Announcement

Collapse
No announcement yet.

Announcement

Collapse
No announcement yet.

Si diffonde in Italia il virus della propaganda cinese

Collapse
X
 
  • Filter
  • Time
  • Show
Clear All
new posts

  • Font Size
    #1

    Si diffonde in Italia il virus della propaganda cinese

    Boom di casi positivi tra politici, commentatori e virologi

    Sta gi? accadendo. Oltre al coronavirus, sta circolando in Italia il virus della propaganda cinese, che punta a riabilitare l?immagine di Pechino presentando il ?caso Wuhan? come una storia di successo nella lotta al Covid-19 e, quindi, il suo sistema totalitario come un modello in contrapposizione all?inefficienza e alla confusione delle democrazie occidentali.

    La posta in gioco ? alta per il Partito comunista cinese e il suo leader, Xi Jinping: il mondo ? avviato verso una recessione economica globale le cui cause potrebbero essere facilmente ricondotte ai ritardi e alle decisioni sbagliate da parte di Pechino nelle prime settimane di diffusione del nuovo coronavirus a Wuhan. Una relazione di causa-effetto che il regime comunista cinese ? determinato a contrastare fin da subito, prima che prenda piede. Ha quindi lanciato una controffensiva propagandistica ? magistralmente descritta gi? qualche giorno fa su Atlantico da Enzo Reale -volta a riscrivere, ribaltandola, la storia del coronavirus.

    La controffensiva ? globale, ma al momento l?Italia sembra essere il solo Paese occidentale dove fa presa. Ma quali sono i punti forti che vengono ?spinti? dai diplomatici e dai media cinesi nel dibattito pubblico occidentale?

    Primo, il coronavirus potrebbe non aver avuto origine in Cina. ?Anche se scoperto per la prima volta in Cina, non significa che abbia avuto origine in Cina?, ha osservato Zhong Nanshan, uno scienziato, lo scorso 27 febbraio. L?ambasciata cinese di Canberra ha avvertito i giornalisti che sostenere che il coronavirus sia originato in Cina significa ?politicizzare? la questione.

    Ma l?apparato propagandistico del regime non si accontenta di mettere in dubbio l?origine cinese del virus. No, sta spingendo con forza una teoria cospirazionista, gi? messa in circolazione da settimane sui social media cinesi, secondo cui sarebbe tutta opera degli Stati Uniti. Un portavoce del Ministero degli esteri, Lijian Zhao, ha ipotizzato dal suo profilo Twitter che sia stato l?esercito americano a portare il virus a Wuhan e diffondere l?epidemia, in occasione dei Giochi militari dell?ottobre 2019, quando proprio a Wuhan arrivarono 300 atleti militari statunitensi. Un altro portavoce del Ministero degli esteri, Geng Shuang, non ha commentato i tweet di Zhao, ma ha dichiarato che ?la comunit? internazionale ha opinioni diverse? sulle origini del virus, ?si tratta di un problema scientifico?. Laddove per ?comunit? internazionale? intende, ovviamente, la Cina? Il sito delle Forze armate cinesi, Xilu.com, in un articolo sostiene apertamente che il coronavirus sarebbe ?un?arma biochimica prodotta dagli Stati Uniti contro la Cina?. Insomma, l?accusa ? di un atto di guerra virologica. Anche il Global Times, testata in lingua inglese del Partito comunista cinese, allude nei suoi articoli agli Stati Uniti come origine del virus.

    Rimosso prima di essere sottoposto a revisione scientifica, invece, uno studio pubblicato lo scorso 6 febbraio da Botao Xiao, specialista cinese di Dna della South China University of Technology, che in passato ha lavorato presso il laboratorio biochimico di massima sicurezza che si trova proprio a Wuhan, in cui si denunciavano falle negli standard di sicurezza presso il laboratorio, dove venivano condotti studi proprio su ceppi di coronavirus trasmessi da pipistrelli, ipotizzando che il virus possa essere uscito per errore da quella struttura.

    Vedremo fino a che punto la pandemia di coronavirus e le responsabilit? della sua diffusione entreranno nella nuova Guerra Fredda tra Washington e Pechino, ma la sensazione, soprattutto se dovesse profilarsi una grave e prolungata crisi dell?economia globale, ? che il tema possa diventare un nuovo terreno di scontro ai massimi livelli tra le due potenze.

    Un altro argomento sostenuto da Pechino ? che la sua tempestiva risposta e le misure drastiche adottate abbiano permesso di ?comprare tempo?, dando modo alla comunit? internazionale di prepararsi. Qui siamo al vero e proprio ribaltamento della realt?. Il tentativo di insabbiamento della nuova emergenza sanitaria da parte di Pechino, gi? ricostruito da Enzo Reale per Atlantico citando coraggiosi giornalisti cinesi, ha invece permesso al virus di diffondersi a Wuhan nelle prime cruciali settimane, senza che nemmeno i cittadini fossero informati e messi nelle condizioni di prendere le minime precauzioni. ? ben noto ormai il silenziamento dei medici che gi? a fine dicembre avevano dato l?allarme e altres? nota la censura subito scattata sui social nei giorni successivi. Le autorit? cinesi hanno parlato per la prima volta di una possibile trasmissione del virus tra esseri umani il 21 gennaio e l?emergenza ? stata dichiarata dopo il Capodanno cinese, quando circa 5 milioni di residenti a Wuhan avevano ormai potuto viaggiare liberamente e ignari di tutto nel resto del Paese e all?estero.

    La Casa Bianca si ? opposta a questa narrazione di Pechino: il consigliere per la sicurezza nazionale Robert O?Brien ha dichiarato mercoled? scorso che l?iniziale insabbiamento e cattiva gestione da parte delle autorit? cinesi ?probabilmente ? costata alla comunit? internazionale due mesi? e aggravato l?epidemia a livello globale. ?Se avessimo potuto sequenziare il virus e avere la cooperazione necessaria dalla Cina, se i team dell?Oms e i Cdc Usa fossero stati sul campo, avremmo potuto ridurre drasticamente quello che ? successo in Cina e accade nel mondo?.

    Secondo documenti governativi visionati dal South China Morning Post, il primo caso di coronavirus diagnosticato in Cina, un 55enne della provincia di Hubei, pu? essere fatto risalire al 17 novembre scorso, e non all?8 dicembre come il governo cinese aveva riferito all?Oms. Al 31 dicembre erano almeno 266 le persone che avevano contratto il nuovo coronavirus ed erano sotto supervisione medica, gi? 381 al primo di gennaio, mentre ancora l?11 gennaio le autorit? sanitarie di Wuhan dichiaravano solo 41 casi confermati. Secondo una testimonianza, la prima diagnosi di un nuovo coronavirus risalirebbe invece al 16 dicembre. Quindi, tra tentativi di comprendere l?origine della malattia e di insabbiamento, sarebbero da un minimo di uno a due pieni i mesi persi.

    La terza arma della propaganda cinese ? la narrazione delle eroiche gesta del Partito, uscito vittorioso sul virus con il popolo unito e disciplinato dietro di s?. Se la dichiarazione di vittoria appare prematura e, soprattutto, i numeri dichiarati da Pechino non sono in alcun modo verificabili, questa consente al regime di proporsi come modello nella lotta al virus proprio mentre l?epidemia esplode nei Paesi occidentali.

    Ma pi? riguardiamo i numeri italiani di questi giorni (ed europei, a questo punto), pi? si rafforza il sospetto che i numeri cinesi siano del tutto irrealistici, fuori scala (come sostenuto tra gennaio e febbraio in autorevoli articoli scientifici). Possibile che il 23-24 gennaio Pechino abbia messo in lockdown totale 40 milioni di persone e parte della sua produzione nazionale, mettendo a rischio una crescita economica decennale, per 897 casi e 26 morti allora dichiarati? Possibile che il regime comunista cinese abbia cos? a cuore la salute dei suoi cittadini? O forse casi e vittime erano gi? nell?ordine delle migliaia? Se oltre ai ritardi e al tentativo di insabbiamento, i numeri ufficiali cinesi fossero stati pi? fedeli alla realt?, rappresentando la reale dimensione del contagio e delle vittime (probabilmente da moltiplicare per 10, se non per 100), il resto del mondo avrebbe avuto una diversa percezione della minaccia?

    Molti dubbi anche sulla reale portata della ripartenza dell?economia cinese, i cui dati sarebbero affidabili quanto quelli dei decessi. Secondo Caixin, leggiamo sul settimanale Tempi.it, ?il governo centrale calcola la ripresa economica di fabbriche e aziende in base al consumo di energia. Per questo, chiede a tutti i segretari locali del Partito comunista di rispettare certe quote di elettricit? consumata. I segretari si rifanno sui proprietari delle aziende, che a loro volta azionano e fanno andare anche tutta la notte macchinari, luci e condizionatori. Le aziende per? restano vuote e i dipendenti a casa per mancanza di lavoro. Cos? le quote sono rispettate e l?economia riparte sulla carta anche se nella realt? non cambia niente?.

    Sembra per? che questa narrazione del ?modello Wuhan?, cui seguono offerte di aiuto e dichiarazioni di ?amicizia e solidariet??, sia particolarmente efficace con i Paesi pi? in difficolt?, come l?Italia. E qui Pechino ha avuto gioco facile, sia per l?influenza nel nostro Paese del ?partito sino-eurofilo?, che per la latitanza dell?Ue. Dall?inizio dell?emergenza sanitaria sono arrivate tardivamente, o non sono mai arrivate, le parole di solidariet? di Bruxelles e dei leader degli altri stati membri, mentre di aiuti concreti non s?? vista nemmeno l?ombra. Un vuoto in cui si ? abilmente inserita la Cina, facendo arrivare preziosissime forniture sanitarie (mascherine, ventilatori, persino un team di medici), dopo che per giorni il ministro della salute Speranza si era aggirato mendicante per l?Europa ricevendo al pi? alzate di spalle. ?L?Italia ha gi? chiesto di attivare il meccanismo di protezione civile dell?Unione europea per le forniture di dispositivi medici. Nessun Paese europeo ha risposto?, ha ricordato l?ambasciatore italiano presso l?Ue. Peggio, c?? chi non solo non ha risposto all?sos, ma ha persino bloccato l?esportazione. Una mossa dal forte significato geopolitico, ma anche soprattutto propagandistico da parte cinese.

    In fila per la tessera d?onore del ?partito cinese? anche il direttore di Formiche Roberto Arditti, che marted? scorso, in una sorta di commento di ?geopolitica? per Huffington Post sentenziava superficialmente ?La Cina ha vinto la sfida del virus. Ed ? il nuovo padrone del mondo?. E questi sarebbero i filoatlantici, figurarsi gli altri?

    Sta dando i suoi frutti a Pechino anche l?accordo tra la principale agenzia di stampa italiana, l?Ansa, e quella ufficiale cinese, Xinhua. Quotidianamente infatti l?Ansa fa arrivare sui terminali dei suoi clienti numerosi lanci firmati Xinhua, con risultati comici, se la questione non fosse dannatamente seria, tanto la retorica da propaganda totalitaria ? smaccatamente in contrasto con lo stile asciutto e sobrio consono ad un?agenzia di stampa secondo gli standard occidentali? ?Covid-19: Cina modello globale per lotta ai contagi?, ? il titolo di una Ansa-Xinhua di 7 lanci di gioved? scorso: ?Il suo impegno, ampiamente riconosciuto da tutto il resto del mondo, offre un esempio di come costruire una comunit? umana unita dal futuro condiviso?.

    L?Italia, purtroppo, detiene il record mondiale di casi di coronavirus attivi e di decessi (questi secondi solo alla Cina, per ora), ma molti esponenti di governo e commentatori sembrano trovare soddisfazione nel dare dei criminali al premier britannico Johnson e al presidente americano Trump, sputando sentenze premature sui loro piani di contenimento del contagio (dall?alto dei nostri successi?), mentre esaltano il modello cinese e ringraziano Pechino per i doni ? che doni non sono, ma forniture regolarmente acquistate ? dimenticando le terribili responsabilit? del regime comunista cinese nella diffusione globale del contagio. Dovremmo considerare le forniture consegnate ieri solo un piccolo anticipo del risarcimento danni.

    Fonte atlanticoquotidiano.it


  • Font Size
    #2
    Possono dire e scrivere quello che vogliono la convinzione che ? tutta colpa loro non me la toglier? mai! Il virus potr? anche non essere nato li ma loro lo sapevano da TEMPO e l'hanno tenuto nascosto causando il patatrac! Che poi magari non cambiava nulla ma ci sarebbero potute essere misure di contenimento gi? prima che la situazione precipitasse del tutto!

    Comment


    • Font Size
      #3
      Originally posted by MikyRacing View Post
      Possono dire e scrivere quello che vogliono la convinzione che ? tutta colpa loro non me la toglier? mai! Il virus potr? anche non essere nato li ma loro lo sapevano da TEMPO e l'hanno tenuto nascosto causando il patatrac! Che poi magari non cambiava nulla ma ci sarebbero potute essere misure di contenimento gi? prima che la situazione precipitasse del tutto!
      Mikiracing , in parte pu? essere come dici ... ma STAMANE leggevo che in metro c'? affollamento e pure i macchinisti di Milano si lamentano per troppa calca sui treni ...

      Se a Milano non ahnno ancora capito che bisogna restare a casa ... chi ? causa del proprio mal pianga se stesso .

      Io fossi conte direi "amb? ... allora fate quel che vi pare e caxxi vostri"

      Comment


      • Font Size
        #4
        Originally posted by Lele-R1-Crash View Post

        Mikiracing , in parte pu? essere come dici ... ma STAMANE leggevo che in metro c'? affollamento e pure i macchinisti di Milano si lamentano per troppa calca sui treni ...

        Se a Milano non ahnno ancora capito che bisogna restare a casa ... chi ? causa del proprio mal pianga se stesso .

        Io fossi conte direi "amb? ... allora fate quel che vi pare e caxxi vostri"
        Si certo che poi la gente ? deficente ti do pienamente ragione...

        Comment

        X
        Working...
        X