Europeista s? ma mercantilista | Partito Democratico
Ho evidenziato dei passaggi sui quali si pu? riflettere...
Nel secolo scorso la faglia ? stata tra fascismi e antifascismi; poi, tra comunismi e anticomunismi; dopo la caduta del muro di Berlino, tra globalisti deregolatori del capitalismo finanziario e regolazionisti.
Oggi, nell`Unione europea, ? tra europeismi e populismi regressivi.
Noi, l`alleanza dei progressisti, come tutti i progressisti europei, interpretiamo una versione dell`europeismo. Data la frattura primaria, siamo insieme a chi, diverso da noi per cultura politica e economica e per interessi rappresentati, interpreta un`altra versione dell`europeismo, come il presidente Monti e i partiti e le personalit? in fila dietro la sua porta. I diversi europeismi devono stare insieme, in Italia e in Europa, perch? l`avversario da sconfiggere sono i populismi, ossia le tentazioni anti-europee e anti-euro, alimentate dalle difficolt? e dalla disperazione economica e sociale, cavalcate qui da noi da grilliamo, berlusconismo e leghismo.
La linea di frattura secondaria consente, invece, di riconoscere i diversi europeismi. Sono due. L`europeismo mercantilista e l`europeismo progressista. L`europeismo mercantilista domina in Europa da un lungo periodo. Tra la fine degli anni 80 e la met? degli anni 90 ha impostato l`impalcatura istituzionale e la rotta macroeconomica sottostante alla nascita della moneta unica. ? l`europeismo portato avanti dal Partito popolare europeo, sostanzialmente condiviso e riproposto dal presidente Monti. ? caratterizzato dalla svalutazione del lavoro, data l`impossibilit? di svalutare la moneta, per recuperare competitivit?.
In Italia, vuol dire tornare all`attacco dell`art.18 per indebolire ulteriormente la capacit? negoziale dei sindacati e ridurre la remunerazione del lavoro. Vuol dire celebrare Marchionne a Melfi senza una parola sulla democrazia mutilata nelle aziende del gruppo Fiat. Vuol dire Stato sociale minimale, quindi un welfare povero, come inevitabilmente ?, scriveva Dahrendorf, il welfare svuotato delle classi medie e confinato ai poveri. Vuol dire richiamare il true progressivism del magazine liberista The Economist per riabilitare il Mercato come unico strumento di correzione delle insostenibili disuguaglianze di reddito, ricchezza, potere politico e opportunit?.
L`europeismo mercantilista aggrava la recessione, la disoccupazione e le iniquit? e, quindi, aumenta i debiti pubblici ovunque. I risultati raggiunti e le previsioni per l`euro-zona sono inequivocabili. La compressione della domanda interna europea e l`affidamento generalizzato alle esportazioni per trainare la crescita implica, nel migliori dei casi, una ripresa dell`economia insufficiente a riassorbire la disoccupazione e l`impossibilit? a raggiungere il sentiero del Fiscal compact per la riduzione del debito pubblico. Per ricostruire le condizioni economiche e sociali delle democrazie delle classi medie e prosciugare il brodo di coltura dei populismi regressivi noi proponiamo, in sintonia con la famiglia dei socialisti e democratici, al di qua e al di l? dell`Atlantico, l`europeismo progressista: il rispetto degli impegni sottoscritti come condizione politica per arrivare alla Fiscal union da consolidare intorno a un super-commissario europeo al fine di attuare politiche di bilancio anti-cicliche, introdurre euro-project bonds per investimenti innovativi per la green economy e green society (Keynes e Schumpeter insieme) e correzioni simmetriche delle politiche economiche nazionali. Il presidente Monti esprime una cultura politica integralista quando definisce la sua agenda ?evoluta? e delegittima come ?arcaica? la cultura europeista progressista. Attenzione: puntare a una rappresentanza sociale e politica del lavoro culturalmente subalterna inibisce l`alleanza tra produttori, condizione necessaria per la vittoria degli europeismi contro i populismi.
Il primo ?compito a casa? da fare in Italia ? europeizzare il sistema politico. Non aiuta collocare la politica in una dimensione metafisica alla quale salire per promuovere un presunto interesse generale privo di radici di parte. L`interesse generale ? sempre la risultante, esplicita o nascosta, della prevalenza di alcuni interessi su altri. Proporre come unico possibile europeismo la versione declinata dagli interessi pi? forti, oltre ad aggravare gli squilibri economici, impoverisce la democrazia e d? fiato all`antipolitica e a chi vuole tornare indietro.
OK.
Anche al PD appare evidente (in verit? l'hanno sempre saputo) lo scopo delle istituzioni europee (troika) attraverso la guida del paese da parte di mario.
E' strano che nei dibattiti in tv non ce lo dicano in faccia cos? come riescono a fare chiaramente con questo articolo e questo dovrebbe far riflettere l'elettore del PD.
Domande come:
- perch? sostenere un governo non condividendone la linea politica??
- se gli eurobond erano gi? un capitolo chiuso l'hanno scorso come si pu? pretendere di socializzare le perdite con i paesi che hanno privatizzato i profitti??
- l'articolo 18 non serviva a rilanciare il paese verso la crescita??
- cosa c'entravano le pensioni con l'europa??
fanno capire come l'incoerenza del PDL non sia un difetto che lo contraddistingue e se il PD inizia a muovere le stesse critiche che muove berlusconi comincia a delinearsi ancora meglio la fragilit? del governo che appare all'orizzonte.
Io penso che dopo che il pd avr? vinto le elezioni, bersani dovr? studiare la tecnica per arrampicarsi sugli specchi, prima con le istituzioni europee e poi con il suo elettorato perch? il PD vorrebbe fare + europa ma ? l'europa che non lo vuole...
Ho evidenziato dei passaggi sui quali si pu? riflettere...
Nel secolo scorso la faglia ? stata tra fascismi e antifascismi; poi, tra comunismi e anticomunismi; dopo la caduta del muro di Berlino, tra globalisti deregolatori del capitalismo finanziario e regolazionisti.
Oggi, nell`Unione europea, ? tra europeismi e populismi regressivi.
Noi, l`alleanza dei progressisti, come tutti i progressisti europei, interpretiamo una versione dell`europeismo. Data la frattura primaria, siamo insieme a chi, diverso da noi per cultura politica e economica e per interessi rappresentati, interpreta un`altra versione dell`europeismo, come il presidente Monti e i partiti e le personalit? in fila dietro la sua porta. I diversi europeismi devono stare insieme, in Italia e in Europa, perch? l`avversario da sconfiggere sono i populismi, ossia le tentazioni anti-europee e anti-euro, alimentate dalle difficolt? e dalla disperazione economica e sociale, cavalcate qui da noi da grilliamo, berlusconismo e leghismo.
La linea di frattura secondaria consente, invece, di riconoscere i diversi europeismi. Sono due. L`europeismo mercantilista e l`europeismo progressista. L`europeismo mercantilista domina in Europa da un lungo periodo. Tra la fine degli anni 80 e la met? degli anni 90 ha impostato l`impalcatura istituzionale e la rotta macroeconomica sottostante alla nascita della moneta unica. ? l`europeismo portato avanti dal Partito popolare europeo, sostanzialmente condiviso e riproposto dal presidente Monti. ? caratterizzato dalla svalutazione del lavoro, data l`impossibilit? di svalutare la moneta, per recuperare competitivit?.
In Italia, vuol dire tornare all`attacco dell`art.18 per indebolire ulteriormente la capacit? negoziale dei sindacati e ridurre la remunerazione del lavoro. Vuol dire celebrare Marchionne a Melfi senza una parola sulla democrazia mutilata nelle aziende del gruppo Fiat. Vuol dire Stato sociale minimale, quindi un welfare povero, come inevitabilmente ?, scriveva Dahrendorf, il welfare svuotato delle classi medie e confinato ai poveri. Vuol dire richiamare il true progressivism del magazine liberista The Economist per riabilitare il Mercato come unico strumento di correzione delle insostenibili disuguaglianze di reddito, ricchezza, potere politico e opportunit?.
L`europeismo mercantilista aggrava la recessione, la disoccupazione e le iniquit? e, quindi, aumenta i debiti pubblici ovunque. I risultati raggiunti e le previsioni per l`euro-zona sono inequivocabili. La compressione della domanda interna europea e l`affidamento generalizzato alle esportazioni per trainare la crescita implica, nel migliori dei casi, una ripresa dell`economia insufficiente a riassorbire la disoccupazione e l`impossibilit? a raggiungere il sentiero del Fiscal compact per la riduzione del debito pubblico. Per ricostruire le condizioni economiche e sociali delle democrazie delle classi medie e prosciugare il brodo di coltura dei populismi regressivi noi proponiamo, in sintonia con la famiglia dei socialisti e democratici, al di qua e al di l? dell`Atlantico, l`europeismo progressista: il rispetto degli impegni sottoscritti come condizione politica per arrivare alla Fiscal union da consolidare intorno a un super-commissario europeo al fine di attuare politiche di bilancio anti-cicliche, introdurre euro-project bonds per investimenti innovativi per la green economy e green society (Keynes e Schumpeter insieme) e correzioni simmetriche delle politiche economiche nazionali. Il presidente Monti esprime una cultura politica integralista quando definisce la sua agenda ?evoluta? e delegittima come ?arcaica? la cultura europeista progressista. Attenzione: puntare a una rappresentanza sociale e politica del lavoro culturalmente subalterna inibisce l`alleanza tra produttori, condizione necessaria per la vittoria degli europeismi contro i populismi.
Il primo ?compito a casa? da fare in Italia ? europeizzare il sistema politico. Non aiuta collocare la politica in una dimensione metafisica alla quale salire per promuovere un presunto interesse generale privo di radici di parte. L`interesse generale ? sempre la risultante, esplicita o nascosta, della prevalenza di alcuni interessi su altri. Proporre come unico possibile europeismo la versione declinata dagli interessi pi? forti, oltre ad aggravare gli squilibri economici, impoverisce la democrazia e d? fiato all`antipolitica e a chi vuole tornare indietro.
OK.
Anche al PD appare evidente (in verit? l'hanno sempre saputo) lo scopo delle istituzioni europee (troika) attraverso la guida del paese da parte di mario.
E' strano che nei dibattiti in tv non ce lo dicano in faccia cos? come riescono a fare chiaramente con questo articolo e questo dovrebbe far riflettere l'elettore del PD.
Domande come:
- perch? sostenere un governo non condividendone la linea politica??
- se gli eurobond erano gi? un capitolo chiuso l'hanno scorso come si pu? pretendere di socializzare le perdite con i paesi che hanno privatizzato i profitti??
- l'articolo 18 non serviva a rilanciare il paese verso la crescita??
- cosa c'entravano le pensioni con l'europa??
fanno capire come l'incoerenza del PDL non sia un difetto che lo contraddistingue e se il PD inizia a muovere le stesse critiche che muove berlusconi comincia a delinearsi ancora meglio la fragilit? del governo che appare all'orizzonte.
Io penso che dopo che il pd avr? vinto le elezioni, bersani dovr? studiare la tecnica per arrampicarsi sugli specchi, prima con le istituzioni europee e poi con il suo elettorato perch? il PD vorrebbe fare + europa ma ? l'europa che non lo vuole...
Comment