La bocciatura del piano di austerity greco con la sfiducia al governo potrebbe portare la grecia alla caduta dello stesso quindi al nuovo default di fatto annunciato da tempo.
Diversamente invece si sposterebbe la data di insolvenza fra sei mesi semprech? una guerra civile provocata da malessere, la fame e la rabbia dei cittadini non dovesse esplodere provocando l'ingovernabilit?.
Meglio una fine spaventosa o uno spavento senza fine??
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012...-borsa/400924/
La riforma pensionistica chiesta dalla Troika ? incostituzionale. Cos? la Corte dei Conti greca sul terzo memorandum, in fase di approvazione dal Parlamento ellenico, che costituisce la spina dorsale delle misure propedeutiche alla concessione della nuova tranche di aiuti da 31 miliardi, per evitare un default ormai nei fatti gi? avvenuto. E la Borsa ellenica crolla del 6,5% facendo tornare l?incubo dracma.
I magistrati dell?Alta Corte hanno infatti giudicato fuori dal dettato costituzionale il taglio delle pensioni (il quinto dall?inizio della crisi) e l?innalzamento di due anni dell?et? pensionabile da 65 a 67 anni, in quanto la misura chiesta dai creditori internazionali si pone in palese contrasto con ?l?obbligo costituzionale di rispettare e proteggere la dignit? umana nell?osservanza dei principi di uguaglianza e proporzionalit? professionale?.
La decisione dei magistrati contabili, vincolante per l?esecutivo, si abbatte come un fulmine nel gi? terso cielo greco, con la maggioranza del premier Samaras che perde pezzi: se ieri il primo articolo del memorandum era passato nonostante l?astensione di Venizelos e Kouvellis, oggi si registrano due defezioni. Lasciano il Pasok i deputati Kassis e Xenogiannopoulou, tanto che il leader socialista nel corso di un?infuocata assemblea nella sede di Ippokratus arriva a minacciare che chi non voter? il piano sar? fuori dal partito.
Nel frattempo la giornata prosegue con il tracollo della Borsa, che nella capitale ellenica riporta un indice generale preoccupante, con il settore bancario che perde pi? di tutti (meno 12%), a fronte di un calo complessivo del 6,5% gi? di per s? imponente. Delle aziende quotate, 117 sono in negativo, 19 in positivo, mentre 14 invariate. Ma a spaventare i cittadini greci, che torneranno in piazza per uno sciopero generale il 6 e il 7 novembre, ? la portata del nuovo memorandum sul quale il titolare delle finanze Iannis Stournaras ha gi? detto che ?la Troika non ha fatto alcun passo indietro?, ammettendo che le concessioni sulla pelle dei cittadini sono quindi state avallate solo dal governo greco.
I tagli non ammontano pi? a 11,5 miliardi di euro fino al 2014, ma sono saliti a 18,8 miliardi con il cuscinetto di un biennio in pi?: significa che il memorandum, se dovesse essere approvato la prossima settimana dalla Camera, ?scadrebbe? nel 2016. Anche se, come molti analisti osservano, non risolve a monte il problema ellenico, dal momento che i 31 miliardi promessi dalla Troika e che dovranno essere avallati dall?Eurogruppo del 12 novembre, saranno sufficienti alle casse dello Stato per soli sei mesi. E comunque dopo quella data si ripresenter? il problema di sempre in Grecia, che costituisce una costante dall?inizio della crisi ad oggi: il denaro. E che fino ad oggi nessuna cura ? riuscita a sanare.
Del resto le parole della cancelliera Merkel ?nessun paese con un debito all?80-90% del pil pu? essere indipendente?, non lasciano spazio a interpretazioni. Sullo sfondo le previsioni per il 2013 sono nefaste, con il sesto anno consecutivo di recessione, dati che saranno confermati pressoch? intatti nel 2014 come da bilancio presentato ieri in parlamento dal ministro delle Finanze. Gli investimenti pubblici e privati saranno decurtati del 25%, come d?altro canto i servizi basilari alla persona, ovvero meno assistenza sanitaria, meno welfare, via gli ammortizzatori sociali.
Ma ad alzare il barometro della crisi ? l?assoluta instabilit? politica: ?Governo appeso a un filo? titola il popolare quotidiano Kathimerin?, e il perch? ? presto detto. Andando alla conta finale, e anche senza i voti del Dimar di Kouvellis, il premier Samaras punta ad ottenere il ?s?? al pacchetto della Troika con i soli voti di Nea Dimokratia e Pasok, ma il nodo oggi prende il nome di transfughi. Ovvero quei deputati di entrambi gli schieramenti che non sono affatto sicuri di certificare con un voto parlamentare il passaggio di misure che considerano peggiori dell?attuale debito ellenico che ammonta oggi a 369 miliardi di euro e che nessun prestito ponte potr? mai oggettivamente sanare.
Timori confermati anche dai numeri. Secondo una ricerca della Camera di Commercio ellenica l?80% degli intervistati ? pessimista sulla soluzione della crisi, il 42% crede che ci sar? il default se non arriver? l?ulteriore prestito di cui si discute in questi giorni, l?86% pensa che la riduzione del costo del lavoro come da memorandum non aiuter? ad aumentare le occasioni occupazionali. Mentre il 78% non ? soddisfatto di come i politici greci hanno negoziato le misure con la Troika.
Diversamente invece si sposterebbe la data di insolvenza fra sei mesi semprech? una guerra civile provocata da malessere, la fame e la rabbia dei cittadini non dovesse esplodere provocando l'ingovernabilit?.
Meglio una fine spaventosa o uno spavento senza fine??
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012...-borsa/400924/
La riforma pensionistica chiesta dalla Troika ? incostituzionale. Cos? la Corte dei Conti greca sul terzo memorandum, in fase di approvazione dal Parlamento ellenico, che costituisce la spina dorsale delle misure propedeutiche alla concessione della nuova tranche di aiuti da 31 miliardi, per evitare un default ormai nei fatti gi? avvenuto. E la Borsa ellenica crolla del 6,5% facendo tornare l?incubo dracma.
I magistrati dell?Alta Corte hanno infatti giudicato fuori dal dettato costituzionale il taglio delle pensioni (il quinto dall?inizio della crisi) e l?innalzamento di due anni dell?et? pensionabile da 65 a 67 anni, in quanto la misura chiesta dai creditori internazionali si pone in palese contrasto con ?l?obbligo costituzionale di rispettare e proteggere la dignit? umana nell?osservanza dei principi di uguaglianza e proporzionalit? professionale?.
La decisione dei magistrati contabili, vincolante per l?esecutivo, si abbatte come un fulmine nel gi? terso cielo greco, con la maggioranza del premier Samaras che perde pezzi: se ieri il primo articolo del memorandum era passato nonostante l?astensione di Venizelos e Kouvellis, oggi si registrano due defezioni. Lasciano il Pasok i deputati Kassis e Xenogiannopoulou, tanto che il leader socialista nel corso di un?infuocata assemblea nella sede di Ippokratus arriva a minacciare che chi non voter? il piano sar? fuori dal partito.
Nel frattempo la giornata prosegue con il tracollo della Borsa, che nella capitale ellenica riporta un indice generale preoccupante, con il settore bancario che perde pi? di tutti (meno 12%), a fronte di un calo complessivo del 6,5% gi? di per s? imponente. Delle aziende quotate, 117 sono in negativo, 19 in positivo, mentre 14 invariate. Ma a spaventare i cittadini greci, che torneranno in piazza per uno sciopero generale il 6 e il 7 novembre, ? la portata del nuovo memorandum sul quale il titolare delle finanze Iannis Stournaras ha gi? detto che ?la Troika non ha fatto alcun passo indietro?, ammettendo che le concessioni sulla pelle dei cittadini sono quindi state avallate solo dal governo greco.
I tagli non ammontano pi? a 11,5 miliardi di euro fino al 2014, ma sono saliti a 18,8 miliardi con il cuscinetto di un biennio in pi?: significa che il memorandum, se dovesse essere approvato la prossima settimana dalla Camera, ?scadrebbe? nel 2016. Anche se, come molti analisti osservano, non risolve a monte il problema ellenico, dal momento che i 31 miliardi promessi dalla Troika e che dovranno essere avallati dall?Eurogruppo del 12 novembre, saranno sufficienti alle casse dello Stato per soli sei mesi. E comunque dopo quella data si ripresenter? il problema di sempre in Grecia, che costituisce una costante dall?inizio della crisi ad oggi: il denaro. E che fino ad oggi nessuna cura ? riuscita a sanare.
Del resto le parole della cancelliera Merkel ?nessun paese con un debito all?80-90% del pil pu? essere indipendente?, non lasciano spazio a interpretazioni. Sullo sfondo le previsioni per il 2013 sono nefaste, con il sesto anno consecutivo di recessione, dati che saranno confermati pressoch? intatti nel 2014 come da bilancio presentato ieri in parlamento dal ministro delle Finanze. Gli investimenti pubblici e privati saranno decurtati del 25%, come d?altro canto i servizi basilari alla persona, ovvero meno assistenza sanitaria, meno welfare, via gli ammortizzatori sociali.
Ma ad alzare il barometro della crisi ? l?assoluta instabilit? politica: ?Governo appeso a un filo? titola il popolare quotidiano Kathimerin?, e il perch? ? presto detto. Andando alla conta finale, e anche senza i voti del Dimar di Kouvellis, il premier Samaras punta ad ottenere il ?s?? al pacchetto della Troika con i soli voti di Nea Dimokratia e Pasok, ma il nodo oggi prende il nome di transfughi. Ovvero quei deputati di entrambi gli schieramenti che non sono affatto sicuri di certificare con un voto parlamentare il passaggio di misure che considerano peggiori dell?attuale debito ellenico che ammonta oggi a 369 miliardi di euro e che nessun prestito ponte potr? mai oggettivamente sanare.
Timori confermati anche dai numeri. Secondo una ricerca della Camera di Commercio ellenica l?80% degli intervistati ? pessimista sulla soluzione della crisi, il 42% crede che ci sar? il default se non arriver? l?ulteriore prestito di cui si discute in questi giorni, l?86% pensa che la riduzione del costo del lavoro come da memorandum non aiuter? ad aumentare le occasioni occupazionali. Mentre il 78% non ? soddisfatto di come i politici greci hanno negoziato le misure con la Troika.
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