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    #1

    Siamo a posto...

    Eurogruppo: Dijsselbloem nuovo presidente

    ?L' austerity porta alla crescita?.

    L'olandese a capo dei ministri dell'economia euro. Il voto contrario della Spagna

    Il nuovo presidente dell'Eurogruppo ? l'olandese Jeroen Dijsselbloem: ? questa la decisione dei ministri dell'economia della zona euro ma con il voto contrario della Spagna. Lo riferisce un portavoce del presidente uscente, il lussemburghese Jean-Claude Juncker.
    L'AUSTERITY - ?Ritengo che l'austerity e i conti in pareggio siano importanti per il futuro, perch? significano pi? investimenti e possibilit? di crescita. Ma la strada per ottenere conti in ordine ? dura?. E' quanto ha dichiarato il nuovo presidente dell'eurogruppo.

    LA NOMINA - Dijsselbloem, sponsorizzato dalla Germania, ? un quasi sconosciuto ai pi? dato che ? ministro delle Finanze in Olanda da solo da due mesi, anche se gli uffici stampa dell'Aja lo presentano come ?un ottimo mediatore e un fine stratega?. Il ministro delle Finanze olandesi ? laburista, ha 46 anni ed ? laureato in economia agraria. Parla perfettamente inglese (con l'accento irlandese, di Cork, specifica chi lo conosce) e anche ?un po' di francese e un po' di tedesco?, fanno sapere fonti diplomatiche olandesi.

    Redazione Corriere Online

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    #2
    anche monti ha detto che per la crescita ci vuole l'austerity ,.


    [YOUTUBE]qEUvAf8grO4[/YOUTUBE]
    Last edited by cocis; 22-01-13, 08:16.

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      #3
      Quella frase sulla sospensione della democrazia la dice tutta e dovrebbe far svegliare una volta per tutte chi lo vuole votare.....poi...interessante come ora quella stessa riforma che ha spinto anche senza accordo la vuole cassare...vuole abbassare le tasse....rivedere l'imu...



      mah!

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        #4
        nell'austerity ci STIANO LORO e FUCK UE!

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          #5
          altri dati incoraggianti.....avanti cosi. Metto anche l'articolo del Corriere dato che ? una testata seria a differenza di altre secondo alcuni...



          La crisi porta i redditi indietro di 27 anni
          E nel 2013 il peso delle tasse salir? oltre il 56%
          Rete Imprese: tuffo nel '900 anche per i consumi che tornano ai livelli di 15 anni fa. Nel 2012 morte 100 mila aziende


          (Ansa)
          La crisi porta i nostri redditi indietro di 27 anni, al 1986, mentre a salire nel 2013 saranno purtroppo solo le tasse. ? quanto emerge da uno studio di Rete Imprese Italia, secondo cui il reddito disponibile degli italiani per l'anno in corso sar? in media di 16.955 euro, leggermente superiore al 1986, quando le entrate medie erano di 16.748 euro a testa

          CENTOMILA IMPRESE IN MENO - ? salito intanto a quota 100 mila il conto delle imprese morte nel 2012 rispetto al 2011, si legge sempre nello studio. ?Il saldo tra mortalit? e natalit? delle aziende artigiane e di servizi di mercato pi? manifatturiere e costruzioni porta la somma a 100 mila aziende ?scomparse?.

          TASSE INSOSTENIBILI - Secondo Rete Imprese, la pressione fiscale effettiva salir? nel 2013 a quota 56,1%, rispetto al 46,3% della pressione fiscale apparente. Nel 2012 la pressione fiscale per i cittadini in regola con il fisco ? stata del 55,2%.

          CONSUMI COME NEL 1998 - Orologio indietro allo scorso millennio anche per i consumi: nel 2013 caleranno ancora dell'1,4% ai livelli di 15 anni fa. Per il 2013 la spesa si dovrebbe attestare sui 15.695 euro a testa.


          Reddito degli italiani al livello di 27 anni fa. 100mila imprese in meno nel 2012 - IlGiornale.it

          Allarme di Rete Imprese Italia: il reddito disponibile reale pro capite ? sceso a 16.955 euro contro i 17.337 euro dello scorso anno. Nel 2007, anno di inizio della crisi, il dato era a 19.515 euro. A risentirne ovviamente sono i consumi: ancora gi?. Pressione fiscale reale al 56%. Sangalli: "Il 28 gennaio giornata di mobilitazione nazionale per far sentire la nostra voce"


          Molti sostengono che elencare i dati negativi dell'economia serva a poco. Anzi, non faccia che peggiorare la situazione. Ma ? importante avere in mente qual ? la situazione reale del Paese, anche perch? nascondere i problemi sotto al tappeto non ? mai servito a risolverli.


          Il reddito disponibile reale pro capite nel 2012 ? calato del 4,8% collocandosi a quota 17.337 euro: il dato emerge da un’analisi di Rete Imprese Italia, che prevede un ulteriore calo, a 16.955 euro, nel 2013. Questa previsione, ha spiegato Mariano Bella, determina su questo fronte "un salto indietro al 1986". Siamo tornati, dunque, al livello di 27 anni fa. Nel 2007, anno di inizio della crisi, il dato era a 19.515 euro: la diminuzione, quindi, ? stata superiore a 2.500 euro.

          Conseguentemente si registra una caduta dei consumi, con una flessione reale pro-capite del 4,4% e un reddito disponibile reale pro-capite sceso del 4,8% rispetto al 2011. I consumi reali pro-capite 2012 ammontano a 15.920 euro a fronte di 16.654 euro del 2011. Per ritrovare un dato analogo bisogna tornare al 1998 quando i consumi reali
          pro-capite erano di 15.753 euro. Nel 2013 i consumi reali caleranno ancora dell’1,4% e scenderanno ai livelli di 15 anni fa, attestandosi a 15.695 euro a testa.

          La pressione fiscale effettiva salir? nel 2013 a quota 56,1%, rispetto al 46,3% di quella apparente. Nel 2012 la pressione fiscale per i cittadini in regola con il fisco ? stata pari al 55,2%.

          Un altro dato decisamente negativo: nei primi nove mesi del 2012 hanno chiuso oltre 216mila imprese artigiane e di servizi. Le iscrizioni ammontano invece a poco meno di 150mila (147mila) per un saldo negativo, tra "mortalit?" e "natalit?", pari a 70mila unit?. Secondo le stime dell’associazione, nei dodici mesi sono circa 100mila le imprese in meno.
          "Nel 2012 - evidenzia Carlo Sangalli, presidente di turno di Rete Imprese Italia - in italia ha chiuso un’impresa al minuto". Sangalli sottolineaa la portata di "una crisi che si ? abbattuta soprattutto su quell’Italia produttiva dell’economia dei servizi di mercato, del terziario, dell’artigianato e dell’impresa diffusa che, vivendo prevalentemente di domanda interno, sta pagando il conto pi? salato".

          Sangalli non nega a Monti di aver messo in sicurezza i conti pubblici. Bisogna "rafforzare la fiducia nei confronti della capacit? dell’Italia di onorare il proprio debito pubblico", ma "lo si ? fatto al prezzo salatissimo di un’impennata fiscale complessiva e di pesanti effetti recessivi". Poi lancia un appello al nuovo governo: "Chiediamo di riaprire una nuova stagione di dialogo che metta al centro della politica economica della prossima legislatura, chiunque governi, le istanze di questo sistema di imprese. Chiediamo di essere ascoltati". E indica le emergenze del Paese: fisco, credito e burocrazia. "Sono i tre grandi problemi delle imprese che bisogna aggredire e risolvere".

          "Il crollo dei consumi deve diventare la priorit? del prossimo Governo", si legge in una nota del Codacons a commento dei dati di Rete imprese Italia. "Per uscire da questa situazione", sottolinea l’organzizzazione dei consumatori, "occorrono due cose: modificare il sistema della tassazione in modo che, a parit? di gettito, sia rispettato l’articolo 53 della Costituzione, ossia il criterio della capacit? contributiva e, quindi, sia ad esempio scongiurato l’aumento dell’Iva di luglio, imposta proporzionale. Ad esempio si potrebbe
          raddoppiare la Tobin tax ed estendere il contributo di solidariet? ai redditi superiori ai 90.000 euro, invece degli attuali 300.000".

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            #6
            Originally posted by Factory View Post
            altri dati incoraggianti.....avanti cosi. Metto anche l'articolo del Corriere dato che ? una testata seria a differenza di altre secondo alcuni...

            La crisi porta i redditi indietro di 27 anni E nel 2013 il peso delle tasse salir? oltre il 56% - Corriere.it

            La crisi porta i redditi indietro di 27 anni
            E nel 2013 il peso delle tasse salir? oltre il 56%
            Rete Imprese: tuffo nel '900 anche per i consumi che tornano ai livelli di 15 anni fa. Nel 2012 morte 100 mila aziende


            (Ansa)
            La crisi porta i nostri redditi indietro di 27 anni, al 1986, mentre a salire nel 2013 saranno purtroppo solo le tasse. ? quanto emerge da uno studio di Rete Imprese Italia, secondo cui il reddito disponibile degli italiani per l'anno in corso sar? in media di 16.955 euro, leggermente superiore al 1986, quando le entrate medie erano di 16.748 euro a testa

            CENTOMILA IMPRESE IN MENO - ? salito intanto a quota 100 mila il conto delle imprese morte nel 2012 rispetto al 2011, si legge sempre nello studio. ?Il saldo tra mortalit? e natalit? delle aziende artigiane e di servizi di mercato pi? manifatturiere e costruzioni porta la somma a 100 mila aziende ?scomparse?.

            TASSE INSOSTENIBILI - Secondo Rete Imprese, la pressione fiscale effettiva salir? nel 2013 a quota 56,1%, rispetto al 46,3% della pressione fiscale apparente. Nel 2012 la pressione fiscale per i cittadini in regola con il fisco ? stata del 55,2%.

            CONSUMI COME NEL 1998 - Orologio indietro allo scorso millennio anche per i consumi: nel 2013 caleranno ancora dell'1,4% ai livelli di 15 anni fa. Per il 2013 la spesa si dovrebbe attestare sui 15.695 euro a testa.


            Reddito degli italiani al livello di 27 anni fa. 100mila imprese in meno nel 2012 - IlGiornale.it

            Allarme di Rete Imprese Italia: il reddito disponibile reale pro capite ? sceso a 16.955 euro contro i 17.337 euro dello scorso anno. Nel 2007, anno di inizio della crisi, il dato era a 19.515 euro. A risentirne ovviamente sono i consumi: ancora gi?. Pressione fiscale reale al 56%. Sangalli: "Il 28 gennaio giornata di mobilitazione nazionale per far sentire la nostra voce"


            Molti sostengono che elencare i dati negativi dell'economia serva a poco. Anzi, non faccia che peggiorare la situazione. Ma ? importante avere in mente qual ? la situazione reale del Paese, anche perch? nascondere i problemi sotto al tappeto non ? mai servito a risolverli.


            Il reddito disponibile reale pro capite nel 2012 ? calato del 4,8% collocandosi a quota 17.337 euro: il dato emerge da un?analisi di Rete Imprese Italia, che prevede un ulteriore calo, a 16.955 euro, nel 2013. Questa previsione, ha spiegato Mariano Bella, determina su questo fronte "un salto indietro al 1986". Siamo tornati, dunque, al livello di 27 anni fa. Nel 2007, anno di inizio della crisi, il dato era a 19.515 euro: la diminuzione, quindi, ? stata superiore a 2.500 euro.

            Conseguentemente si registra una caduta dei consumi, con una flessione reale pro-capite del 4,4% e un reddito disponibile reale pro-capite sceso del 4,8% rispetto al 2011. I consumi reali pro-capite 2012 ammontano a 15.920 euro a fronte di 16.654 euro del 2011. Per ritrovare un dato analogo bisogna tornare al 1998 quando i consumi reali
            pro-capite erano di 15.753 euro. Nel 2013 i consumi reali caleranno ancora dell?1,4% e scenderanno ai livelli di 15 anni fa, attestandosi a 15.695 euro a testa.

            La pressione fiscale effettiva salir? nel 2013 a quota 56,1%, rispetto al 46,3% di quella apparente. Nel 2012 la pressione fiscale per i cittadini in regola con il fisco ? stata pari al 55,2%.

            Un altro dato decisamente negativo: nei primi nove mesi del 2012 hanno chiuso oltre 216mila imprese artigiane e di servizi. Le iscrizioni ammontano invece a poco meno di 150mila (147mila) per un saldo negativo, tra "mortalit?" e "natalit?", pari a 70mila unit?. Secondo le stime dell?associazione, nei dodici mesi sono circa 100mila le imprese in meno.
            "Nel 2012 - evidenzia Carlo Sangalli, presidente di turno di Rete Imprese Italia - in italia ha chiuso un?impresa al minuto". Sangalli sottolineaa la portata di "una crisi che si ? abbattuta soprattutto su quell?Italia produttiva dell?economia dei servizi di mercato, del terziario, dell?artigianato e dell?impresa diffusa che, vivendo prevalentemente di domanda interno, sta pagando il conto pi? salato".

            Sangalli non nega a Monti di aver messo in sicurezza i conti pubblici. Bisogna "rafforzare la fiducia nei confronti della capacit? dell?Italia di onorare il proprio debito pubblico", ma "lo si ? fatto al prezzo salatissimo di un?impennata fiscale complessiva e di pesanti effetti recessivi". Poi lancia un appello al nuovo governo: "Chiediamo di riaprire una nuova stagione di dialogo che metta al centro della politica economica della prossima legislatura, chiunque governi, le istanze di questo sistema di imprese. Chiediamo di essere ascoltati". E indica le emergenze del Paese: fisco, credito e burocrazia. "Sono i tre grandi problemi delle imprese che bisogna aggredire e risolvere".

            "Il crollo dei consumi deve diventare la priorit? del prossimo Governo", si legge in una nota del Codacons a commento dei dati di Rete imprese Italia. "Per uscire da questa situazione", sottolinea l?organzizzazione dei consumatori, "occorrono due cose: modificare il sistema della tassazione in modo che, a parit? di gettito, sia rispettato l?articolo 53 della Costituzione, ossia il criterio della capacit? contributiva e, quindi, sia ad esempio scongiurato l?aumento dell?Iva di luglio, imposta proporzionale. Ad esempio si potrebbe
            raddoppiare la Tobin tax ed estendere il contributo di solidariet? ai redditi superiori ai 90.000 euro, invece degli attuali 300.000".
            Ovviamente ? tuta colpa di Monti, con Berlusconi invece le cose andavano a gonfie vele....

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              #7
              beh andavano molto ma molto ma molto meglio di ora - i dati, ed i portafogli parlano chiaro....o forse, di nuovo, perch? si parla di Berlusconi lo si vuole negare?

              Monti ? arrivato ed al paese che era sull'orlo...ma cmq ancora teneva....gli ha dato una bella spinta....nel burrone.

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                #8
                Teneva ... Sai cosa teneva ?

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                • Font Size
                  #9
                  i dati del prima e del dopo parlano chiaro....anche se pu? non piacere.

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                  • Font Size
                    #10
                    Nn hai capito: a me quei dati fan skifo prima e dopo

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                      #11
                      Originally posted by Factory View Post
                      i dati del prima e del dopo parlano chiaro....anche se pu? non piacere.
                      I dati parlano di una recessione di svariati anni....
                      Ora dar la colpa alla puzza del culo, perch? ha appena cagato, quando son anni che non ti lavi e hai pure la rogna... Direi che equivale alla situazione italica.
                      Se si parla di peggioramenti ok...
                      Se mi dici che prima era meglio... ? una cagata... Visto che sempre - c'? davanti ai numeri...
                      E se poi mi cidi che "ah prima prima si andava bene"... Peggio che andar a scopar morte... Gli altri crescevan dell'2% e noi dello 0 e fischia... e eravan qui a incensarci... Anzi... eran gli altri... Ho avuto a che ridire pure parecchio anche li...

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                        #12
                        beh...definiamo meglio....se prima avevo il tozzo di pane tutti i giorni e magari qualche bicchiere di vino ed ora devo sperare in qualche pezzo raffermo e raccogliere l'acqua piovana....stavo meglio prima.

                        che poi sei sempre ina una situazione non eccelsa....non ci piove - ma i dati macroeconomici del paese seppur non eccelsi non erano da spararsi vista la situazione generale....

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                          #13
                          Originally posted by Factory View Post
                          beh...definiamo meglio....se prima avevo il tozzo di pane tutti i giorni e magari qualche bicchiere di vino ed ora devo sperare in qualche pezzo raffermo e raccogliere l'acqua piovana....stavo meglio prima.

                          che poi sei sempre ina una situazione non eccelsa....non ci piove - ma i dati macroeconomici del paese seppur non eccelsi non erano da spararsi vista la situazione generale....
                          Visto che si parla sempre di vita reale.... Io ricordo, anche qui dentro, di "allarmi" che qualche cosa non andava....
                          Certo non siam economisti... E manco politici... Ma se in germania ora stan rallentando e si chiedon cosa fare... E qui stan discutendo di poltrone fregandosene di tutti noi.... Qualche problema maggiore del meglio o peggio lo abbiamo...
                          Il problema ? che il sistema paese non lo cagan quelli che se stan spartendo le careghe...
                          E favole oramai son troppi anni che pifferai, nani, ballerine e bacchettoni ne raccontan in giro...

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                            #14
                            Ma te ti focalizzi su un punto del quadro senza guardarlo nel suo insieme...che oggi sii stia peggio di 1 anno fa ? palese (economicamente parlando), ma ? altres? innegabile che il declino ha radici lontane e se oggi paghiamo questo scotto non ? per colpa di monti, ma ? colpa di chi ha governato negli ultimi 10 anni....
                            L'economia ? come un grosso volano non si ferma all'improvviso, non ripartir? all'improvviso, ci vogliono anni. Esempio, se oggi un governo mettesse in campo delle misure per contrastare la crisi, gli effetti sul PIL nazionale li vedresti tra alemno un paio di anni, non certo nell'immediato...stessa cosa vale all'inverso!!

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                              #15
                              Gnaf?, gna p? f?

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