Benvenuto/a su DAIDEGAS FORUM, il primo forum di Moto del Mondo, creato da Davide Polo nel 2001. Se questa è la tua prima visita consulta le Domande frequenti e termini del sito b> facendo clic sul link sopra. E' necessario registrarsi b>
prima di poter postare: clicca sul link 'REGISTRARSI' qui sopra per procedere. Per iniziare a leggere i messaggi,
seleziona il forum che vuoi visitare dalla selezione qui sotto, la lettura è aperta al 100%.
Ma è sempre meglio partecipare no?
Toglietemi per favore questo dubbio:
In caso di vittoria del si, chi elegge i nuovi senatori?
Quelli tutt'ora in forza che fine fanno?
pensa, non l'hanno ancor detto...faranno una (delle tante) leggi apposite...e stai tranquillo che il paracadute pensionistico glielo trovano... magari coi 50milioni di euro che Renzi non da' pi? alla Puglia per l'Ilva
Toglietemi per favore questo dubbio:
In caso di vittoria del si, chi elegge i nuovi senatori?
Quelli tutt'ora in forza che fine fanno?
in caso di vittoria prima bisogna andare alle politiche..
a quel punto o tengono gli attuali fino alle prossime elezioni regionali o ne indicono di nuove insieme alle politiche (potrebbe essere la cosa pi? furba)
immagino che la domanda sia gi? stata fatta a chi di dovere ma non ho molto sbatti di cercare stasera
no perch? c'? gente convinta che se vince il si le camere vengono ricostituite immediatamente, oltretutto tramite italicum
oggi di maio sulla rai ? stato abbastanza imbarazzante
al "due legislature e poi ognuno torna a fare il lavoro che faceva se ne ha uno.."
detto da lui
poi ha sbandierato un "noi domani stacchiamo assegno da 80 milioni restituiti".. vai sul sito e sono 19... genius... avr? considerato anche quelli che non gli spettavano di diritto
Legge Madia bocciata dalla Consulta, “Per Renzi ? la prova di un Paese bloccato? Pubblicit? ingannevole per il S?”
F. Q.
Legge Madia bocciata dalla Consulta, “Per Renzi ? la prova di un Paese bloccato? Pubblicit? ingannevole per il S?”
Lo dice il costituzionalista Villone commentando le polemiche dopo la decisione della Corte ha dichiarato la incostituzionalit? della legge sulla Pubblica amministrazione. Il "fondamentale principio" di leale collaborazione tra i livelli istituzionali, la cui violazione ha determinato il blocco di parte della legge, rimarrebbe anche con la vittoria del governo il 4 dicembre. "Inaccettabile che ai problemi del Paese si dia la sola risposta rozza e semplificata di una concentrazione del potere nelle mani di chi comanda a Palazzo Chigi"
Il ragionamento di Renzi e del Pd, dopo che la Consulta ha bocciato una parte consistente della legge Madia, ? molto semplice: ? la prova che il Paese ? bloccato. E per sbloccare il Paese bisogna votare S? al referendum, cos? verr? modificato il titolo V e i bastoni tra le ruote del cambiamento non ci saranno pi?. Le cose, per?, non stanno cos?. L‘incostituzionalit? della riforma della Pubblica amministrazione, infatti, nulla ha a che vedere con i cambiamenti che verrebbero introdotti in caso di vittoria del fronte governativo il prossimo 4 dicembre. A spiegarlo bene ? Massimo Villone, vice Presidente del Comitato per il No ma soprattutto professore emerito di Diritto Costituzionale all’Universit? Federico II di Napoli. Per Villone quella di Renzi e dei rappresentanti del governo altro non ? che “pubblicit? ingannevole per il S?”. Il motivo? “La Corte ha dichiarato la incostituzionalit? del Decreto Madia perch? l’intreccio delle competenze tra i livelli istituzionali avrebbe richiesto non un semplice parere delle autonomie sui decreti delegati attuativi della legge 124, ma una intesa formale da raggiungere nelle Conferenze tra Stato e autonomie. Intesa in cui si realizza il fondamentale principio di leale collaborazione tra i livelli istituzionali”. Un principio, quest’ultimo, che rimarr? identico anche in caso di vittoria del S? al referendum di domenica prossima. Non ? vera, quindi, la versione dei sostenitori del S?, secondo cui la riforma Renzi-Boschi avrebbe evitato la pronuncia di incostituzionalit? grazie alle modifiche introdotte nel rapporto Stato-Regioni.
Il professor Villone: “Ecco perch? la riforma non avrebbe cambiato nulla”
“Su questo la legge costituzionale Renzi-Boschi non reca alcuna innovazione” dice Villone, che poi ha spiegato come realmente stanno le cose: “La programmazione e organizzazione dei servizi sanitari viene assegnata alla Regione, a cui rimane anche la competenza sulla propria organizzazione amministrativa. Per il lavoro alle dipendenze di pubbliche amministrazioni – sottolinea il costituzionalista – lo Stato acquisisce solo una potest? legislativa tesa ad assicurare discipline uniformi su tutto il territorio nazionale. Quindi l’intreccio delle competenze statali e regionali rimane, e con esso la necessit? dell’intesa”. Come prima pi? di prima: la riforma, quindi, cambia zero. “Non si pu? sostenere – prosegue Villone – che basterebbe il passaggio nel Senato cd dei territori, perch? l’intesa presuppone una partecipazione alla pari in un processo decisionale il cui esito positivo dipende dall’assenso di tutti i partecipanti. Al contrario – continua il professore – nel bicameralismo differenziato introdotto dalla riforma, non ci sarebbe una partecipazione alla pari nella decisione perch? il voto del Senato potrebbe, nel caso qui considerato, essere superato dal diverso voto della Camera, anche nell’ipotesi fossero adottate leggi in base alla clausola di supremazia”. Insomma, “la sentenza della Corte conferma come sia inaccettabile che ai problemi del paese si dia la sola risposta rozza e semplificata di una concentrazione del potere nelle mani di chi comanda a Palazzo Chigi“.
Renzi, Madia e il Pd sulle barricate
Venerd? scorso, per?, tutto lo stato maggiore del Pd ha reagito alla bocciatura da parte della Consulta buttando la palla sul campo del referendum per fare campagna elettorale a favore del S?. “E poi mi dicono che non devo cambiare il titolo V. Un Paese bloccato” ha detto Renzi. “Col S? nessuna Regione potr? pi? bloccare il Paese” ha attaccato la Madia.”? un motivo in pi? per rimettere mano al titolo V” ha aggiunto Luca Lotti. “Stiamo procedendo benissimo con il questo referendario perch? questa storia delle competenze tra Stato e Regioni ce la trasciniamo da molti anni” ha sentenziato Davide Faraone. Arrabbiature in ordine sparso e slogan a corredo. Tutto in funzione del S? al referendum costituzionale del 4 dicembre. A una settimana esatta dalle urne, poi, Matteo Renzi ? tornato sulla bocciatura della Consulta durante la sua ospitata a Domenica Live di Barbara D’Urso. Questa volta, per?, ha preferito prenderla alla larga: “La Corte costituzionale ci ha impedito di licenziare quelli che fanno i furbetti del cartellino, perch? bisogna avere il parere di tutte le regioni senno non vale. Ma cos? il Paese ? fermo, bloccato. La gente non ne pu? pi? di come vanno le cose adesso”.
Cosa ha scritto la Consulta nella sentenza
Le cose non stanno esattamente come le hanno spiegate il premier e i suoi colleghi di partito. Prima della spiegazione di Villone, infatti, lo si leggeva nella sentenza della Corte Costituzionale. Bastava leggerla. La Consulta ha bocciato la legge delega (su cui si basano i decreti attuativi) perch? non ha previsto un’intesa piena da raggiungere nella Conferenza Stato-Regioni: per i decreti attuativi ci si ? limitati a prevedere solo un “parere”, mentre invece va cercata “un’intesa”. Gi? oggi, del resto, lo Stato pu? intervenire in libert? proprio sui temi su cui la Consulta ha accolto l’incostituzionalit? della legge Madia, ma si tratta – avvisano i giudici – di materie concorrenti “legate in un intreccio inestricabile, dove ? necessario che il legislatore statale rispetti il principio di leale collaborazione e preveda adeguati strumenti di coinvolgimento delle Regioni (e degli enti locali), a difesa delle loro competenze”. Su organizzazione, propriet?, dirigenti, partecipate, insomma, le Regioni avranno ancora voce in capitolo e potranno impugnare gli atti imposti senza concerto. Anche perch? i 4 decreti attuativi colpiti dalla sentenza non riguardano competenze che la riforma attribuisce esclusivamente allo Stato (infrastrutture, energia etc.). La “leale collaborazione” tra Stato, Regioni ed Enti locali andr? perseguita anche con la nuova costituzione.
Comment