gruppi pi? rappresentativi del cosiddetto Progressive Revival, dopo vent'anni, sono ancora qui: Marillion, Pallas, IQ, a volte lontani dagli esordi, a volte dopo anni di silenzio, ma sicuramente orgogliosi di vedere nuove e folte schiere di ammiratori.

        I Pendragon hanno incarnato alla perfezione l'attitudine prog pi? conservatrice e meno innovativa di tutto il movimento. Alfieri di un prog delicato ed epico, debitore di Pink Floyd (fin quasi al plagio) e Genesis, ma spesso anche dei Marillion stessi con i quali hanno mosso i primi passi (stesso manager e guida spirituale), si sono ritagliati uno spazio da cult band producendo tramite un'etichetta privata una discreta serie di dischi di alterna qualit?, ma sempre molto fedeli al loro sound.

        "The King of the Castle", "Paintbox", "The Last Waltz", "The Walls of Babylon", "The Shadow", "Total Recall" sono alcuni dei titoli pi? rappresentativi e Nick Barrett ? un chitarrista molto particolare che sa incantare, mentre Clive Nolan non ha certo bisogno di presentazioni.

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          #124
          I 13th Floor Elevators si formarono ad Austin in Texas nel 1965, e furono nella seconda met? degli anni sessanta (tra il 1966 ed il 1968) una delle principali band di musica psichedelica, come i Pink Floyd, i Blues Magoos, la Chocolate Watch Band o i Velvet Underground.

          La loro storia comincia nel 1965, quando il loro futuro suonatore di "brocca elettrica" e paroliere Tommy Hall, con sua moglie Clementine unifica in una sola band tre gruppi allora poco noti: i Conqueroo, dai quali proveniva lo stesso Tommy; gli Spades, dai quali proveniva il cantante e chitarrista Roky Erickson; e infine i Lingsmen, dai quali provenivano il bassista (in origine violinista) Benny Thurman, il batterista John Ike Walton e il chitarrista solista Stacy Sutherland.

          Appena incontrati, i cinque si mettono subito in studio sotto la guida del produttore Lelan Rogers e registrano l'album ormai entrato nella storia del rock The Psychedelic Sounds of the 13th Floor Elevators. Il primo successo You're gonna miss me svetta velocemente nelle classifiche americane. Di questo album ricordiamo particolarmente You're gonna miss me e Don't fall down, poich? entrambe sono canzoni composte nel 1965 Roky Erickson per gli Spades. La canzone Don't fall down, che in origine si chiamava We sell soul ? presente come traccia fantasma nell'album All that may do my rhime dello stesso Erickson, o nel suo Best of I have always been here before.

          Nel 1966, dopo il rilascio del 45 giri di You're gonna miss me, Benny Thurman lascia il gruppo per prendersi cura di sua madre, ed al suo posto entra Ronnie Leatherman (che lascer? la band poco tempo dopo per poi rientrare nella line-up nel 1968).

          Nel 1967 viene registrato l'album Easter everywhere, con una sezione ritmica diversa: Danny Galindo al basso e Danny Thomas alla batteria (eccetto per le due canzoni She lives (in a time of her own) e I've got levitation", che hanno la sezione ritmica formata da Ronnie Leatherman al basso e John Ike Walton alla batteria). L'album non riscosse alcun successo a quei tempi, anche se notevoli sono i testi (Slip inside this house), gli accompagnamenti ritmici e la migliorata caratura tecnica.

          Seguono a Easter everywhere due album di non poca importanza per la band, ma di poco valore storico: Live del 1968 e Bull of the woods del 1969.
          Live non ? un album registrato dal vivo come si potrebbe intendere dal titolo, bens? ? un album contenente demo e registrazioni scartate con applausi sovraincisi per dare l'effetto concerto. La formazione rimane quella dell'anno precedente, ma ? destinata a durare poco, perch? Danny Galindo viene sostituito da Ronnie Leatherman nei pezzi di Stacy Sutherland, e da Duke Davis in alcune canzoni di Erickson.

          Il contributo di Danny Galindo finisce con la registrazione del pezzo Never another, contenuto in Bull of the woods; lo stesso avviene per Tommy Hall e per Roky Erickson; quest'ultimo viene internato nell'ospedale psichiatrico di Austin, il Rusk State Hospital, poich?, per evitare di finire in carcere per possesso di droga, si invent? di essere un marziano (questo fatto fu per il suo futuro molto decisivo, soprattutto per la sua futura carriera musicale).

          Cos? nel 1968 la line up si era ridotta ai soli Danny Thomas, Stacy Sutherland e Ronnie Leatherman, che registrarono molte canzoni, tra cui una composta dallo stesso Leatherman, With you. La band si sciolse lo stesso anno, e fin? cos? la breve carriera dei 13th Floor Elevators, che per? continuarono a suonare separatamente in nuove band.

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            #125
            Il krautrock ? un termine usato esclusivamente da certa stampa e critica angloamericana, che tende a raggruppare tutti quei gruppi tedeschi anni '70 che hanno prodotto in varia misura forme musicali nuove a partire dal rock progressive o dalla musica elettronica tedesca (ad esempio Karlheinz Stockhausen) dei decenni precedenti. Il termine fu utilizzato per la prima volta in senso denigratorio sulle pagine del settimanale inglese Melody Maker.

            La definizione comprende gruppi spesso diversissimi tra loro, dallo sperimentalismo totale e privo di regole dei Faust alle derive cosmiche dei Tangerine Dream e dei Cluster, dalle anticipazioni di Musica New Age degli Ash Ra Tempel e dei Popol Vuh alla proto-new wave [dai risultati diversi tra loro] dei Can e dei Neu! (e delle derivazioni di questi ultimi Harmonia e LA Dusseldorf), dalla nascita della techno tramite i Kraftwerk dal rock apocalittico degli Amon D??l I e II, fino alle improvvisazioni freak dei Cosmic Jokers.

            Maggiori informazioni possono venir reperite sulle pagine di "Krautrocksampler", autentica bibbia del genere redatta con maniacale passione dal musicista Julian Cope. La lezione del krautrock si pu? sentire nei solchi di gruppi provenienti dai generi pi? diversi, dal David Bowie del periodo berlinese alla new wave tutta, dallo shoegaze al post rock, dalla techno alla new age.

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              #126
              Il cantante David Thomas (nato a Miami nel 1953) era quasi la personificazione della maschera grottesca del Pere Ubu creato da Jarry: un performer mastodontico che incuteva soggezione sul palcoscenico ma che invece annaspava nei complessi paranoici e nelle pulsioni schizofreniche di una psiche malinconica e tormentata, e che cercava redenzione dai suoi fantasmi interiori attraverso la sua seconda vita, come fervente testimone di Geova.

              Thomas sfogava tutte queste turbe, e in generale le alienazioni dell'era industriale, con una voce prodigiosa, capace tanto del crooning di Frank Sinatra, quanto del falsetto di Marvin Gaye, quanto (e soprattutto) dei ruggiti di Howling Wolf. Questi registri venivano in realta` metabolizzati per diventare semplicemente gli elementi di un linguaggio canoro del tutto originale. Rispetto a Captain Beefheart, a cui venne subito paragonato, Thomas vantava in realta` una maggiore dinamica e modulazione vocale, era piu` "attore".

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                #127
                "As the world": ECHOLYN

                Rispetto ai due album precedenti, gli ECHOLYN non spostano di un millimetro la loro proposta, anzi se possibile la rendono ancora pi? progressiva incrementandone la complessit? degli intrecci, strumentali e vocali. Il potenziale commerciale, gi? basso ma comunque non inesistente all'epoca di "Suffocating the bloom", con "As the world" tende quindi (pericolosamente) verso lo zero; la prima considerazione da fare ? dunque che gli ECHOLYN avranno probabilmente bisogno di una mano da parte dell'intero mondo progressivo per continuare nella loro esaltante esperienza.

                Il che ? aspettativa del tutto legittima, considerato che acquistando questo CD vi ritroverete in mano uno dei migliori album degli ultimi 15 anni. Parlare di consacrazione sarebbe tuttavia un errore, semplicemente perch? gli ECHOLYN la consacrazione l'avevano gi? conosciuta con quel (quasi) insuperabile capolavoro che era "Suffocating the bloom", rispetto al quale "As the world" ? comunque opera pi? compatta e corposa. Seguire il percorso delle singole composizioni (16 in totale) ? davvero difficile, tali sono le variazioni ed i temi che esse contengono, tant'? che anche per l'orecchio progressivo pi? allenato occorrono minimo una decina di ascolti soltanto per cominciare a raccapezzarsi.

                Come in passato gli ECHOLYN spaziano con straordinaria disinvoltura tra pi? generi, dalla classica (apportata da una sezione di archi) al jazz quasi canterburiano, dal folk ad una certa tendenza mainstream tipicamente statunitense, avvertibile soprattutto nei cantati a pi? voci; nella maggioranza dei casi le varie tendenze si fondono per? in un unico, esaltante, connubio, conducendo spesso la mente sui binari di un ideale parallelo con i grandi GENTLE GIANT. Per chi ancora non avesse conosciuto la band americana va comunque precisato che il risultato ? assai meno ermetico di quanto potrebbe apparire da questa descrizione, ci? per la straordinaria abilit? che gli ECHOLYN hanno di far risultare godibili anche le situazioni pi? intricate.

                Dunque, siamo al cospetto di un gruppo di livello superiore, sia per tecnica che per ispirazione, se vi farete sfuggire questo CD potrete quindi tranquillamente smettere di comprare dischi progressive.

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                  #128
                  MAGELLAN: Impending Ascension

                  Secondo lavoro per i californiani MAGELLAN ed ? una graditissima riconferma dell'ottimo "Hour of restoration". La musica che propone il trio composto dai fratelli Gardner (tastiere, chitarre e voci) e da H. Imbrie (basso, voce) ? heavy-prog in cui tastiere e derivati si ergono ad assoluti protagonisti, coadiuvati da una chitarra molto dura, da cori molto sostenuti e da una batteria (programmata) efficace e incalzante. In questo secondo lavoro ? tuttavia presente un batterista umano in un solo pezzo ("Waterfront weirdos", uno dei pezzi migliori) ed ? niente meno che Doane Perry, ex JETHRO TULL.

                  Comunque buoni gli altri brani presenti sul CD con in evidenza un piccolo gioiello, "Storms and mutiny", che non vi lascer? respirare con i suoi continui cambi di tempo e melodia. Molto bello anche, come accennavo sopra, "Waterfront weirdos", una delle tre canzoni di 11 minuti, con un accattivante intro di pianoforte molto marillioniano; bella anche "Virtual reality". Complessivamente quindi 50 minuti di puro Progressive ad alto livello; manca forse una gemma come "Magna Carta" presente sul primo album e d'altra parte non ci sono in "Impending ascension" quelle cadute di qualit? forse presenti nell'album di esordio.

                  Gli amanti del Prog classico non possono perdere un album in cui la struttura e complessit? di certi pezzi fa senz'altro ricordare i mostri sacri. Con i MAGELLAN ? nata una stella di prima grandezza nel firmamento della musica Progressive. In conclusione, "Impending ascension" ed il primo "Hour of restoration" sono lavori da avere al pi? presto se non altro per conoscere la musica dei MAGELLAN, anello di congiunzione tra il filone heavy stile Queensryche, Dream Theater e un filone pi?' tradizionale sul genere Yes, Kansas, EL&P. La nota negativa: gli assoli di chitarra sono centellinati al massimo.

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                    #129
                    I Radiodervish nascono a Bari nel 1997 dal sodalizio artistico tra Nabil Salameh e Michele Lobaccaro, gi? assieme nella precedente formazione Al Darawish.
                    La differenza culturale delle loro origini d? vita a canzoni che sono intese come piccoli laboratori all'interno dei quali si svelano varchi e passaggi tra oriente ed occidente, le cui tracce sono i simboli e i miti delle culture del Mediterraneo, luogo di confine che unifica nel momento stesso in cui separa.
                    Il risultato ? un raffinato disegno sonoro tracciato dall'incontro della melodia con testi cantati in italiano, arabo, inglese e francese che affondano le radici sia nella tradizione araba che nella musica occidentale, e che li rende originali ed innovativi nel panorama della world music e in quello della musica d'autore italiana.

                    Presenti nei principali festival, nelle rassegne e nei teatri di tutta Italia (dal Premio Tenco al festival di Villa Arconati a Milano, da Arezzo Wave alla Notte della Taranta), i Radiodervish vantano anche importanti esibizioni all'estero: Beirut, Bruxelles, Atene, Parigi al prestigioso Th?atre de l'Olympia.
                    In otto anni di attivit?, con al fianco sempre Alessandro Pipino che collabora con loro nella composizione e negli arrangiamenti, hanno collaborato con numerosi musicisti internazionali da Noa ad Amal Morkus, da Rim Banna a Nicola Piovani, dai CSI a Jovanotti, Stewart Copeland e l'Orchestra Araba di Nazareth.

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                      #130
                      Prima met? degli anni ?80: la vita di Paul Simon ?uno dei pi? grandi autori della musica americana- ? un disastro: ha appena divorziato dalla moglie, il suo ultimo disco ?Hearts and bones? (1983) ? stato un flop. Il disco verr? in seguito rivalutato almeno criticamente, ma Simon ? al punto forse pi? basso della sua onorata carriera.

                      ?Nell?estate del?1984, un amico mi diede una cassetta di un album intitolato ?Gumboots: accordion jive hits, volume II? - scrive lo stesso Simon nelle note di copertina di ?Graceland- Sembrava vagamente rock ?n? roll degli anni ?50 della scuola Atlantic, canzoni basate su tre accordi. (?) La strumentazione (fisarmonica, basso, batteria, chitarra elettrica) e il nome dell?etichetta (Gallo Records) mi fece intuire che ?Gumboots? probabilmente non era stato inciso da una band americana o inglese?. Infatti quelle canzoni erano il suono della ?township jive, la musica di strada di Soweto, Sudafrica.

                      Da quella cassetta Paul Simon ebbe l?intuizione che cambi? la sua vita musicale e che lo elev? forse al punto pi? alto della sua carriera solista. L?intuizione fu quella di registrare le sue canzoni con gruppi sudafricani per fondere due suoni diversi, dando vita a qualcosa di nuovo ed inedito.
                      ?Graceland? ? un disco americanissimo nel titolo (? il nome della casa-museo di Elvis Presley, a cui ? dedicata la title-track, il brano pi? ?tradizionalmente? anglosassone), ma sudafricano come impostazione e cronologia: le 11 tracce sono state riportate nell?ordine in cui sono state incise con alcuni gruppi presenti in ?Gumboots?. Il titolo della raccolta a sua volta ? diventato anche quello di una canzone, una di quelle pi? significative di questo mix di suoni.

                      Simon ? andato a scoprire musicisti che in seguito hanno avuto una certa notoriet? anche in occidente, come il gruppo vocale Ladysmith Black Mambazo (presente in ?Homeless?), mettendo in gioco la propria cultura. Brani come ?Crazy love vol.II? o la divertente ?You can call me Al? sono pi? orientate verso suoni americani, mentre ?That was your mother? o la gi? citata ?Gumboots? sono dirette discendenti del Jive sudafricano.
                      Il disco, peraltro, non gener? soltanto rose e fiori (quelli della critica, che lo salut? come un capolavoro). Simon venne aspramente criticato da pi? parti per avere infranto l?embargo verso il Sudafrica, che in quel periodo era stato isolato dalla comunit? internazionale per le ben note politiche di ?apartheid?.

                      Una critica sterile, perch? la grande opera di ?Graceland? (e anche del tour che ne segu?, in cui furono coinvolti diversi artisti presenti nel disco) fu quella di dare voce alla musica nera del Sudafrica, non di sostenere la segregazione razziale.

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                        #131
                        Bek David Campbell , meglio noto come Beck Hansen o pi? semplicemente come Beck , (Los Angeles, 8 luglio 1970) ? un musicista statunitense.

                        La musica di Beck - con un collage di cultura pop-junk, testi ironici, arrangiamenti post-moderni e strumentazione live - era la pi? idiosincratica del rock alternativo degli anni novanta. Sebbene il lavoro di Beck si oppone a una facile descrizione, il suo ecletticismo e gli esperimenti di categoria hanno brillato grazie alle comparizioni con Prince, sebbene Beck fosse un artista emergente e stesse tracciando il suo percorso sulla base di una scelta di testi libera e totalmente originale, soprattutto quando per primo la espose al pubblico principale (infatti alcuni critici definirono lui e il suo singolo-scoperta "Loser" come una novit? mai vista prima.) Nonostante questo individualismo, la musica di Beck era un prodotto degli anni '90 e i mass media in generale, insieme con l'hip hop, l'indie/underground rock, la musica elettronica e un genere di gruppo come quello dei Beastie Boys come notevoli elementi di paragone; inoltre alcuni critici non avrebbero potuto paragonare i suoi testi decorativi con l'emotivit? di un artista come Bob Dylan.

                        Dopo essersi ritirato dal liceo alla met? degli anni'80, Beck si autoistru? ed inizi? a viaggiare molto spesso. Durante questo periodo, egli impar? e svilupp? il suo talento attraverso l'arte la forma di pubblico intrattenimento. In Germania, trascorse del tempo con il nonno materno, l'artista Al Hansen. Alla fine degli anni '80 ritrov? a New York parte del movimento musica anti-folk, influenzato soprattutto dalla cultura punk.

                        Dopo alcuni anni Beck torn? a Los Angeles, con un esperienza insufficiente, ma nonostante tutto era motivato. Per sostenere se stesso, accett? dei lavori di bassa paga, lavori senza prospettive, e visse anche in un capannone, il tutto mentre sviluppava il suo talento. Durante quel periodo, Beck cerc? delle rappresentazioni da mettere in scena in tutti i luoghi di Los Angeles, dai club punk alle caffetterie. Successivamente incontr? Chris Ballew (fondatore del gruppo musicale The Presidents of the United States of America) e per un po' presentarono, in coppia, alcuni spettacoli sulle strade. I loro spettacoli erano memorabili grazie al loro mix di humor ed eccentricit?. Alcuni di questi spettacoli, sebbene provocatori, furono realizzati con l'aiuto di Tom Grimley al Poop Alley Studios, una parte di WIN Records.

                        In questa atmosfera di intensa creativit?, i fondatori di Bong Load Custom Records scoprirono Beck. L'album Loser, diffuso inizialmente in 500 copie, diede una sensazione alle radio alternative che spinse in una furiosa guerra d'asta le societ? per firmare con Beck. Finalmente egli scelse la Geffen Records, la quale gli offr? le condizioni che includevano un'indennit? per il rilascio di album indipendenti mentre era sotto contratto.

                        Nel 1994, Mellow Gold', l'album lanciato dalla Geffen, fece di Beck il principale successo di quel momento, l'album lo condusse inoltre allo stato di "icona rappresentativa della scena del rock alternativo.

                        Allo stesso tempo, egli fece uscire Stereopathetic Soulmanure su Flipside Records e One Foot in the Grave, dalla casa discografica indipendente K Records. Cos? Beck intraprese la strada del successo con il tour Lollapalooza, nel 1995. Il pubblico si riconosceva specialmente in Loser, e questo non fece altro che rafforzare la sua immagine di artista conosciuto solo per un singolo in testa alle classifiche.

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                          #132
                          Cajun, Zydeco e Swamp Pop sono i generi della musica contemporanea del sudovest della Louisiana. Sono tradizioni parallele che si sono reciprocamente influenzate con il passare degli anni. Di fatti, le primissime registrazioni dei musicisti della zona, negli anni '20, riflettono questa integrazione di idee musicali. Forse il miglior esempio sono le incisioni dei duetti di Dennis McGee e Amadee Ardoin. McGee, chiaramente di discendenza scozzese-irlandese, era un violinista "Cajun" e Ardoin era un creolo nero, pioniere della fisarmonica nella musica con i ritmi sincopati innovativi . La combinazione di fisarmonica e violino ? ancora il tema centrale della musica Cajun, dove i due strumenti si alternano tra la prima parte e la ripresa dei ritmi di sostegno. Il canto di Ardoin era di un tono estremamente alto e nasale, come si usava in quel periodo prima della amplificazione elettronica, e i temi nelle canzoni francesi erano lamenti che ripetevano spesso frasi di angoscia e disprezzo per un amore perduto.
                          Cos?, molte delle origini della musica Cajun e Zydeco sono dovute a questi collaborazioni dei primi tempi.

                          Per? sono successe anche molte altre cose nel frattempo. I Cajun erano altamente influenzati negli anni '30 dall'"Texas Swing" e altre musiche anglo-sud. La strumentazione ? arrivata a includere la "chitarra di ferro" basso elettrico e la batteria. Negli anni '50 Clifton Chenier aveva modificato gli elementi musicali tradizionalmente Creoli, come per esempio, il canto "jure", con la nuova strumentazione che comprendeva la fisarmonica tipo piano-chiave, la batteria, il basso elettrico e la chitarra. In pi? ha creato accompagnamenti percussivi unici come il "frottoir" o la "tavola per lavare". Questa musica si chiamava musica "zydeco" (pronunciato zaidico), con riferimento alla canzone popolare "les harricots son pas sales" (I fagiolini non sono salati).

                          Lo swamp Pop cominci? negli anni '50. Conosciuto come il "rhythm-n-blues" della Acadiana sudovest, gli esempi pi? moderni erano ballate lente come "Mathilda", eseguita da Cookie e I Cupcakes (Biscotto e i Tortini). A differenza del Cajun e del Zydeco, lo Swamp Pop ha goduto di un certo successo commerciale tra ultimi anni '50 e i primi '60 con alcuni successi che elevarono cantanti locali alla lista nazionale di successi.

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                            #133
                            William Alexander Chilton nasce a Memphis, Tennessee, alla fine del 1950; la sua carriera sembra un infinito percorso a ostacoli. Nondimeno, il personaggio ? di quelli basilari per il rock degli ultimi quarant'anni, anche se, a parte un caso, ? sempre rimasto ai margini della grande notoriet?. Partiamo da quel caso di cui si diceva, risalente agli inizi della carriera di Alex Chilton. Cresciuto in una famiglia musicale (il padre era un musicista jazz) e circondato dall'atmosfera di Memphis, Chilton non ebbe problemi ad intraprendere una carriera come musicista e compositore. All'et? di sedici anni Chilton era gi? il cantante solista di un gruppo che partecip? a un concorso di talenti della sua citt?, i Devilles, pi? tardi rinominati Box Tops. Reclutati dal produttore Dan Penn, i Box Tops registrarono, ai celeberrimi Muscle Shoals Studios, un brano che sarebbe diventato un successo internazionale, "The letter", seguito a breve distanza da altri due hits, "Soul deep" e "Cry like a baby".

                            I Box Tops registrarono i seguenti album: "The letter/Neon rainbow" (1967, pubblicato dalla Bell, come i successivi), "Cry like a baby" (1968), "Non stop" (1968) e "Dimensions" (1969). Il gruppo si sciolse nel 1970 e i vari membri intrapresero carriere soliste o all'interno di altre band. Chilton cominci? ad esibirsi come artista solitario, registrando, nel frattempo, materiale che sarebbe rimasto inedito sino alla pubblicazione di "Lost Decade" (1985, New Rose) e "1970" (1996, Ardent). Dopo aver passato un periodo a New York, nel 1971 Alex Chilton ritorn? a Memphis dove, assieme a Chris Bell (cantante, chitarrista e compositore), form? gli straordinari Big Star. Il gruppo ebbe un'esistenza travagliata a dir poco, ma registr? alcuni album fondamentali per la musica a venire: "#1 record" (Ardent 1972), "Radio City" (1974), "Sister lovers" o "3rd" o "Big Star 3" o altro ancora (1978), uscito dopo lo scioglimento del gruppo (anche se una discografia lo cita come uscito nel 1975). Dopo il tramonto definitivo dei Big Star, Alex Chilton si trasfer? ancora una volta a New York, da dove cominci? la carriera solista (con l'EP "The singer not the song", 1977 e il singolo "Bangkok", 1978), anche se il primo album non arriv? prima del 1979 ("Like flies on Sherbert", raccolta di cover dalle fonti pi? disparate e brani originali).

                            Nel 1978, in Giappone, era stato pubblicato un album con le sessions registrate con Jon Tiven e alcuni brani dal vivo ("One day in New York") e anche "Bach's bottom", del 1981, ? una raccolta di vecchie registrazioni. In quel periodo newyorkese Chilton scopr? i Cramps, dei quali produsse il capolavoro d'esordio, "Songs the Lord taught us" (1980) e il primo mini-LP, "Gravest hits" (1979). Dal 1979 partecip? ai progetti e alle idee (principalmente sue, dicono molti) di Tav Falco and the Panther Burns, di cui fu chitarrista, produttore e scopritore. Dopo essere emigrato a New Orleans nel 1980, Chilton continu? nell'attivit? concertistica come membro dei Panther Burns e come solista (in quest'ultima veste, rimane il documento del 1982, "Live in London"). Dopo aver lavorato a "Sugar ditch revisited" dei Panther Burns (1984), Chilton riprese in mano la carriera solista e registr? l'EP "Feudalist tarts" (New Rose 1985); in quel periodo ebbe anche a che fare anche con i Replacements di Paul Westerberg.

                            Dopo una splendida antologia della New Rose ("Lost Decade", 1985), un doppio album che raccoglie brani di Chilton e di artisti da lui prodotti, nel 1987 il musicista di Memphis pubblic? "High priest", seguito dal mini-LP "Black list" (1990). Gli ultimi titoli di cui si sia a conoscenza: "A man called destruction" (1995), "Cubist blues" (1997, con Ben Vaughn e Alan Vega), "Acoustic by candlelight" (1997, live acustico registrato a New York) e "Loose shoes and tight pussy" (o "Set", 1999/2000).

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                              #134
                              Steven Van Zandt (nato il 22 novembre 1950 a Boston, Massachussets) soprannominato Little Steven o Miami Steve ? un musicista, compositore, attore, disc jockey e produttore musicale statunitense, meglio conosciuto per aver suonato la chitarra e il mandolino nella E Street Band ed per aver collaborato con Bruce Springsteen.

                              Nato con il nome di Steven Lento (cognome della madre Mary) cambi? il cognome in Van Zandt ereditandolo dal secondo marito della madre. ? conosciuto anche come Little Steven, nomignolo affibbiato per la sua bassa statura, o come Miami Steve, soprannome datogli da alcuni amici per il fatto che soffra sempre il freddo (Miami ? una delle citt? pi? calde degli Stati Uniti d'America).

                              Steven Van Zandt ? stato uno dei primi e storici collaboratori di Bruce Springsteen sin dalle prime apparizioni giovanili, realizzando e componendo assoli con la chitarra in molti suoi successi. Van Zandt ufficialmente lasci? la E Street Band nel 1984 per poi tornarci nel 1995, e sembra che la canzone Bobby Jean di Springsteen sia ispirata a questa separazione professionale. Ha incominciato quindi a pubblicare album solisti o firmati con Little Steven and the Disciples of Soul dagli anni '80 fino al 1999, pubblicando 5 album che ha dichiarato pezzi di un unico progetto complessivo. Sin dal primo album Van Zandt riscosse un discreto ma lusinghiero successo soprattutto in fatto di critica e vendite. Nel 1984 la musica di Van Zandt divenne pi? esplicitamente politica, e la pubblicazione del disco Voice of America aveva come tema principale forti critiche alle politiche estere dell'allora Presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan. Nel 1985 fond? un associazione di artisti contro l'apartheid (Artists United Against Apartheid), in cui hanno militato Bruce Springsteen, U2, Bob Dylan e i Run DMC, che insieme collaborarono a una canzone intitolata Sun City .

                              Steven Van Zandt pur non avendo nessuna esperienza televisiva e cinematografica diventa, nel 1999, uno dei principali protagonisti di una serie televisiva statunitense molto famosa, I Soprano. La serie narra le vicende di una famiglia mafiosa statunitese, e Van Zandt scelto per la sua fisionomia impersona Silvio Dante, uno dei familiari

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                                #135
                                FREE DIRT - DIED PRETTY

                                Fragrante e grezzo, curatissimo e vero, Free Dirt, è una esplosione di energia, di raw'n roll, di libertà respirata attraverso le raffinatezze dell'animo di chi sa coniugare amore con liriche, chitarre roventi, cello, sassofoni e possente drumming con paesaggi interiori senza confini. C'è la giovinezza senza una vera età, c'è il calore che infonde coraggio e che non brucia. Primo album, sulla lunga distanza, degli australiani Died Pretty mette in fila ballate elettriche di grande impatto e melodie che il tempo non riuscirà a toccare.

                                La quintessenza del rock'n roll che sopravvive ai margini del music biz e della propria diversità si nutre. Fossero stati inglesi o americani staremmo ancora tutti qui a celebrarli Ronnie Peno e Frank Brunetti, dopo un magnifico esordio neopsichedelico composto di ballate dolcissime, evocative e improvvisamente deflagranti, realizzano un disco senza cedimenti, liberatorio e rivoluzionario come l'affacciarsi improvviso dall'oscurità su un campo inondato di sole e di vento. Album eccellente, prodotto da Rob Younger (ex Birdman ed, allora, New Christs) sarà seguito da prove comunque sempre dignitose e talvolta epiche ma che non riusciranno mai più ad eguagliarne forza e bellezza.

                                A distanza di 20 anni Free Dirt è il bignami per stare bene realmente, alzando finalmente gli occhi al cielo mentre l'opening Blue Sky Day comincia a scorrere, beneficamente, nelle vene.
                                Last edited by edorsv99; 22-02-07, 21:29.

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