Announcement

Collapse
No announcement yet.

Announcement

Collapse
No announcement yet.

Parliamo di musica

Collapse
X
 
  • Filter
  • Time
  • Show
Clear All
new posts

  • Font Size
    #76
    L'Old School Rap (detto anche Old School Hip Hop, Old School oppure Old Skool) indica il periodo iniziale della musica rap, segnata dall'uscita dai semplici Block Party di New York negli anni 1970 e nei primi anni 1980. Solitamente si fa terminare tale fenomeno con l'Et? dell'oro dell'hip hop, iniziata grazie alla popolarit? dell'album Raising Hell pubblicato nel 1986 dai Run-DMC.

    Nell'uso moderno, il termine ? spesso utilizzato da radio e TV fino a comprendere l'hip hop fino ai primi anni 1990, perch? in questo periodo tale genere sal? alla ribalta del mainstream musicale. Lontano da una concezione negativa del termine inteso come genere obsoleto, Old School viene utilizzato per riferirsi ad un periodo percepito come di alto valore, quindi implicitamente di difficile riproposizione con i medesimi standard.

    Le prime registrazioni che si possono ascrivere alla old school sono state King Tim III della Fatback Band, e Rapper's Delight della Sugarhill Gang. mentre la prima si pu? considerare propriamente il primo brano rap, il secondo fu il primo a raggiungere la popolarit? della scena musicale principale. La Old school utilizzava prevalentemente tracce di musica disco, soul e funk. Nel caso della Sugarhill Gang, una live band veniva usata per essere campionata. Comunque, il suono old school divenne presto basato principalmente sulle drum machine e sui break pi? popolari. In contrasto con la new school, la vecchia scuola era relativamente remplice nei suoi ritmi e nelle cadenze.

    Il rap della Old school era inoltre focalizzato principalmente sulle feste e sull'amicizia, un'eccezione fu The Message, brano scritto da Melle Mel per Grandmaster Flash and the Furious Five: la sua popolarit? consent? al message rap di entrare tra i modelli pi? utilizzati di questo genere.

    Comment


    • Font Size
      #77
      Il Reggae ? un genere musicale originario della Giamaica discendente dalle musiche tradizionali africane (soprattutto nigeriane) tramandate dagli schiavi (la Giamaica fu centro di smistamento per gli schiavi di tutte le Americhe) con una serie di tappe che passano dalla musica popolare giamaicana (Mento, Calypso) agli influssi jazz (Ska) e soul (Rocksteady) nordamericani. Il termine reggae si cominci? ad usare grazie alla canzone di Toots and the Maytals ?Do the Reggay?, che secondo le spiegazioni dello stesso Toots si riferiva a ?regolare?, nel senso di gente comune, della strada.

      A livello musicale trae ispirazione dai ritmi caraibici e dal patrimonio musicale tradizionale africano trasmesso dai discendenti degli schiavi, mescolati con la musica che le radio britanniche e americane trasmettevano in Giamaica nel periodo post-indipendentista. ? fondato sul suo paricolare stile ritmico, caratterizzato da tagli regolari sul backbeat eseguiti dal chitarrista ritmico e dalla grancassa solitamente sul terzo movimento della battuta (in gergo "one drop", ovvero "una goccia", nel senso di "un colpo"). Pu? anche essere a due colpi di grancassa ("two drop"), oppure a quattro ("four drop") e in questo caso la ritmica viene definita stepper. ? caratterizzato dalla coralit?, nel senso di collaborazione profonda dei musicisti e assenza pressoch? totale di assoli. Un'altra sua caratteristica tipica ? la ripetitivit?, nel senso di ripetizione quasi ossessiva delle stesse strutture ritmiche e armoniche.

      Dal punto di vista religioso e filosofico, il reggae in molte delle sue forme ? ideologicamente legato al Movimento Rastafari. Altra peculiarit? ? la centralit? del ruolo del basso che nella maggior parte dei generi viene utilizzato soltanto per "chiudere" l'accordo, in una sorta di completamento dell'armonia, mentre nel reggae, come nel funky, ha una certa importanza anche "melodica" oltre che ritmica, e non sempre segue il canto vocale. Nel reggae molti dei giri di basso sono vere e proprie melodie che fanno da controcanto alla voce principale e che riescono a sussistere anche in assenza del tappeto strumentale. Infatti spesso nelle canzoni viene riservato un apposito spazio per basso e batteria o addirittura di solo basso accompagnato da levare di chitarra e/o tastiere e fiati - stacchi che danno un effetto suggestivo con lo scopo di coinvolgere e ipnotizzare sempre di pi? l'ascoltatore, e che sono codificati in un vero e proprio "sotto-genere" del reggae, il dub. Come per altre musiche di derivazione afro-americana (ad esempio il jazz) esistono nella produzione della musica reggae delle ritmiche standard che vengono utilizzate a piene mani, magari sottoponendole a personali ri-arrangiamenti e piccole modifiche. Queste versioni strumentali standard, denominate appunto version oppure riddim, costituiscono da sole una buona percentuale della musica reggae in circolazione.

      Strumento principale della diffusione del reggae sono i Sound System, ossia le discoteche ambulanti nate in Jamaica alla fine degli anni cinquanta per consentire anche alla popolazione pi? povera di fruire di musica da ballo, senza pagare i costosi ingaggi delle big band di jazz dell'epoca. I sound system iniziarono dunque diffondendo nell'isola il jazz, il blues e le produzioni nordamericane che si sentivano dalle radio della vicina Florida. Dalla competizione tra sound per avere musica sempre pi? originale dei loro avversari, in breve nacque l'industria musicale jamaicana, soprattutto per opera di Coxsone Dodd, del suo sound system Downbeat e del suo studio di registrazione Studio One, originariamente nato per produrre musica esclusiva da utilizzare appunto nelle selezioni del sound system. Proprio queste prime produzioni di Studio One definirono il primo genere musicale jamaicano moderno, lo ska. L'eterno avversario di Dodd, Duke Reid, con il suo sound system Trojan e le sue produzioni musicali Treasure Isle defin? a sua volta il genere musicale rocksteady che costituisce un ulteriore tappa di avvicinamento al reggae, di cui si comincia a parlare ufficialmente dopo l'incisione della canzone "Do the reggay" ad opera di Toots & The Maytals.

      Un'altra tappa fondamentale dello sviluppo del reggae ? costituita dalla nascita del dj-style. I dj dei sound system cominciarono ad utilizzare i riddim strumentali, o le loro rielaborazioni dub (soprattutto ad opera di King Tubby, considerato l'inventore del dub) come base musicale per raccontare fatti, aneddoti, filastrocche, utilizzando rime e giochi di parole: il cosiddetto toasting. Questo diede la possibilit? di cercare fortuna con la musica anche ai tantissimi non-musicisti o non-cantanti che costituivano e costituiscono la popolazione dei ghetti jamaicani e in particolare di Kingston , dove vengono chiamati raggamuffin ossia gente di strada. Proprio da questo loro appellativo viene il nome di uno degli stili del reggae, appunto il raggamuffin, che mette l'accento sulla abilit? metrica e lirica di chi tiene il microfono pi? che sulla produzione musicale.

      Il dj-style era originariamente una forma di intrattenimento dal vivo, all'interno delle dancehall o sale da ballo (spesso all'aperto) in cui i sound system si esibivano. L'aumento dell'abilit? dei dj port? poi all'incisione di performance di dj-style anche su disco. In questo senso uno dei pionieri del genere ? senza dubbio U-Roy, soprannominato "daddy" proprio per il suo ruolo cruciale di iniziatore, insieme ai colleghi/avversari I-Roy e Big Youth.

      L'esportazione del dj-style negli Stati Uniti ad opera degli emigrati giamaicani, che lo sperimentarono sugli strumentali funky diffusi in quel periodo, port? di fatto alla nascita del rap.

      Comment


      • Font Size
        #78
        Willie Dixon, poeta di strada e cantante di chiesa in un paesino del Mississippi, arrivo` a Chicago nel 1937, deciso a sfruttare nel pugilato la sua stazza imponente. Cio` nonostante comincio` a suonare anche il contrabbasso, nei luoghi e nelle circostanze piu` casuali. In breve passo` al basso "washtub", poi al quattro corde e infine al Fender elettrico. Nello stesso tempo vendeva canzoni per pochi spiccioli. Dixon si fece in pratica truffare milioni in diritti d'autore. Non era infatti con l'attivita` di songwriter che si manteneva, ma con quella di session-man. Alla Chess le sue linee di basso "walking" definirono il ritmo del blues urbano del Dopoguerra (fino a Howling Wolf). Inoltre diresse sovente gli arrangiamenti per conto dei fratelli titolari, contribuendo a lanciare gente come Chuck Berry e Bo Diddley. Pessimo affarista, incise invece pochi dischi a proprio nome, che vendettero tutti male.
        Fra le sue composizioni portate al successo da altri: Third Degree (1953) da Eddie Boyd, Mellow Down Easy (1954) e My Babe (1955) da Little Walter Jacobs, Seventh Son (1955) da Willie Mabon.

        Ma a rivelarlo furono soprattutto i brani composti per Muddy Waters: Hoochie Coochie Man (1954), I'm Ready (1954), I Love The Life I Live (1954), You Need Love (1962), You Shook Me (1962) , The Same Thing (1964).

        Il picco artistico lo tocco` invece forse con Howlin' Wolf: Rockin' Daddy (1954), Don't Mess With My Baby (1955), Howling For My Baby (1959), Evil (1960) , Spoonful (1960), Back Door Man (1961), Little Red Rooster (1961), Shake For Me (1961), You'll Be Mine (1961), Down In The Bottom (1961), I Ain't Superstitious (1961), Do The Do (1962), Mama's Boy (1962), Built For Comfort (1963), 300 Pounds Of Joy (1963).

        Con i suoi brani sincopati e fortemente erotici costitui` comunque una determinante cinghia di trasmissione fra il rhythm and blues e il rock and roll di Chicago, eccellendo tanto nei lenti piu` strascicati, come You'll Be Mine (1962) , You Can't Judge A Book By Its Cover (1962), I Can't Quit You Baby (1965), quanto nelle cantilene incalzanti, come Wang Dang Doodee (1966), dove la cadenza assume toni piu` tribali e sinistri.

        Comment


        • Font Size
          #79
          Nicholas Rodney Drake (Rangoon, Birmania, 19 giugno 1948 - Tanworth-in-Arden, Inghilterra, 25 novembre 1974) ? stato un cantautore inglese.

          Nato a Rangoon, Birmania, dove il padre Rodney, ingegnere, si era trasferito per lavoro insieme alla moglie Molly e alla figlia maggiore Gabrielle, Drake fin da piccolo dimostra un grande interesse per la musica, passione trasmessagli dalla madre. Dal carattere schivo e riservato, a met? degli anni '60 inizia a suonare la chitarra con i compagni di college e ad incidere pezzi folk rock in cui emergono gi? le tematiche che caratterizzeranno la sua discografia: il blues, la passione per Bob Dylan, la poesia simbolista francese e il romanticismo inglese.

          Nel 1969 esordisce con il suo primo disco, l'album Five Leaves Left, prodotto in proprio, che per? riceve un'accoglienza di pubblico e critica piuttosto tiepida. L'anno dopo incide un nuovo lavoro, Bryter Layter, pi? maturo e brioso, ricco di sfumature jazz e orchestrali, ma anche in questo caso l'album passa quasi inosservato. Sono gli anni in cui Drake si ammala di depressione e inizia a dipendere dai farmaci. Nel 1972, pur tra mille difficolt? legate alla sua condizione clinica, da alla luce il suo terzo album, Pink Moon: un disco struggente, innovativo e inquieto, vero e proprio testamento musicale di un pur cos? giovane autore. ? il momento in cui le crisi depressive si fanno sempre pi? forti, anche se un soggiorno in Francia sembra quietarlo.

          Il 25 novembre del 1974, Nick viene ritrovato senza vita nella sua villa ("Far Leys") a Tanworth-in-Arden, nei pressi di Birmingham, morto a causa di un'eccessiva dose di Tryptizol, un antidepressivo triciclico. L'ipotesi pi? accreditata rester? sempre il suicidio, anche se la mancanza di biglietti e la presenza in casa di farmaci ben pi? potenti e indolori per il medesimo scopo lascia aperti molti interrogativi.

          La musica e l'intera opera di Nick Drake successivamente sono stati oggetto di un'ampia riscoperta. Le sue canzoni affrontano temi come l'amore perduto, l'innocenza, le pene del cuore, la solitudine, la speranza di cambiamento di una vita che non si ama. Non a caso il suo secondo lavoro ? emblematico fin dal titolo, Bryter Layter, pronuncia cockney dell'espressione "Brighter later"("Schiarite pi? tardi") usata dai meteorologi per anticipare il miglioramento delle condizioni climatiche, quasi a testimoniare la speranza di un prossima serenit?. Quando scompare, il musicista sta lavorando a un nuovo disco, le relative canzoni e le versioni alternative di canzoni gi? presenti nei dischi precedenti vengono raccolte e pubblicate nell'album postumo Time of no reply.

          Col passare degli anni le schiere dei fan di Drake sono aumentate: la sua musica sfuggente e delicata quanto rasente una circolare perfezione formale ed espressiva ma soprattutto l'aura che ha sempre avvolto il cantautore, dal carattere schivo e silenzioso, ostile ad interviste e concerti, ha fatto di lui un personaggio di culto. Per alcuni un epigono dei poeti maledetti, per altri semplicemente un ragazzo mite e gioioso, ma incapace di esprimere le proprie sensazioni se non con la musica. Di certo uno dei pi? grandi musicisti britannici del ventesimo secolo.

          Comment


          • Font Size
            #80
            I Supertramp sono un gruppo rock-pop britannico.

            I Supertramp in concertoIl gruppo viene fondato nel 1970 da Rick Davies (nato a Swindon, Wiltshire, Inghilterra il 22 luglio 1944) e Roger Hodgson (nato a Portsmouth, Hampshire, Inghilterra il 21 marzo 1950).
            Davies era un ottimo pianista blues, e negli anni '60 era stato il leader del gruppo locale Rick's Blues, il cui batterista era il futuro cantautore irlandese di successo Gilbert O'Sullivan. Pi? tardi, Davies forma un gruppo pi? ambizioso dal nome The Joint, coi quali si avventura anche fuori patria in cerca di successo.

            Hodgson invece era pi? che altro un discreto polistrumentista dotato di una voce cristallina e dall'estensione formidabile, ed aveva registrato un singolo (Mr Boyd) con un giovane e sconosciuto Elton John al piano e i suoi futuri collaboratori Nigel Olsson e Caleb Quaye sotto il nome di Argosy, adottando un genere pi? vicino al "beat psichedelico" in voga in quel periodo.
            Nel 1969 Hodgson risponde ad un annuncio pubblicato da Davies, si presenta alle audizioni intonando Dear Mr Fantasy dei Traffic e colpisce il futuro partner musicale soprattutto grazie alle proprie qualit? vocali.

            Un generoso mecenate olandese di nome Stanley Arthur Miesegaes, amico di Davies, si offre di sostenere economicamente il nascente gruppo, che adotta il nome di Supertramp dal libro di E.A. Davies "Autobiography of a Supertramp" del 1910. Per quasi quattro anni i due amici cercano la formazione ideale, sfornando due album ("Supertramp" del 1970 e "Indelibly Stamped" del 1971) che non li soddisfano appieno. I due lavori, molto diversi tra loro, ma entrambi di buona qualit?, non trovano il giusto riscontro commerciale.

            Dopo l'allontanamento progressivo degli altri componenti ed una serie infinita di audizioni, Rick e Roger selezionano quelli che diverranno i loro compagni di viaggio definitivi verso il successo: il bassista scozzese Dougie Thomson (nato a Glasgow, Scozia il 24 marzo 1951), proveniente dall'Alan Bown Set; John Anthony Helliwell (nato a Todmorden, Yorkshire, Inghilterra il 15 febbraio 1945) un sassofonista di provata esperienza, eccentrica presenza scenica, dotato di un fortissimo senso dell'humour tutto britannico ed ex compagno di gruppo di Thomson nell'Alan Bown Set; il batterista statunitense Bob Siebenberg (nato a Glendale, California, il 31 ottobre 1949), arrivato in Gran Bretagna nel 1970 e proveniente dalla "pub rock" band dei Bees Make Honey. Questa ? la formazione che, in un decennio, produrr? una serie di lavori che, per livello qualitativo e di vendite, render? i Supertramp uno dei gruppi pi? popolari della scena pop-rock britannica.

            Il primo album del "nuovo" corso ? probabilmente il pi? completo. "Crime of the Century" (1974), realizzato in pochissimo tempo e prodotto da Ken Scott, li porter? al successo immediato. In questo periodo anche la critica ? concorde nel considerare superlativo il lavoro del gruppo. Del disco fanno parte pezzi storici della band come School, Bloody Well Right e Dreamer, nonch? la stessa Crime of the Century. Di ottima fattura anche "Crisis? What Crisis?", del 1975, che consolida il successo dell'album precedente e porta la band in tour per tutto il mondo. Sul palco, le due personalit? opposte e congruenti di Davies e Hodgson si occupano di diffondere semplicemente la musica del gruppo, mentre all'estro e alla simpatia di Helliwell sono demandati tutti i compiti di intrattenimento e di presentazione dei pezzi. Le personalit? meno appariscenti di Thomson e Siebenberg fanno da colonna vertebrale del sound della band.

            Nel 1977 il gruppo si sposta negli Stati Uniti per la registrazione di "Even in the Quietest Moments...", e da l? i Supertramp non si sposteranno mai pi?. L'album continua nell'opera di consolidamento delle fortune del quintetto britannico, grazie soprattutto al singolo Give a Little Bit. Per arrivare all'apice del successo per? bisogna aspettare il 1979, quando esce "Breakfast in America", caratterizzato da una gustosa copertina raffigurante la "skyline" di Manhattan composta da stoviglie varie, ed un retro-copertina dove i cinque Supertramp appaiono in un bar statunitense di fronte alla propria colazione, ognuno di loro col giornale della propria citt? natale in mano...un vero e proprio best-seller della storia del rock. L'album coniuga ottima fattura e orecchiabilit? dei pezzi, sfornando ben quattro singoli di grande successo: The Logical Song, Breakfast in America, Goodbye Stranger e Take the Long Way Home. Il responso popolare ? incredibile, l'album resiste in classifica per quasi un anno intero, i Supertramp entrano di diritto nella storia della musica popolare e respirano l'aria del jet set dopo un decennio di tribolazione. Il gruppo si imbarca in un tour mondiale che bissa il successo dell'album e che viene testimoniato dal suggestivo doppio live "Paris" del 1980. Ma il feeling tra Rick e Roger non ? pi? quello di qualche anno prima.

            Il successivo lavoro in studio, "...Famous Last Words...", esce solo sul finire del 1982 e sar? l'ultimo prima dell'abbandono del cantante/compositore/chitarrista/tastierista, nonostante l'ottimo sucesso dei singoli It's Raining Again e My Kind of Lady. Al termine della lunga tourn?e che segue la realizzazione dell'album, i Supertramp e Roger Hodgson torneranno in studio separati.

            "Brother Where You Bound" (1985) e "In the Eye of the Storm" (1984) saranno i punti di arrivo di questa separazione consensuale. Entrambi i lavori otterranno un discreto successo di pubblico e critica ed entrambi i compositori avranno continuato per la propria linea musicale sfornando belle canzoni, ma ? altrettanto evidente che i tempi di "Breakfast in America" sono lontani anni luce. La qualit? del prodotto non trova pi? l'adeguato riscontro commerciale e i lavori successivi seguono ulteriormente il trend negativo.

            "Free as a Bird" (1987), da parte Supertramp ? che nella formazione includono Mark Hart nel ruolo che fu di Roger - e soprattutto "Hai Hai", stesso anno, ma sulla sponda Hodgson, confermeranno il calo di popolarit?, ed il "Live '88" (Supertramp) sar? un insuccesso tale da porre una pietra tombale sulla band. Dougie Thomson si allontana dal gruppo appena dopo il tour, perch? in disaccordo con la linea di Davies del riproporre i vecchi pezzi scritti e cantati da Hodgson facendoli eseguire da Hart. Il bassista scozzese si ritira definitivamente dalle scene e si dedicher? di qui in poi al management di gruppi musicali dai suoi uffici a Chicago.

            Nel 1995, al fianco di Bryan Ferry, Al Jarreau e Andrea Bocelli, Hodgson partecipa al "Night of the Proms". Nel 1997, dopo una breve tourn?e pubblica il live "Rites of Passage" con l'omonimo gruppo, a cui, in occasione del concerto a Nevada City (nuovo domicilio del cantante inglese), si unisce il vecchio amico John Helliwell. Da allora gira il mondo (da solo) con una tourn?e denominata significativamente "Solotramp". Dal canto suo Rick Davies non rimane fermo e, dopo aver ricostruito il gruppo, sforna nel 1997 un bell'album dal sound R&B che ricorda i lavori degli anni '70. "Some Things Never Change" vende oltre 1.000.000 di copie. L'anno successivo viene pubblicato il doppio live "It Was the Best of Times".

            Nel maggio 2000 - dopo ben 13 anni - anche Roger torna con un album da studio. "Open the Door" ? un disco caratterizzato da canzoni coinvolgenti e da un suono sperimentale che unisce il tipico sound del compositore inglese alla musica celtica francese di Alan Simon, stimato compositore d'oltralpe. Durante il successivo tour, talvolta ? accompagnato da Bob Siebenberg.
            Nel corso dell'anno successivo, Hodgson ? stato impegnato in qualit? di componente dell'All Starr band di Ringo Starr (con Howard Jones, Sheila E, Greg Lake, Ian Hunter e Mark Rivera) nel Ringotour 2001.

            Nel 2002 i Supertramp hanno girato il mondo (con alcune date in Italia) con lo spettacolo "One more for the road", basato sulle canzoni dell'album "Slow Motion". Il 2005 vede invece la pubblicazione di un'ennesima raccolta di successi storici del gruppo, "Retrospectacle - The Supertramp Anthology", compilata da Davies in persona ma con due inediti del periodo di Crime of the Century, la qual cosa fa di nuovo sperare in una ricomposizione del nucleo originario della band.

            Comment


            • Font Size
              #81
              Gli "Steps Ahead" (originariamente solo "Steps") si costituirono attorno ai primi anni Ottanta e fra gli storici fondatori ci furono il vibrafonista Mike Mainieri e il sassofonista newyorkese Michael Brecker, gi? Premio alla carriera nel 1998 e grande amico di Estival. ? opportuno ricordare che fu proprio con Estival che gli originari ?Steps? tennero il loro primo concerto europeo a Lugano nel 1982. Oggi e per molti appassionati, gli Steps Ahead, con gli innesti di nuovi musicisti, sono un supergruppo che parte dove i Weather Report hanno lasciato: non a caso sono considerati un ?cult? musicale in cui hanno ruotato di volta in volta musicisti fra i pi? rappresentativi della scena internazionale. Oltre ai membri originali Brecker e Mainieri citiamo uno straordinario Mike Stern, il batterista Steve Smith, l?incredibile bassista e cantante camerunese Richard Bona e molti altri.

              Comment


              • Font Size
                #82
                GUADALCANAL DIARY

                Camminando all?ombra dei Rem si potrebbe banalmente dire parafrasando il titolo del loro album d?esordio, in relazione alle similitudini stilistiche che immediatamente si riscontrano al primo impatto. Uscito tra Reckoning e Fables of the reconstruction dei Rem, i Guadalcanal Diary si rivelano meno propensi a lasciarsi andare alla ballata malinconica rispetto al gruppo di Athens, ma molto pi? a lanciarsi in ossigenanti cavalcate ritmiche.
                Se il loro esordio avesse espresso una banale e schematica riproposizione di vecchi modelli senza l?intervento di una qualunque scintilla compositiva, forse in pochi lo avrebbero notato allora e nessuno lo avrebbe ricordato oggi.
                Invece eccoci qui (dopo vent?anni) a focalizzare l?attenzione su un disco brillante fresco e avvincente. Gli ingredienti sono gli stessi utilizzati dai Rem e chiss? quanti altri gruppi prima e dopo: equilibrate dosi di country-folk-psichedelic-garage-rock?n roll, amalgamati con contagiosa energia ed ispirazione. Melodie cristalline, semplici e spontanee, sostenute da una ritmica decisa e vibrante capace di dipingere alternanze di luci ed ombre e definire un taglio sonoro deliziosamente coinvolgente. Uno stile che subito si rivel? molto personale e riconoscibile nonostante la formula fosse gi? vecchia e ben collaudata.
                Autori di quattro album tra il 1984 e il 1989 (gli altri tre sono ?Jamboree?, ?2X4? e ?Flip Flop?), quasi impeccabili, tra i quali Walking in the shadow of the big man, prodotto da Don Dixon, ? prescelto in quanto esordio che illumina al meglio ogni caratteristica dei Guadalcanal Diary. Album asciutto, essenziale, bellissimo, da ricercare e riscoprire. La formazione, sempre la stessa, ? composta da Murray Attaway (voce e chitarre), Rhett Crowe (basso), John Poe (batteria e percussioni), Jeff Walls (altre chitarre).

                Comment


                • Font Size
                  #83
                  Con Stevie Ray Vaughan, Johnny Winter ? il prototipo del chitarrista Blues Rock moderno, con i suoi primi album alla fine dei sessanta riusc? a dare nuova linfa vitale alla stantia scena Blues di quegli anni. Ancora oggi ? uno degli artisti pi? richiesti, e, il suo nome ? sinonimo di Blues energico e anche energetico. Questo albino piccoletto e purtroppo pure incline all'uso di droghe, nei primi settanta fu considerato la risposta americana al blues revival d'oltre manica, ed ai chitarristi inglesi che andavano per la maggiore (Jeff Beck, Clapton, etc? ) ma l'artista Texano perfettamente consapevole del suo talento, di certo non si sentiva la risposta a qualcosa o qualcuno. La conferma l'abbiamo nel disco omonimo "Johnny Winter " del sessantanove, nel quale rimane devoto al blues del delta, pur imprimendo al lavoro il suo personale segno distintivo. Il disco inizia con "I'm Yours And I'm Hers" un pezzo scritto dallo stesso Winter, quattro minuti e mezzo di intenso Rock Blues nei quali l'artista trascina l'ascoltatore in un vortice di suoni nel quale le chitarre giocano tra loro, fondendosi perfettamente con la sezione ritmica, cos? creando un'armonia veramente seducente. "Be Careful With A Fool " ? uno splendido blues dall'impianto classico nel quale il chitarrista fa sentire la sua voce roca, tra le ispirate note della chitarra che la fa da padrona, e, conferma appieno la sua grande tecnica. "Dallas" e "When You Got A Good Friend" suonati con il solo ausilio della chitarra, riportano alle origini del blues. "Good Morning Little School Girl" ? una splendida rilettura di un pezzo di Level e Love, un brano molto bello che col tempo ? divenuto uno dei cavalli di battaglia dell'albino dalla chioma fluente. Un disco nato nel modo migliore, sincero, il cui contenuto musicale si snoda splendidamente con un paio di brani eccelsi, l'espressione pi? genuina del genio di Johnny Winter. Sul finire degli anni sessanta, una schiera di giovani chitarristi, sfruttarono il momento favorevole per unire il blues delle origini ed il Rock, ormai divenuto adulto. Il Blues Rock, impar? a camminare da solo in fretta. Allo stesso modo, molti artisti che lo suonarono bruciarono luminosamente, ma in fretta. Cos? Jimi Hendrix o Rory Gallagher, Johnny Winter brucia ancora. ?

                  Comment


                  • Font Size
                    #84
                    che mi dici di questi????

                    Divertiti con i video e la musica che ami, carica contenuti originali e condividi tutto con amici, familiari e con il mondo su YouTube.

                    Comment


                    • Font Size
                      #85
                      Thomas Alan Waits, in arte Tom Waits, nato a Pomona (California) il 7 dicembre 1949, ? un cantautore, compositore ed attore americano.

                      Con il padre instaura un buon rapporto, sviluppando grazie a lui l'amore per la musica, soprattutto per il pianoforte e per il jazz degli anni trenta, nonch? per artisti come Johnny Mercer, George Gershwin e Cole Porter. A causa della situazione familiare inizia a lavorare in un ristorante all'et? di 14 anni, come lavapiatti e poi come cuoco. Pi? tardi trova impiego come portiere in un Folk Club di Los Angeles, l'Eritage Club, dove sale sul palcoscenico per cantare alcune delle sue canzoni. Il produttore Herb Cohen, nel 1972, ascoltandolo ne rimane impressionato, ingaggiandolo in breve termine.

                      I suoi dischi d'esordio sono fulminanti per critica e pubblico: ancora abituati a canzonette, si ritrovano di fronte a brani che cantano la solitudine, l'emarginazione, l'alcolismo e i disgraziati in genere. Tom diventa un personaggio, curvo sul suo pianoforte, spesso sbronzo, con la sua voce incatramata da mille sigarette; incanta quando alterna pezzi dolci e malinconici ad altri taglienti, sincopati, sempre comunque dai testi profondi, visionari e poetici.

                      Il suo primo disco, Closing Time, esce nel 1973, seguito da The Heart Of Saturday Night nel 1974 e dal bizzarro live-in-studio Nighthawks At the Diner nel 1975. Questi primi lavori sono fortemente influenzati dalle liriche del poeta beat Jack Kerouac e riscuotono grandissimo successo, specie tra la critica. Waits adotta la filosofia neobeatnik al contempo nella propria arte e nella propria vita. Le sue canzoni riflettono quindi sentimenti autentici e raccontano spesso disavventure da lui stesso vissute.

                      Sforna album uno dopo l'altro: Small Change (1976) e Foreign Affairs(1977), che scoprono una vena pi? marcatamente jazzata; Blue Valentine (1978) e Heartattack & Vine (1980), nei quali Waits abbandona per la prima volta il piano in favore della chitarra. Alla fine di questi tribolati anni settanta Waits tocca quasi il fondo, e la sua storia autodistruttiva con un'altra artista "maledetta" come Rickie Lee Jones giunge al capolinea: dopo avere immortalato la sua musa dell'epoca sul cofano della macchina nella copertina di retro dell'album Blue Valentine, Tom volta pagina, sia nella vita privata che in quella artistica.

                      Negli anni ottanta, Waits decide di esplorare nuove sonorit? senza comunque perdere la sua ispirazione poetica, riuscendo perfettamente ad uscire dal clich? del personaggio che si era creato e che rischiava di vedersi rimanere cucito addosso per tutta la sua carriera a venire. In questo senso sua moglie Kathleen Brennan ? fondamentale, diventando la sua nuova musa, aiutandolo a mettere la testa a posto, salvandogli la vita come lui stesso ha pi? volte dichiarato e facendogli scoprire le gioie e le responsabilit? di avere una famiglia.

                      Adesso scrivono insieme le canzoni ed hanno 3 figli; il maggiore di questi, Casey Xavier, pare voglia seguire le orme del padre: nel "Get Behind The Mule Tour", datato 1999, si ? unito alla band in alcune occasioni sedendosi alla batteria per pezzi impegnativi come Big in Japan. Waits non si fa scrupoli di coerenza, evade le facili classificazioni e scrive musica originale, che sfida qualsiasi tentativo di definizione e costituisce l'espressione formidabile di un eccentrico talento, che ama le scarpe italiane a punta.

                      Dopo gli anni settanta, i cosiddetti "Asylum Years", Waits affronta con passione e professionalit? un ambizioso progetto di Francis Ford Coppola, musicando il film "One from the heart" nel 1982 (occasione in cui conobbe la futura moglie). Il film fu un flop al botteghino, e la colonna sonora ? di gran lunga ci? che ne viene maggiormente ricordato. La svolta professionale della carriera di Waits coincide con il trasferimento alla casa discografica Island Records, dove Tom produce il trittico degli anni ottanta, cominciato con Swordfishtrombones nel 1983, passando per Rain Dogs nel 1985, fino ad approdare all'opera teatrale Frank's Wild Years nel 1987, senza dimenticare la raccolta live del 1988 Big Time.

                      La distanza a livello compositivo rispetto agli anni settanta ? netta ma non per questo infierisce su di esso; anzi proprio la sua inventiva e la sua voglia di esplorare raggiungono il culmine probabilmente in questo periodo produttivo, in cui Waits si dedica anche a diversi altri progetti sia cinematografici che teatrali. Nei primi anni novanta, Tom pubblica altri 2 album di alto livello, Bone Machine del 1992 e Mule Variations del 1999, entrambi vincitori di un Grammy ciascuno, nonch? la colonna sonora del film di Jim Jarmusch del 1993 Down on Earth. Proprio col tour di supporto a Mule Variations, per la prima volta Tom Waits include l'Italia nelle sue tappe musicali, se si esclude una breve apparizione al Premio Tenco del 1986.

                      In questo periodo instaura una profonda amicizia col regista teatrale Bob Wilson da cui nasceranno diverse collaborazioni che porteranno alla pubblicazione di album come The Black Rider del 1993 (a cui partecip? anche William S. Burroughs) e l'accoppiata Blood Money-Alice del 2002.

                      Nel 2004 esce Real Gone, opera in cui Tom estremizza la propria personalissima ricerca musicale senza tuttavia dimenticarsi di quei brani dolci e riflessivi che lo avevano portato al successo negli anni settanta. Nel 2005, Waits appare nel film italiano La tigre e la neve, diretto dal suo amico Roberto Benigni, con cui aveva gi? lavorato anni prima in Down by Law. Nel film canta un suo pezzo "You can never hold back spring" tratto dal suo ultimo triplo cd "Orphans: Brawlers, Bawlers & Bastards

                      Comment


                      • Font Size
                        #86
                        Originally posted by kaciaro View Post
                        Grandi! E mitica l'imitazione fatta a Sanremo da Elio e le Storie Tese!!!

                        Comment


                        • Font Size
                          #87
                          Newyorkese di origini scozzesi, David Byrne (1952) forma i Talking Heads nel 1975 insieme a Chris Frantz (batteria) e Tina Weymouth (basso), ex compagni di scuola presso un istituto di design del Rhode Island. Rinforzato dall?arrivo del tastierista Jerry Harrison, il quartetto debutta con 77, segnalandosi subito come una delle realt? pi? originali e interessanti della scena new wave statunitense. ?Psycho killer?, brano di punta dell?album, sintetizza al meglio il loro rock asciutto e sincopato, esaltato dal talento irrequieto e dalla surreale presenza scenica di Byrne, che di l? in avanti condurr? il gruppo attraverso molteplici mutazioni stilistiche raggiungendo i suoi vertici espressivi nella fusion funk-tribal-elettronica di REMAIN IN LIGHT (1980). Il quasi contemporaneo MY LIFE IN THE BUSH OF GHOSTS, inciso in coppia con Brian Eno, si guadagna accoglienze altrettanto calorose da parte della critica, segnalandosi come pilastro fondamentale nella sintesi tra elettronica e proto-world music. Con l?opera ?multimediale? TRUE STORIES (disco e film, 1986), Byrne si avventura, con eccellenti risultati, nella regia cinematografica (le prime incursioni nel mondo della celluloide risalgono per? a STOP MAKING SENSE, suggestiva ripresa live di un concerto della band ad opera di Jonathan Demme).

                          Da quel momento il musicista, che gi? aveva mostrato la sua versatilit? artistica componendo musiche per balletti e per allestimenti teatrali, amplia ulteriormente il suo raggio d?azione: nel 1987 vince un Oscar (in coppia con Ryiuchi Sakamoto) per la colonna sonora de ?L?ultimo imperatore? di Bernardo Bertolucci, due anni dopo lancia un?etichetta discografica, la Luaka Bop, rivolta a soddisfare la sua insaziabile curiosit? per le ?musiche del mondo?, mentre a met? degli anni ?90 pubblica il primo libro di fotografia, altra sua grande passione a fianco di musica e cinema.

                          La produzione solista, avviata quando ufficialmente ? ancora un membro dei Talking Heads, ne rivela una volta di pi? la poliedricit?, zigzagando tra i sapori brasiliani di REI MOMO e le influenze multiculturali di UH-OH, la spartana essenzialit? rock di DAVID BYRNE e il ?taglia e incolla? di FEELINGS, dove collabora, fra gli altri, con gli emergenti Morcheeba e con il Balanescu Quartet. LOOK INTO THE EYEBALL lo vede tornare a una dimensione pi? acustica e ad originali commistioni tra suoni d?archi e percussioni: modulo sonoro poi ripreso e sviluppato anche nel successivo GROWN BACKWARDS, dove il musicista si cimenta anche in due arie d?opera da Bizet e dalla Traviata di Verdi. Poco prima della sua uscita, Byrne contribuisce alla realizzazione di un cofanetto retrospettivo dedicato ai Talking Heads (tre Cd e un Dvd con videoclip anche inediti) e collabora con membri di Mogwai e Belle & Sebastian (scozzesi come lui) alla colonna sonora del film ?Young Adam? diretto da David MacKenzie.

                          Comment


                          • Font Size
                            #88
                            ?It?ll end in tears? ? il primo album dei ?This Mortal Coil?, praticamente una creatura di Ivo Watts-Russel, formato dai migliori elementi dei gruppi della 4AD ( Wolfgang Press, Colour Box, Modern English, Throwing Muses, Siouxsie and the Banshees, Dead Can Dance, Cocteau Twins, Cindytalk, ecc.). In questo album specialmente ci sono le due migliori voci femminili dell? etichetta: Lisa Gerrard dei Dead Can Dance ed Elizabeth Fraser dei Cocteau Twins, che cantano due canzoni ciascuna (Waves become wings e Dreams made flesh per Lisa Gerrard e Song to the siren e Another day per Elizabeth Fraser).
                            I This Mortal Coil hanno fatto scoprire tanta bella musica dalle loro cover, che non stravolgono mai gli originali, anzi, spesso ne esaltano la bellezza; l?atmosfera che creano ? un dark molto elegante, musicalmente sono ottimi e di non difficile ascolto.
                            Dei tre loro album, ?It?ll end in tears? ? quello con la miglior formazione anche se risulta un p? ?slegato? nel complesso, ma preso brano per brano ? un grande album. Ivo Watts-Russel ha fatto un gran lavoro mettendo questi artisti a lavorare insieme e ripescando saggiamente grandi pezzi dall? oblio.

                            Comment


                            • Font Size
                              #89
                              In The Nursery - il progetto dei gemelli Klive e Nigel Humberstone - ? una delle realt? meno note ma pi? meritevoli della scena gotica internazionale. In oltre venti anni di carriera, sempre lontana dai riflettori del rock, la band britannica ? riuscita ad assemblare un'incredibile variet? di suoni e composizioni, mescolando sinfonie orchestrali classiche e rock duro, timbri synth-pop e sonorit? new age. Con un'attenzione particolare al sincretismo nel linguaggio e all'espressionismo nell'estetica.

                              Influenzati dall'esistenzialismo di Genet e dal simbolismo di Cocteau, i gemelli Humberstone esordiscono nel 1981 con un Ep, When cherished dreams come true, dalle atmosfere apocalittiche e dalle armonie glaciali. Un lavoro suggestivo, segu?to poco dopo da un altro Ep, Temper, che riproduce e amplia quel clima funereo, tra battiti marziali, urla spettrali e un organo da requiem. Gi? dai primi lavori emerge la loro arma in pi?: la capacit? di utilizzare strutture della musica classica in canzoni rock, creando un'atmosfera che, da sola, vale pi? dei brani. La loro scommessa, insomma, ? riuscire a mettere insieme il dark-punk minaccioso di Siouxsie e Joy Division, o il pop onirico di Cocteau Twins e Dead Can Dance, con le sinfonie di Beethoven.

                              Comment


                              • Font Size
                                #90
                                L'EBM (Electronic Body Music) ? un derivato della Neue Deutsche Welle che vede come padri fondatori gruppi come D.A.F. (Deutsche-Americhanische Freundschaft), Liaisons Dangereuses e Portion Control. Le loro sonorit?, caratterizzate da ritmi sincopati, voci pulite e linee ripetitive di sequencers, si presenta come musica elettronica fortemente ballabile. Un tipico esempio ? Der Mussolini dei D.A.F., tratta dall'album Alles ist Gut. Pu? essere descritta come un'aggressiva, e sempre pi? spesso "oscura" musica elettronica.

                                il termine Electronic Body Music fu coniato dalla band belga Front 242 nel 1984 per descrivere la loro musica, sul loro EP 'No Comment'. Alcuni anni prima, i tedeschi D.A.F. usarono il termine 'K?rpermusik' (body music) in un intervista per descrivere il loro sound electropunk ballabile.
                                Nei primi anni '80 artisti come Front 242 e Nitzer Ebb (entrambi influenzati da gruppi come i D.A.F., i Cabaret Voltaire e i Throbbing Gristle) cominciarono a combinare la Neue Deutsche Welle con elementi dell' industrial music tedesca. Il risultato di questa fusione fu un sound fortemente ballabile, ribattezzato EBM nel 1984. L'EBM divenne presto popolare nella scena underground da club, soprattutto in Europa. In questo periodo le principali etichette discografiche furono le belga PIAS, Antler-Subway e KK Records, la tedesca Techno Drome International, Animalized e Zoth Ommog, la nordamericana Wax Trax! e la svedese Energy Rekords.

                                Alcune sonorit? EBM hanno in seguito influenzato molti artisti della New Beat e della Goa Trance (come Juno Reactor, Astral Projection, Eon Project)
                                Nei primi anni '90 molti artisti cominciarono a mescolare all'EBM elementi distorti dell'industrial o del rock e del metal. Se l'album "Front by Front" dei Front 242 diede il via all'epoca dell'EBM negli anni 80, il decennio successivo vide la conversione di molti dei pi? importanti artisti a sonorit? pi? soft. I Nitzer Ebb, tra i pionieri del genere, divennero una semplice band di rock elettronico. Privato del carisma delle sue figure di spicco, l'electronic body music originaria si affievol? a met? degli anni 90, ma nel contempo si svilupparono nuove derivazioni tra cui Futurepop e Harsh EBM, rendendosi sempre pi? palesi le contaminazioni Trance e Techno

                                Comment

                                X
                                Working...
                                X