Zapatero rivela: il Cav obiettivo di un attacco dei leader europei
L'ex premier spagnolo svela i retroscena del G20 del 2011 e il pressing sull'Italia per accettare i diktat Fmi
Riccardo Pelliccetti - Gio, 28/11/2013 - 09:00
Vorremmo dire ?clamoroso?, ma non ? cos? perch? sapevamo da tempo, e lo abbiamo pi? volte scritto, che non solo in Italia ma anche dall'estero arrivavano pesanti pressioni per far fuori Silvio Berlusconi. L'ultima prova, che conferma la volont? di rovesciare un governo democraticamente eletto, la rivela l'ex premier spagnolo Luis Zapatero, che nel libro El dilema (Il dilemma), presentato marted? a Madrid, porta alla luce inediti retroscena sulla crisi che minacci? di spaccare l'Eurozona.
Il 3 e 4 novembre 2011 sono i giorni ad altissima tensione del vertice del G-20 a Cannes, sulla Costa Azzurra. Tutti gli occhi sono puntati su Italia e Spagna che, dopo la Grecia, sono diventate l'anello debole per la tenuta dell'euro. Il presidente americano Barack Obama e la cancelliera tedesca Angela Merkel mettono alle corde Berlusconi e Zapatero, cercando di imporre all'Italia e alla Spagna gli aiuti del Fondo monetario internazionale. I due premier resistono, consapevoli che il salvataggio da parte del Fmi avrebbe significato accettare condizioni capestro e cedere di fatto la sovranit? a Bruxelles, com'era gi? accaduto con Grecia, Portogallo e Cipro. Ma la Germania con gli altri Paesi nordici, impauriti dagli attacchi speculativi dei mercati, considerano il vertice di Cannes decisivo e vogliono risultati a qualsiasi costo. Le pressioni sono altissime.
Zapatero descrive la cena del 3 novembre, con il tavolo ?piccolo e rettangolare per favorire la vicinanza e un clima di fiducia?. Ma l'atmosfera ? esplosiva. ?Nei corridoi si parlava di Mario Monti?, rivela il premier spagnolo. Gi?, Monti. Che solo una settimana dopo sar? nominato senatore a vita da Napolitano e che il 12 novembre diventer? premier al posto di Berlusconi. Il piano era gi? congegnato, con il Quirinale pronto a soggiacere ai desiderata dei mercati e di Berlino.
La Merkel domanda a Zapatero se sia disponibile ?a chiedere una linea di credito preventiva di 50 miliardi di euro al Fondo monetario internazionale, mentre altri 85 sarebbero andati all'Italia. La mia risposta fu diretta e chiara: no?, scrive l'ex premier spagnolo. Allora i leader presenti concentrano le pressioni sul governo italiano perch? chieda il salvataggio, sperando di arginare cos? la crisi dell'euro.
?C'era un ambiente estremamente critico verso il governo italiano?, ricorda Zapatero, descrivendo la folle corsa dello spread e l'impossibilit? da parte del nostro Paese di finanziare il debito con tassi che sfiorano il 6,5 per cento. Insomma, i leader del G-20 sono terrorizzati dai mercati e temono che il contagio possa estendersi a Paesi europei come la Francia se non prendono il toro per le corna. Il toro in questo caso ? l'Italia.
?Momenti di tensione, seri rimproveri, invocazioni storiche, perfino invettive sul ruolo degli alleati dopo la seconda guerra mondiale...?, caratterizzano il vertice. ?Davanti a questo attacco - racconta l'ex leader socialista spagnolo - ricordo la strenua difesa, un catenaccio in piena regola? di Berlusconi e del ministro dell'Economia Giulio Tremonti.
?Entrambi allontanano il pallone dall'area, con gli argomenti pi? tecnici Tremonti o con le invocazioni pi? domestiche di Berlusconi?, che sottolinea la capacit? di risparmio degli italiani. ?Mi ? rimasta impressa una frase che Tremonti ripeteva: conosco modi migliori di suicidio?. Alla fine si raggiunge un compromesso, con Berlusconi che accetta la supervisione del Fmi ma non il salvataggio. Ma tutto ci? coster? caro al Cavaliere. ?? un fatto - sostiene Zapatero - che da l? a poco ebbe effetti importantissimi sull'esecutivo italiano, con le dimissioni di Berlusconi, dopo l'approvazione della Finanziaria con le misure di austerit? richieste dall'Unione europea, e il successivo incarico al nuovo governo tecnico guidato da Mario Monti?. Un governo, ora sappiamo con certezza, eletto da leader stranieri nei corridoi di Cannes e non dalla volont? popolare degli italiani.
Zapatero rivela: il Cav obiettivo di un attacco dei leader europei - IlGiornale.it
L'ex premier spagnolo svela i retroscena del G20 del 2011 e il pressing sull'Italia per accettare i diktat Fmi
Riccardo Pelliccetti - Gio, 28/11/2013 - 09:00
Vorremmo dire ?clamoroso?, ma non ? cos? perch? sapevamo da tempo, e lo abbiamo pi? volte scritto, che non solo in Italia ma anche dall'estero arrivavano pesanti pressioni per far fuori Silvio Berlusconi. L'ultima prova, che conferma la volont? di rovesciare un governo democraticamente eletto, la rivela l'ex premier spagnolo Luis Zapatero, che nel libro El dilema (Il dilemma), presentato marted? a Madrid, porta alla luce inediti retroscena sulla crisi che minacci? di spaccare l'Eurozona.
Il 3 e 4 novembre 2011 sono i giorni ad altissima tensione del vertice del G-20 a Cannes, sulla Costa Azzurra. Tutti gli occhi sono puntati su Italia e Spagna che, dopo la Grecia, sono diventate l'anello debole per la tenuta dell'euro. Il presidente americano Barack Obama e la cancelliera tedesca Angela Merkel mettono alle corde Berlusconi e Zapatero, cercando di imporre all'Italia e alla Spagna gli aiuti del Fondo monetario internazionale. I due premier resistono, consapevoli che il salvataggio da parte del Fmi avrebbe significato accettare condizioni capestro e cedere di fatto la sovranit? a Bruxelles, com'era gi? accaduto con Grecia, Portogallo e Cipro. Ma la Germania con gli altri Paesi nordici, impauriti dagli attacchi speculativi dei mercati, considerano il vertice di Cannes decisivo e vogliono risultati a qualsiasi costo. Le pressioni sono altissime.
Zapatero descrive la cena del 3 novembre, con il tavolo ?piccolo e rettangolare per favorire la vicinanza e un clima di fiducia?. Ma l'atmosfera ? esplosiva. ?Nei corridoi si parlava di Mario Monti?, rivela il premier spagnolo. Gi?, Monti. Che solo una settimana dopo sar? nominato senatore a vita da Napolitano e che il 12 novembre diventer? premier al posto di Berlusconi. Il piano era gi? congegnato, con il Quirinale pronto a soggiacere ai desiderata dei mercati e di Berlino.
La Merkel domanda a Zapatero se sia disponibile ?a chiedere una linea di credito preventiva di 50 miliardi di euro al Fondo monetario internazionale, mentre altri 85 sarebbero andati all'Italia. La mia risposta fu diretta e chiara: no?, scrive l'ex premier spagnolo. Allora i leader presenti concentrano le pressioni sul governo italiano perch? chieda il salvataggio, sperando di arginare cos? la crisi dell'euro.
?C'era un ambiente estremamente critico verso il governo italiano?, ricorda Zapatero, descrivendo la folle corsa dello spread e l'impossibilit? da parte del nostro Paese di finanziare il debito con tassi che sfiorano il 6,5 per cento. Insomma, i leader del G-20 sono terrorizzati dai mercati e temono che il contagio possa estendersi a Paesi europei come la Francia se non prendono il toro per le corna. Il toro in questo caso ? l'Italia.
?Momenti di tensione, seri rimproveri, invocazioni storiche, perfino invettive sul ruolo degli alleati dopo la seconda guerra mondiale...?, caratterizzano il vertice. ?Davanti a questo attacco - racconta l'ex leader socialista spagnolo - ricordo la strenua difesa, un catenaccio in piena regola? di Berlusconi e del ministro dell'Economia Giulio Tremonti.
?Entrambi allontanano il pallone dall'area, con gli argomenti pi? tecnici Tremonti o con le invocazioni pi? domestiche di Berlusconi?, che sottolinea la capacit? di risparmio degli italiani. ?Mi ? rimasta impressa una frase che Tremonti ripeteva: conosco modi migliori di suicidio?. Alla fine si raggiunge un compromesso, con Berlusconi che accetta la supervisione del Fmi ma non il salvataggio. Ma tutto ci? coster? caro al Cavaliere. ?? un fatto - sostiene Zapatero - che da l? a poco ebbe effetti importantissimi sull'esecutivo italiano, con le dimissioni di Berlusconi, dopo l'approvazione della Finanziaria con le misure di austerit? richieste dall'Unione europea, e il successivo incarico al nuovo governo tecnico guidato da Mario Monti?. Un governo, ora sappiamo con certezza, eletto da leader stranieri nei corridoi di Cannes e non dalla volont? popolare degli italiani.
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