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Ingroia......

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    Ingroia......

    CVD


    Il programma di Ingroia? Sequestri e occupazioni - IlGiornale.it


    Nella campagna elettorale i nodi vengono al pettine. Soprattutto se si ? leader di una coalizione che annovera posizioni ben distinte, per non dire agli antipodi: dal giustizialismo-legalitario dell'Idv al permissivismo dei rinfondalori e dei comunisti, passando per l'ambientalismo dei Verdi e di ex esponenti del WWF.


    Ecco dunque che l'ex procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, comincia a svelare idee programmatiche che sollevano polveroni persino in seno a Rivoluzione Civile.

    Basti pensare a Nello Di Nardo, senatore uscente Idv, capolista per il Senato in Liguria, Basilicata e Puglia, e strenuo sostenitore del condono edilizio. Una posizione che, al netto delle scarse possibilit? di elezioni di Di Nardo, non collima con il rispetto delle regole e della legalit? sbandierato da Ingroia, da sempre contrario a ogni forma di abusivismo.

    La candidatura di Di Nardo ha creato malumori tra gli altri candidati. "Ho la garanzia di Ingroia e Rivoluzione Civile che noi non proporremo condoni edilizi. Di Nardo? Non si pu? sparare su tutta l?Idv per colpa sua??, ha dichiarato Stefano Leoni, ex presidente del Wwf e candidato con Ingroia per la Camera in Veneto 2.

    Ma non c'? solo Di Nardo. In una intervista al Resto del Carlino Bologna, l'ex pm siciliano rispondendo a una domanda sull'occupazione di spazi vuoti da parte dei centri sociali (in particolare di quella di via Torleone a Bologna ad opera dei ragazzi del collettivo di Bartleby) ha risposto in maniera a dir poco enigmatica: "Al di l? della vicenda specifica che non conosco, ? inutile dire che da uomo di legge il rispetto delle norme ? un valore assunto in s?. Ma da politico mi rendo conto che i vuoti della politica e i suoi ritardi nell'offrire spazi adeguati possono determinare queste fughe in avanti, ma che interpretano esigenze vere". Una dichiarazione che palesa il tentativo di non scontentare i compagni del Pdci e di Rifondazione Comunista.

    Ma forse, il punto pi? importante del programma del magistrato in aspettativa lo ha sciorinato lui stesso l'altro ieri sera a Ballar?. Il tema ? quello della lotta all'evasione fiscale. Dopo essersi accodato al coro di politici che annunciano l'abolizione dell'Imu sulla prima casa, proponendo invece una patrimoniale sui patrimoni di almeno 1,5 milioni di euro, l'ex pm ha spiegato la sua ricetta per contrastare l'evasione.

    Quale? Applicare gli stessi strumenti usati per i mafiosi o per i corrotti anche per i cittadini. Secondo il leader di Rivoluzione Civile, bisogna creare un "Alto commissariato per la lotta ai patrimoni illeciti" per identificare i patrimoni di ?corrotti ed evasori fiscali?.

    Per stanare tali patrimoni, per Ingroia basta incrociare le banche dati, ma soprattutto, "quando si inseguono patrimoni, si possono abbassare le garanzie, perch? non ? in gioco la libert? personale dell?imputato, come nel processo penale. Nel processo di caccia ai patrimoni si pu? avviare un processo di tipo presuntivo. Ci sono degli indizi di evasione fiscale e corruzione, sulla base dell?incrocio dei dati, che fanno presumere che quella persona possa, non che sia accertato penalmente, essere un evasore fiscale".

    Insomma, una strategia che alcuni potrebbe bollare come propria di uno stato di polizia fiscale. Non pago, Ingroia ha poi rincarato la dose facendo un altro esempio: "C?? una sproporzione tra i beni di cui questa persona risulta essere titolare, direttamente o per interposta persona, e il reddito dichiarato? Bene: in questo caso, come si fa per i mafiosi, si sequestrano questi beni, si avvia un procedimento, la persona avr? diritto a provare la provenienza lecita del bene o che non ha evaso le tasse, e se non riesce, tutto questo verr? sequestrato nell?arco di sei mesi. Vedr? le casse dello Stato come rientrano rapidamente". Dunque, viene mantenuta l'inversione dell'onere della prova e spetta al cittadino dimostrare quanto l'accusa sostiene. Nel frattempo, i suoi beni vengono sequestrati.

    Pi? che una lotta all'evasione fiscale, sembra una politica del sospetto, dove la presunzione di innnocenza lascia spazio alla presunzione di colpevolezza. E dove il sequestro preventivo viene praticato come strumento ordinario utilizzato nel momento in cui si ravvisano sproporzioni, incongruenze o indizi su un qualunque cittadino. Che dovr? poi dimostrare nel processo la sua innocenza. Insomma, abusivismo, occupazioni e lotta all'evasione: chiss? se su questi punti la coalizione di Ingroia la pensi allo stesso modo...

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    #2
    questo ? + fulminato di prodi-befera-monti messi assieme ...



    Bene: in questo caso, come si fa per i mafiosi, si sequestrano questi beni, si avvia un procedimento, la persona avr? diritto a provare la provenienza lecita del bene o che non ha evaso le tasse, e se non riesce, tutto questo verr? sequestrato nell?arco di sei mesi.

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      #3
      oltretutto pericoloso - visto il suo pensiero ....e se penso al ruolo che ha ricoperto fino a poco tempo fa ( e che ancora detiene non essendosi dimesso) mi viene la pelle d'oca.

      Ma...la Costituzione....che dice?

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        #4
        cmq Diliberto et co staranno facendo i salti di gioia....e non solo per il programma con Ingroia resuscitano e tornerebbero in Parlamento...


        Voti Ingroia, e ti ritrovi Ferrero, Diliberto e Di Pietro | Linkiesta.it



        IdV, Rifondazione, Comunisti italiani. Dietro la Rivoluzione Civile di Ingroia, ben nascosti, ci sono anche vecchi protagonisti della politica italiana. Per i tre volti noti poca visibilit?, ma un posto assicurato alla Camera. E con loro i rispettivi uomini di fiducia. In perfetto stile Cencelli.




        ?Il modo migliore per far fare un passo avanti alla societ? civile ? fare un passo indietro?. Era il 21 dicembre dello scorso anno. Presentando la sua Rivoluzione Civile, l?ex pm Antonio Ingroia si era rivolto cos? ai suoi compagni d?avventura. Quelli dall?ingombrante passato politico, almeno. Antonio Di Pietro, Oliviero Diliberto, Paolo Ferrero. Tutti ex ministri del centrosinistra, tutti esponenti di partiti politici ben radicati.

        I tre sembrano averlo ascoltato. In campagna elettorale il passo indietro l?hanno fatto davvero. Poche apparizioni in tv, poca pubblicit?, pochi manifesti in citt?. Chi si ricorda l?Italia dei Valori? Il partito dell?ex pm molisano sembra scomparso dalla scena. Le falci e i martelli di Rifondazione e dei Comunisti italiani si fa fatica a trovarli. Sul sito ufficiale del movimento di Ingroia non ce n?? traccia. Vicino al sorridente magistrato palermitano spicca solo il nuovo simbolo elettorale. Quello con il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo.

        Nessuna foto, nessun richiamo agli alleati. Al posto del tradizionale colore rosso domina un rassicurante sfondo arancione. D?altronde Rivoluzione Civile ? un contenitore moderno. Un?offerta nuova, lontana dalla politica degli ultimi anni. Meglio non dare troppa visibilit? alle sigle di partito, metti che gli elettori si confondono.

        Poca visibilit?, ma un posto in Parlamento assicurato. Di Pietro, Diliberto, Ferrero - ma anche il presidente dei Verdi Angelo Bonelli - alla Camera torneranno di sicuro. Sono stati tutti inseriti nelle liste elettorali di Rivoluzione Civile. Magari non proprio ai primi posti, troppo evidenti. Ma in ottima posizione per assicurarsi un seggio a Montecitorio. L?unico ostacolo ? rappresentato dalla soglia di sbarramento: la lista deve superare il 4 per cento.

        Ovunque, gli elettori voteranno per Ingroia. ? lui il capolista alla Camera in tutte le circoscrizioni. Un passo indietro - come aveva chiesto il magistrato - ecco spuntare gli ex ministri. E con loro i rispettivi uomini di fiducia. Partito per partito, distribuiti nelle liste con scientifica spartizione dei seggi.

        Nuovo il simbolo. Nuovo il candidato premier. Meno nuove le candidature. Certo, Rivoluzione Civile apre a tanti esponenti dell?opinione pubblica. Dal giornalista Sandro Ruotolo all?ex grillino Giovanni Favia. Ma tanti sono anche i politici in cerca di conferma. Spicca l?Italia dei Valori. Antonio Di Pietro non correr? in Molise, ma in Lombardia, Emilia e Lazio. Curiosamente l?ex pm ? sempre al terzo posto. Ecco l?escamotage. Grazie alle candidature multiple previste dal Porcellum - gli eletti in pi? circoscrizioni possono optare per un collegio, lasciando il posto a chi li segue in lista - la sua ? comunque una posizione blindata.

        E cos? ogni candidato ? costretto a girare, virtualmente, il Paese. Inserito in pi? liste su e gi? per lo Stivale. Con Di Pietro hanno ottime possibilit? di tornare in Parlamento il senatore Fabio Giambrone (candidato in Piemonte, Lombardia e Sicilia) e i deputati Maurizio Zipponi (Toscana, Lombardia, Campania), Pierfelice Zazzera (Lombardia 1 e 2, Veneto) e Antonio Palagiano (Basilicata, Lazio 1 e 2). Ma anche i membri dell?ufficio di Presidenza del partito Carlo Costantini (Lazio 1 e 2, Abruzzo), Ivan Rota (Veneto, Marche, Puglia) e Ignazio Messina (Puglia e Campania). Corrono per Palazzo Madama, da capolista, il capogruppo alla Camera Antonio Borghesi e il senatore Luigi Li Gotti. Rispettivamente in Veneto e Sicilia.

        Tenta l?approdo al Senato anche il segretario dei Comunisti italiani Oliviero Diliberto. Gi? ministro di Grazia e Giustizia con Massimo D?Alema, ? capolista per Rivoluzione Civile in Emilia Romagna. Alla Camera un posto ? stato assicurato a Orazio Antonio Licandro, coordinatore della segreteria nazionale dei Comunisti italiani. Presente sia nella circoscrizione toscana che in Campania.

        E poi c?? la quota di Rifondazione Comunista. Il segretario Paolo Ferrero, ministro della Solidariet? Sociale nell?ultimo governo Prodi, ? stato candidato in Lombardia, Sicilia e Piemonte. Almeno due i membri della segreteria quasi certi di un seggio: il responsabile Comunicazione Claudio Grassi (Lombardia, Emilia e Lazio) e il responsabile Economia Augusto Rocchi (Veneto, Marche, Puglia). Riservato un posto alla Camera, in perfetto stile Cencelli, anche al presidente dei Verdi Angelo Bonelli. Candidato in Campania, Puglia e Piemonte.

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