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Parliamo di musica

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    #46
    Quattro ottave di estensione al servizio non bel canto, bens? di una sofferta ricerca dei limiti dello strumento voce e della narrazione, senza mezze misure e cautele autocensorie, di temi terribili: l'Aids, il disagio mentale, la guerra. Non pu? dirsi piacevole o di facile ascolto la voce di Diamanda Galas, cos? come le sue opere non si prestano ad uso di commercio. Frutto forse, questa vocalit? esasperata, di un divieto, quello di genitori greci di religione ortodossa emigrati a San Diego, che nel canto intuivano un'espressione artistica peccaminosa. Il peccato, appunto, o meglio, il concetto insito, ? un argomento che turba e affascina la Galas: "Contro chi ritiene la mia arte peccaminosa e il mio linguaggio immondo posso solamente dire: 'Se pensate che vesta i panni dell'osceno, allora sappiate: mi ci sento a mio agio'".

    Il peccato, nel vangelo deviante di Diamanda Galas, alligna nelle menti degli alfieri del moralismo e dell'ipocrisia, come testimonia You Must Be Certain Of The Devil, la terza parte della trilogia Masque Of The Red Death dedicata al dramma dell'Aids. "Il male, il diavolo sta l? dove stanno i codardi, gli uomini spiritualmente impotenti, gli omofobi, chi si ostina a non guardare, chi diserta la realt?". Amen.

    Hanno titoli terribili e svelano terribili temi i lavori della Galas: Litanies of Satan (ispirato all'urgenza della poesia mistica di Baudelaire), Saint of the Pit e Divine Punishment (prima e seconda parte della suddetta trilogia, ancora Baudelaire e le visioni apocalittiche del Vecchio Testamento), Plague Mass (la sua esibizione dal vivo nella cattedrale newyorkese Saint John The Divine), Vena Cava (il decorso della malattia e la pazzia provocata dall'Aids), Schrei X (manipolazioni della mente), Malediction & Prayer (le voci inquiete della poesia e del blues). Temi che rivelano riferimenti autobiografici: la morte per Aids nell'86 del fratello, il drammaturgo e poeta Philip Dimitri Galas ("Uno dei pi? grandi e prolifici scrittori dei nostri tempi"), un'adolescenza difficile (ero una tossicodipendente, poi realizzai di avere pi? talento come pianista che come criminale. Non dico che l'una cosa sia meglio dell'altra. Credo di essere la sintesi delle due cose), l'amore per l'opera e la letteratura ("tutti credono che sia una cantante lirica frustrata che si d? all'avanguardia, invece io continuo a studiare perch? ? l'unico modo per alimentare il mio canto").

    Stupisce tutti nel '94 per la collaborazione con John Paul Jones, il roccioso ex bassista dei Led Zeppelin. I due danno alle stampe un album di dieci brani per basso, batteria, voce e poco altro che viene considerato un piccolo capolavoro del rock indipendente. La "Rosa Nera dell'Avant-garde" incontra dunque l'ex Led Zep che dallo scioglimento della sua band non ha mai cessato di muoversi nello show business musicale, ma con maggior grazia rispetto ai suoi compagni, avendo collaborato a vario titolo con R.E.M., Butthole Surfers, Brian Eno e molti altri. Non ? un caso che Jones abbia incrociato il basso con la voce della "diabolica" Galas: si dice di lui sia stato l'unico dei Led Zeppelin a non accettare il patto con il Diavolo che avrebbe assicurato fama e successo al gruppo. Un patto solo rinviato, dunque.

    Il suo ultimo concept work, Defixiones, Will And Testament, suona come un monito, un'avvertenza contro i profanatori di tombe della Grecia e dell'Asia Minore. Si tratta di un'allegoria che richiama l'orrore del genocidio armeno da parte dei turchi a cavallo tra gli anni Dieci e Venti, a proposito del quale la Galas parla con trasporto nella nostra videointervista: "Non avete idea di ci? che successe. Non si tratt? di un semplice sterminio, fu molto di pi?: una civilt? venne cancellata in modo che non rimanesse assolutamente nulla". La Galas denuncia questo Olocausto dimenticato, e lo fa con la voce della poesia, con i versi dell'armeno Samianto, del belga di lingua francese Henri Michaux; del siriano Adonis, delle canzoni del Pireo e di Tessalonica di Sotiria Bellou e con il blues di Blind Willie Johnson e Son House. Per dimostrare - contrariamente a quanto ? stato detto - che la poesia ha ancora un senso dopo lo sterminio.

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      #47
      I Blue ?yster Cult sono una heavy metal band formatasi nei tardi anni '60 ed ? ancora oggi attiva. Esponenti di un rock duro dai tratti psichedelici, i Blue ?yster Cult sono particolarmente noti per canzoni memorabili come (Don't Fear) The Reaper, Astronomy, Godzilla e Burnin' For You.

      La line-up originale della band era composta dal cantante e chitarrista Eric Bloom, dal chitarrista Buck Dharma, dal tastierista Allen Lanier e dai fratelli Joe e Albert Bouchard, rispettivamente bassista e batterista.

      La band si form? sotto il nome di Soft White Underbelly nel 1967, nei pressi di Long Island, nello Stato di New York, sotto insistenza del critico Sandy Pearlman, futuro manager del gruppo. Pearlman oltre a far avere alla band un contratto discografico prima con la Elektra Records e poi con la Columbia Records, contribuiva spesso ai testi delle canzoni, diventando cos? una sorta di membro aggiunto della band. La band era pronta per registrare il proprio album d'esordio, quando il cantante Les Braunstein abbandon? il gruppo, e fu sostituito da Eric Bloom. La band cambi? diversi nomi tra il 1968 e il 1970, fino ad approdare al definitivo Blue ?yster Cult, citazione di un poema scritto da Sandy Pearlman, che significa letteralmente "il culto dell'ostrica blu", ma che nel poema di Pearlman rappresenta una massa di alieni pronta a colonizzare la Terra.

      I B.?.C., dopo un lungo tirocinio nell'area di Long Island, realizzarono l'album di debutto, l'omonimo Blue ?yster Cult , nel gennaio del 1972. Il disco ottenne un discreto successo e la band part? in tour con gruppi come Byrds, Alice Cooper e Mahavishnu Orchestra. Il secondo album, Tyranny and Mutation (1973), ottenne anch'esso un discreto successo, ma sar? il successivo Secret Treaties , uscito nel 1974, a farli apprezzare anche dalla critica. L'album, che vanta la collaborazione di Patti Smith, moglie del batterista Albert Bouchard e coautrice della canzone Career Of Evil, divenne dopo poco disco d'oro, grazie anche al singolo Astronomy, una delle canzoni pi? belle della band.

      Con tre album all'attivo e la critica e il pubblico dalla loro parte, i Blue ?yster Cult realizzarono il primo album live, On Your Feet or on Your Knees, che ottenne un buon successo. L'album Agents of Fortune (1976), grazie anche al singolo (Don't Fear) The Reaper, riscosse un successo planetario e in poco tempo divenne disco d'oro. I Blue ?yster Cult erano sulla cresta dell'onda e i loro concerti registravano il tutto esaurito; le loro performance dal vivo erano spettacolari e suggestive grazie ad alcuni laser che, illuminando il palco con diversi colori, creavano dei fantastici disegni psichedelici. La gente, per?, iniziava a conoscere la band pi? per i loro show che per la loro musica, e cos? i Blue ?yster Cult accantonarono dopo qualche tempo questo tipo di spettacolo, anche a causa degli eccessivi costi delle sfavillanti luci.

      Trainato dal singolo Godzilla,il quinto album della band, Spectres (1977), fu un altro grandissimo successo per i Blue ?yster Cult. Nel 1978 usc? il loro secondo album live Some Enchanted Evening, che dopo pochissimo divenne disco di platino, accrescendo ancora di pi? la fama e il successo della band.
      Il successivo album registrato in studio, Mirrors (1979), fu prodotto da Tom Werman, noto per le sue collaborazioni con Ted Nugent e i Cheap Trick, il quale rimpiazz? lo storico manager del gruppo Sandy Pearlman.
      L'album fu considerato inferiore ai precedenti da pubblico e critica, i quali ritenevano che la band si fosse indirizzata verso un pop prettamente commerciale. L'album infatti fu un mezzo fiasco, nonostante la presenza di The Vigil e The Great Sun Jester , canzoni molto apprezzate dai fan.

      Nel frattempo Sandy Pearlman divenne il manager dei Black Sabbath e, a sua volta, l'ex manager di questi ultimi, Martin Birch, produsse il settimo album dei Blue ?yster Cult, Cult?saurus Erectus (1980), che fu acclamato pi? dalla critica europea che da quella statunitense.
      Birch produsse anche il successivo album della band, Fire of Unknown Origin (1981), il quale conteneva la celeberrima Burnin' For You, che contribu? al successo dell'album. Durante il tour che segu? l'uscita dell'album, il batterista Albert Bouchard abbandon? la band e fu sostituito da Rick Downey.

      Nel 1982 usc? il terzo album live della band, il doppio LP Extraterrestrial Live; un'anno dopo usc? The Rev?lution by Night che, prodotto da Bruce Fairbairn, ottenne uno scarso successo, e il singolo Shooting Shark raggiunse solamente l'83esima posizione nelle charts. Dopo il tour che segu? l'uscita dell'album, il batterista Rick Downey abbandon? la band, che dunque fu costretta a richiamare Albert Bouchard, il quale partecip? solamente a un breve tour per la California, dopo il quale, a causa delle continue vicissitudini con gli altri membri della band, se ne and? nuovamente.

      Poco dopo anche il tastierista Allen Lanier decise di abbandonare la band, la quale all'improvviso si trov? priva di batterista e di tastierista. Le posizioni vacanti vennero occupate dopo poco da Jimmy Wilcox e Tommy Zvonchek, con i quali la band registr? l'album Club Ninja (1986), considerato dai fan e dagli stessi B?C, l'ultimo grande album del gruppo. Dopo la tappa tedesca del tour che segu? l'uscita dell'album, il bassista Joe Bouchard abbandon? la band e fu rimpiazzato dal meno talentuoso Jon Rogers, che rimase nella band sino al 1995. Il cantante Eric Bloom e il chitarrista Buck Dharma oramai erano gli unici superstiti della line-up originale, e questa nuova formazione dur? soltanto per le restanti tappe del tour, dopo il quale la band decise di sciogliersi.

      I B?C si riformarono dopo poco poich? ricevettero un'offerta che non potevano rifiutare, ovvero esibirsi in Grecia. Come lo seppe, Allen Lanier non esit? a tornare nella band. La band dunque registr? nel 1988 il concept album Imaginos, nel quale vi sono due canzoni gi? presenti nell'album del 1974 Secret Treaties, ovvero Astronomy e Subhuman (qui rinominata Blue ?yster Cult). Per ben dieci anni la band non realizz? pi? album e si limitava a esibirsi nei locali; in questo periodo Ron Riddle era il batterista e Jon Rogers il bassista. Quando Riddle lasci? la band si susseguirono diversi batteristi, Chuck B?rgi, John Miceli, John O'Reilly, Bobby Rondinelli e infine Jules Radino. Nel 1995 anche Rogers lasci? la band e fu rimpiazzato temporaneamente da Greg Smith e in seguito da Danny Miranda, divenuto famoso anni dopo per la sua assidua collaborazione con i Queen e Paul Rodgers, a sua volta sostituito nel 2004 da Richie Castellano.

      I B?C ritornarono in studio nel 1998, anno della pubblicazione del loro dodicesimo album, Heaven Forbid, e nel 2001, quando registrarono Curse of the Hidden Mirror. Attualmente i Blue ?yster Cult si limitano ad esibirsi ai festival, nei club e spesso in tour che attirano miriadi di fan.

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        #48
        Wilson Pickett (Prattville, Alabama, 18 marzo 1941 ? Reston, Virginia, 19 gennaio 2006) ? stato un cantante statunitense di R&B e musica soul. ? conosciuto per le sue interpretazioni rudi ed appassionate, che hanno fatto di lui uno dei principali esponenti della soul music di radice afro-americana.

        Fu citato come esempio da imitare dal cantante italo-francese Nino Ferrer nel brano Vorrei la pelle nera. La sua morte, improvvisa, ? sopravvenuta per un attacco cardiaco che lo ha colto durante un ricovero in un ospedale della citt? in cui risiedeva. Pickett - che ha avuto anche una (peraltro breve) carriera italiana - partecip? per due volte al Festival di Sanremo: nel 1968 cantando Deborah in coppia con Fausto Leali, e l'anno successivo con il brano Un'avventura, con l'allora relativamente poco conosciuto Lucio Battisti.

        A Detroit form? un gruppo gospel chiamati The Violinaires. Il gruppo fece da spalla a Sam Cooke, The Soul Stirrers, The Swan Silvertones, e The David Sisters nella tourn?e delle chiese di tutto il paese. Nel frattempo, la famiglia di Pickett si ingegnava per far quadrare i conti e quando Sam Cooke e Aretha Franklin iniziarono a suonare musica profana (che era allora come oggi una direzione pi? redditizia), Pickett si persuase a fare lo stesso.

        Il primo importante colpo di Pickett fu quando ricevette l'invito ad unirsi al gruppo The Falcons all'inizio del 1959. Uno dei primi gruppi a portare il gospel in contesti pi? da grande pubblico, aprendo cos? la strada alla soul music, The Falcons avevano alcuni importanti membri che in seguito divennero famosi artisti solisti; quando Pickett entr? nel gruppo, erano gi? suoi membri Eddie Floyd e Sir Mack Rice. Il pi? grande successo di Pickett con i Falcons arriv? nel 1962, con "I Found a Love," in cui Pickett era il cantante principale, che raggiunse il numero 6 nelle classifiche R&B. Subito dopo aver registrato "I Found a Love", Pickett firm? i suoi primi dischi da solista, incluso "I'm Gonna Cry", la sua prima collaborazione con Don Covay, figura importante nella soul music del Sud. In questo periodo, Pickett registr? anche un demo per una canzone che aveva contribuito a scrivere, intitolata "If You Need Me", una ballata soul a fuoco lento, contenente un discorso parlato. Pickett mand? il demo alla Atlantic Records. Jerry Wexler, un produttore della Atlantic, ascolt? il pezzo e gli piacque cos? tanto che lo pass? a un artista della casa discografica, Solomon Burke. L'interpretazione di Burke di "If You Need Me" divenne uno dei suoi maggiori successi ed ? ora considerato un classico del soul, ma Pickett fu affranto quando scopr? che la Atlantic aveva dato ad altri la sua canzone. "Fu la prima volta che piansi in vita mia", avrebbe ricordato Pickett in seguito.

        Il primo grande successo da solista per Pickett arriv? con "It's Too Late", un pezzo originale scritto da lui stesso (non va confuso con il classico di Chuck Willis con lo stesso titolo). Entrato nelle classifiche il 27 luglio 1963, raggiunse il picco alla posizione 7 della classifica R&B. Il suo successo convinse Wexler e la Atlantic a comprare il suo contratto dalla Double L Records nel 1964.
        Atlantic lo fece lavorare col famoso produttore Bert Berns, con cui Pickett incise "Come Home Baby", un duetto pop con il cantante di New Orleans Tammi Lynn, ma il pezzo non raggiunse le classifiche.
        La definitiva consacrazione di Pickett sarebbe arrivata negli studi di registrazione della Stax Records a Memphis, dove incise "In the Midnight Hour" (1965), forse il suo pezzo pi? famoso. Pickett registr? tre sessioni alla Stax durante quel viaggio a Memphis; oltre a "In the Midnight Hour", registr? anche "Don't Fight It", "634-5789" e "Ninety-Nine and One-Half (Won't Do)", tre composizioni originali che aveva scritto in collaborazione con Eddie Floyd e Steve Cropper. Sono tutte canzoni considerate dei classici del soul.

        Per le successive sessioni, Pickett non sarebbe ritornato alla Stax; il proprietario dell'etichetta, Jim Stewart, non consent? pi? produzioni esterne dal dicembre 1965. Come risultato, Wexler port? Pickett negli studi della Fame, un altro studio di registrazione con legami ancora pi? stretti con la Atlantic Records. Ricavato in un magazzino di tabacco riadattato nella vicina Muscle Shoals, Alabama, la Fame aveva una grande influenza nel dare forma alla musica soul e Pickett vi registr? alcuni dei suoi maggiori successi, tra cui "Mustang Sally", "Funky Broadway" e quella che forse ? la versione definitiva di "Land of 1000 Dances".

        Pickett fu anche un noto compositore di canzoni, i cui pezzi furono cantati da artisti come Led Zeppelin, Van Halen, The Rolling Stones, Aerosmith, i Grateful Dead, Booker T. and the MGs, Genesis, Creedence Clearwater Revival, Hootie & the Blowfish, Echo & The Bunnymen, Roxy Music, Bruce Springsteen, Los Lobos, The Jam, Ani DiFranco e altri. All'inizio degli anni Settanta Pickett aveva pubblicato alcuni altri successi, tra cui una cover di "Hey Jude" dei Beatles e una cover di "Sugar, Sugar" del gruppo The Archies. La sua ultima canzone di successo fu "Fire and Water" nel 1972.

        Pickett continu? sporadicamente a registrare canzoni con alcune diverse etichette, ma al di fuori dalla musica la sua vita rimase problematica. Nel 1987 fu condannato a due anni con la condizionale e a una multa di 1000 dollari perch? aveva nella sua auto una pistola carica. Nel 1991 fu arrestato perch? sospettato di gridare minacce di morte passando in auto davanti al giardino del sindaco, a Englewood, nel New Jersey, e meno di un anno dopo fu processato per aver aggredito la sua compagna.

        Nel frattempo, Pickett era continuamente premiato per i suoi successi musicali del passato. Pickett fu ammesso alla Rock and Roll Hall of Fame nel 1991 e due anni dopo ricevette anche il premio Pioniere della Rhythm and Blues Foundation. Nel 1993 fu incarcerato per guida in stato d'ebbrezza e condannato a un anno di prigione dopo aver urtato con la propria auto un uomo di 86 anni. Pickett era stato in precedenza incarcerato per vari reati legati alla droga. Alcuni anni dopo la sua scarcerazione ritorn? negli studi di registrazione e ricevette una nomina ai Grammy Awards per l'album del 1999 It's Harder Now.

        Pickett mor? di infarto in un ospedale vicino alla sua casa di Reston, in Virginia. Aveva 64 anni

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          #49
          Giorgio Moroder (Ortisei, 26 aprile 1940) ? un produttore discografico e compositore italiano.

          Totalmente autodidatta, privo di formazione di partitura musicale, Giorgio Moroder, con il suo lavoro innovativo con i sintetizzatori durante gli anni '70, ebbe una particolare influenza sulla disco music e la musica elettronica in generale. Molto noti sono i successi di Donna Summer prodotti da Moroder, come "Love to Love You Baby" e "I Feel Love". Moroder ha prodotto anche diversi successi di disco elettronica per The Three Degrees. Ha collaborato inoltre con artisti del calibro di David Bowie, Eurythmics, Freddie Mercury, Elton John, Debbie Harry, Barbra Streisand, Gianna Nannini-Edoardo Bennato, Janet Jackson e Olivia Newton-John.

          Diversi sono anche i successi ottenuti come cantante: "From Here to Eternity" del 1977 firmata semplicemente come "Giorgio", e "The Chase", dell'anno seguente, tratto dalla colonna sonora del film Fuga di mezzanotte.

          Nel 1984, Moroder lavor? al restauro e alla riedizione del famoso film muto Metropolis. La sua versione del film introduceva una nuova e moderna colonna sonora rock, oltre ad essere stata riformattata a 24 immagini al secondo e ad integrare le didascalie nel film stesso come sottotitoli. Questa versione del film ? della durata di soli 87 minuti. La "versione Moroder" di Metropolis innesc? un acceso dibattito tra cinefili e fans, con critiche aperte e apprezzamenti che si divisero equamente in due.

          Moroder ha composto la musica per le Olimpiadi di Los Angeles nel 1984, per Seul nel 1988 e la canzone "To be number one" per i campionati mondiali d'Italia 90 (in italiano "Un'estate italiana", scritta assieme a Edoardo Bennato, che con Gianna Nannini ne ? l'interprete).

          Negli anni '80 Moroder lavor? alle musiche di film come Flashdance e Scarface. Le musiche di quest'ultimo sono tornate recentemente alla ribalta dopo essere state usate nel videogioco Grand Theft Auto III.

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            #50
            Steve Winwood ha appena quindici anni e una voce che gi? gli vale paragoni con Ray Charles quando, insieme al fratello maggiore Muff, si unisce allo Spencer Davis Group, una delle band di punta del rhythm and blues revival inglese. E? il 1963, e il giovanissimo vocalist e polistrumentista (a suo agio indifferentemente con organo, pianoforte e chitarre) diventa una delle stelle pi? precoci della storia del rock, caratterizzando con il suo inconfondibile stile hit internazionali come ?Gimme some lovin? ? e ?I?m a man? (di cui ? coautore). Passano solo quattro anni e il poliedrico Winwood ? gi? pronto per l?avventura pi? ambiziosa della sua carriera, i Traffic: attraverso diversi cambi di formazione che lo vedono collaborare con musicisti come Dave Mason, Chris Wood e Jim Capaldi (quasi un alter ego musicale, quest?ultimo), il musicista di Birmingham d? sfogo al suo periodo di massima vena creativa, mescolando jazz, folk, rock progressivo, psichedelia e r&b in dischi epocali come ?Mr. Fantasy? (1967) e ?John Barleycorn must die? (1970). Del ?69 ? la brevissima avventura dei Blind Faith, primo supergruppo della storia del rock che include al suo fianco gli ex Cream Eric Clapton e Ginger Baker e il bassista/violinista Ric Grech (un solo album omonimo, pubblicato dalla Island). Sciolti i Traffic dopo alcuni dischi in formazione allargata a percussionisti e session men di scuola soul, Winwood si dedica a partire dal 1977 ad una carriera solista inizialmente prodiga di soddisfazioni commerciali, con album pi? marcatamente pop e di raffinata fattura come ARC OF A DIVER, ROLL WITH IT e BACK IN THE HIGH LIFE (il suo maggior successo di vendita in assoluto).
            Gli anni ?90 vedono calare inesorabilmente la sua popolarit? a causa della scarsezza, quantitativa e qualitativa, della produzione: discreti esiti artistici (ma non commerciali) riscuote invece la reunion con Capaldi del ?94, per un tour e un nuovo disco a nome Traffic, FAR FROM HOME. Dopo JUNCTION 7 (1997), passato praticamente inosservato, critica e pubblico salutano infine con favore il nuovo ABOUT TIME (2003), registrato in trio dal vivo in studio e pubblicato dalla nuova etichetta di propriet? del musicista, Wincraft (Sanctuary/edel in Europa).

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              #51
              Laurie Anderson (Chicago, 5 giugno 1947) ? una esponente della Performance Art e una musicista, o come preferisce definirsi, "una raccontatrice di storie".

              Inizi? a suonare il violino in tenera et? e agli inizi degli anni '70, dopo essersi laureata in scultura alla Columbia University di New York, si dedica alla Performance Art. In una delle sue prime esibizioni, che si svolgevano in strada, suonava un violino che, grazie a un registratore nascosto all'interno, produceva dei loop di suoni che si sovrapponevano alla musica da lei suonata. Durante l'esibizione indossava un paio di pattini, le cui lame erano immerse in due blocchi di ghiaccio. Con il passare del tempo il ghiaccio si scioglieva e non essendo pi? in grado di stare in piedi smetteva di suonare. Il violino rester? sempre al centro delle sue esibizioni e della sua creativit?. Uno dei suoi violini pi? celebri ha una testina da registratore al posto delle corde e un nastro magnetico inciso, teso sull'archetto. Il suono viene prodotto facendo scorrere l'archetto (il nastro) sul violino (la testina). Tra i suoi lavori pi? celebri: "United States 1-4", "Mister Heartbreak", "Empty Places", "Stories from the Nerve Bible" e "Song and Stories from Moby Dick", uno spettacolo imponente ispirato al celebre romanzo di Hermann Melville, nel quale suona un altro strumento di sua invenzione, il "Bastone Parlante", una sbarra metallica riempita di circuiti elettronici che riproduce suoni in base a come viene mossa o toccata. Nel 1981 acquista popolarit? con il singolo "O Superman" che raggiunger? il secondo posto nelle classifiche britanniche. Grazie a questo successo inizier? anche una interessante carriera discografica. Ha prodotto anche un CD-ROM interattivo, dal titolo "Puppet Motel".

              Ha scritto l'articolo riguardante New York per l'Enciclopedia Britannica.
              Laurie Anderson ha collaborato con William Burroughs, Wim Wenders Peter Gabriel e Lou Reed.
              Nel 2001 ha ricevuto il Premio Tenco.

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                #52
                RIC OCASEK

                Nato a Baltimora, Maryland, nel 1949, Richard Otcasek ? da pi? di tre decenni musicista, scrittore e produttore dalle grandi capacit?. Dopo essersi trasferito a Boston, Otcasek conobbe Benjamin Orzechowski ed entr? in un gruppo folk, i Milkwood, coi quali incise il primo album della sua carriera, "How's the weather" (1973); in seguito allo scioglimento dei Milkwood, Otcasek e Ben Orzechowski fondarono Rick & the Rabbits e diventarono Ric Ocasek e Benjamin Orr. Con l'aggiunta di Greg Hawkes (tastiere), Elliott Easton (chitarra) e Dave Robinson (batteria, ex-Modern Lovers), Rick & the Rabbits cambiarono nome in Cars, intorno alla met? degli anni '70, trasformandosi in una macchina da successo e soldi. Sei gli album del gruppo: "The Cars" (1978, 18? posto nella classifica USA), "Candy-o" (1979, 3?), "Panorama" (1980, 5?), "Shake it up" (1981, 9?), "Heartbeat City" (1984, 3?) e "Door to door" (1987, 26?). Tra un album e l'altro dei Cars, il poliedrico Ric Ocasek trov? il tempo di lanciare una carriera solista, segnata dal debutto di "Beatitude" (Geffen 1982) e dal bis di "This side of paradise" (1986).

                I Cars si sciolsero nel 1988, ma la carriera di Ocasek come produttore contava gi? su una serie di nomi da brivido e molto lontani dalle atmosfere dell'Ocasek solista e dal musicista dei Cars: nei primi anni '80 produsse album di Bad Brains (il sensazionale debutto su vinile, "Rock for light"), Iggy Pop, Romeo Void, Suicide e Alan Vega (lo splendido "Saturn strip") e in seguito continuer? con No Doubt, Guided By Voices, la famosa groupie Bebe Buell, Bad Religion, D-Generation, Possum Dixon, Weezer e altri ancora. I lavori solisti successivi allo scioglimento dei Cars, furono "Fireball zone" (Reprise 1990), "Quick change world" (Warner Bros 1993; "Negative theater", pubblicato dalla Reprise, ? lo stesso titolo nella versione europea, ridotto da album doppio a singolo), "Getchertikitz" (Sound Effects 1996), "Troublizing" (Sony 1997, prodotto da Billy Corgan degli Smashing Pumpkins) e "Nexterday" (Sanctuary/Inverse 2005). Ric Ocasek compare nella colonna sonora del film "The king of comedy" (diretto da Martin Scorsese, con Robert De Niro e Jerry Lewis).

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                  #53
                  Linton Kwesi Johnson nasce a Chapleton, una piccola cittadina della contea giamaicana di Clarendon, nell'agosto del 1952. Linton arriva a Londra nel 1963 per raggiungere la madre che vi si era trasferita due anni prima lasciandolo col padre ed i nonni. Si diploma nel 1970 e trova lavoro come impiegato presso il Comune di Londra. Nel 1973 Linton si iscrive alla facolt? di Sociologia dell'Universit? di Londra e lavora come operaio alla catena di montaggio in una fabbrica del sud di Londra. Nel 1975, la casa editrice Bogle-L'Overture pubblica la prima raccolta di poesie di Linton Drea Beat and Blood, che ottiene un immediato successo di critica e di vendita. "Sono un poeta che lavora entro una tradizione dove musica e parole sono parte integrante. La mia esperienza ? il frutto di un'infanzia tropicale e contadina prima e della vita di una citt? industriale dove i negri vivono in condizioni coloniali, poi. I bambini dei Caraibi crescono in una tradizione orale di storie, rime, canzoncine e a stretto contatto con forme musicali di matrice africana come la Kumina o protestanti come la chiesa battista e pentecostale. La mia tradizione londinese parla rock e R&B". Collabora col noto settimanale musicale Melody Maker proponendo interventi sulla musica popolare giamaicana. Il primo tentativo discografico di Linton avviene nel 1978. Lavorando presso la Virgin Records alla stesura di biografie artistiche, note di copertina ecc., Linton ha l'opportunit? di incidere il suo primo LP con il titolo omonimo della raccolta di poesie. "Drea Beat and Blood" segna l'inizio della mia poesia reggae. ? una delle prime poesie scritte in giamaicano con un giro di basso implicito nella struttura stessa della forma; "io non scrivo musica ma comincio sempre da un giro di basso. Nel reggae il basso d? anche la melodia, non soltanto il ritmo: quando compongo ho sempre dentro un giro di basso. Partendo da questo, aggiungo la batteria e quindi decido il tempo. In seguito decido se metterci delle tastiere, dei fiati, o qualche assolo di chitarra e ne discuto coi musicisti durante la registrazione".

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                    #54
                    Dopo l'esperienza con gli Husker Du, Bob Mould forma gli Sugar, un power-trio creato con due matricole dell'ambiente. Inevitabilmente su Copper Blue (Rykodisc, 1992) aleggia lo spettro degli Husker Du (l'epica Fortune Teller, che, guarda caso, e` anche una confessione col cuore in mano, con il verso "I feel like a part of something died") e quello della ballata elettrica alla Young (la monumentale The Act We Act, che potrebbe essere uno dei capolavori di Neil Young su Tonight's The Night). Il fatto saliente del disco e` invece la conquista da parte di Mould di uno stile davvero personale di cantautore, proprio adesso che ha deciso di smettere di fare il cantautore. Mould conia infatti un idioma melodico che rappresenta il naturale coronamento di tutti questi anni di ricerca. Mould fonde il vocalismo leggiadro e orecchiabile, colmo di pathos e di nostalgia, del folkrock con le atmosfere strumentali incendiarie del punkrock e con le raffinatezze armoniche della new wave. Le parti strumentali sono in effetti sature di trenodie alla Television (A Good Idea), di distorsioni psichedeliche (Slick), di progressioni heavymetal, di tutto il vocabolario di "barbarie" coniato dal rock negli ultimi anni; ma le parti vocali ripetono gli eleganti schemi ancestrali del melodismo bianco di sempre, dall'armoniosa Changes all'orecchiabile Helpless.

                    In fondo e` la stessa prassi adottata dagli REM, semplicemente rivista da una prospettiva non intellettuale ma autenticamente popolare. Mould finisce per coniare quasi per caso questa forma di "pop esistenziale", che in realta` costituisce una delle invenzioni piu` significative degli anni '80. Il nuovo genere trionfa nel motivo arioso di Hoover Dam (addirittura un synth-clavicembalo classicheggiante) e nella piu` semplice di tutte le canzoni, quella in cui e` piu` diretta la discendenza dai Byrds: If I Can't Change Your Mind. Con questo disco il registro forte e tenebroso di Mould, versione adulta di quello di Stipe, si impone definitivamente come uno dei classici della musica rock.

                    L'EP Beaster (Rykodisc, 1993) e` di fatto un concept autobiografico, le cui canzoni erano state registrate contemporaneamente all'album precedente, ma sono di argomento piu` cupo e piu` personale. Pretenziosa e mitomane, l'opera e` di fatto un'allegoria per esprimere la venuta (Come Around), la persecuzione (Tilted), il tradimento (Judas Cradle), la crocefissione (JC Auto), la resurrezione (Feeling Better, uno dei suoi brani piu` pop) e l'ascensione (Walking Away di Bob Mould. Questa sorta di "Bob Mould Superstar" si rivela una studio paranoico della psicologia della star e della dinamica della stardom (per esempio, Giuda e Gesu' sono la stessa persona).

                    Dopo quell'orgia mitomane, File Under Easy Listening (Rykodisc, 1994) ritorna alla normalita` del suo power-pop alla nitroglicerina, forte di un power-trio sempre piu` fragoroso (ma di un fragore che e` saldamente ancorato alla dinamica delle canzoni, e in particolare che sottolinea la melodia, piuttosto che essere soltanto rumore di sottofondo). La carica melodica di Gift e Your Favorite Thing esprime tutto l'opposto di Beaster: una serena, se non felice, riflessione sulle disavventure della vita. L'esuberanza delle musiche, il travolgente rock and roll di Gee Angel e il riff bruciante di Can't Help You Anymore, ne e` l'altra faccia della medaglia. Non a caso Mould, che dopo quattro anni si e` trasferito da New York a Austin, riesuma Neil Young per il gran finale esistenziale di Explode And Make Up. Anche se a volte un po' corrivo (What You Want It To Be assomiglia a Top Of The Pops degli Smithereens), il sale di questo genere e` sempre il pop.

                    Chiude la parabola dei Sugar l'antologico Besides (Rykodisc, 1995), che raccoglie inediti, rarita` e versioni live.

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                      #55
                      I Blancmange sono stati un duo musicale attivo nella prima met? degli anni 80, formato da Neil Arthur e Stephen Luscombe.

                      Formatisi nel 1979 ad Harrow, erano composti dal cantante Neil Arthur (nato a Darwen il 15 agosto 1958) e dal musicista Stephen Luscombe (nato il 29 ottobre 1954 ad Hillindon e precedentemente membro dei Miru Music Club), i quali a quanto pare decisero di chiamarsi in questo modo casualmente (blancmange in lingua inglese significa budino e i due si incontrarono proprio ad una festa in cui questa era la portata principale). Dopo aver debuttato in una compilation (Some Bizzarre) dedicata agli allora nastri nascenti del nuovo pop elettronico (ad essa presero parte anche Soft Cell e Depeche Mode) nel 1980, il gruppo pubblic? una serie di album in perfetto stile synthpop, rivelandosi uno dei gruppi pi? rappresentativi e noti di quella corrente, che fu poi la protagonista della seconda British Invasion nel mercato musicale americano (per quanto in realt? loro non riuscirono mai a crearsi una notoriet? oltreoceano: tutti i loro singoli avranno successo solo in Europa). Nel 1982 escono, per la London Records, i primi due singoli, God?s Kitchen e Feel me: soprattutto il secondo, in cui sono evidenti le influenze di gruppi come i Talking Heads, sar? un buon successo e aprir? la strada al loro primo album, Happy Families, che entrer? nella top 20 inglese. Subito dopo inizia una serie di hits, quali Living on the Ceiling (#7 nella UK chart), The day before you came (cover di una canzone degli ABBA), Blind Vision e Don?t tell me, che li porter? ad un buon successo commerciale in Europa (soprattutto in Germania) e trasciner? anche le vendite del secondo album, Mange Tout (1984). Dopo la hit Lose your love, nel 1986 (agli sgoccioli del movimento New Romantic/Synthpop) il gruppo si scioglier?, anche a causa del flop dell?album Believe You Me. I due prenderanno strade separate, salvo reincontrarsi 15 anni dopo e ricominciare a lavorare su del nuovo materiale.

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                        #56
                        Tom Hingley ? una delle figure storiche del britrock inglese, uscito da quella fantastica scena di Madchester che ha dato vita alla crema della musica inglese degli anni '90, tra cui gli Stone Roses e gli Inspiral Carpets, di cui Tom Hingley ? fondatore e leader. La band si ? sciolta da diversi anni ormai, e i vari membri sono andati ognuno per la propria strada, con Hingley a formare un nuovo gruppo, i The Lovers, con i quali ha continuato la sua carriera ormai quasi ventennale. Ma gli Inspiral Carpets hanno mantenuto le loro schiere fedeli di fan, a simboleggiare l'enorme impatto avuto sulla scena musicale inglese: senza di loro, non ci sarebbero forse neppure stati gli Oasis. Noel Gallagher era un roadie degli Inspiral Carpets e proprio da loro e Hingley apprese molti dei trucchi del mestiere. La reunion degli Inspiral Carpets ? stata accolta con grande entusiasmo dal pubblico, e Hingley ha potuto cos? continuare a coltivare sia i suoi nuovi che i vecchi brani.

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                          #57
                          Ambasciatori della musica di New Orleans nel mondo, i fratelli Neville suonano ufficialmente insieme dalla met? degli anni ?70. Tutti e quattro, tuttavia, hanno alle spalle esperienze musicali di rilievo. Art, il primogenito, esordisce giovanissimo nel 1954 scrivendo per le Hawkettes uno dei classici immortali della Crescent City, ?Mardi Gras mambo?; nel 1962 va in classifica con un pezzo firmato da Allen Toussaint, ?All these things?, e nei primi anni ?70 capeggia i Meters, formazione chiave nello sviluppo del funk afroamericano. Aaron, fisico imponente che contrasta con l?inconfondibile voce in falsetto, vive il suo primo momento di gloria nel 1966 con la ballata ?Tell it like it is?. Charles, sassofonista, si fa le ossa suonando con B.B. King e Bobby ?Blue? Bland prima di trasferirsi a New York e dedicarsi al jazz. Cyril (il pi? giovane dei quattro), infine, milita con Aaron nei Soul Machine prima di unirsi ai Meters di Art.

                          Dopo varie collaborazioni incrociate, la prima reunion al gran completo avviene per iniziativa dello zio dei quattro, George Landry alias Chief Big Jolly, che li ingaggia nei suoi Wild Tchoupitoulas, pittoresca formazione che prende spunto dalle ?marching bands? e dalle tradizioni carnevalesche della citt?. Da l? prende forma il progetto Neville Brothers, con un primo disco omonimo pubblicato nel 1971 dalla Capitol: per quanto immatura, la raccolta evidenzia gi? le eterogenee influenze stilistiche di una band che attinge indifferentemente dal soul, dal funk, dalla musica africana, dalla canzone pop e dai maestri del New Orleans Sound come Professor Longhair e Allen Toussaint. I primi riconoscimenti internazionali arrivano con il secondo album, FIYO ON THE BAYOU (1981), pubblicamente lodato da Keith Richards dei Rolling Stones che lo indica come suo disco preferito dell?anno: nell?occasione, oltre a tracciare nuove strade per il New Orleans sound, i fratelli Neville riprendono classici della tradizione locale (?Iko iko?) e celebri standard dell?easy listening americano (la ?Mona Lisa? di Nat King Cole). Il quartetto, rinforzato da una efficace sezione ritmica, si impone anche come una delle massime attrazioni live della citt?: testimonianza della sua esuberante vitalit? sul palco sono i due volumi NEVILLE-IZATION, registrati in uno dei pi? celebri night club di New Orleans, il Tipitina, e poi raccolti in un unico disco, LIVE AT TIPITINA?S, dalla Rhino. Nonostante la presenza in studio di Carlos Santana e di Jerry Garcia (Grateful Dead), il successivo UPTOWN ? una mezza delusione e bisogna attendere il 1989 perch? i Neville Brothers divengano un nome familiare anche presso il pubblico rock. Merito di Daniel Lanois, che li produce, e di uno straordinario album, YELLOW MOON, in cui affrontano per la prima volta un repertorio cantautorale doc (due cover di Bob Dylan), aprendosi a tematiche di consapevolezza sociale e politica (con ?A change is gonna come? di Sam Cooke, la dylaniana ?With God on our side? e ?Sister Rosa?, dedicata a una figura simbolica dell?emancipazione afroamericana come Rosa Parks). Sull?onda montante di quel successo sfornano il quasi altrettanto convincente BROTHER?S KEEPER, per cui anche Bono degli U2 si scomoda a scrivere un brano in coppia con Cyril.

                          I Neville, a quel punto, si sono conquistati un posto nell?establishment della musica pop rock internazionale: non riusciranno tuttavia a replicare i fasti del loro momento d?oro e non basteranno le collaborazioni con musicisti di grido come Wyclef Jean e il rapper B.G. a donare freschezza alle loro produzioni successive. Maggiore successo riscuote, sia pure tra alti e bassi, la carriera solista di Aaron, orientata a un suono decisamente pi? maistream e pop (un Grammy per ?Don?t know much?, in duetto con Linda Ronstadt) e di ispirazione spesso religiosa. Grazie alle sue esibizioni dal vivo, la famiglia musicale conserva tuttavia la sua reputazione e si allarga con l?affermazione commerciale del figlio dello stesso Aaron, Ivan Neville.

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                            #58
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                            I ?60 sono per lui anni di grande successo ma anche di sofferte vicissitudini personali, legate al fallimento del suo primo matrimonio e alla dipendenza dalle droghe che gli crea anche guai con la giustizia. Sensibile ai problemi dei detenuti, nel 1968 incide proprio in un carcere di massima sicurezza il suo disco pi? famoso, JOHNNY CASH AT FOLSOM PRISON, doppiato nel ?69 da JOHNNY CASH AT SAN QUENTIN ; dello stesso anno ? la sua partecipazione a NASHVILLE SKYLINE, l? ?album country? di Bob Dylan. Le amorevoli cure della seconda moglie June Carter Cash, discendente della gloriosa dinastia musicale americana della Carter Family nonch? collaboratrice artistica di Cash in concerto e poi in studio, lo riportano sulla retta via, ma i dischi dei primi anni ?70 (tra cui i ?concept? patriottici AMERICA e RAGGED OLD FLAG) raccontano di un lento ma inesorabile declino artistico, spezzato ogni tanto da intuizioni felici come JOHNNY 99, album del 1983 in cui interpreta due cover dal ?Nebraska? di Bruce Springsteen. Del 1985 ? la pubblicazione di un album, HIGHWAYMAN, inciso insieme a Waylon Jennings, Willie Nelson e Kris Kristofferson (ne seguiranno altri due), mentre l?anno successivo va in scena una reunion del Million Dollar Quartet con Roy Orbison al posto dello scomparso Elvis.

                            Chiuso il lungo sodalizio con la Columbia, Cash firma con la Mercury; per la sua piena rinascita artistica tuttavia bisogna attendere il 1994, quando il produttore rock Rick Rubin, con geniale intuizione, lo convince a registrare per sola voce e chitarra un repertorio di canzoni popolari tradizionali e moderne in parte autografe, in parte firmate da artisti come Leonard Cohen, Tom Waits, Danzig, Nick Lowe e Kristofferson: nasce cos? la straordinaria tetralogia delle ?American recordings?, che da l? al 2002 vanno a comporre il suo testamento musical-spirituale imponendolo all?attenzione del pubblico ?giovane? e fruttandogli numerosi Grammy Awards (negli album successivi trovano posto canzoni di U2, Neil Diamond, Eagles, Simon & Garfunkel, Tom Petty, Nick Cave, Depeche Mode, Nine Inch Nails). Il 12 settembre del 2003, preceduto di pochi mesi dalla moglie June, Cash muore a seguito di una lunga malattia: dopo la pubblicazione del box inedito di 5 cd UNHEARTHED, la storia della coppia viene celebrata dal film ?Walk the line? di James Mangold (?Quando l?amore brucia l?anima? nell?edizione italiana), che nel 2005 frutta a Reese Witherspoon l?Oscar come miglior attrice.

                            Nel 2006 dagli archivi privati del musicista salta fuori PERSONAL FILE, 49 incisioni ?domestiche? per voce e chitarra incise principalmente nel luglio del 1973 in una formula che anticipa di vent?anni quella delle ?American recordings?.Questa serie, all'inizio dell'estate dello stesso anno si conclude con AMERICAN V: A HUNDRED HIGWAYS, contenente le ultime incisioni prima della scomparsa.

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                              #59
                              I Camper Van Beethoven furono uno dei gruppi pi? geniali e influenti degli anni '80. Il loro folk/punk sarcastico prese in contropiede tanto l'hardcore quanto il rock and roll tradizionale. Il gruppo, insieme ai Butthole Surfers, impose anche un atteggiamento distaccato e ironico, ma al tempo stesso ligio all'ethos dei punk, che avrebbe cambiato il modo stesso in cui il rock alternativo si esprime.
                              I cinque si erano conosciuti al college di Santa Cruz, uno degli ultimi baluardi della cultura hippie, e avevano cominciato a suonare una gioviale miscela di ska, surf, marcette, quadriglie, valzer e garage-rock, a uso e consumo per le radio dei college. Il chitarrista e cantante David Lowery componeva gran parte delle loro sceneggiate punk, mentre il multi-strumentista Jonathan Segel, che si alternava con disinvoltura tanto al violino quanto alla balailaika, presiedeva agli arrangiamenti pi? dadaisti. Greg Lisher alla chitarra, Victor Krummenacher al basso e al canto, Chris Molla alla steel completavano la line-up, che sembrava un'accolita di incompetenti ma in realt? proponeva un contrappunto sofisticato e avvenirista.

                              La loro world-music post-moderna, post-folk e mono-dimensionale deriva in egual misura dai complessini surf da spiaggia, dalle bande della Salvation Army, dai combo degli immigrati russi, dagli ensemble di musica da camera, dalle big band delle balere, dalle steel band dei Caraibi, dalle orchestrine messicane e dalle colonne sonore di Morricone. In questo melting pot del folklore popolare californiano i Camper sanno impiegare con genio e malizia trent'anni di invenzioni armoniche, dalla viola ipnotica di Cale al jingle jangle criptico degli REM, dalle novelty psichedeliche di Barrett alle orge depravate di Stooge, dalle stornellate surreali di Jonathan Richman alle jam di acid rock dei Grateful Dead, dai collage demenziali di Zappa ai rocamboleschi balli rurali di Pete Stampfel, l'unico violinista che possa tener testa alle assurdit? di Segel

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                                #60
                                Nel 1987 gli XTC cambiano nome e corononano un loro vecchio sogno: incidere un disco in stile psichedelico fine anni '60, come alcuni lavori dei Beatles del periodo, appunto, psichedelico. In pieno revival Paisley gli XTC diventano così i Dukes of Stratosphere (Duchi della Stratosfera) ed entrano in sala di registrazione. Per l'occasione cambiano nome loro stessi, affibbiandosi degli appellativi piuttosto strani e fantasiosi, in linea con l'operazione. La produzione è affidata a John Leckie ed agli stessi Dukes che confezionano un disco dalle tipiche sonorità del periodo al quale si sono ispirati.

                                Il titolo del disco è Sonic sunspot (raggio solare sonoro) ma pronunciato alla Eta Beta, con la lettera P a precedere ogni parola.

                                Descrivere Psonic psunspot è impresa davvero ardua per le mille sfaccettature che presenta all'ascoltatore. Anticipo subito che si tratta di una delle opere più belle degli XTC e che ogni serio amante della band di Swindon dovrebbe possederne una copia. Chi l'avesse perso in LP può ricorrere al CD.

                                Apre l'album un riff di chitarra alla The lions sleeps tonight astutamente modificato e che introduce a Vanishing girl, pezzo che più beatlesiano di così non si può (si veda Lucy in the sky with diamonds, per un riferimento). A seguire, inframezzate da rumori, dialoghi e voci di bambini tra un pezzo e l'altro, le tracce di questo incredibile lavoro.
                                Yoùre a good man, Albert Brown vi proietta in una balera fumosa d'altri tempi, davanti ad una band scalcinata che nel coretto finale, non riuscendo a tenere la nota, finisce per finire in un attacco generale di tosse asmatica. Tutto molto divertente, se non fosse che la canzone è pure maledettamente bella e colpisce davvero nel segno.

                                Qua e là rieccheggiano frammenti di canzoni FORSE già sentite, magari in qualche polveroso disco degli anni '60 e '70, ma è solo un'illusione acustica. Tutto quello che c'è su questo lavoro dei Dukes è assolutamente originale e non potrebbe essere altrimenti, vista la loro allergia alle mode del momento ed ai suoni di maniera.

                                Come al solito le canzoni sono composte per la maggior parte da Andy Partridge, per l'occasione ribattezzatosi Sir John Johns ed un paio (Shiny cage e The affiliated) sono opera della mente di The Red Curtain (alias Colin Moulding).

                                La ciliegina sulla torta, già ricca di 9 fette gustosissime, arriva, come spesso accade nei dischi degli XTC, col decimo ed ultimo brano: Pale and Precious, dolcissimo in apertura con uno sviluppo inaspettato e sorprendente che lascia letteralmente di stucco, anche il conoscitore più esperto dei capolavori cangianti degli XTC. Si tratta in pratica di due canzoni in una! Questa canzone, da sola, merita l'acquisto dell'intero lavoro.

                                Nato dopo Skylarking questo Psonic Psunspot testimonia il momento di grazia degli XTC nel periodo che va dall'83 all'87. Un album immancabile in ogni collezione di un serio appassionato degli XTC e comunque un entertainment apprezzabilissimo da chiunque, specie se conoscitore dei suoni e delle manie del periodo psichedelico: sarà un occasione per riscoprire quel mondo, scherzandoci un po' su, ammirando 10 piccoli luminosi gioielli sonori.
                                Last edited by edorsv99; 17-02-07, 15:09.

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