Le sue gesta sono talmente eclatanti e incredibili che anche i testimoni oculari hanno difficoltà a farsi credere quando le raccontano. Ma ricordatevi che quando sentite qualcosa su Falappa, anche se assurda, è rigorosamente vera. Per convincervi voglio raccontare solo alcuni episodi che hanno caratterizzato la breve ma fantastica carriera del Leoni di Jesi: Per primo la leggenda narra di un Falappa che inizia a correre nel Motocross. dopo aver vinto facilmente il campionato Italiano Cadetti BoyCross passa tra i senior con una moto non proprio competitiva come l'artigianale Villa.
Nella competizione mondiale "Coppa Intermarche" a Lovolo il nostro eroe si trova a correre per la squadra Villa con Orlando e Vicarelli e al via, quando il polverone si abbassa, lo troviamo a terra che si era agganciato con i suoi due compagni di squadra. Come un felino rimonta in sella e si getta all'inseguimento del gruppo di testa, che ormai era a fine pista, con un certo Malherbe su Honda al comando! I suoi compagni di sventura più lenti del marchigiano cercano la moto, ma ripartono a moto invertite perché Falappa nella fretta ha preso la moto di Orlando e con quella al termine del primo giro è ultimo, al secondo è 20°, al terzo è 15° fino a risalire alla 6° posizione finale dopo aver corso tutta la gara con una moto non sua!
Nonostante questa impresa Falappa non trovò moto più competitive e decise di smettere col motocross, rimanendo fermo per 2 anni fino al 1988, quando un concessionario gli affidò una Suzuki GSX-R 1100 per provare a correre in pista nell'Italiano Sport Production.
Falappa vinse tutte le 4 selettive e 2 finali arrivando alla finalissima del Mugello dove gareggiò con la Bimota ufficiale e, se avesse vinto il Campionato, avrebbe avuto il posto nel mondiale Superbike dell'anno seguente. Giancarlo cadde nel giro di ricognizione e ruppe la pedana del cambio, riuscendo lo stesso a partire conducendo la gara senza pedana e facendo segnare il record sul giro! A metà gara volò via alla esse in discesa ma il suo antagonista per l'emozione di vedere il rivale a terra volò via dopo poco, regalando il titolo e la promozione nel mondiale a Falappa.
Quindi l'ex crossista con "ben" sei gare di velocità alle spalle, debuttò nel mondiale nel 1989 come spalla del famoso Fabio Biliotti, ex Campione Europeo e buon pilota della 500. Il povero Biliotti non sapeva che diavolo di compagno di squadra aveva nel Team, e rimase molto male quando Falappa segnò la pole a Donington per andare poi a conquistare la vittoria nella sua prima gara mondiale!
Biliotti smise di correre e Falappa conquistò altre vittorie a Le Castelet e Mosport, finendo la sua stagione d'esordio al sesto posto deliziando il pubblico con le prime impennate in piedi al termine delle gare vittoriose.
Tutti lo ricordano anche per questo: subito dopo una derapata in cambio di direzione, la gente di Brainerd dell'89 vide da lui qualcosa mai visto in precedenza: in uscita dell'attuale curva 9 in piena impennata colossale, si mise in piedi sulle pedane della Bimota per bilanciare l'assetto proprio in prossimità del passaggio pedonale rialzato.
Raschiò in piena velocità e in monoruota la parte superiore del casco contro la base del ponte in cemento.
Da bordo pista, sembrava fossero alti 7 metri la moto e il pilota, sfidando Dio alla morte. Era del tutto folle
La leggenda di Falappa inizia a crescere grazie ad episodi come la vittoria su Baldwin in Francia! Nella gara francese la Bimota chiamò il velocissimo Mike Baldwin come compagno dello scatenato Falappa, e l'americano si rivelò subito molto veloce, ingaggiando un duello stratosferico con il marchigiano.
Nel lunghissimo rettilineo di partenza i due si scontrarono più volte a 290 km/h orari, e proprio una botta più violenta delle altre convince l'americano a desistere, lanciando Falappa verso la vittoria ottenuta senza un semimanubrio! Proprio così: nell'ultimo scontro Falappa spezzò il semimanubrio sinistro, finendo la gara con la mano sulla forcella...
Bracco e Leo, suoi meccanici dell'epoca (ora in forza alla Ducati), ancora si commuovono raccontando la faccia di Giancarlo che appena arrivato gli urla "cambiate il manubrio prima del parco chiuso sennò me squalificano!".
Ma non è finita qui, perché il Leone di Jesi passò l'anno seguente in Ducati, ed il modo in cui ottenne l'ingaggio è degno del personaggio: mentre Marco Lucchinelli (allora team manager Ducati) si dirigeva a 180 km/h in autostrada verso la pista di Misano, si vide aprire la portiera destra da un pazzo in moto, che lo salutò per poi ripartre impennando...
Scoccò l'amore a prima vista e con la 851 del team Lucchinelli, Falappa conquistò la Pole e la vittoria al suo debutto con la bicilindrica di Borgo Panigale. Il resto è scritto nell'albo d'oro del mondiale SBK con 16 vittorie 8 Pole e tanta ma tanta adrenalina regalata a tutti gli amanti del motociclismo, in soli 4 anni di gare.
Purtroppo nel 1994 dopo un inizio di stagione come favorito al titolo in un test ad Albacete un guasto alla sua Ducati 916 provocò l'incidente che ha posto la fine alla carriera di pilota del Leone di Jesi. (articolo di Giovanni Di Pillo)
Nella competizione mondiale "Coppa Intermarche" a Lovolo il nostro eroe si trova a correre per la squadra Villa con Orlando e Vicarelli e al via, quando il polverone si abbassa, lo troviamo a terra che si era agganciato con i suoi due compagni di squadra. Come un felino rimonta in sella e si getta all'inseguimento del gruppo di testa, che ormai era a fine pista, con un certo Malherbe su Honda al comando! I suoi compagni di sventura più lenti del marchigiano cercano la moto, ma ripartono a moto invertite perché Falappa nella fretta ha preso la moto di Orlando e con quella al termine del primo giro è ultimo, al secondo è 20°, al terzo è 15° fino a risalire alla 6° posizione finale dopo aver corso tutta la gara con una moto non sua!
Nonostante questa impresa Falappa non trovò moto più competitive e decise di smettere col motocross, rimanendo fermo per 2 anni fino al 1988, quando un concessionario gli affidò una Suzuki GSX-R 1100 per provare a correre in pista nell'Italiano Sport Production.
Falappa vinse tutte le 4 selettive e 2 finali arrivando alla finalissima del Mugello dove gareggiò con la Bimota ufficiale e, se avesse vinto il Campionato, avrebbe avuto il posto nel mondiale Superbike dell'anno seguente. Giancarlo cadde nel giro di ricognizione e ruppe la pedana del cambio, riuscendo lo stesso a partire conducendo la gara senza pedana e facendo segnare il record sul giro! A metà gara volò via alla esse in discesa ma il suo antagonista per l'emozione di vedere il rivale a terra volò via dopo poco, regalando il titolo e la promozione nel mondiale a Falappa.
Quindi l'ex crossista con "ben" sei gare di velocità alle spalle, debuttò nel mondiale nel 1989 come spalla del famoso Fabio Biliotti, ex Campione Europeo e buon pilota della 500. Il povero Biliotti non sapeva che diavolo di compagno di squadra aveva nel Team, e rimase molto male quando Falappa segnò la pole a Donington per andare poi a conquistare la vittoria nella sua prima gara mondiale!
Biliotti smise di correre e Falappa conquistò altre vittorie a Le Castelet e Mosport, finendo la sua stagione d'esordio al sesto posto deliziando il pubblico con le prime impennate in piedi al termine delle gare vittoriose.
Tutti lo ricordano anche per questo: subito dopo una derapata in cambio di direzione, la gente di Brainerd dell'89 vide da lui qualcosa mai visto in precedenza: in uscita dell'attuale curva 9 in piena impennata colossale, si mise in piedi sulle pedane della Bimota per bilanciare l'assetto proprio in prossimità del passaggio pedonale rialzato.
Raschiò in piena velocità e in monoruota la parte superiore del casco contro la base del ponte in cemento.
Da bordo pista, sembrava fossero alti 7 metri la moto e il pilota, sfidando Dio alla morte. Era del tutto folle
La leggenda di Falappa inizia a crescere grazie ad episodi come la vittoria su Baldwin in Francia! Nella gara francese la Bimota chiamò il velocissimo Mike Baldwin come compagno dello scatenato Falappa, e l'americano si rivelò subito molto veloce, ingaggiando un duello stratosferico con il marchigiano.
Nel lunghissimo rettilineo di partenza i due si scontrarono più volte a 290 km/h orari, e proprio una botta più violenta delle altre convince l'americano a desistere, lanciando Falappa verso la vittoria ottenuta senza un semimanubrio! Proprio così: nell'ultimo scontro Falappa spezzò il semimanubrio sinistro, finendo la gara con la mano sulla forcella...
Bracco e Leo, suoi meccanici dell'epoca (ora in forza alla Ducati), ancora si commuovono raccontando la faccia di Giancarlo che appena arrivato gli urla "cambiate il manubrio prima del parco chiuso sennò me squalificano!".
Ma non è finita qui, perché il Leone di Jesi passò l'anno seguente in Ducati, ed il modo in cui ottenne l'ingaggio è degno del personaggio: mentre Marco Lucchinelli (allora team manager Ducati) si dirigeva a 180 km/h in autostrada verso la pista di Misano, si vide aprire la portiera destra da un pazzo in moto, che lo salutò per poi ripartre impennando...
Scoccò l'amore a prima vista e con la 851 del team Lucchinelli, Falappa conquistò la Pole e la vittoria al suo debutto con la bicilindrica di Borgo Panigale. Il resto è scritto nell'albo d'oro del mondiale SBK con 16 vittorie 8 Pole e tanta ma tanta adrenalina regalata a tutti gli amanti del motociclismo, in soli 4 anni di gare.
Purtroppo nel 1994 dopo un inizio di stagione come favorito al titolo in un test ad Albacete un guasto alla sua Ducati 916 provocò l'incidente che ha posto la fine alla carriera di pilota del Leone di Jesi. (articolo di Giovanni Di Pillo)
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