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Dove finiscono i soldi bce

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    Dove finiscono i soldi bce

    Dove sono finiti i soldi della Bce? Per due terzi le banche italiane li hanno investiti in BTp
    di Marco lo Conte

    Titoli di Stato a livelli record nei forzieri delle banche italiane. Secondo quanto riferisce la Banca d'Italia, gli istituti di credito italiani hanno investito ad ottobre 18,4 miliardi di euro in BTp, portando gli asset governativi al livello mai raggiunto prima di 414,3 miliardi di euro. I nuovi acquisti in Buoni poliennali del Tesoro rappresentano i due terzi di quei 26 miliardi di euro che gli istituti italiani hanno preso in prestito dalla Banca centrale europea nell'asta Tltrlo del settembre scorso.

    Denaro che ? andato a sostenere dunque il debito pubblico domestico, invece che nell'economia reale, com'era negli intendimenti originari del piano della Bce. Ma che per le banche ha rappresentato una sorte di ?carry trade? (debito a tassi bassi e investimenti a tassi pi? alti) utile a dare linfa ai conti degli istituti di credito italiani (tra i pi? penalizzati a livello continentale, dagli stress test della stessa Bce): quasi mezzo miliardo di euro di rendimenti, incassati complessivamente da tutti gli istituti con l'operazione Tltro di settembre.

    ? appena il caso di sottolineare che l'attuale livello record di investimenti delle banche in titoli di Stato italiani ha doppiato i livelli del 2011: nel pieno della crisi nei forziedi degli istituti italiani c'erano 209,64 miliardi di euro, saliti a 331,1 miliardi l'anno successivo, per poi lievitare a 387,44 miliardi di euro a fine 2013. Complessivamente nelle casse delle istituzioni finanziarie i BTp rappresentano il 10,8% del patrimonio complessivo a fine ottobre: la fetta maggiore a partire dal novembre 1999, ossia dall'inizio della serie storica dei dati Bce. Il confronto con gli altri paesi non lascia dubbi sulla sovraesposizione di titoli di Stato nei portafogli bancari: in Spagna i Bonos pesano per il 9,5% degli asset complessivi, le banche tedesche hanno solo il 3,3% del loro patrimonio investito in Bund, mentre la media europea vede attestarsi i titoli domestici al 4,5% del portafoglio.

    L'insufficiente disponibilit? delle banche a immettere liquidit? nel mercato finanziario va di pari passo con le difficolt? del Paese di uscire dalla recessione e con il peggioramento della qualit? del credito: quello deteriorato ? cresciuto nell'ultimo anno del 19% portando le sofferenze bancarie al livello record di 179,3 miliardi di euro, secondo quanto riferito dalla Banca d'Italia. Difficile per le banche assumersi altri rischi: la liquidit? invece che in investimenti produttivi e in prestito alle imprese finisce nei BTp, contribuendo a peggiorare la situazione economica complessiva del paese.

    Vista l'accresciuta dipendenza tra i debiti sovrani e i portafogli delle banche, la Bce ha assunto un ruolo di supervisione nell'erogazione del credito, spingendo gli attori finanziari a immettere liquidit? nel sistema delle imprese e a ripristinare la fiducia nel sistema. La prima asta Tltro, a conti fatti, sembra non sia riuscita a ottenere questo risultato: per questo Mario Draghi ha annunciato che in occasione delle prossime aste i prestiti erogati da Francoforte saranno vincolati a credito e investimenti nell'economia reale.

    In questo circolo vizioso, un effetto positivo non pu? non essere sottolineato: con un calo costante dei rendimenti dei BTp grazie agli annunci di Francoforte sulla stabilizzazione del mercato del credito, il Tesoro italiano deve pagare interessi sul debito pi? contenuti: dagli 86 miliardi di euro l'anno subito dopo la crisi l'esborso per via XX settembre era sceso lo scorso anno a 80 miliardi. Cifra che andr? a ridursi ulteriormente grazie alla discesa dei BTp fino (e oltre) il 2%: secondo quanto stimato dal ministro dell?Economia Pier Calro Padoan, il Tesoro risparmier? nel 2015 2,8 miliardi di euro. Il che comporta un alleggerimento della pressione fiscale almeno dal fronte del debito: ma che non necessariamente si traduce in una minore pressione fiscale per il contribuente.

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    #2
    Ma non dovevano servire a fare prestiti per rilanciare l'economia .....

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      #3
      Originally posted by schwarz View Post
      Ma non dovevano servire a fare prestiti per rilanciare l'economia .....
      si certo....e per coprire i debiti delle banche stesse.....

      mah....

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        #4
        si scopre l'acqua calda si sapeva da quel di cosa ci avevano fatto.....

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          #5
          Originally posted by arabykola View Post
          : secondo quanto stimato dal ministro dell?Economia Pier Calro Padoan, il Tesoro risparmier? nel 2015 2,8 miliardi di euro. Il che comporta un alleggerimento della pressione fiscale almeno dal fronte del debito: ma che non necessariamente si traduce in una minore pressione fiscale per il contribuente.
          strano

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