La disinformazione non ? solo una questione di bugie. Le bugie sono ordinarie. Sono banali. Chiunque pu? far circolare una balla, anche enorme. Ma sono i rari professionisti della disinformazione che possono sopprimere con successo i fatti in competizione con le loro menzogne. La semplice menzogna ? una cosa da dilettanti. Mettere a tacere le voci di coloro che potrebbero essere in disaccordo ? il segno distintivo di una campagna di disinformazione seria e pericolosa.
Tony Fauci ? stato direttore per tre decenni e mezzo della principale istituzione nazionale per lo studio di malattie come i coronavirus, il National Institute of Allergy and Infectious Diseases. ? la persona ideale per parlare a una nazione preoccupata per l'epidemia di COVID in corso; l'esperienza di Fauci servirebbe come potente antidoto contro la disinformazione che si diffonde attraverso i social media e comincia a farsi strada nei media tradizionali.
Proprio come ha fatto durante la recente epidemia di Zika, l'epidemia di Ebola, la crisi dell'HIV, e in numerose altre occasioni in cui le malattie infettive sono apparse nei notiziari, Fauci aveva in programma di parlare su Face the Nation e altri talk show della domenica mattina. Sarebbe una fonte affidabile in un momento in cui ? difficile distinguere i fatti dalla speculazione e dalla pura fantasia.
Il problema era che la sobria valutazione di Fauci sulla minaccia del virus era in contrasto con la linea ufficiale del partito della Casa Bianca, secondo cui che entro un paio di giorni il numero di casi negli Stati Uniti sarebbe "sceso a quasi zero" e che "stiamo sviluppando rapidamente un vaccino" che verr? in nostro soccorso se il virus dovesse diffondersi.
Cos? Fauci ha presto saputo di non poter parlare con il pubblico se non autorizzato dalla Casa Bianca. Erano in programma cinque apparizioni negli spettacoli della domenica: annullate. Anche se Fauci insiste nel dire che non ha la museruola, e da allora ha fatto qualche apparizione sui media, il suo impatto e la sua influenza sono una minima parte di quello che sarebbero se potesse parlare liberamente come al solito. Cos?, Trump ha oltrepassato il limite per sopprimere apertamente le voci degli scienziati del governo che potrebbero contraddirlo.
Il termine "apertamente" ? importante, perch? il tentativo di soffocare le opinioni degli scienziati va avanti da molto tempo, per lo pi? dietro le quinte. Trump era in carica da qualche settimana appena quando ? iniziata la censura di documenti imbarazzanti; ben presto dai siti web governativi sono stati cancellati termini pericolosi come "cambiamento climatico". Ai Centers for Disease Control, un'agenzia chiave per la gestione della COVID, agli scienziati ? stata tolta la possibilit? di parlare. Cos? come Fauci non pu? parlare con la stampa senza chiedere il permesso, agli scienziati dei CDC ? stato impedito di parlare ai giornalisti, e bloccata "tutta la corrispondenza con qualsiasi rappresentante dei media [...] compreso ogni cosa, dalle richieste di interviste formali alle richieste di dati pi? elementari", dagli addetti stampa di Atlanta, che raramente sembrano disposti a concedere tale autorizzazione.
I presupposti della strategia di Trump per soffocare le voci degli scienziati risalgono a ben prima del suo arrivo alla ribalta del Partito Repubblicano. I giornalisti si sono lamentati per anni che gli addetti stampa ostacolavano i contatti con gli scienziati del governo che avevano qualcosa di importante da dire, anche e soprattutto ai CDC. E anche in altre agenzie; la FDA ? arrivata persino a creare un sistema di sorveglianza interna per mettere a tacere quelle che considerava informazioni "diffamatorie" - si legga: imbarazzanti - diffuse da alcuni dei suoi scienziati.
Ora siamo entrati in una nuova fase. In passato, ci sono stati tentativi sporadici di mettere a tacere i dissidenti prima che potessero mettere in imbarazzo l'amministrazione; in tempi pi? normali, si trattava di un fastidio pi? che di una grave minaccia alla democrazia.
Ora, per?, dobbiamo affrontare il fatto che stiamo assistendo a una campagna di disinformazione governativa grave, inquietante e su larga scala: la soppressione burocratica della verit? scientifica a favore di una narrazione politicamente accettabile. E in un momento in cui la nostra societ? ha pi? bisogno di informazioni scientifiche affidabili, la fonte di disinformazione pi? pericolosa negli Stati Uniti ? diventata il nostro presidente.
Tony Fauci ? stato direttore per tre decenni e mezzo della principale istituzione nazionale per lo studio di malattie come i coronavirus, il National Institute of Allergy and Infectious Diseases. ? la persona ideale per parlare a una nazione preoccupata per l'epidemia di COVID in corso; l'esperienza di Fauci servirebbe come potente antidoto contro la disinformazione che si diffonde attraverso i social media e comincia a farsi strada nei media tradizionali.
Proprio come ha fatto durante la recente epidemia di Zika, l'epidemia di Ebola, la crisi dell'HIV, e in numerose altre occasioni in cui le malattie infettive sono apparse nei notiziari, Fauci aveva in programma di parlare su Face the Nation e altri talk show della domenica mattina. Sarebbe una fonte affidabile in un momento in cui ? difficile distinguere i fatti dalla speculazione e dalla pura fantasia.
Il problema era che la sobria valutazione di Fauci sulla minaccia del virus era in contrasto con la linea ufficiale del partito della Casa Bianca, secondo cui che entro un paio di giorni il numero di casi negli Stati Uniti sarebbe "sceso a quasi zero" e che "stiamo sviluppando rapidamente un vaccino" che verr? in nostro soccorso se il virus dovesse diffondersi.
Cos? Fauci ha presto saputo di non poter parlare con il pubblico se non autorizzato dalla Casa Bianca. Erano in programma cinque apparizioni negli spettacoli della domenica: annullate. Anche se Fauci insiste nel dire che non ha la museruola, e da allora ha fatto qualche apparizione sui media, il suo impatto e la sua influenza sono una minima parte di quello che sarebbero se potesse parlare liberamente come al solito. Cos?, Trump ha oltrepassato il limite per sopprimere apertamente le voci degli scienziati del governo che potrebbero contraddirlo.
Il termine "apertamente" ? importante, perch? il tentativo di soffocare le opinioni degli scienziati va avanti da molto tempo, per lo pi? dietro le quinte. Trump era in carica da qualche settimana appena quando ? iniziata la censura di documenti imbarazzanti; ben presto dai siti web governativi sono stati cancellati termini pericolosi come "cambiamento climatico". Ai Centers for Disease Control, un'agenzia chiave per la gestione della COVID, agli scienziati ? stata tolta la possibilit? di parlare. Cos? come Fauci non pu? parlare con la stampa senza chiedere il permesso, agli scienziati dei CDC ? stato impedito di parlare ai giornalisti, e bloccata "tutta la corrispondenza con qualsiasi rappresentante dei media [...] compreso ogni cosa, dalle richieste di interviste formali alle richieste di dati pi? elementari", dagli addetti stampa di Atlanta, che raramente sembrano disposti a concedere tale autorizzazione.
I presupposti della strategia di Trump per soffocare le voci degli scienziati risalgono a ben prima del suo arrivo alla ribalta del Partito Repubblicano. I giornalisti si sono lamentati per anni che gli addetti stampa ostacolavano i contatti con gli scienziati del governo che avevano qualcosa di importante da dire, anche e soprattutto ai CDC. E anche in altre agenzie; la FDA ? arrivata persino a creare un sistema di sorveglianza interna per mettere a tacere quelle che considerava informazioni "diffamatorie" - si legga: imbarazzanti - diffuse da alcuni dei suoi scienziati.
Ora siamo entrati in una nuova fase. In passato, ci sono stati tentativi sporadici di mettere a tacere i dissidenti prima che potessero mettere in imbarazzo l'amministrazione; in tempi pi? normali, si trattava di un fastidio pi? che di una grave minaccia alla democrazia.
Ora, per?, dobbiamo affrontare il fatto che stiamo assistendo a una campagna di disinformazione governativa grave, inquietante e su larga scala: la soppressione burocratica della verit? scientifica a favore di una narrazione politicamente accettabile. E in un momento in cui la nostra societ? ha pi? bisogno di informazioni scientifiche affidabili, la fonte di disinformazione pi? pericolosa negli Stati Uniti ? diventata il nostro presidente.
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